Alieni – Carmilla on line https://www.carmillaonline.com letteratura, immaginario e cultura di opposizione Thu, 21 Nov 2024 22:40:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 L’ultimo romanzo di Valerio https://www.carmillaonline.com/2023/05/17/lultimo-romanzo-di-valerio/ Tue, 16 May 2023 22:01:48 +0000 https://www.carmillaonline.com/?p=77302 di Luca Cangianti

Valerio Evangelisti, La fredda guerra dei mondi. Romanzi brevi e racconti ritrovati, a cura di Franco Forte, Mondadori, 2023, € 22,00 stampa, € 11,99 ebook, pp. 552.

Gli alieni esistono, attaccano la Terra e ne distruggono i monumenti. Chiedono la liberazione dei loro compagni catturati dopo la seconda guerra mondiale. Le élite mondiali utilizzano la paura del nemico per rafforzare il consenso e dominare la popolazione. Nel frattempo uno scalcinato gruppo di rapinatori organizza un colpo proprio in una delle basi dove si trovano i prigionieri. I protagonisti [...]]]> di Luca Cangianti

Valerio Evangelisti, La fredda guerra dei mondi. Romanzi brevi e racconti ritrovati, a cura di Franco Forte, Mondadori, 2023, € 22,00 stampa, € 11,99 ebook, pp. 552.

Gli alieni esistono, attaccano la Terra e ne distruggono i monumenti. Chiedono la liberazione dei loro compagni catturati dopo la seconda guerra mondiale. Le élite mondiali utilizzano la paura del nemico per rafforzare il consenso e dominare la popolazione. Nel frattempo uno scalcinato gruppo di rapinatori organizza un colpo proprio in una delle basi dove si trovano i prigionieri. I protagonisti dell’impresa si autodefiniscono anarchici e concepiscono le loro azioni come espropri volti a ridistribuire la ricchezza sociale. Si sono dati perfino un nome, Confederazione sotterranea dei lavoratori, ma a parte il leader – Justin Mathurin, detto il Reverendo – e il Tricheco – militante in gioventù della Gauche prolétarienne – gli altri hanno ben poco di politico: si tratta di prostitute occasionali, ex tossicomani e altri frequentatori del sottomondo criminale.
Di questo parla La fredda guerra dei mondi, l’ultimo romanzo di Valerio Evangelisti. Si tratta di un’opera incompleta, ma godibilissima per i suoi personaggi scanzonati, il ritmo incalzante, l’acume politico e l’irresistibile comicità popolaresca:

Al primo sorso di champagne, Romero, che non vi era abituato, emise un rutto così forte da far sussultare la clientela e tremare le vetrate. Un ritratto di Apollinaire cadde e si ruppe il vetro di protezione. Dal piano superiore, separato da quello in basso con una scaletta, si affacciò irritato un noto giornalista televisivo. Gridò al maître: «Gustave, siamo al Dôme o in una bettola di Aubervilliers?».
Romero Avellano gli urlò: «Ti vedo in tv! Io faccio con la bocca i rumori che tu fai col culo, e trasformi in notizia! Vieni giù, e ti infilzo con una forchetta, sporco borghese!».

Certo, quando al diciottesimo capitolo il testo s’interrompe proviamo un tuffo al cuore e ci ricordiamo che il suo autore non è più tra noi. Però possiamo leggere il finale dell’omonimo racconto apparso in una raccolta Millemondi Urania nell’estate del 2020. Il romanzo incompiuto ne rappresenta infatti una riscrittura “aumentata” che ci introduce nel laboratorio segreto di Evangelisti: qui prendono vita personaggi tridimensionali come si conviene a un testo di maggiori dimensioni e compare lo scenario mutuato dalla precedente professione dello scrittore, quella di storico. Nel caso specifico torna alla memoria il suo saggio sugli anarchici illegalisti francesi del primo Novecento, contenuto nel libro Sinistre eretiche. Dalla banda Bonnot al sandinismo 1905-1984 (SugarCo, 1985). Non possiamo sapere se l’autore riservasse anche per il romanzo lo stesso finale del racconto, ma abbiamo una traccia possibile.

