Rockfeller – Carmilla on line https://www.carmillaonline.com letteratura, immaginario e cultura di opposizione Sat, 16 Nov 2024 23:15:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Chiamate telefoniche – 6 https://www.carmillaonline.com/2020/05/18/chiamate-telefoniche-6/ Mon, 18 May 2020 21:00:35 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=60142 di Piero Cipriano

Lo dico subito, così chi non ama i complottisti può interrompere subito la lettura: questa sesta chiamata telefonica è una chiamata complottista, super complottista, terribilmente complottista. Perché? Perché io ammiro i complottisti, ammiro i complottisti quasi come ammiro i paranoici. Voi direte che tutti i complottisti sono paranoici. Che complottismo = paranoia. E io non sono d’accordo. I complottisti, alcuni, non tutti, sono dei formidabili inventori di storie con una capacità di avvicinarsi quasi con precisione millimetrica al futuro, ma che per un motivo o per l’altra non ce la fanno a essere Philip K. Dick. Gli manca [...]]]> di Piero Cipriano

Lo dico subito, così chi non ama i complottisti può interrompere subito la lettura: questa sesta chiamata telefonica è una chiamata complottista, super complottista, terribilmente complottista. Perché? Perché io ammiro i complottisti, ammiro i complottisti quasi come ammiro i paranoici. Voi direte che tutti i complottisti sono paranoici. Che complottismo = paranoia. E io non sono d’accordo. I complottisti, alcuni, non tutti, sono dei formidabili inventori di storie con una capacità di avvicinarsi quasi con precisione millimetrica al futuro, ma che per un motivo o per l’altra non ce la fanno a essere Philip K. Dick. Gli manca quel quid di prosa o anfetamine o vattelappesca. Dico pure che se non leggerete questa sesta chiamata perché siete prevenuti sui complottisti poi ve ne restano solo due (non complottiste, in compenso, ma non è detto, perché una volta che uno dichiara la stima per il mondo complottista ne viene irreparabilmente assimilato), perché l’epidemia sta per finire (con sommo sconforto dei virologi-con-l’agente quelli che si prendono da duemila euro in su a intervista un po’ come le puttane solo che le puttane siccome sono delle gran signore non vendono la scienza ma il proprio corpo) e pure le chiamate finiranno, non mi resta che una settima chiamata dove il protagonista indiscusso è il virus e l’ottava, e ultima, dove i protagonisti sono i morti, ma ciò è pleonastico perché i morti sono sempre i protagonisti, solo chi non ha fatto i conti con la morte non l’ha ancora capito, ed è per questo che si barrica in casa e si barrica la bocca, perché pensa che dalla bocca entri la morte. Invece no: dalla bocca esce la vita. E non è proprio la stessa cosa.

Ma dicevo dei complottisti, ormai, appena leggo o sento qualcuno che ne parla male mi viene da mettere mano alla pistola poi mi ricordo che non ho una pistola e soprattutto che questa (mettere mano alla pistola) è una brutta espressione che mutuiamo da una brutta persona, per cui mi limito a proporre di abolire la parola complottista, come in passato ho proposto di abolire la parola empatia, non significa più niente ormai ripetere a pappagallo complottista, complottista, complottista, oppure, visto che non è il massimo abolire parole, sa troppo da neolingua orwelliana, propongo di mettere un limite al numero di volte che in uno scritto si può usare la parola complottista, non più di due, massimo tre, alla terza scatta la multa (quattrocento euro, la multa per chi andava in giro senza mascherina), anche perché chi usa troppo spesso la parola complottista tradisce di essere egli stesso un complottista, esatto, uno affascinato dal complotto, il complotto di mettere a tacere le capacità narrative del complottista, e poter sostituire la narrazione (mille volte più interessante) del complottista con la sua sterile e prevedibile e conforme narrazione di anti-complottista che legge Repubblica o Corriere. Dimenticando che l’anti-complottismo dell’anti-complottista è esso stesso complottismo, inconscio complottismo ai danni del vessato complottista.

Non so se si è capito ma io i complottisti vorrei difenderli dalle ingiurie di complottismo con la stessa passione con cui mi viene sempre da difendere le persone che subiscono l’accusa di essere schizofrenici. Le persone più insospettabili ci sono cadute, nell’offesa agli schizofrenici. Umberto Eco, una volta, per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi, disse che doveva dimettersi non per il suo eccesso di satiriasi, ma per il suo eccesso di schizofrenia. E’ schizofrenia, puntualizzò, se uno non si ricorda il giovedì ciò che ha detto il mercoledì. Come si può essere governati da uno schizofrenico? Eco non sapeva cos’è (io nemmeno, ma lui molto meno di me, eppure era Eco) la schizofrenia, e sempre Eco è il colpevole di aver dato la stura all’offesa del complottista. In quel libro palloso che è Il pendolo di Foucault, mi pare, è lui che inizia la presa per il culo dei complottisti. Piergiorgio Odifreddi è un altro, era a una trasmissione di Piero Chiambretti, irritato dal mago Otelma (quanto mi sta simpatico il mago Otelma, secondo me è abbastanza complottista pure lui), lo metteva a tacere zitto tu, anzi, zitto lei, che è uno schizofrenico. Proprio così diceva. Il tono voleva essere quello di chi dice lei è un cialtrone, o lei è un buffone, o lei è un mitomane, o lei è un millantatore, o lei è un venditore di fumo, o lei è un guitto; invece disse lei è uno schizofrenico. Gli intellettuali del cazzo che adoperano le categorie psichiatriche, o mediche, per offendere. Un tempo si diceva zitto che sei un mongoloide, o zitto che sei un deficiente, oggi dicono zitto che sei uno schizofrenico oppure dicono zitto che sei un complottista.

