Presidente degli Stati Uniti – Carmilla on line https://www.carmillaonline.com letteratura, immaginario e cultura di opposizione Mon, 03 Mar 2025 06:00:52 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Face Off https://www.carmillaonline.com/2017/02/05/face-off/ Sun, 05 Feb 2017 20:06:46 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=36287 di Alessandra Daniele

Face Off (1)Fin dal secondo dopoguerra, il default mode dei media mainstream occidentali verso il presidente degli Stati Uniti era sempre stato il classico servo encomio. In diverse gradazioni, con qualche eccezione per i più sputtanati, e punte d’idolatria per i più fotogenici. L’attuale unanime costernato disprezzo verso Trump è quindi particolarmente inedito e interessante. Il coro mediatico inoltre amplifica ogni manifestazione di dissenso come mai prima d’ora, dando l’immagine fittizia di un’America sull’orlo della rivolta popolare contro un odiato dittatore, che ricorda tanto [...]]]> di Alessandra Daniele

Face Off (1)Fin dal secondo dopoguerra, il default mode dei media mainstream occidentali verso il presidente degli Stati Uniti era sempre stato il classico servo encomio. In diverse gradazioni, con qualche eccezione per i più sputtanati, e punte d’idolatria per i più fotogenici.
L’attuale unanime costernato disprezzo verso Trump è quindi particolarmente inedito e interessante.
Il coro mediatico inoltre amplifica ogni manifestazione di dissenso come mai prima d’ora, dando l’immagine fittizia di un’America sull’orlo della rivolta popolare contro un odiato dittatore, che ricorda tanto quelle della cosiddetta Rivoluzione Ucraina.
In questi giorni, mentre i social si riempivano di meme, abbiamo visto persino alcuni dei Tg  tradizionalmente più securitari simpatizzare coi casseur e coi black bloc, purché anti-Trump.
L’impressione è che chi controlla i media sia molto preoccupato che Trump possa diventare per gli USA una sorta di equivalente speculare di Gorbaciov per l’URSS: il liquidatore dell’Impero a cominciare dall’immagine.
Face Off (2)Il bando all’immigrazione infatti non è servito soltanto a sabotare gli accordi con l’Iran sgraditi a Putin.
L’orrido, arcigno, becero Donald Trump sta defacciando l’America.
L’impatto simbolico delle sue prime azioni di governo come delle sue dichiarazioni fuori dai denti sta definitivamente strappando agli USA la maschera di benevolo e accogliente protettore del mondo, sta distruggendo la narrazione falsa e paternalista che è sempre stata uno dei pilastri principali del colonialismo USA.
L’impresentabile Donald Trump sta ritirando gli USA dai territori dell’immaginario collettivo. 
È logico quindi che i media embedded che quei territori sono deputati a presidiare siano nel panico.
In questo Face Off, questo scontro epocale fra Imperialismo morente e Nazionalismo rianimato non ci sono Good Guys.
Gli stessi democratici che stanno dando a Trump del nazista per aver respinto i rifugiati da Libia, Siria e Iraq, sono responsabili della distruzione completa di Libia, Siria e Iraq. Trump non avrebbe rifugiati da respingere se Obama non li avesse bombardati.
L’ostilità di Trump verso Cina e Germania non promette però niente di meglio.
Il braciere nel quale arde la fiamma dell’unica vera religione di Stato USA, cioè la guerra, non si spegne mai.

