elezioni europee – Carmilla on line https://www.carmillaonline.com letteratura, immaginario e cultura di opposizione Thu, 21 Nov 2024 22:40:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Cazzaromachia https://www.carmillaonline.com/2019/06/09/cazzaromachia/ Sun, 09 Jun 2019 21:10:20 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=52960 di Alessandra Daniele

Borghi contro Draghi, Vampiri contro Lycan, Salvini contro lo Spread, Alien contro Predator. Strutturalmente incompatibile con una vera democrazia, il regime capitalista ha soltanto due modalità: fascismo “presentabile“, e fascismo impresentabile. Il primo è rappresentato oggi in Europa dai cosiddetti Europeisti, responsabili fra l’altro dell’austerity, che ha causato l’aumento della mortalità infantile in Grecia, e della dottrina Minniti che finanzia i lager libici. Il fascismo impresentabile è invece rappresentato dai cosiddetti Sovranisti, che condiscono quella stessa dottrina con truci slogan razzisti da stadio, e tentano di forzare un [...]]]> di Alessandra Daniele

Borghi contro Draghi, Vampiri contro Lycan, Salvini contro lo Spread, Alien contro Predator.
Strutturalmente incompatibile con una vera democrazia, il regime capitalista ha soltanto due modalità: fascismo “presentabile“, e fascismo impresentabile.
Il primo è rappresentato oggi in Europa dai cosiddetti Europeisti, responsabili fra l’altro dell’austerity, che ha causato l’aumento della mortalità infantile in Grecia, e della dottrina Minniti che finanzia i lager libici.
Il fascismo impresentabile è invece rappresentato dai cosiddetti Sovranisti, che condiscono quella stessa dottrina con truci slogan razzisti da stadio, e tentano di forzare un po’ i vincoli dell’austerity soltanto per foraggiare gli intrallazzi dei loro sponsor.
E pagare i debiti della pubblica amministrazione con le banconote di Paperopoli.
Dalla stessa parte della barricata c’è il Movimento 5 Stelle, che però non è sovranista, è survivalista, cioè disposto a tutto pur di sopravvivere e salvare le poltrone.
Principale caratteristica comune di tutti gli schieramenti è l’essere un branco di cazzari.
Persino i loro nomi sono una menzogna: Macron, il frontman degli Europeisti, è in realtà più nazionalista e protezionista di Trump, mentre i presunti patrioti Sovranisti della Lega sono gli stessi che incitavano a pulirsi il culo con la bandiera tricolore.
Se le alternative sono queste, perché in tanti si ostinano ancora a votare? Ecco alcune ipotesi:

Per scaramanzia
Un rituale ossessivo compulsivo, perlopiù innescato dallo stress, come certe piccole superstizioni quotidiane. Questo spiegherebbe perché d’estate l’affluenza alle urne cali in modo significativo: la luce solare svolge notoriamente un’azione antidepressiva, contrastando le sindromi OCD.

Per sfregio
Per ripicca, per vendetta. Cercare di punire i partiti e/o i leader che ti hanno fregato la volta precedente, votando i loro peggiori nemici dichiarati. Coi quali però di solito dopo le elezioni andranno insieme al governo.

Per il LOL
Il candidato del PD più votato alle europee è stato Carlo Calenda. Questa è la prova che parte dell’elettorato considera il voto un’occasione per compiere una burla collettiva, uno scherzo, una beffa nello stile delle teste di pietra attribuite a Modigliani. La testa di Calenda però non è di pietra. E neanche di Modigliani.

Per sbaglio
È ipotizzabile che una rilevante percentuale degli elettori si ritrovi nella cabina elettorale avendola scambiata per un bagno pubblico. Questo spiegherebbe l’abbondante risultato della Lega.

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Eurepliche https://www.carmillaonline.com/2019/05/27/eurepliche/ Mon, 27 May 2019 06:00:36 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=52762 di Alessandra Daniele

Meteor-Matteo, il cazzaro che vince le Europee saturando i media, è una replica in saldo. Rispetto a Renzi nel ’14, Salvini ha 7 punti in meno, e calcolata l’astensione il suo 34% in realtà significa meno di 2 elettori su 10. Al tramonto però anche i nani proiettano lunghe ombre. Il rovinoso crollo grillino è una replica renziana in fast-forward: in meno d’un anno di governo, il Movimento 5 Stelle Spente ha già perduto metà degli elettori. La primissima esperienza politico-mediatica di Beppe Grillo fu commentare da comico una maratona [...]]]> di Alessandra Daniele

Meteor-Matteo, il cazzaro che vince le Europee saturando i media, è una replica in saldo.
Rispetto a Renzi nel ’14, Salvini ha 7 punti in meno, e calcolata l’astensione il suo 34% in realtà significa meno di 2 elettori su 10. Al tramonto però anche i nani proiettano lunghe ombre.
Il rovinoso crollo grillino è una replica renziana in fast-forward: in meno d’un anno di governo, il Movimento 5 Stelle Spente ha già perduto metà degli elettori.
La primissima esperienza politico-mediatica di Beppe Grillo fu commentare da comico una maratona elettorale nei primi anni ’80 dell’ascesa di Craxi.
Ieri sera, nessuno dei grillini ha avuto il coraggio di apparire davanti alle telecamere per commentare il suicidio di massa che hanno compiuto favorendo l’ascesa di Salvini.
Il cerchio s’è chiuso.
Zingaretti invece ha esultato molto più di quanto il misero recupero del suo partito lo autorizzasse a fare.
Il PD festeggia perché Salvini è il nemico ideale, contro il quale spera di ri-mobilitare a suo vantaggio quell’Union sacrée orfana dell’antiberlusconismo di facciata, e quegli antifascisti a progetto che oggi fingono di non accorgersi che Salvini non è che la continuazione della dottrina Minniti con gli stessi mezzi, e qualche sceneggiata Teo-Can in più.
Intanto l’élite UE si prepara ancora una volta ad ammortizzare e neutralizzare le ambivalenti spinte al cambiamento espresse dagli elettori in tutti i paesi europei. Come meteore che sfreccino solo per un attimo, per poi inabissarsi nella palude degli affari comuni.
Finché durerà.

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Il Cazzeurometro https://www.carmillaonline.com/2019/05/19/il-cazzeurometro/ Sun, 19 May 2019 21:00:08 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=52613 di Alessandra Daniele

Bullshit_DetectorDomenica prossima si vota. È il momento di ripassare il Cazzarometro, l’anno scorso non l’abbiamo fatto, e guardate com’è andata a finire. Fra tutti i candidati, come riconoscere i più cazzari? Ecco la lista delle loro frasi tipiche, con un aggiornamento in coda specifico per le elezioni europee.

“Dobbiamo occuparci dei veri problemi della gente” Questa formula viene regolarmente adoperata dai cazzari per evitare di rispondere delle innumerevoli porcate commesse, passate, presenti e future. Qualunque sia l’argomento che il cazzaro vuole evitare, [...]]]> di Alessandra Daniele

Bullshit_DetectorDomenica prossima si vota. È il momento di ripassare il Cazzarometro, l’anno scorso non l’abbiamo fatto, e guardate com’è andata a finire.
Fra tutti i candidati, come riconoscere i più cazzari? Ecco la lista delle loro frasi tipiche, con un aggiornamento in coda specifico per le elezioni europee.