Tutto ‘sto preambolo per dire: w i complottisti (fossero anco terrapiattisti, quando vuoi dire che uno è complottista ma di quelli terra terra allora dici che è terrrapiattista, i terrapiattisti sono i più sfigati dei complottisti, e infatti sono quelli che mi sono i più simpatici di tutti) abbasso i burionisti.

*

Complottista secondo me era pure Dario Musso ragazzo drammatico e teatrale di Ravanusa che il lockdown (‘sto cazzo di lockdown non vedo l’ora di dimenticare questa parola) come a tutti gli aveva spezzato la pazienza e inizia a fare video inquietanti in cui si punta un cacciavite alla tempia e incita alla rivolta e pochi giorni prima viene fermato da un carabiniere che assiste allibito a lui che contrattacca gli dice che fare il carabiniere di questi tempi a fermare persone innocenti è una merda e brucia la sua carta d’identità e il giorno del fermo sanitario è in giro nella sua auto con un megafono che incita alla disobbedienza a non abboccare alle favole governative non c’è nessun virus dice, togliete le mascherine riaprite i negozi, uscite… (ora confessate di non averlo pensato almeno una volta pure voi tutto ciò) lo circondano carabinieri e agenti municipali, lui fa un video in diretta in cui prova a mantenere la calma, scende, resta calmo, bravo Dario così si fa, ma non basta perché arrivano tre sanitari uno dei quali ha una siringa, il sanitario non gli va incontro davanti per parlargli no, lo aggira gli punta la siringa, vuol siringarlo da dietro con tutti i pantaloni, stato di necessità diranno poi nel processo che si farà perché si farà ma io dico, dalle immagini, non c’era nessuno stato di necessità, legittima difesa dite? nemmeno, eppure un carabiniere lo prende per le gambe e lo atterra, il sanitario col camice e la siringa lo infila, la donna che fa il video grida atterrita in siciliano lo stanno sedando lo stanno sedando. Finisce il video inizia l’audio, il fratello di Dario, avvocato, prova per giorni a chiamare all’ospedale di Canicattì, al reparto psichiatrico dove Dario è ricoverato in TSO sedato legato cateterizzato ma la dottoressa balbetta, dice non possiamo dare notizie lui richiama e lei dice suo fratello dorme lui richiama lei dice non abbiamo il cordless lui richiama lei dice ho un’urgenza ho un ricovero ora non posso parlare, sono imbarazzato per lei, per questa poverina che senza dignità né etica si schermisce. Dopo cinque sei giorni tali le pressioni, le lettere, le telefonate, ai medici e al sindaco, tra queste quella di Gisella Trincas dell’UNASAM (associazione dii famigliari dei pazienti) o del garante nazionale dei detenuti o di me stesso che provo a parlare invano con la dottoressa che ha sempre un’urgenza e non può rispondere, insomma Dario viene (altrettanto selvaggiamente) dimesso e per fortuna non fa la fine di Franco Mastrogiovanni o Giuseppe Casu o Elena Casetto. Dimesso però con una non diagnosi: Disturbo della personalità non altrimenti specificata. La più inutile e fessa e vaga e debole delle diagnosi psichiatrica. La stessa diagnosi che potrei avere io, o voi, o tutti i complottisti del mondo.

Mi chiama Nicola, il mio amico delle Iene, una iena gentile, Pieruzzo, esordisce col suo accento siciliano, che ne pensi del TSO di quel ragazzo di Ravanusa?

*

Ma io in questo pezzo dovevo occuparmi di complottisti e anti-complottisti, non di TSO illeciti e selvaggi. Per cui cominciamo col primo campione del complottismo mondiale che gira intorno al virus. Lui è quello che aveva in tasca l’Hiv e Gallo (poi stato sostituito da Fauci, il virologo che ora Trump vede come il fumo negli occhi) glielo rubò. Lui è quello che nel 2008 prende il Nobel. Lui è quello che ora è perculato dai medici duri e puri perché ha detto che l’acqua c’ha la memoria (figuriamoci, ridono, gli scienziati, la memoria, l’acqua, e mica c’ha il cervello l’acqua per averci la memoria!) e porta al papa la papaya (la papaya, al papa, e che è, un calembour dello scienziato senex?). Perculato più di Tarro, si capisce, perché almeno Tarro non l’ha vinto il Nobel lui sì e una ventina, o erano trenta?, super scienziati fecero pure una petizione, per fargli revocare il Nobel, ma gli svedesi so’ di parola, se lo danno il super premio è per sempre, poi non lo levano. Eh sì, gli svedesi so’ di parola, se dicono che l’epidemia si affronta senza lockdown, vanno fino in fondo. Oggi mi chiama una fattucchiera dal Molise una che mi ha conosciuto vedendomi nell’olio che galleggia nel fondo di un piatto, dice siccome pure io stavo con l’orecchio pizzato al suolo per sentire da dove arriva la fine del mondo ho incrociato i tuoi pensieri che provenivano dal tuo orecchio adagiato sul pavimento del tuo reparto allora ho pensato che devi assolutamente sentire cosa dice quest’uomo. Attacca il suo telefono a manovella al pc per farmi sentire la voce tradotta di Montagnier.