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Scacco matto https://www.carmillaonline.com/2017/01/29/scacco-matto/ Sun, 29 Jan 2017 20:05:31 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=36170 di Alessandra Daniele

putin-mirrorshadesA quanto pare, possiamo smettere di preoccuparci per la Terza Guerra Mondiale, perché in realtà è già stata combattuta e vinta. La cosiddetta rivoluzione Ucraina, le truppe NATO nei paesi baltici, l’ISIS adoperato come casus belli per distruggere la Siria, il trattato USA con l’Iran, il fallito golpe Turco, tutti presumibilmente parte d’una manovra NATO d’accerchiamento della Russia che ha reagito colpo su colpo, con ferocia, ma non solo militarmente, perché non sarebbe bastato. Putin ha vinto la Terza Guerra Mondiale non con una mossa di Risiko, ma con una mossa [...]]]> di Alessandra Daniele

putin-mirrorshadesA quanto pare, possiamo smettere di preoccuparci per la Terza Guerra Mondiale, perché in realtà è già stata combattuta e vinta.
La cosiddetta rivoluzione Ucraina, le truppe NATO nei paesi baltici, l’ISIS adoperato come casus belli per distruggere la Siria, il trattato USA con l’Iran, il fallito golpe Turco, tutti presumibilmente parte d’una manovra NATO d’accerchiamento della Russia che ha reagito colpo su colpo, con ferocia, ma non solo militarmente, perché non sarebbe bastato.
Putin ha vinto la Terza Guerra Mondiale non con una mossa di Risiko, ma con una mossa di scacchi.
Ha preso il Re avversario.
Ha stretto un accordo con la lobby protezionista e isolazionista degli Stati Uniti in nome degli interessi comuni, e quando l’incazzatura popolare ha prevedibilmente portato alla presidenza il candidato che prometteva di fermare il massacro sociale delle classi medie (“stop the carnage”) e riportare i posti di lavoro in patria, cioè il cavallo matto sul quale astutamente aveva puntato, Putin s’è ritrovato fra i vincitori.
Non sono stati però i mitologici hacker russi, spauracchio dei teorici delle Guerre Cyberpunike, ad azzoppare la sanguinaria imperatrice Democratica, è stata la sprezzante arroganza con la quale lei stessa e tutta la sua corte politico-mediatica hanno dato per scontata la vittoria fino all’ultimo, fottendosene del voto della Rust Belt.
Si dice che la Clinton abbia avuto numericamente più voti di Trump, ma questo è vero soltanto contando New York e le grandi metropoli della California. Il voto popolare del resto del paese è andato in maggioranza a Trunp, non perché l’orrido miliardario se lo meritasse davvero, ma perché ha saputo incarnare lo Zeitgeist col quale tutte le élite si ritrovano adesso a fare i conti.
Le lobby imperialiste degli Stati Uniti non s’arrenderanno facilmente, questo è ovvio, ma organizzare un Regime Change o una Rivoluzione Colorata stavolta all’interno del loro stesso paese non gli sarà così facile, e poterebbe costargliene la distruzione.
Al momento la Ruota è girata, verso il nazionalismo di stampo fascista.
Perché il Fascismo è il fail safe del Capitalismo per quando la gente s’incazza.
Assorbe la spinta rivoluzionaria per incanalarla di nuovo all’interno del sistema capitalistico, e individua un capro espiatorio, come gli immigrati, gli stranieri, contro il quale deflettere la rabbia popolare.
Promettendo il ritorno ad un’inesistente Età dell’Oro quando le Invasioni Barbariche e la Decadenza dei Costumi, cioè i diritti civili, saranno debellati.
Non a caso uno dei primi atti ufficiali del viscido vicepresidente Mike Pence è stato partecipare a una marcia antiabortista, mentre Donald Trump chiudeva le frontiere ai rifugiati.
Il vecchio trucco funzionerà di nuovo?
La Globalizzazione morente lascerà il posto a uno scontro terminale tra fascio-nazionalismi?
Possiamo smettere di preoccuparci per la Terza Guerra Mondiale, e cominciare a preoccuparci per la Quarta.