“Dobbiamo occuparci dei veri problemi della gente”
Questa formula viene regolarmente adoperata dai cazzari per evitare di rispondere delle innumerevoli porcate commesse, passate, presenti e future. Qualunque sia l’argomento che il cazzaro vuole evitare, il vero problema della gente per lui – o lei – sarà sempre un altro.
Esempio:
– Perché avete occultato la notizia dell’acquedotto inquinato da una mistura di cianuro, plutonio, e colera?
– Evitiamo le polemiche strumentali, parliamo dei veri problemi della gente.

“Pensiamo al futuro dei nostri figli”
Chi usa questa frase, di solito vede i propri figli il meno possibile, e spesso non ne ricorda i nomi. Il loro futuro però lo ha già assicurato comprandogli un diploma in Lituania, una laurea in Moldavia, e un mitra in Croazia, iscrivendoli alla Loggia P2.0, e nominandoli assessori ai beni culturali, anche se hanno ancora tre anni.

“Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”
Chi lo promette, ha già da tempo le mani nelle tasche, nelle mutande, e spesso anche nel culo degli italiani. E intende continuare a ravanare.

“La responsabilità è del governo precedente”
Sia che si tratti di governi nazionali o amministrazioni locali, lo scaricabarile retroattivo è una costante spazio-temporale, soprattutto quando lo scaricante è in realtà al governo del barile ininterrottamente da settant’anni. Quando i cazzari coinvolti nello scaricabarile appartengono invece a due schieramenti che si sono alternati al potere, si rischia di innescare un infinito regresso oltre l’origine dell’universo.

“Basterebbe adottare il modello che funziona perfettamente in [paese straniero]”
Chi lo dice di solito non sa assolutamente niente dei sistemi elettorali, politici, economici e sociali che sbandiera come esempi, e non saprebbe nemmeno trovare metà dei paesi che cita su una cartina geografica scolastica coi nomi stampati sopra.

“È un’invasione!”
Sia che si tratti di immigrati, profughi, rom, o presunti black bloc, l’Invasione della Minacciosa Specie Aliena come capro espiatorio è un espediente narrativo abusato dai cazzari della politica persino più che da quelli di Hollywood. Le “soluzioni” proposte sono brutali e imbecilli quanto quelle dei blockbuster. La differenza è il budget per gli effetti speciali.

“L’Italia è piena di risorse. La ripresa economica è già cominciata”
Chi ostenta questo tipo di ottimismo farlocco, di norma ha già trasferito tutti i suoi risparmi in un paradiso fiscale, mentre continua a saccheggiare le residue risorse italiane fino all’esaurimento, dando la colpa al precedente governo. O agli immigrati.

“Cambieremo l’Europa”
Questa promessa è unanime. Chi l’adopera finge di dimenticare che in realtà il Parlamento europeo conta anche meno di quello italiano. In particolare, a decidere la politica economica è la Commissione europea, nominata dai governi nazionali, e manovrata dalle lobby. Perché in regime capitalista, tutta la democrazia non è che un’elaborata e coreografica cazzata.

Pubblicato la prima volta il 24 maggio 2015

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Il Quarto Stadio https://www.carmillaonline.com/2019/05/12/il-quarto-stadio/ Sun, 12 May 2019 21:00:33 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=52520 di Alessandra Daniele

Come sappiamo, quando un tumore comincia a dare sintomi molto evidenti, di solito è ormai al suo stadio più avanzato. Chi scopre oggi la deriva fascista, si sveglia troppo tardi. Le truci baracconate di Salvini e dei suoi fanboys di CasaPound (che adopera come sturmtruppen per l’assalto della Lega al Campidoglio) sono i sintomi plateali d’un male che già da tempo ha preso il sopravvento. Sgomberare adesso CasaPound, per quanto giusto, sarebbe come asportare un neo dopo che le metastasi del melanoma sono già arrivate al cervello. Chi [...]]]> di Alessandra Daniele

Come sappiamo, quando un tumore comincia a dare sintomi molto evidenti, di solito è ormai al suo stadio più avanzato.
Chi scopre oggi la deriva fascista, si sveglia troppo tardi.
Le truci baracconate di Salvini e dei suoi fanboys di CasaPound (che adopera come sturmtruppen per l’assalto della Lega al Campidoglio) sono i sintomi plateali d’un male che già da tempo ha preso il sopravvento.
Sgomberare adesso CasaPound, per quanto giusto, sarebbe come asportare un neo dopo che le metastasi del melanoma sono già arrivate al cervello.
Chi sostiene che il fascismo non stia ritornando non ha tutti i torti, perché il fascismo è già ritornato, da un pezzo, ed è diventato mainstream, con un altro nome.
Il fascismo è la dottrina della disuguaglianza. Questa è la sua essenza, sotto tutti i macabri fronzoli. Disuguaglianza, e conseguente discriminazione in base alla nazionalità, all’etnia, alla religione, al genere, all’orientamento politico e/o sessuale.
Il capitalismo, professato da tutti i partiti rimasti in parlamento, è la dottrina della disuguaglianza e conseguente discriminazione in base alla classe sociale.
E ha disintegrato la società, facendone un’arena per Hunger Games.
Fomentando qualsiasi conflitto redditizio, e capace di stornare l’incazzatura popolare dalla lotta di classe alla guerra fra poveri, in base alla nazionalità, all’etnia, alla religione, al genere, all’orientamento politico e/o sessuale.
E riducendo la democrazia ad un farsesco talent show, che serve solo a scegliere il cazzaro incaricato di eseguire ed imporre gli ordini del Mercato fingendo di non farlo, finché non viene scoperto, e rimpiazzato con un altro ancora più grottesco.
La deriva fascista non è un malfunzionamento imprevisto del capitalismo, è nella sua natura.
Il fascismo è il quarto stadio del capitalismo.

Insieme al delirante “Decreto Sicurezza Bis”, la cosa più fascista che Salvini sostiene non è Altaforte, è la Flat Tax. La disuguaglianza fiscale che favorisce i ricchi anche più di quanto non lo siano già.
Solo un fanboy del capitalismo come lui poteva arrivare a proporre il tariffario per i naufraghi. Salvare un bambino dall’annegamento quanto costerà di multa? E per una donna incinta si pagherà il doppio?
L’unica obiezione del socio Di Maio al Delirio Sicurezza Bis è stata: “Non c’è niente sui rimpatri”.
Intanto, secondo il classico gioco delle parti, il Movimento 5 Stelle continua a recitare il ruolo dell’amico del popolo, col suo reddito di cittadinanza, la versione all’ingrosso dei pacchi di pasta che CasaPound distribuisce ai borgatari, purché bianchi.
Per la dottrina della disuguaglianza, anche i diritti elementari diventano concessioni condizionate alla buona condotta, e all’italianità.
O all’europeismo.
Dipende dallo stadio della deriva.
Chiunque dei cazzari in gara vinca il talent show delle Europee, continuerà a credere, obbedire e combattere. Non per il DUX. Per il PIL.