Non posso vederlo in faccia, quindi non vedo i sui capelli colorati di marrone biondo che un po’ gli fanno perdere la credibilità di scienziato premio Nobel, ma tant’è, l’ha già persa ormai, è bastata la papaya e l’acqua con la memoria, e poi c’avrà uno scienziato il diritto di farsi la tinta oppure no?, o valutiamo uno scienziato sulla base della tinta?, ma a questo punto pure Giuseppe Conte va be’ che non è uno scienziato perde credibilità, se ci basiamo sulla tinta, vero è che la tinta di Conte è più credibile della tinta di Montagnier che dice c’è stata una manipolazione su questo virus, così esordisce l’ottantottenne tinto ormai con un piede fuori dalla scienza, il piede fuori dalla scienza è il piede che ha calato nella fossa, cioè nel mondo dei morti, è per questo che Montagnier, come Tarro, non ha bisogno più di queste sciocchezze tipo le pubblicazioni o i numeri o l’h-index, perché chi è con un piede nel mondo dei morti non crede più né nelle pubblicazioni né nei numeri e l’unico libro che legge ormai è il Bardo Thödröl ovvero il Libro tibetano dei morti perché i morti sono superiori alle pubblicazioni scientifiche e ai numeri che le accompagnano, chi glielo ha detto a Montagnier?, glielo ha detto Cartesio, che dal mondo dei morti gli ha confessato: scherzai quattro secoli or sono, con questa cosa dei numeri, era tutto uno scherzo, e voi ancora ci state credendo. E’ vero, continua il francese, che questo virus deriva dal salto di specie, dal pipistrello, ok ok, ma ci hanno aggiunto un pezzo di sequenza genomica del virus dell’Hiv, il virus dell’AIDS per cui mi hanno dato il Nobel, il Nobel che non m’importa di averlo però è ancora mio, chi ce l’ha aggiunto questo pezzo di genoma? E che ne so. Biologi molecolari. Che minuziosamente, come fossero degli orologiai puntigliosi, hanno fatto questa chimera, perché questo è il coronavirus una chimera, avete presente uno scoiattolo con le zampe di leone? Ecco, una cosa del genere, un virus del raffreddore con l’artiglio dell’Hiv, perché? Chissà, magari volevano fare un vaccino contro l’AIDS, per cui hanno preso piccole sequenze di virus Hiv e le hanno installate nella sequenza genica più grande del coronavirus, dove una catena di RNA ha piccole sequenze di Hiv.

Ma le prove? Gli domandano, le prove? E lui (che con un piede nel mondo dei morti sa che non ha più bisogno di prove) mena il can per l’aia, un gruppo di ricercatori indiani aveva pubblicato le prove, ma gli hanno annullato la pubblicazione. Su 30.000 basi del coronavirus, 1.000 sono di Hiv. Un modo per modificare la sequenza del coronavirus, per farlo riconoscere come Hiv e dunque trovare il vaccino. Molti gruppi hanno fatto la stessa cosa, dice il Nobel quasi morto scomunicato dai colleghi vivi della scienza. Ma come ha fatto a uscire da un laboratorio? I virus a RNA hanno mutazioni continue. Cambiano continuamente. Sanno attraversare le porte, come i fantasmi. Non c’è mascherina o muro che tenga. Ma queste sequenze, alcuni dicono che sono troppo corte, e la sovrapposizione con il RNA dell’Hiv potrebbe essere casuale. Ma sono segmenti importanti, obietta il Nobel tinto come la morte, di quelli che portano informazioni genetiche. La versione della Cina è che viene dal mercato del pesce di Wuhan. E io dico che non è vero, ribatte il vecchio scienziato idolatrato dai complottisti e stimato da quelli che sono i morti. E la versione dell’OMS? Hanno tutti interesse a nascondere la verità, ma vogliamo raccontare chi è l’attuale capo dell’OMS? L’OMS, ora come ora, non mi pare più un organismo super partes, mi sa che non serve più a niente dire ogni volta l’ha detto l’OMS l’ha detto l’OMS, basta vedere come il capo dell’OMS, l’etiope Ghebreyesus si arruffiana col leader cinese Xi Jinping. A gennaio si è addirittura complimentato con la trasparenza del governo cinese, trasparenza! Ma ti rendi conto? Una beffa, per il povero Li Wenliang il medico morto di covid-19, minacciato di non parlare dell’epidemia, o per l’altro medica Ai Fen, che aveva accusato il regime cinese di censurare l’epidemia ritardando le misure, pure lei fatta sparire per settimane. Perché l’OMS non è super partes? Perché nel 2017 si giocò una guerra tra il candidato cinese (l’etiope Ghebreyesus, già legato a Pechino sin da quando era ministro della sanità per il governo etiope) contro il candidato americano. Vince l’etiope, e da allora è al servizio della Cina. Ciò per dire che ormai quel che consiglia l’OMS, a parte le cose ovvie ovvero che camminare è più sano che poltrire e abboffarsi, non è più oro colato. Potremmo pure aggiungere che l’OMS è pagato dal Bill Gates, anzi: è Bill Gates ma… non possiamo, perché se no gli anti-complottisti ridono di noi, e noi non vogliamo che gli anti-complottisti ridano perché ridere fa bene alla salute e gli faremmo solo un favore, un favore alla loro perfidia.