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I Cani di Eymerich https://www.carmillaonline.com/2017/01/22/i-cani-di-eymerich/ Sun, 22 Jan 2017 19:16:00 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=36118 di Alessandra Daniele

donald-trumpIl primo effetto della presidenza Trump è sicuramente positivo: è finita l’ipocrisia del “presidente di tutti”, la menzogna intrinseca nello stesso nome “Stati Uniti” è stata sbugiardata ufficialmente. Donald Trump non è il presidente di tutti. Almeno metà del paese lo considera un farabutto, un nazista, un demente, un usurpatore, una marionetta di Putin. È profondamente odiato dai media mainstream, in particolare dalla Stampa (avversione che ricambia) da tutta l’intellighenzia, e da quasi tutto l’establishnent politico, compresi almeno tre quarti dello stesso partito Repubblicano che ha scalato, [...]]]> di Alessandra Daniele

donald-trumpIl primo effetto della presidenza Trump è sicuramente positivo: è finita l’ipocrisia del “presidente di tutti”, la menzogna intrinseca nello stesso nome “Stati Uniti” è stata sbugiardata ufficialmente.
Donald Trump non è il presidente di tutti. Almeno metà del paese lo considera un farabutto, un nazista, un demente, un usurpatore, una marionetta di Putin.
È profondamente odiato dai media mainstream, in particolare dalla Stampa (avversione che ricambia) da tutta l’intellighenzia, e da quasi tutto l’establishnent politico, compresi almeno tre quarti dello stesso partito Repubblicano che ha scalato, i cui dirigenti hanno cercato di sabotarlo fino a poco prima del voto.
Tutta Hollywood lo insulta regolarmente, ed ha boicottato la sua cerimonia d’insediamento partecipando invece a manifestazioni di protesta.
I Servizi Segreti hanno già cominciato a lavorare alla richiesta d’impeachment.

anti-trumpSempre più americani temono per la sorte della loro democrazia, preoccupati che Trump possa fare agli USA ciò che di solito gli USA fanno al resto del mondo.
Americanes. Eymerich Canes. L’assonanza è suggestiva, e forse pertinente.
Gli USA sembrano incarnare da secoli la bastardizzazione di quello che fu l’imperialismo della Chiesa, la pretesa di unire e soggiogare tutto il mondo conosciuto sotto un solo Ordine, un solo Sistema, una sola Cultura, un solo Credo.
Occupare e colonizzare i territori dell’immaginario come quelli del pianeta.
Il cuore dell’Impero adesso però scricchiola sotto il peso delle sue stesse contraddizioni. E si aprono crepe sempre più profonde.
Anche alla Casa Bianca.
Rispetto ai fondamentali del capitalismo, Trump è sicuramente un ortodosso, ma è un eretico rispetto a quella Globalizzazione della quale gli Stati Uniti sono stati finora letteralmente il braccio armato, oltre che il primo motore. Le sue dichiarazioni contro l’UE e la NATO e il suo discorso d’insediamento tutto rivolto all’interno lo dimostrano.
“Buy american, hire american”: Trump è un nazionalista protezionista, e tendenzialmente isolazionista. Espressione d’una delle due “anime” degli USA che dalla Guerra Civile in poi era stata sempre sconfitta.
Ovviamente è anche un Supercazzaro, né capace né intenzionato a mantenere tutte le sue promesse elettorali, però la sua natura politica di fondo è per una volta autenticamente diversa da quella dei suoi predecessori.
Trump non è il presidente di tutti, e questo potrebbe significare un’inversione di tendenza epocale.
I Cani di Eymerich (che l’inquisitore disprezzerebbe come pessimi imitatori e demonolatri) per la prima volta nella loro Storia stanno forse per essere richiamati?