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Dissolvenza incrociata https://www.carmillaonline.com/2019/03/17/dissolvenza-incrociata/ Sun, 17 Mar 2019 22:00:00 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=51660 di Alessandra Daniele

Vi ricordate quando le elezioni europee non contavano un cazzo? Adesso sembrano diventate l’Armageddon. Tutte le decisioni che potrebbero costare voti ai soci di governo vengono rimandate a data da destinarsi, mentre il Reddito di Cittadinanza subisce un’accelerazione improvvisata, con regole che cambiano continuamente a scapocchia, anche a costo di assegnarlo provvisoriamente a qualcuno a cui poi lo si chiederà indietro. Come si chiederanno indietro ai pensionati i soldi della mancata indicizzazione. Mentre Salvini, con la “difesa sempre legittima”, fidelizza il suo elettorato cercando di legalizzare l’omicidio di classe, il Movimento Due Facce [...]]]> di Alessandra Daniele

Vi ricordate quando le elezioni europee non contavano un cazzo? Adesso sembrano diventate l’Armageddon.
Tutte le decisioni che potrebbero costare voti ai soci di governo vengono rimandate a data da destinarsi, mentre il Reddito di Cittadinanza subisce un’accelerazione improvvisata, con regole che cambiano continuamente a scapocchia, anche a costo di assegnarlo provvisoriamente a qualcuno a cui poi lo si chiederà indietro. Come si chiederanno indietro ai pensionati i soldi della mancata indicizzazione.
Mentre Salvini, con la “difesa sempre legittima”, fidelizza il suo elettorato cercando di legalizzare l’omicidio di classe, il Movimento Due Facce sente un bisogno disperato che almeno qualche centinaio di migliaia di elettori vada alle urne con in tasca la tesserina gialla del RDC, e per questa sia disposto a tapparsi il naso su tutte le altre promesse tradite, le svendite e i voltafaccia, compreso il via libera ai bandi del TAV, camuffato dalla “clausola di dissolvenza”.
Di Maio è convinto che Renzi abbia perduto i suoi elettori essenzialmente perché non li pagava abbastanza, quindi ha moltiplicato i suoi 80 euro, e adesso spera in una fedeltà più duratura.
Intanto la neolingua del Governo del Cambiamento diventa sempre più democristiana: i problemi si chiamano “criticità”, le chiacchiere “interlocuzioni”, e ad ogni “controversia” – cioè zuffa – si evoca un cavillo del Contratto di Governo impossibile da “espungere”.
Come annunciato da Grillo, l’era del Vaffanculo è finita.
È cominciata quella della Supercazzola.
Anche l’era di Grillo sembra finita: durante la riorganizzazione post-elezioni regionali, Beppe e Gianroberto Casaleggio sono stati cancellati dalla lista dei fondatori del M5S, sostituiti da Luigi Di Maio e Piersilvio Casaleggio. D’altronde, pare che ormai Grillo sia pentito, e che il suo “Ho creato un mostro” sia qualcosa di più che una battuta del suo nuovo spettacolo, che viene contestato da grillini delusi ad ogni replica.
Troppo tardi, dottor Frankenstein Junior, non avresti dovuto impiantare alla tua creatura il cervello con la targhetta “Abnormal”.
Il Movimento 5 Stelle però non è certo l’unica cosa in dissolvenza.
Il Secolo Americano è al tramonto. L’egemonia USA è in declino, rimpiazzata da quella cinese in espansione. Capitalismo di Stato senza nessuna limitazione, nemmeno apparente.
La parabola dei grillini sembra la terza stagione di Mr Robot:
spoiler
tutte quelle chiacchiere sul fare la Rivoluzione digitale e sconfiggere le perfide corporazioni, per poi finire a svendere il paese ai capitalisti cinesi.
Più o meno come stavano facendo Renzi e Gentiloni.

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Meteor Renzi https://www.carmillaonline.com/2014/06/01/meteor-renzi/ Sun, 01 Jun 2014 20:23:30 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=15046 Renzilondi Alessandra Daniele

Quanto durerà Matteo Renzi? Le legioni di suoi esaltati agiografi che ormai saturano i media prevedono almeno un ventennio di gloria, forse due. Il battistrada del cazzaro fiorentino però sembra molto più friabile, nonostante la sua velocità sia simulata come in un green screen a basso costo, dove in realtà lui siede fermo in uno studio girando il volante a vuoto, ed è lo scenario filmato a scorrere in loop alle sue spalle. Qualche indizio sulla sua effettiva data di scadenza può darcelo l’analisi del voto: da dove [...]]]> Renzilondi Alessandra Daniele

Quanto durerà Matteo Renzi? Le legioni di suoi esaltati agiografi che ormai saturano i media prevedono almeno un ventennio di gloria, forse due. Il battistrada del cazzaro fiorentino però sembra molto più friabile, nonostante la sua velocità sia simulata come in un green screen a basso costo, dove in realtà lui siede fermo in uno studio girando il volante a vuoto, ed è lo scenario filmato a scorrere in loop alle sue spalle.
Qualche indizio sulla sua effettiva data di scadenza può darcelo l’analisi del voto: da dove viene quel 40% dei votanti – il 23% degli elettori totali, calcolati gli astenuti – che lo ha incoronato Re Sòla? Vediamone i gruppi principali:

Gli iPD
C’è lo zoccolo duro, che per cieca fedeltà al brand lo voterà anche quando il PD sarà composto totalmente da scarafaggi antropofagi, credendolo ancora di sinistra. E c’è la suola molle, molto più influenzata dai bisogni e dai trend del momento, e quindi soggetta a inevitabile erosione. Quando gli elettori PD apriranno il pacchetto delle ”riforme” renziane, e invece del luccicante tablet dell’avvenire ci troveranno il solito mattone, molti di loro si pentiranno d’aver comprato un premier davanti all’autogrill.

I Rimontiani
Riconoscono in Renzi il nuovo esecutore dell’agenda Monti (come esplicitamente affermato dallo stesso professore) e il garante dei loro interessi, soprattutto bancari. Il loro voto è in prestito a un tasso usuraio, e ritornerà subito alle destre d’origine, appena ci troverà un’alternativa vincente.

I Matteocrati
Convertiti dalla sua faccia da ennesimo Uomo della Provvidenza Provvisoria, molti sono ex berlusconiani che lo considerano il figlio segreto del Canaro, l’unico ad averne ereditato il DNA politico, al contrario della corte di figli legittimi, rampolli ribolliti nel botox che lo stesso Canaro palesemente disprezza. Adorano Renzi perché in TV è il messia del mese, pronti a mollarlo per il cazzaro della prossima puntata, se adeguatamente propagandato.

Gli Antigrillisti
Molti di loro sono davvero di sinistra, e si sono mobilitati nella convinzione che ci fosse da scongiurare la vittoria d’un movimento neofascista. L’alleanza di Grillo coll’UKIP britannico esplicita l’appartenenza del M5S all’estrema destra, come freak show montato apposta anche per spaventare certi elettori, spingendoli in una direzione nella quale non sarebbero mai andati spontaneamente.