E l’omertà degli stati? In biologia molecolare si possono fare (è sempre Montagnier che parla), attualmente, tutte le costruzioni di virus che si vogliono. Gli USA sono al corrente, ma sono loro che hanno finanziato parte delle ricerche fatte nei laboratori di Wuhan, per cui non è più un affare solo cinese. La natura (è ancora il francese ottantottenne) non accetta qualsiasi cosa. Una costruzione artificiale, chimerica, ha poche possibilità di sopravvivere. La natura ama le cose armoniose. Questo è un virus Frankenstein, che non durerà a lungo. Negli USA ci sono altre mutazioni del coronavirus, sta cambiando il suo codice genetico, ci sono delle delezioni, il tratto che porta la sequenza di Hiv è quello che muta più velocemente degli altri, inevitabilmente andrà incontro a delezioni, un’apoptosi, una auto amputazione genica. Non trovate che sia meraviglioso ciò? Se il potere patogeno di questo virus è legato all’introduzione di queste sequenze Hiv nel coronavirus, e esse stanno staccandosi, non trovate che sia una bella speranza? Bisogna seguire il sequenziamento genetico, ci saranno sempre più virus mutanti inattivi, la gravità dell’infezione si attenuerà, si annullerà.

Ecco perché l’isolamento domestico non è un rimedio. Bravi gli svedesi. E non solo perché non si riprendono il mio Nobel. Che detto tra di noi, non mi potrebbe fregare una ceppa, del Nobel. Sa quando tra poco andrò di là, nel mondo dei morti, del Nobel quanto gliene potrà importare? Di una sola cosa gli potrà importare, ai morti: sei stato un bravo medico oppure no? Sa quanti sono i bravi medici da diecimila anni a questa parte? Una decina, Cristo, Semmelweis, Basaglia, mica sono tanti… i medici, quasi tutti, non sono mai eroi, sono sempre colpevoli… se vuoi essere innocente non devi fare il medico… va be’, per concludere, io credo che il virus si distruggerà da solo. Ma ripeto: è stato un errore etico associare il Covid all’Hiv. Non lo ammetteranno mai, ma è avvenuto questo.

*

La fattucchiera molisana mi dice ti sento scettico dottore, non t’ha convinto forse Montagnier? Mi meraviglia che nemmeno tu abbia capito che quello che ci ammazza non è il virus ma il terrorismo mediatico a cui siamo sottoposti. La paura di morire viene somatizzata dai polmoni. L’informazione, reiterata ossessivamente, si incista nell’inconscio e (un po’ come negli anni 90 avere il test Hiv positivo equivaleva a una sentenza di morte) oggi un tampone positivo al covid-19 (che non significa niente) su una persona asintomatica o con una piccola sintomatologia influenzale, mettiamo che è uno molto impressionabile, attiva il contrario dell’effetto placebo, l’effetto nocebo, tu mi insegni che esso atterrisce tutto l’organismo, che si predispone a morire. E’ su questo principio d’altronde che noi fattucchiere molisane tiriamo il malocchio ai malandanti, e funziona, quanto più il malandante è un tipo impressionabile, tanto più facilmente si ammala. Le difese immunitarie crollano, i polmoni collassano e trattengono liquidi (ecco la polmonite interstiziale). Ecco perché bisogna spegnere televisione e smart phone e non leggere nemmeno i giornali. Per fare il vuoto nella testa, eliminare questa reiterata informazione tossica, essa sì immunodepressiva. E trasgredire assolutamente (fai bene tu dottore a correre, mica sei fesso) il lockdown, in tutti i modi, uscire, prendere il sole, respirare aria pulita, fare esercizio fisico. Ciononostante, dottore, non basterà, perché prima o poi, tutti, compreso Bill Gates, dovremo pur morire.

*

Mi chiama Jack, il virologo dissenziente, il triste figuro, lo vogliono ricoverare. Per tutto il lockdown il servizio psichiatrico si era scordato di lui. E lui si era scordato di loro. Si erano reciprocamente scordati. E vivevano bene così. Finito il lockdown, superato il 4 maggio, i servizi si sono ricordati di fare l’appello dei pazienti in carico, dei collaborativi e dei riluttanti. Ce l’ho mi manca ce l’ho mi manca. Jack mancava all’appello. Pronto siamo la psichiatria, deve fare il depot. Non voglio fare il depot. Allora c’è il ricovero.

Dice mi stanno venendo a prendere. Prima che mi prendano per ricoverarmi mi ascolti. Un amico che non vuol rivelarsi ma che lei conosce molto bene (Cafiero jr) mi dice di raccontarle questa storia qua, lui non la chiama di persona perché si scoccia che lei poi nella chiamata telefonica che senz’altro scriverà lo faccia apparire come il paranoico complottista della situazione, mi dice pure di dirle che lo sa pure lui che il complottismo è un genere letterario che ora va per la maggiore, ma mi dice pure di dirle che questo genere letterario da due secoli almeno poi inevitabilmente ci prende, insomma la storia è questa poi veda un po’ lei, ne faccia l’uso che vuole, tuttavia mi domando perché lei senta il bisogno di questa penosa mise en abyme (per evocare Gide che lei immagino non abbia mai avuto il buon senso di leggere, vero?) per raccontare tutto quanto, seppur in pochi purtroppo, cominciano a pensare o pensano già da tempo. Non mi pare che qui siamo tutti paranoici o, almeno finora, non tutti (io sì ma molti altri no) abbiamo una cartella psichiatrica nel cassetto che comprovi ciò. È che qui ci facciamo delle domande, ci interroghiamo, cerchiamo di capire che dove ci sono in gioco montagne di soldi e interessi economici non può esserci imparzialità nel fare informazione, né tantomeno numeri statistici… Il grande sonno non è solo il titolo di un romanzo di Chandler ma è quello che quasi tutti gli italiani stanno vivendo adesso, obnubilati dalle onde elettromagnetiche delle paraboliche delle emittenti televisive.