[Continua]

 

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Burning down the House https://www.carmillaonline.com/2016/11/13/burning-down-the-house/ Sun, 13 Nov 2016 18:12:48 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=34610 di Alessandra Daniele

donald-trumpDopo essere stata considerata per mesi una candidatura ridicola, quando non addirittura una candidatura civetta, la discesa in campo dell’orripilante Donald Trump è invece riuscita a spazzare via Hillary, l’erede al trono designata dalla dinastia Clinton, rendendo ancora più completo il fallimento della presidenza Obama, e lasciando basiti editorialisti e sondaggisti di corte che da sempre davano per scontata la vittoria della sprezzante e sanguinaria ex first lady. Per la Clinton il sostegno servile di quasi tutti i media mainstream, e i patinati testimonial hollywoodiani si sono rivelati controproducenti, finendo per confermare la sua immagine [...]]]> di Alessandra Daniele

donald-trumpDopo essere stata considerata per mesi una candidatura ridicola, quando non addirittura una candidatura civetta, la discesa in campo dell’orripilante Donald Trump è invece riuscita a spazzare via Hillary, l’erede al trono designata dalla dinastia Clinton, rendendo ancora più completo il fallimento della presidenza Obama, e lasciando basiti editorialisti e sondaggisti di corte che da sempre davano per scontata la vittoria della sprezzante e sanguinaria ex first lady.
Per la Clinton il sostegno servile di quasi tutti i media mainstream, e i patinati testimonial hollywoodiani si sono rivelati controproducenti, finendo per confermare la sua immagine di pretenziosa oligarca.
Le celebrità che l’hanno sostenuta nell’illusoria certezza della sua vittoria adesso si ritrovano ad avere pesantemente insultato, e a volte persino minacciato il Presidente degli Stati Uniti, e per giunta uno dei più potenti da un secolo a questa parte, dato che può contare sulla maggioranza al Congresso e al Senato, nonché sul significativo appoggio esterno dell’astuto Vladimir Putin, che continua a estendere la sua influenza sul pianeta.
Sarà interessante vedere quanti avranno adesso il coraggio di ribadire insulti e minacce, e quanti invece cominceranno a leccargli il culo come ai suoi predecessori.
Il vento è cambiato? In realtà era già cambiato da un pezzo, benché le élite preferissero ignorarlo, continuando a consigliare ai senza pane i crackers all’olio di palma.
Il vento è cambiato, e continuerà a cambiare. Non certo per merito di Trump in sé, fascistoide referente delle lobby armiere e cementizie. Trump è un Supercazzaro quanto Berlusconi, altro palazzinaro puttaniere e showman che vinse in Italia nel 1994 proprio spacciandosi per l’unica alternativa alla vecchia politica.
Le cose continueranno a cambiare perché le masse si sono rotte i coglioni.
Semplicemente, brutalmente, rotte i coglioni.
Hillary Clinton ha spedito un pizzino agli elettori, dicendo testualmente “O me, o l’apocalisse”. Gli elettori hanno preferito l’apocalisse.
Alla fine non sono stati i Nazisti dell’lllinois a portare Trump alla presidenza, è stata la classe operaia della Rust Belt, che Hillary ha snobbato mentre incassava l’endorsement di Lady Gaga. E di Wall Street.
Operai, contadini, casalinghe, disoccupati, sottoccupati, pensionati che non hanno scelto Trump nonostante sia raccapricciante, ma proprio perché è raccapricciante.
Per citare Michael Moore, uno dei pochi (insieme a noi di Carmilla) a prevedere la vittoria di Trump:

«Molti votano per Trump per poter essere “terroristi legali”, partecipare alla detonazione del sistema. L’8 novembre puoi andare alle urne e, anche se Trump ti sembra pazzo o non ti piace, lo voti perché sai che farà andare in tilt tutto. Il sistema che ti ha rubato la casa, il lavoro, puoi farlo saltare in aria così, e legalmente. Trump prenderà un sacco di voti da chi vuole sedersi e godersi lo spettacolo di un paese in fiamme».

Trump non farà detonare il sistema personalmente, perché anche lui ne fa parte, ma l’ondata d’incazzatura che l’ha portato alla Casa Bianca come un’esondazione trascina un cassonetto, la stessa ondata che ha prodotto la Brexit e travolto Cameron, non si fermerà qui. Non si fermerà facilmente.

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