Renzi sa che non manterrà tutti i suoi voti come sa che non manterrà le sue promesse. Quindi rimanderà le elezioni finché non sarà riuscito, ricattando i suoi alleati, a farsi approvare una legge elettorale ancora più truffaldina dell’Italicum, che gli garantisca la maggioranza parlamentare con una minoranza elettorale.
Sarà un percorso accidentato, dalla riuscita incerta, e sicuramente non la marcia trionfale annunciata finora dai suoi cortigiani. Contrariamente a quanto l’asfissiante propaganda renziana ci racconti, Renzi non s’è  arrampicato in vetta da solo, c’è stato posato come un pupazzetto in cima a una torta nuziale dai suoi referenti politico-economici e, diversamente da Berlusconi, non possiede personalmente la macchina mediatica che produce la propaganda che lo sostiene.
È sostituibile.
Quando tutti i piatti da giocoliere che ha lanciato in aria inevitabilmente precipiteranno, precipiterà anche lui come un meteorite, e per il PD sarà la glaciazione.

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Different Trains* https://www.carmillaonline.com/2014/05/28/lezioni-controrivoluzione/ Tue, 27 May 2014 22:10:11 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=14981 di Sandro Moiso different trains

Treni differenti hanno corso per le recenti elezioni europee. Alcuni sono deragliati, mentre altri sono arrivati a destinazione. È inutile girarci in tondo: per ora hanno vinto i peggiori. Anche se risultava davvero difficile individuare i migliori. Analizzare brevemente il significato e i motivi di tutto ciò può, però, contribuire a non sbagliare ancora in futuro e a intravedere le possibilità di superamento del sistema attualmente, ed apparentemente, vincente.

Gli elementi che hanno infatti portato, a livello nazionale, Renzi e il suo partito alla vittoria sono estremamente diversi da quelli che, ad esempio, hanno caratterizzato la [...]]]> di Sandro Moiso different trains

Treni differenti hanno corso per le recenti elezioni europee. Alcuni sono deragliati, mentre altri sono arrivati a destinazione. È inutile girarci in tondo: per ora hanno vinto i peggiori. Anche se risultava davvero difficile individuare i migliori.
Analizzare brevemente il significato e i motivi di tutto ciò può, però, contribuire a non sbagliare ancora in futuro e a intravedere le possibilità di superamento del sistema attualmente, ed apparentemente, vincente.

Gli elementi che hanno infatti portato, a livello nazionale, Renzi e il suo partito alla vittoria sono estremamente diversi da quelli che, ad esempio, hanno caratterizzato la vittoria delle destre xenofobe e nazionaliste soprattutto in Francia e Gran Bretagna.
Paradossalmente, infatti, su un solo punto ha avuto ragione Grillo fin dall’inizio della sua carriera “politica”: il Movimento 5 Stelle è riuscito a contenere i possibili estremismi. Sia di destra che di sinistra. Ma su questo torneremo più avanti.

TRENITALIA

Con Renzi non ha vinto la sinistra e nemmeno la democrazia, ma semplicemente il partito della classe imprenditoriale medio-alta italiana, che dell’Europa e della Germania si fa scudo per proseguire nella sua opera di finanziarizzazione dell’economia. Applicando in casa, a spese dei lavoratori, le politiche “industriali” che la borghesia tedesca ha imposto ai lavoratori degli stati dell’Europa dell’Est limitrofi.

Per raggiungere l’obiettivo della vittoria elettorale il PD renziano ha messo in atto una strategia diversificata che è andata dalla mera elemosina elettorale (i famosi 80 euro in busta paga) al terrorismo mediatico nei confronti di una classe (ex-) media formata soprattutto da impiegati dello Stato (amministrativi, insegnanti, etc.), pensionati, lavoratori che si sentono ancora garantiti, piccoli e medi risparmiatori ed artigiani che hanno intravisto nella instabilità istituzionale un vero e proprio pericolo per la propria sopravvivenza. Insomma l’attuale maggioranza silenziosa.

A questi primi due punti devono essere sommati la garanzia per le imprese e cooperative coinvolte della prosecuzione delle grandi opere (Expo, TAV) nonostante gli scandali e il conteggio nell’ambito del PIL (e questo avverrà anche a livello europeo) dei proventi derivanti dalle attività illegali (droga, prostituzione, contrabbando), comunicato a due giorni dalle elezioni. Destinato a lasciare sempre più impunite le mafie finanziarie che se ne occupano, dal produttore al consumatore.

Infine, occorre tener conto dell’appoggio garantitogli dai messaggi provenienti dal mondo della Chiesa e dal Papa stesso a favore della stabilità pro-europea e i continui richiami al pericolo del rialzo dello spread. Messi fattivamente in atto negli ultimi giorni della campagna elettorale e rientrati già fin dal giorno successivo al trionfo elettorale PD/uista.

Il fatto che Silvio Berlusconi sia evidentemente bollito e le susseguenti magagne interne al centro-destra non hanno, poi, avuto altre conseguenze se non un travaso di voti da FI e Ncd al PD stesso.
Che, però, anche questo va ricordato, ha preso il 41% del 57% di coloro che avevano diritto al voto, avendo raggiunto l’astensionismo il 43% ( molto più alto quindi che alle Politiche del 2013, ma anche decisamente più elevato che alle ultime Europee).
Apparentemente Renzi avrebbe preso il 15% in più di Bersani nel 2013, ma a conti fatti sugli elettori reali la differenza è di pochi punti in più. E già si trova a fare i conti con la debolezza dei suoi alleati di governo: Ncd e SC.

I giovani tra i 18 e i trent’anni, i precari, i disoccupati e gli indigenti che non hanno nemmeno potuto usufruire dell’elemosina non hanno votato oppure hanno costituito una parte importante del voto pentastellato. Ma i grillini hanno visto ridurre i loro numeri ovunque, particolarmente in Sicilia e nel Nord Est. Quindi il Movimento 5 Stelle ha perso elettorato proprio là dove era sembrato più forte tra il novembre del 2012 e il febbraio del 2013.

Da un lato (Sicilia) ha pesato l’astensionismo della delusione (fallimento dell’alleanza regionale con Crocetta), dall’altro (Veneto) il fatto che molti voti siano tornati alla Lega, mentre altri abbiano optato per una più serena “convivenza europea” facendo sì che il PD salisse al 43% e il M5S scendesse al 19%. Senza contare, poi, che il PD ha mantenuto e rafforzato le sue posizioni nelle regioni del Centro tradizionalmente legate a quel partito e al suo sistema di governo locale.

La lista Tsipras, in Italia, con il 4% non ha nemmeno raggiunto i voti ottenuti lo scorso anno da Sel e Rivoluzione Civile (3,2% + 2,2%). Dimostrando così che l’ennesima lista di pupi dello spettacolo, della cultura e della politica vetero-sinistrese, sempre pronta al compromesso e alle vuote affermazioni retoriche, non poteva esercitare alcun fascino sull’elettorato giovanile e/o proletario. Anche se, come era prevedibile, permette già a Renzi di parlare di una possibile alleanza di centro-sinistra con Sel per le future elezioni politiche.