Mi dispiace che quelli che non si adeguano o obbediscono vengano etichettati come paranoici, psichiatrici o compagni di merende dei terrapiattisti.
Fatto questo preambolo vengo al dunque.

Il mio amico dice che Trump sta facendo cose grosse, mai fatte da nessun presidente prima (forse iniziate da JFK). Da noi non ne parla nessuno. La situazione mondiale è questa. La divisione oggi non è più tra razze, non è più tra nazioni o stati, ma solo tra i due Cappelli, o se vogliamo tra due fronti massonici che si stanno facendo la guerra con la scusa di questo coronavirus a cui credono ormai solo gli allocchi. Tutte le notizie del mio amico sono direttamente consultabili, quindi prima di classificarle e bollarle nella categoria delle cospirazioni fantasiose, si tolga lo sfizio di leggere il New York Times, il Washington Post, il Wall Street Journal; oppure ascolti i tg americani più recenti, cosa verrà a sapere, anche lei per la prima volta visto che la stampa italiana è zitta e muta su questo fronte, verrà a sapere di arresti di medici dell’università di Harvard, perché? Per aver fatto sfuggire a settembre il virus da un laboratorio americano, virus che solo in un secondo momento per una serie intricatissima di fughe che non sto a dire anche perché non lo sa nessuno nemmeno il virus c’è da scommetterci che se lo ricorda, anche perché nel frattempo è mutato mille volte e come lei sa i virus non hanno memoria se no che virus sono? Insomma, il virus in un modo o nell’altro sarebbe arrivato a Wuhan. Charles Lieber, chimico di Harvard esperto di nanomateriali e sviluppo di applicazioni in medicina e biologia, è stato arrestato il 28 gennaio. L’accusa a Lieber è di aver ricevuto centinaia di migliaia di dollari dalla Wuhan University of Technology e accettato di gestire un laboratorio per essa.

Quindi ricapitoliamo: qui dottore ci sono due fronti massonici che si stanno contrapponendo e presto o tardi ci toccherà decidere con chi stare a meno che lei non voglia dimettersi dal suo inutile lavoro che è tutta una copertura lo sappiamo non abbocca più nessuno ormai di noialtri scrutatori di complotti, he he, a meno che dico lei non voglia dimettersi passare in clandestinità e organizzare la resistenza anarchica planetaria, voglio dire un terzo minuscolo ma significativo fronte, altrimenti dovrà scegliere se stare coi Cappelli Bianchi che rispondono al movimento conosciuto come Q, tra le cui fila troviamo Putin, Xi, Trump, il defunto Kennedy, suo nipote Robert Kennedy jr ma pure Bob Dylan e udisca udisca Giuseppe Conte l’avvocato de noartri, insieme a tanta altra bella gente. E questi pensi un po’ sarebbero i buoni, perché i cattivi sono la fronda nota come Cabala o Deep State di cui Shiva è stato uno dei pochi a parlare (ecco, si potrebbe mettere con Shiva a organizzare la resistenza, lui sarebbe la mente e lei il braccio, insieme sareste perfetti). Insomma, questa fazione, i cattivoni, sono inclini a fare cose molto molto brutte bruttissime che per telefono è meglio non dire dato che senz’altro il suo telefono da qualche tempo è sotto controllo io infatti non la chiamerò più qui al telefono dell’ospedale se lo tenga bene a mente.

Comunque i mammasantissima del deep state sono ovviamente i Rothschild, i Williamsburg, i Rockfeller, ma pure i Clinton, e i Bush ma perché no Obama, e ecco che arriviamo a Bill Gates e consorte che tanto hanno a cuore la vaccinazione planetaria e il loro minuscolo tatuaggio quantico, e gente celebre come Tom Hanks e cantanti per niente mistiche nonostante il nome come Madonna e mi fermo qui perché sento la sirena dell’ambulanza che sta per arrivare a prendermi e devo scappare dalla porta di servizio che dà sul parco dell’Insugherata. Questa è gente che controlla Hollywood e tutta la produzione filmica mondiale e tutte le televisioni del pianeta e tutta l’informazione, ecco perché pure in Italia non c’è Fazio non c’è Mentana non c’è fino all’ultimo giornalista del giornalino parrocchiale che si possa permettere anche solo di accennare a queste cose perché sarebbe sommerso dal coro: complottista! Ma oltre alla società dello spettacolo e dell’informazione fanno parte dei cattivoni pure le banche centrali che ricattano bellamente gli stati vedi FED e BCE, ma ecco che il nostro eroe Trump che ti fa? Nazionalizza la FED alcune settimane fa liberando gli americani dal cappio al collo di questi strozzini! Ma lo vede allora che ha ragione quel lacaniano con la tosse di Slavoj Žižek quando dice che il virus per eterogenesi dei fini ci regala un nuovo comunismo? E chi se lo poteva immaginare che Trump facesse scelte comuniste? E come mai secondo lei i nostri tg non riportano queste notizie? E come mai secondo lei i nostri tg non hanno parlato degli arresti che stanno avvenendo in America in merito all’affare coronavirus? Perché i tg appartengono al deep state! Ecco perché. E perciò ai tg non fanno piacere certi arresti. Perché secondo lei adesso fanno la nuova normativa anti fake news? Secondo lei le sue chiamate telefoniche su Carmilla contro informative e in odor di complottismo dureranno ancora a lungo? No. Appena sarà in vigore la normativa anti-fake lei sarà oscurato al pari dell’ultimo terrapiattista con un blog di quattro lettori.