Senza contare, poi, che l’Italia non è la Grecia. Il forzato e retorico riferimento a quella nazione e alla sua povertà è soltanto servito, per chi lo gestiva (da Sel allo stesso Grillo), a limitare il discorso sul programma politico che, tra due nazioni di dimensioni economiche e demografiche così diverse, avrebbe dovuto essere ben più complesso e differenziato. Sicuramente molto più audace e autoritario quello italiano, soprattutto nei confronti delle banche e del debito pubblico accumulato con i titoli di stato detenuti dalle banche italiane e dalla finanza italiana e straniera.

Grillo ha perso un bel po’ di voti a destra , un po’ per l’astensione, ma, paradossalmente, ha mantenuto i voti del suo elettorato di “sinistra”. Risultato che se, da un lato, ha dimostrato la funzione di contenimento esercitata dal suo movimento, dall’altro ha dimostrato che il giochino dei programmi confusi e delle consultazioni via web non paga nella battaglia politica reale. E non ripaga, soprattutto, chi si è affidato al M5S concedendogli una cambiale in bianco che difficilmente avrebbe potuto essere onorata.

La sconfitta di Grillo, dovuta anche alla voluta assenza di organizzazione e radicamento territoriale del suo movimento, fa venire in mente una celebre domanda posta da Stalin al primo ministro francese Pierre Laval, in visita a Mosca nel maggio del 1935, allorché questi gli chiese di intervenire a favore dei cattolici russi, sostenendo che un tale provvedimento avrebbe accreditato al politico francese molto merito presso il papa (allora Pio XI)): “Il papa? Quante divisioni ha?

TRANS-EUROPE EXPRESS

Ma se si esce dalla solita Italietta delle farse, ci si accorge che a livello europeo la situazione si è fatta ben più drammatica.
La lue dei nazionalismi, che in Italia si manifesta ancora soprattutto attraverso un macchiettistico particolarismo locale, riportandoci ancora ai tempi e ai ragionamenti di Guicciardini, si è manifestata con virulenza nelle elezioni europee appena avvenute.

Manifestandosi in una maniera che più classica non potrebbe essere: con quel fervore anti-tedesco che da sempre ha animato l’odio britannico e francese nei confronti della nazione posta al centro dell’Europa continentale e della sua economia.
Sguardi superficiali, abituati a ragionare di Storia in termini di anni, mesi, giorni e minuti e non in termini di secoli o, almeno, di decenni, come si dovrebbe, hanno liquidato tutto sotto la comoda sigla dell’ “anti-europeismo”, ma la verità è che la crisi economica mondiale sta portando nazioni ed economie sempre più in prossimità di un confronto destinato ancora una volta a sfatare il mito della Pace europea. Tanto utilizzata nelle pubblicità a favore della partecipazione alle elezioni europee.

Come se non bastasse il manifestarsi del plurisecolare conflitto lungo l’asse renano, la desolazione e la differenziazione economica tra stati introdotta nell’Est europeo dallo sviluppo delle contraddizioni politiche successive al crollo dell’URSS ha portato ad una affermazione sempre più virulenta di organizzazioni politiche di estrema destra, di chiara matrice anti-semita e nazista.
Da Alba Dorata in Grecia ai movimenti corrispondenti che sembrano ormai dilagare nel Nord Europa e nei distretti un tempo soggiogati al Patto di Varsavia.

Movimenti che, non si possono avere dubbi, troveranno motivi di rafforzamento nel trovarsi uniti a Bruxelles nell’opporsi alle politiche messe in atto dal sicuramente prossimo governo di larghe intese su scala europea cui saranno costretti, dalle rispettive difficoltà, i Popolari Europei e rappresentanti del blocco socialdemocratico. Insomma un governo di destra destinato a spalancare le porte alla destra estrema.

Partiti che avranno sempre più buon gioco ad affermarsi organizzativamente, ma, anche, militarmente nella vera e propria balcanizzazione del continente che trova nelle faide ucraine soltanto la prima manifestazione di un iceberg manovrato dalla diplomazia e dalla finanza americana. Che, in quelle che lo storico Timothy Snyder ha definito “Terre di sangue”, giocano sulle memorie e gli odi accumulati in un secolo di genocidi, violenze e conflitti etnici e di classe irrisolti che ancora covano sotto le ceneri. Dopo aver scaricato per decenni, sugli stessi territori, rivoluzioni arancioni e concerti dei Toto come simboli di libertà.

Senza contare, in fine, che anche le guerre civili, legate agli interessi arabo-sauditi, israeliani e statunitensi che infiammano ormai tuta la costa meridionale ed orientale del Mediterraneo, dalla Libia alla Siria, sono destinate, senza alcun dubbio, a soffiare sul fuoco della paura dell’invasione dei migranti.
Alimentando, come hanno già fatto, tutti quei movimenti, come quello della Le Pen o la Lega, che proprio da questi timori traggono linfa per i loro messaggi xenofobi e razzisti.

E’ un quadro sociale, politico, economico e militare terribile. E deve spaventare l’inettitudine con cui i governanti italiani degli ultimi decenni e, ancor più, di oggi stanno precipitando la nazione nel baratro, con il sorriso ebete di Renzi e dei suoi cortigiani stampato sulla faccia.
L’italietta da sempre moderatamente conservatrice, fascista quasi per caso, bigotta nel cuore e autoritaria nello spirito è destinata a ripetere gli stessi errori che già ne hanno caratterizzato la storia passata. Con l’unica differenza che al momento attuale tutto il peggior marciume e la corruzione morale e politica che ne consegue è pronto a sfilare con i vestiti di Palazzo Pitti più che con quelli di Palazzo Venezia.

Anche se la camicia non è più nera, ma bianca e gli alamari sono stati sostituiti dal giubbottino di pelle del bulletto de noantri, il carattere dell’uomo al governo non è cambiato. Né, tanto meno, la sua proposta politica.
Con buona pace di chi, avendo votato per il carrozzone del PD pensa ancora di aver votato qualcosa di sinistra soltanto perché quest’ultimo ha lasciato alla Lega il compito di esprimere l’odio xenofobo più estremo.

NO TAV

Avevamo sperato, pochi giorni fa e su queste pagine, che le conseguenze delle elezioni di maggio potessero almeno far in qualche modo traballare il governo di Re Giorgio, delle banche e di Pierino. Non è stato così. Ma, sostanzialmente, per chi si vuole opporre all’imbarbarimento in atto e all’appropriazione massiccia e privata della ricchezza socialmente prodotta, non è cambiato nulla.
Sia nel caso di un differente risultato elettorale che in quello che si è effettivamente verificato le funzioni e i compiti dell’antagonismo non sarebbero e non sono cambiate.

Un treno per ora sembra essere deragliato, l’altro no.
Ma anche in questo contesto qualcosa è cambiato.
Il forte astensionismo a livello europeo e la perdita di seggi da parte delle due formazioni politiche principali (PPE e PSE) obbligano infatti, come si è già detto, queste due a cercare un alleanza che potrà avvenire soltanto sulla base di una promessa di spesa keynesiana per la crescita.

Che lascerà comunque la porta aperta anche a soluzioni di carattere più autoritario essendo ormai stata sdoganato l’estrema destra europea in tutto il continente. Anche in Germania, dove la decisione di abolire ogni tipo di quorum ha permesso al locale partito nazista di entrare al parlamento europeo pur avendo raggiunto soltanto l’1% dei voti.

Per non cadere ancora nelle trappole di alternative politiche ed economiche che non esistono, occorre ricostruire una reale forza di opposizione, con contenuti di classe derivanti dalle lotte e dalle necessità immediate e storiche. Senza continuare a delegare forze sostanzialmente estranee alla tradizione classista, oppure travestite in tal senso, a fare ciò che dovrebbe essere esclusivamente compito di classi e movimenti autonomamente organizzati.
Per questo occorre darsi un programma. Comune e condiviso.

Occorre ricostruire una coscienza internazionalista che, a partire dalle lotte locali e nazionali, sappia tradurle in esperienze universalmente condivise. Occorre tornare, idealmente, agli albori del secolo breve perché il nostro sole dell’avvenire deve ancora sorgere. Occorre, forse, tornare allo spirito organizzativo, sindacale e politico anarco-comunista e socialista che animò il movimento operaio delle origini. Occorre lottare contro l’orrore che ci circonda e abbandonare l’illusione che la sola lotta parlamentare, ridotta a puro elettoralismo, possa portarci fuori dal baratro.
Perché il tempo dei compromessi e delle deleghe è davvero finito.

* per Steve Reich, anche.

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That’s all, Fawkes https://www.carmillaonline.com/2014/05/26/thats-all-fawkes/ Mon, 26 May 2014 03:57:23 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=14952 renzidi Alessandra Daniele

Mentre l’Europa continua a deragliare verso l’estrema destra, in Italia la minacciata Congiura delle Polveri grillina è saltata. Gli elettori hanno incoronato il loro nuovo Re Sòla, consegnando al PD di Matteo Renzi una maggioranza democristiana quanto suo padre. Matteo infatti è figlio d’arte. È un (ram)pollo d’allevamento. Grillo s’è confermato esattamente l’oppositore che serve al governo. Infatti, per quanto Renzi (e Berlusconi) lo insultino, lo fanno sempre assecondando il suo personaggio, perché gli serve come spauracchio. Adesso che la pluriennale complicità del PD col canaro di [...]]]> renzidi Alessandra Daniele

Mentre l’Europa continua a deragliare verso l’estrema destra, in Italia la minacciata Congiura delle Polveri grillina è saltata. Gli elettori hanno incoronato il loro nuovo Re Sòla, consegnando al PD di Matteo Renzi una maggioranza democristiana quanto suo padre. Matteo infatti è figlio d’arte. È un (ram)pollo d’allevamento.
Grillo s’è confermato esattamente l’oppositore che serve al governo. Infatti, per quanto Renzi (e Berlusconi) lo insultino, lo fanno sempre assecondando il suo personaggio, perché gli serve come spauracchio.
Adesso che la pluriennale complicità del PD col canaro di Arcore è stata resa completamente esplicita dalle larghe intese perenni, il PD ha bisogno di un nuovo “nemico”, e Grillo è perfetto come babau.
È lì apposta. E ha funzionato.
Prima assorbendo e neutralizzando il dissenso per trasformarlo in un rutto sonoro ma innocuo, come il bicarbonato fa con l’acido gastrico. E poi spingendo milioni di precari a votare per paura il cazzaro che li ha condannati al precariato a vita.
Il PD renziano ha vinto cannibalizzando e prosciugando tutti i suoi alleati (che prima o poi gliela faranno pagare) compreso Berlusconi, e sfruttando Grillo come battitore: durante una partita di caccia il compito del battitore è infatti spaventare la preda, per spingerla in direzione del cacciatore. Facendo ammuina. Producendo coreografiche minacce fasulle, come l’annunciato “processo virtuale” (cioè finto) alla Ka$ta, ovvero l’inutile sondaggio online della galera giocattolo, il modellino di cartone con le finestrelle, le faccine, e il muschio del presepe.
Il fatto che la classe politica responsabile del G8 di Genova, e che tutt’ora controlla il Ministero degli Interni, si sia finta spaventata dalla Prigione dei Puffi dimostra quanto si tratti d’un evidente gioco delle parti.
Renzi ha così ottenuto l’investitura che cercava per continuare ad applicare l’agenda BCE spacciandola per l’Era dell’Acquario. Gli elettori italiani continueranno a bersela finché non si renderanno conto di stare annegando.
Forse presto, se Renzi è, come sembra, la versione Genesis di Berlusconi, un clone geneticamente destinato a un decadimento fulmineo quanto lo sviluppo.
Forse presto, ma comunque tardi.

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Le elezioni europee e il treno di Lenin https://www.carmillaonline.com/2014/05/16/elezioni-europee-treno-lenin/ Thu, 15 May 2014 22:10:09 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=14756 di Sandro Moiso Trotsky_Lenin_Kamenev

“Era necessario che la Italia si riducessi nel termine che ell’è di presente, e che la fussi più stiava che li Ebrei, più serva ch’e’ Persi, più dispersa che li Ateniensi, sanza capo, sanza ordine; battuta, spogliata, lacera, corsa, et avessi sopportato d’ogni sorte ruina.[…] In modo che, rimasa sanza vita, espetta qual possa esser quello che sani le sue ferite, e ponga fine a’ sacchi di Lombardia, alle taglie del Reame e di Toscana, e la guarisca di quelle sue piaghe già per lungo tempo infistolite. Vedesi come [...]]]> di Sandro Moiso Trotsky_Lenin_Kamenev

“Era necessario che la Italia si riducessi nel termine che ell’è di presente, e che la fussi più stiava che li Ebrei, più serva ch’e’ Persi, più dispersa che li Ateniensi, sanza capo, sanza ordine; battuta, spogliata, lacera, corsa, et avessi sopportato d’ogni sorte ruina.[…] In modo che, rimasa sanza vita, espetta qual possa esser quello che sani le sue ferite, e ponga fine a’ sacchi di Lombardia, alle taglie del Reame e di Toscana, e la guarisca di quelle sue piaghe già per lungo tempo infistolite. Vedesi come la prega Dio, che le mandi qualcuno che la redima da queste crudeltà et insolenzie barbare. Vedesi ancora tutta pronta e disposta a seguire una bandiera, pur che ci sia uno che la pigli.” (Niccolò Machiavelli – Il Principe – cap.XXVI)

Machiavelli era, per il suo tempo, un autentico rivoluzionario, anche se Renzi non l’ha ancora capito poiché ogni tanto lo cita a vanvera come quei cattivi studenti che sparano cazzate sperando di salvarsi in corner dall’insufficienza grave, citando luoghi comuni per sentito dire (spesso neanche in classe, ma al bar). Nel disastro il fiorentino doc sapeva, infatti, intravedere la possibilità della ripresa della lotta e della vittoria anche se oggi qualcuno allevato alla scuola del pensiero positivo di Jovanottiana memoria vedrebbe sicuramente in lui uno sfascista.