La narrativa è questa: il deep state ha sguinzagliato il virus, scatenando una campagna terroristica sulle televisioni e sugli smart phone per mettere in ginocchio i servizi sanitari, chiudere le persone due mesi agli arresti, scioccarle insomma, se la ricorda la teoria di Noemi Klein sul dottor choc? Lo psichiatra che elettroscioccava i pazienti per un mese per poi ricostruirne la personalità? Ebbene è proprio ciò che è stato fatto su base planetaria, ci hanno fatto l’elettrochoc per due mesi, spaventati, tolto memoria delle libertà, di modo che dopo saremo cittadini mansueti e proni a ogni loro decisione, e quali saranno i prossimi atti? Ma la vaccinazione di massa, obbligare il pianeta a vaccinarsi per ridurre la demografia planetaria. Si ricorda il pallino di Malthus: e mica possiamo far accomodare tutta l’umanità alla mensa dei ricchi? No. Chi è ricco mangia chi è povero è giusto che crepi per fare spazio a una umanità ridotta all’essenziale, un’umanità dei migliori. Ma pensi, non piacerebbe anche a lei abitare un pianeta senza avere tra le palle un miliardo di indiani un miliardo di cinesi e africani e altri miserabili che credono in dei assurdi e nell’oltre vita? Bene, pensi allora uno ricco sfondato come Bill Gates quanto gli scoccia dividere il pianeta con lei con me con l’africano che si imbarca per affogare con il cinese che si mangia i cani con l’indiano che si inchina alle vacche col mussulmano che vela o infibula sua moglie eccetera, potrebbe abitare questo pianetino meraviglioso come duemila anni fa insieme solo agli eletti, a qualche milione di persone ben distribuite tra i continenti senza fare assembramento, senza folla, ah che spazio finalmente, la solitudine, la solitudine di dio, a questo aspirano. Ecco perché la demolizione demografica tramite vaccino è sempre stato un loro pallino. Per cui da una parte cattivoni con delirio di immortalità del deep state dall’altra i meno cattivoni ma comunque non proprio degli stinchi di santo dei cappelli bianchi, che da sessant’anni lottano per riprendere il potere che con la morte di JFK hanno perduto.

Questo per darle un assaggio ora infilo l’ultimo gettone per dirle addio, non so se sarò ancora in grado di telefonarle. Ci pensi. Si informi. Decida se appoggiare i cappelli bianchi oppure iniziare la resistenza anarchica planetaria. Cazzo stanno sfondando la porta. Scappo. Addio.


[Chiamate telefoniche precedenti]

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Vaccinismo di guerra/2 https://www.carmillaonline.com/2017/07/04/vaccinismo-di-guerra2/ Tue, 04 Jul 2017 01:50:35 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=39264 di Alexik

[A questo link il capitolo precedente]

“Oggi vorrei parlarvi di come si può creare la leadership per rendere questo decennio la decade dei vaccini…. Paesi donatori, dovete incrementare i vostri investimenti nei vaccini e nell’immunizzazione, anche se state affrontando crisi di bilancio…. Tutti voi, 193 stati membri, dovete fare dei vaccini il focus centrale dei vostri sistemi sanitari, per assicurare che tutti i vostri bambini accedano ai vaccini ora esistenti e ai nuovi vaccini nel momento in cui diverranno disponibili”.

Con queste parole [...]]]> di Alexik

[A questo link il capitolo precedente]

“Oggi vorrei parlarvi di come si può creare la leadership per rendere questo decennio la decade dei vaccini…. Paesi donatori, dovete incrementare i vostri investimenti nei vaccini e nell’immunizzazione, anche se state affrontando crisi di bilancio….
Tutti voi, 193 stati membri, dovete fare dei vaccini il focus centrale dei vostri sistemi sanitari, per assicurare che tutti i vostri bambini accedano ai vaccini ora esistenti e ai nuovi vaccini nel momento in cui diverranno disponibili”.

Con queste parole Bill Gates, il 17 maggio 2011, arringava i rappresentanti dei 193 Stati riuniti a Ginevra per l’assemblea annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il fatto potrebbe sembrare bizzarro, e suscitare domande del tipo:
Ma non si occupava di informatica? Perché all’assemblea generale dell’OMS hanno fatto intervenire lui, e non – ad esempio – un premio Nobel per la medicina ?
E soprattutto, con quale autorità l’uomo più ricco del mondo detta l’agenda e definisce le priorità sanitarie dell’OMS e degli Stati membri?

Suppongo che la risposta sia da ricercare in un vecchio articolo del Sole 24 Ore, che spiegava come la quota del bilancio dell’OMS coperta dai contributi degli Stati membri fosse passata dall’80% del 1970 al 24% del 2010, e come il restante 76% fosse costituito da donazioni volontarie1.
Nel 2010 la Bill & Melinda Gates Foundation (BMGF) aveva versato donazioni volontarie all’OMS per 219.787.513 $, il 9,6% dell’intero bilancio dell’Organizzazione di quell’anno, posizionandosi come secondo donatore dopo gli Stati Uniti.
Una sua creatura, la GAVI – Global Alliance for Vaccines and Immunisation (una partnership fra pubblico e privato che comprende le principali corporations del settore) – aveva versato all’OMS altri 39.106.302 $.
Ulteriori donazioni, molto più modeste, provenivano direttamente da Sanofi Aventis (4.417.959 $), Glaxosmithkline (523.844 $), Pfizer (200.000 $) e Pfizer /Wyeth pharmaceuticals (1.895.000 $), Novartis (500.000 $), rispettivamente il secondo, terzo, quarto e quinto produttore mondiale di vaccini per fatturato 2013.
Il contributo della Gates Foundation era comunque di gran lunga preponderante, e conferiva alla fondazione un peso superiore a quello della maggior parte degli stati membri, soprattutto dei più poveri.
Del resto la fondazione, con 43,5 miliardi $ di patrimonio, pesa tuttora più dell’intera OMS.