Piove merda oggi sugli italiani, soprattutto sui giovani e sui lavoratori ma, da qualche giorno, piove ancor più merda sul governo, sul bullo che lo rappresenta, sulle sue vallette e sui suoi cortigiani e su suo nonno. L’anziano re Giorgio.
Non gliene va bene una. Dall’Expo al più recente scandalo bancario di Ubi Banca, quinto gruppo bancario italiano1, fino ai guai con i più recenti dati ISTAT che contraddicono vistosamente le promesse di crescita del PIL nel primo quadrimestre di quest’anno e la ribellione televisiva di Floris. Il premier deve incassare, anche se non sta dimostrando la capacità di Cassius Clay nel farlo, così che, ad ogni sventagliata di cazzotti, jab e upper cut, reagisce con frasi ad effetto da loop cerebrale tipiche di un pugile suonato.

E questa è soltanto l’ultima parte di un breve, ma intenso regno in cui il rinnovatore de’ rinnovatori non ha fatto assolutamente nulla di nuovo e non ha mantenuto una sola promessa tra quelle contenute nel radioso calendario presentato qualche mese fa, a parte la meschina elemosina di 80 euro che ben presto i lavoratori si vedranno portar via sotto forma di ulteriori costi per i servizi e balzelli vari. Senza poi tener conto dell’ulteriore precarizzazione del lavoro contenuta nel Dl appena approvato. Confermando così l’ipotesi scientifica di chi l’ha definito, su queste pagine e fin dagli inizi della sua sfortunata carriera, un cazzaro.

D’altra parte del mazzo di carte che Napolitano aveva a disposizione nel 2011 le due buone erano già state calate ed era rimasto lo scartino, quello che uno si tiene in mano per disperazione se non riesce a liberarsene prima. Così, adesso, Re e nipote sono rimasti nudi.
Il popolo non sa se ridere o piangere e finirà col fare tutte e due le cose.
Vorrebbe impugnare una bandiera, ma quelle che ci sono sono tutte avvelenate.
Anche perché qualcosa che assomigli ad un partito di classe non esiste.
In tutto l’arco della proposta politica istituzionale.

La lista Tsipras, ed è un peccato per il giovane candidato della sinistra greca, non costituisce infatti altro, qui in Italia, che un tentativo per portare via qualche voto ai pentastellati e garantire a Sel qualche possibilità di continuare a trattare col PD poltrone e posticini di potere in cambio di un mal velato appoggio da “sinistra”. E soltanto un errore prospettico causato dal progressivo spostamento a destra di tutto l’arco politico può indurre l’impressione che Barbara Spinelli possa essere anche solo vagamente di sinistra.

Le liste di destra estrema, anti-europeiste e razziste, dalla Lega a Fratelli d’Italia, lasciando perdere lo sciame di liste fascio-populiste, non danno nessuna affidabilità nemmeno ai loro elettori più rincitrulliti, pronte come sono, mascherandosi dietro al più bieco razzismo, a schierarsi in difesa degli interessi del loro nume tutelare, attualmente impegnato in un ridicolo e strombazzato “servizio civile” oppure, come Crosetto in questi ultimi giorni, a difesa di quelli dell’Expo. Come dire: lo s/fascismo è sfasciato e non sa dove andare se non scimmiottare la Le Pen (che può però contare su ben altra tradizione politica e, non dimentichiamolo, sindacale).

A meno di due settimane dal voto europeo, che, comunque ne pensino Renzi e i suoi servi dei mass-media, costituirà un possibile severo test nazionale, le nubi all’orizzonte sono sempre più nere.
Soprattutto per il governo delle banche e della miseria che vede di giorno in giorno aumentare l’astensione e il consenso nei confronti del Movimento 5 Stelle.
Cerchiamo allora di vedere come queste due forme “politiche” potranno pesare sul risultato elettorale e sulle sue conseguenze.

Del secondo, Grillo e il suo movimento, abbiamo già detto tutto ciò che c’era da dire , ma il fatto che rimanga un fattore largamente destabilizzante per gli attuali equilibri di governo permane e sembra rinsaldarsi di giorno in giorno.

Infatti, la crescita dell’astensionismo e del voto grillino costituiscono un vero è proprio incubo per i fautori delle larghe intese, non per la forza che astensionisti e 5 Stelle potrebbero avere, ma per il fatto di vedere la propria base di consenso restringersi sempre di più, costringendo quindi i due partiti maggiori (PD e Fi) e i due minori (Ncd e Sc) ad una lotta mortale per strapparsi fette, anche esigue, di elettorato. Anche perché tutti i sondaggi danno per certo che il movimento di Grillo raccoglierà la maggioranza dei voti giovanili ed operai, lasciando gli altri competitori a contendersi le spoglie dei pensionati e della classe media più impaurita.

Situazione che, come si può ben immaginare, le recentissime rivelazioni dell’ex-Segretario del Tesoro americano Timothy Geithner sul complotto internazionale ai danni di Berlusconi, avvallato da Napolitano e dal PD nel novembre del 2011, non possono far altro che aggravare. Costringendo, tra le altre cose, il Premier a non parlare troppo della ventilata ipotesi di riduzione degli acquisti di F35.

Mentre le vicende che legano a doppio filo le Coop rosse a Cl e alla cupola di loschi affari che governava gli appalti legati all’Expo, attraverso la figura di Claudio Levorato2, non lasciano ben presagire per il voto ormai prossimo. E, tutto sommato, nemmeno per gli affari legati ai cantieri del TAV.

I sondaggi, almeno quelli strombazzati dai principali giornali nazionali e dalla Rai, prima dello stop elettorale davano un 34,5% di voti al PD con dieci punti di distacco dal movimento 5 Stelle. Ma proprio questo risultato, pochi lo hanno sottolineato, era legato ad un sondaggio commissionato dall’interno del Partito Democratico (se non addirittura al suo interno).

Altri più equilibrati davano il PD al 28%, il Movimento 5 Stelle al 27% e Berlusconi al 23%. Questi risultati erano probabilmente più vicini alla realtà, ma erano precedenti allo scandalo Expo che avrebbe, secondo gli ultimi dati di sabato 10 maggio, causato una variazione di scelta elettorale nel 18% dell’elettorato.
Mentre in tutti i casi l’astensione si attestava intorno al 40% o più.

L’astensione in un simile contesto diventa un fattore politico importante poiché, dato per fisso o in crescita il numero di coloro che sceglieranno i 5 Stelle e per scontata una percentuale anche minima di votanti per i movimenti anti-europeisti, il margine di differenziazione tra PD e FI si restringe enormemente. Così, nonostante l’irresistibile declino di Berlusconi & Associati, a farne le spese sarà proprio il PD e Renzi in particolare che, se non raggiungerà almeno il 30%, dovrà fare i conti con un’agguerrita fronda interna, con la voglia di rimonta del centro-destra (berlusconiano o meno) e, anche, con i numerosi nemici che si è fatto nel Senato, nei sindacati confederali e anche nella Rai (come lo spettacolino squallidissimo con Floris ha ben dimostrato).

Dopo il 25 maggio Renzi rischia dunque di vedere aprirsi uno scontro interno al PD e al Governo di cui la prima vittima potrebbe essere proprio lui. Così pur rimanendo prevedibilmente in vita per necessità “bancaria” un governo di larghe alleanze, lo stesso sarà destinato a trascinarsi ancora per un po’ senza alcuna possibilità di realizzare altre riforme e, quindi, destinato a subire un ulteriore drastico taglio delle aspettative da parte delle agenzie di rating, uniche responsabili dell’arbitrato politico ed economico nel nostro paese3. Col pericolo, infine, che anche Sua Maestà debba abdicare a causa di una situazione divenuta insostenibile per la continuazione del suo secondo mandato.

Ad ognuna di queste svolte la situazione è destinata a cambiare e se nelle intenzioni iniziali i governi Monti, Letta e Renzi o, ancora, quelli successivi avrebbero dovuto essere la stessa cosa, alla fine dei conti non lo sono stati e non potranno esserlo ancora a lungo. Per intrinseche debolezze e contraddizioni interne e per una opposizione che si è manifestata sia attivamente che, per paradosso, passivamente.

Grillo non può arrivare al governo. Il ricatto economico sarebbe enorme, si farà di tutto per impedirglielo e lo stesso comico genovese non vorrebbe e non potrebbe affrontare un tale scontro. Tagliare il debito congelandolo non è nelle sue intenzioni e nei suoi programmi. Così la situazione di disordine che potrebbe aprirsi sotto il ricatto finanziario susseguente al prossimo risultato elettorale richiamerà gli antagonisti al loro ruolo, se vorranno svolgerlo. Perché queste elezioni potrebbero costituire il treno sigillato con cui Lenin tornò in Russia per far finire la guerra “a vantaggio del Kaiser”, come avrebbero voluto i tedeschi, ma che si rivelò essere l’inizio di una rivoluzione epocale.

A patto di saper darsi un programma comune, al di là degli slogan, della vuota retorica dei partitini formali e della ricerca di un “nuovo” soggetto rivoluzionario. Che, in fin dei conti, è sempre lo stesso e affonda le sue radici nel lavoro salariato, nella sua progressiva precarizzazione e nel rifiuto della devastazione ambientale. Elementi che tutti gli ultimi governi ci stanno comunque servendo su un piatto d’argento.


  1. Che vede coinvolto Giovanni Bazoli, banchiere di lungo corso, bresciano, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo e consigliere e membro del comitato esecutivo dell’Associazione delle banche italiane.  

  2. presidente e consigliere delegato del colosso bolognese della manutenzione Manutencoop, vicinissimo a Pierluigi Bersani e all’area “bersaniana” del Pd, indagato nell’inchiesta Expo e citato più volte dagli arrestati nelle intercettazioni telefoniche come parte attiva del sistema appalti  

  3. Come il repentino aumento dello spread avvenuto nella giornata di giovedì sembra già indicare  

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Springtime for Hitler https://www.carmillaonline.com/2014/05/04/springtime-for-hitler/ Sun, 04 May 2014 20:37:26 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=14450 Springtimedi Alessandra Daniele

Quanto vale numericamente il voto antisemita in Italia? Parecchio a quel che sembra, perché in molti gli stanno dando la caccia. Scaricare tutta la colpa della bancarotta italiana sui tedeschi non basta più, quindi si ricorre a un classico: gli ebrei. Non direttamente, almeno non all’inizio. Si comincia con una battuta sulla Shoah. In questa campagna elettorale si sono fatte più battute sulla Shoah che sulla Boschi, e in un paese sessista come l’Italia è un record. Poi quando qualcuno legittimamente s’incazza, si dice: “ma questi ebrei, quanto sono permalosi. [...]]]> Springtimedi Alessandra Daniele

Quanto vale numericamente il voto antisemita in Italia? Parecchio a quel che sembra, perché in molti gli stanno dando la caccia. Scaricare tutta la colpa della bancarotta italiana sui tedeschi non basta più, quindi si ricorre a un classico: gli ebrei. Non direttamente, almeno non all’inizio. Si comincia con una battuta sulla Shoah. In questa campagna elettorale si sono fatte più battute sulla Shoah che sulla Boschi, e in un paese sessista come l’Italia è un record.
Poi quando qualcuno legittimamente s’incazza, si dice: “ma questi ebrei, quanto sono permalosi. Ma di cosa si lamentano? Hanno le banche, hanno i giornali. Controllano l’economia”.
Poi naturalmente si smentisce con indignazione, dichiarandosi fraintesi, strumentalizzati. E magari “grandi amici del popolo ebraico”. Ecco un problema che molti hanno in comune col popolo ebraico: avere degli amici di merda.
L’antisemitismo in Italia ha radici antiche, che risalgono a prima del cristianesimo, e millenni di egemonia culturale vaticana non hanno certo migliorato le cose, come non lo hanno fatto decenni di sistematica rimozione della Memoria collettiva, di Revisionismo storico, letterario, linguistico, semantico, giuridico.
Il fatto che Berlusconi ai servizi sociali sia stato assegnato al reparto malati di Alzheimer è profondamente metaforico.
Se c’è un paese negazionista oggi è proprio l’Italia, per ignoranza e ur-fascismo cronico. Il paese dei polpettoni televisivi e cartacei sui ”fascisti buoni”, che ancora si crogiola nell’illusione degli italiani brava gente, perlopiù innocenti e ignari delle persecuzioni.
L’Italia che tracanna avidamente le peggiori stronzate complottiste sugli ebrei mutanti ninja che dominano il mondo dai sotterranei steampunk della piramide di Cheope, ma diventa diffidente di fronte all’evidenza storica documentata, e pensa che leggi razziali, rastrellamenti effettuati dai fascisti, e campi di concentramento e transito verso Auschwitz istituiti dalla Repubblica Sociale siano calunnie inventate dai comunisti.
I “ragazzi di Salò” hanno sistematicamente collaborato alla Shoah, e non sono certo stati gli unici italiani a farlo.
E oggi l’Italia è fra i paesi più destronzi dell Unione Europea, come questa primavera elettorale continua a dimostrare in modo ogni giorno più sguaiato, disgustoso e inquietante.
In testa ai sondaggi, il cazzaro che sta azzerando i residui diritti dei lavoratori col PrecariAct promette di svuotare la Costituzione d’ogni presidio antifascista istituito contro l’endemica deriva autoritaria d’un paese sempre in cerca di Uomini della Provvidenza.
Un paio di vecchi miliardari livorosi e dispotici si contende il secondo posto a colpi di complottismo e battute sulla Shoah.
L’unica formazione apparentemente di sinistra, la fan-lista Tsipras, non ha né origini autoctone credibili, né speranze di raggiungere il quorum, ferma su percentuali inferiori persino a quelle miserrime degli avanzi berlusconiani di Alfano e Meloni, dei rimasugli Montiani, e della Lega millenarista di Salvini, ancora indecisa se a scatenare la zombie apocalypse sarà prima l’Ebola, o l’Euro.
Per quanto grottesco, il fascismo in Italia diventa ogni giorno più virulento.
Ed è questa l’epidemia che dovrebbe preoccuparci.

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