E’ da notare come l’OMS non disponga liberamente dei finanziamenti privati, perché si tratta in genere di fondi finalizzati al sostegno di progetti specifici scelti dai donatori stessi.
In pratica i donatori finanziano l’OMS giusto perché apponga il suo logo a legittimazione dei loro stessi progetti.
Margaret Chan, ai tempi in cui era Direttrice generale dell’OMS, espresse in modo chiaro il livello di sostanziale privatizzazione e di subalternità della massima autorità mondiale in materia di salute: “il mio budget è altamente destinato, per questo viene diretto verso quelli che io chiamo interessi dei donatori2.

Per capire come si è arrivati a questo punto, occorre riavvolgere di una ventina d’anni il nastro della storia.
Tornare al 1997, anno in cui Bill Gates scoprì di essere buono, e decise di dare origine e sostanze alla William H. Gates Foundation (confluita nel 2000 nella BMGF), votata al ‘miglioramento della salute globale‘.
Era un periodo particolarmente favorevole all’espansione dell’intervento privato nel settore dei cd ‘aiuti allo sviluppo’.
Il muro di Berlino era crollato da qualche anno, e di conseguenza il budget che gli Stati a capitalismo avanzato dedicavano alla cooperazione internazionale si era drasticamente ridotto, dato che non veniva  considerato più così necessario acquistare il consenso delle classi dirigenti del cd ‘terzo mondo’ per distoglierle dall’insano proposito di cambiare schieramento.
Erano altresì crollate, sotto i colpi del Fondo Monetario e dalla Banca Mondiale, le velleità di molti paesi di Asia, Africa e America Latina di creare un proprio sistema sanitario pubblico e universalistico.
Vi era dunque ampio spazio per l’introduzione al suo posto di un modello filantroprico privato, che fingesse di portare soccorso alle vittime delle politiche di aggiustamento strutturale mentre, al contempo, ne condivideva in pieno il fondamento ideologico.

Il fondatore della Microsoft si buttò in questa avventura applicando alla sua fondazione umanitaria le stesse logiche d’impresa sviluppate nell’ impero del software, sia per quanto riguarda gli aspetti gestionali che gli obiettivi da raggiungere.
Coinvolse nel suo progetto filantropico nuovi ‘azionisti’, in particolari suoi simili come Warren Buffets, ‘uomo più ricco del mondo 2008’ secondo la classifica di Forbes, amministratore delegato della Berkshire Hathaway (gigante delle assicurazioni) e genio delle speculazioni finanziarie.
Buffets versò alla BMGF un obolo da 30 miliardi di dollari nel 2006. Di altri donatori miliardari si prevede l’arrivo in seguito al “the Giving Pledge”, l’iniziativa lanciata dai Gates per convincere ricchi filantropi (sembra fossero già 141 alla fine del 2015) a devolvere parte delle loro fortune verso cause caritatevoli.

E’ una carità ‘business friendly’, non in contrasto con le dinamiche che minano la salute dei popoli, come il saccheggio delle loro risorse, i conflitti istigati da appetiti stranieri, la distruzione delle economie di autosussistenza ad opera delle multinazionali dell’agroindustria, la fuga dalle campagne che rigonfia gli immensi slums delle periferie urbane.
E’ una carità che rafforza proprio queste dinamiche, come nel caso del sostegno dei Gates, dei Rockfeller, dei Bono alla Green Revolution 2.0, ovvero la ‘soluzione’ Monsanto alla fame nel mondo.
E’ una carità che si sostituisce al concetto di giustizia sociale, e si abbatte come una bomba finanziaria sulle politiche degli Stati e delle istituzioni internazionali, condizionandone gli obiettivi, deviando la ricerca, indirizzando l’informazione.

Nelle parole di Arundhati Roy, essa rappresenta solo una piccola percentuale dei profitti, “ma una piccola parte che si misura in miliardi. Sufficiente per decidere le priorità del mondo, comprare le politiche dei governi, determinare i programmi universitari, finanziare ONG e attivisti. Quei soldi danno [a Bill Gates e alla consorte Melinda] il potere di plasmare il mondo come vogliono”.

E difficilmente i loro voleri possono divergere dagli interessi che rappresentano, dall’ideologia che li pervade, dalla visione verticistica e tecnocratica che pretendono di applicare indifferentemente al business dei computer o alla salute mondiale.

L’ottica tecnocratica  agisce per schemi semplificati, come il sistema binario dei software.
Formula risposte semplicistiche per problematiche complesse, quali la malattia e la cura, che vengono avulse dal loro contesto sociale e ambientale.
Produce ‘soluzioni’ tecniche per obiettivi molto specifici, senza curarsi dell’impatto generale sui sistemi su cui vengono calate (ovviamente dall’alto). Soluzioni tecniche che diventano dogma, escludendo, attraverso strategie fortemente aggressive, ogni possibile alternativa ed obiezione.
Fra le soluzioni tecniche, i vaccini sono una delle principali passioni dei Gates, da utilizzare massivamente nella lotta alle malattie trasmissibili presenti e future, secondo metodologie standardizzate da attuare in ogni paese del mondo, a prescindere da ogni analisi sulla loro necessità o utilità in un determinato contesto.

I vaccini sono una tecnologia estremamente elegante. Sono poco costosi, sono facili da consegnare ed è dimostrato che proteggono i bambini dalle malattie. Alla Microsoft abbiamo sognato delle tecnologie così potenti e allo stesso momento così semplici“.

Certo, nell’ambito della lotta alle malattie trasmissibili, è ‘più costosa e più difficile da consegnare’ l’accessibilità per tutti alle reti di distribuzione dell’acqua potabile, ai sistemi fognari e di depurazione, ad abitazioni salubri, a presidi sanitari pubblici e diffusi, in grado di intervenire sulle priorità dei territori.
Obiettivi possibili solo con un rafforzamento del settore pubblico. Ma sarebbe una contraddizione in termini se il filantrocapitalismo volesse rafforzare ciò che il capitalismo tenta di distruggere.

L’idea di partnership fra pubblico e privato promossa dalla BMGF funziona diversamente, sul  modello della Global Alliance for Vaccines and Immunisation (GAVI).
GAVI è una fondazione di diritto svizzero con sede a Ginevra, nata nel 2000 grazie alla forte volontà dei Gates e ad uno stanziamento da parte della BMGF di 750.000.000 $, a cui si aggiunsero contributi della Federazione Internazionale delle Industrie Farmaceutiche (IFPMA), della Banca Mondiale, della US Agency for International Development (USAID), del Programme for Appropriate Technology in Health (PATH).
La GAVI è partecipata, oltre che dalla BMGF, da paesi donatori e da paesi riceventi aiuto, dalle multinazionali farmaceutiche, dalle istituzioni internazionali (OMS, UNICEF, Banca Mondiale).

La partnership pubblico/privato all’interno della GAVI funziona così:
Le istituzioni pubbliche mettono la maggior parte dei soldi (19.252.000.000 $ nel 2015).
I donatori privati mettono un’altra parte dei soldi (4.290.000.000 $ nel 2015)3.
Le industrie farmaceutiche li incassano.

Nell’ambito della GAVI i donatori ricchi cofinanziano le campagne di immunizzazione di un gruppo scelto di paesi poveri.
Sostengono la ricerca delle case farmaceutiche per lo sviluppo di vaccini che non avrebbero una forte domanda sul mercato, garantendo l’acquisto futuro del prodotto.
In cambio, le case farmaceutiche si impegnano ad adeguarsi a determinati standard qualitativi e di prezzo. All’industria produttrice restano i brevetti e i profitti.
L’obiezione secondo cui i donatori potrebbero, con gli stessi soldi, finanziare la ricerca sui vaccini dei centri di ricerca pubblici, per poi metterli a disposizione del mondo a prezzi bassissimi, non trova particolare ascolto4.

E il prezzo comincia ad essere un problema. Dal 2001 al 2014 i vaccini previsti dal programma di immunizzazione dell’OMS sono aumentati da 6 a 12, con un incremento fino a 68 volte del prezzo dell’intero pacchetto per i paesi esclusi dall’aiuto del GAVI.
Per Médecins Sans Frontières, la causa degli aumenti è da ricercare nella proprietà dei brevetti da parte di un ristretto gruppo di industrie5.
Ma Bill Gates ha liquidato personalmente l’appello di MSF per un abbassamento dei prezzi, dicendo che esso avrebbe potuto dissuadere le aziende farmaceutiche ad impegnarsi nella ricerca e sviluppo sui prodotti salvavita per i paesi poveri6.

Insomma, per il filantrocapitalismo, il prezzo di mercato è un dogma indiscutibile, impermeabile a qualsiasi considerazione etica.
La GAVI non serve a calmierarlo, ma a garantire alle imprese farmaceutiche mercati di sbocco.
Le mancano, però, gli strumenti per ampliarli a dismisura, sfruttandone tutte le possibilità di espansione.
Per questo ci vuole un’autorità superiore che imponga una forte accelerazione delle coperture vaccinali in tutto il mondo.
Per questo ci vuole l’OMS. (Continua)


  1. Da Bill Gates a Big Pharma una pioggia di aiuto. I finanziatori? Sempre più «volontari», Il Sole 24 Ore Sanita’ – N.43 – 15 novembre 2011. Articolo riportato a p. 34 della rassegna stampa della Federazione ordine dei Farmacisti del 16/11/11. 

  2. Sheri Fink, W.H.O. Leader describes Agency’s Ebola Operations, The New York Times, 4/09/14. Dichiarazione riportata sul dettagliato dossier: Global Justice Now, Gated Development. Is the Gates Foundation always a force for good?, giugno 2016, p. 48.  

  3. Actionaid, L’Italia e l’Alleanza Globale per le Vaccinazioni. Verso un nuovo approccio per la partecipazione italiana al GAVI, la partnership pubblico privata per l’immunizzazione, Aprile 2016, p. 8.  

  4. Amit Kumar, Jacob Pulivel, GAVI funding and assessment of vaccine cost-effectiveness, The Lancet, 20 January 2007. 

  5. Médecins Sans Frontières,The Right Shot: bringing down barriers to affordable and adapted vaccines, gennaio 2015, p. 6. 

  6. Bill Gates dismisses criticism of high prices for vaccines, The Guardian, 27/01/15 

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