Insieme alla Fredda guerra dei mondi (sia il romanzo che il racconto), Franco Forte, il curatore del libro, ha scelto di pubblicare altri 25 racconti. Incontriamo così personaggi ormai noti ai lettori come l’inquisitore Nicolas Eymerich e il fisico psitrionico Marcus Frullifer, insieme a pirati, rivoluzionari risorgimentali e a protagonisti di storie comiche, drammatiche, fantascientifiche, distopiche, autobiografiche e perfino erotiche. Insomma, un estratto rappresentativo dell’immenso organismo letterario concepito da Evangelisti attraverso tutta la sua produzione storica, politica e narrativa: il One big novel, secondo l’azzeccata definizione di Alberto Sebastiani.
Nel libro ritornano molti dei grandi temi presenti nell’opera dello scrittore. Nei racconti O’ Gorica tu sei maledetta e Fuga dall’incubatrice compaiono i Poliploidi e i Mosaici. I primi sono i guerrieri della nazicomunista RACHE, ebeti ma quasi invulnerabili, con organi che si moltiplicano continuamente per effetto di un mutagene. I loro antagonisti speculari sono i Mosaici, mostri costruiti con pezzi di cadavere e parti di metallo, irregimentati nelle fila dell’Euroforce, il braccio armato di Eurobank. Di questo conflitto infinito unico beneficiario è il Potere da qualsiasi parte della barricata si trovi. Sheila Davis, dell’agenzia World-wide Press, afferma: «Creare mostri, nel corso di una guerra, è un’arma come un’altra. Aiuta a sparare. Il problema, semmai, è che non lo facciamo con efficacia sufficiente. La gente dovrebbe avere il proprio mostro ben piantato nel cervello.»
È quello che accade in Paradice dove si descrive una Terra futura devastata dalla malattia mentale: tutti sono in guerra con tutti e l’unica empatia residua consiste nell’uccidere.
Secondo Evangelisti, di fronte a questo processo di metastasi antropologica le battaglie rivoluzionarie stentano a conseguire successi, ma continuano ad avere un valore. In Controinsurrezione, nella Roma repubblicana del 1849, sconfitta e invasa dai francesi, Garibaldi grida: «Ci aspettano sete, marce forzate, battaglie e morte. Tuttavia, per chi vorrà seguirmi, la rivoluzione non è finita. La si ricomincia altrove». Nell’ultima opera dello scrittore, il Reverendo domanda alla moglie: «Dimmi, Francine, faremo mai la rivoluzione?» Ricevuta una secca risposta negativa, si chiede quindi quale sia il senso di quella che ritiene essere la sua attività militante. Francine replica che pur nelle disperanti condizioni attuali opporsi continua ad avere un significato:

«Perché, dove non è possibile una rivoluzione, il solo ribellarsi ha valore. Noi ladri togliamo significato al denaro, che passa nelle nostre tasche senza transazioni mercantili o bancarie. Diamo fastidio a chi comanda, fregandoci delle sue leggi e della sua morale. È così che, un passo alla volta, roviniamo il disegno pacificatore di chi ci opprime. Alla prima crisi seria, diventeremo addirittura un esempio.»

In queste parole ironiche e impenitenti sentiamo la voce più genuina del grande scrittore bolognese – una voce, ne sono sicuro, che accompagnerà le lotte future per una vita migliore.

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I mostri dell’accumulazione originaria https://www.carmillaonline.com/2016/03/14/i-mostri-dellaccumulazione-originaria/ Mon, 14 Mar 2016 22:00:33 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=29203 di Luca Cangianti

la-terra-dei-morti-viventi-recensione-24880-1280x16Gaia Giuliani, Zombie, alieni e mutanti. Le paure dall’11 settembre a oggi, Le Monnier, 2016, pp. 202, € 15,00.

Spesso il mostro si presenta come revenant, entità che ritorna: spettro prodotto da un crimine occultato, vampiro proveniente dal passato feudale, creatura deforme che si rivolta al suo folle e malvagio creatore. Le figure di cui ci parla Gaia Giuliani nel saggio Zombie, alieni e mutanti sono il prodotto della violenza coloniale che l’immaginario collettivo proietta in forma capovolta in un futuro distopico e apocalittico: la creatura spaventosa che [...]]]> di Luca Cangianti

la-terra-dei-morti-viventi-recensione-24880-1280x16Gaia Giuliani, Zombie, alieni e mutanti. Le paure dall’11 settembre a oggi, Le Monnier, 2016, pp. 202, € 15,00.

Spesso il mostro si presenta come revenant, entità che ritorna: spettro prodotto da un crimine occultato, vampiro proveniente dal passato feudale, creatura deforme che si rivolta al suo folle e malvagio creatore. Le figure di cui ci parla Gaia Giuliani nel saggio Zombie, alieni e mutanti sono il prodotto della violenza coloniale che l’immaginario collettivo proietta in forma capovolta in un futuro distopico e apocalittico: la creatura spaventosa che abita gli schermi “sembra essere oggi lo stesso cannibale barbaro e senza regole o il mostro dalle fattezze orrende che per cinquecento anni di espansione coloniale e imperialismo occidentale è stato combattuto dall’uomo ‘del Progresso’.” Con questa chiave di lettura e con una vasta strumentazione interdisciplinare che spazia dall’antropologia culturale agli studi di genere, queer e postcoloniali, Giuliani esamina la produzione cinematografica e televisiva fantahorror seguita agli eventi dell’11 settembre 2001 per indagare le paure e le forme politiche contemporanee che si celano dietro le narrazioni della fine del mondo.

copertina_zombie_alieni_e_mutanti_giulianiGià George Romero aveva rappresentato i non morti come reietti della società capitalistica che tornano per chiederci il conto; nella Terra dei morti viventi lo zombie Big Daddy acquista perfino una coscienza antagonista e una soggettività politica. In serie televisive come Les revenants e In the flesh quest’aspetto è approfondito e accompagnato da un fattore mutuato dalle nuove guerre globali: la difficoltà di confinare territorialmente il nemico. In questi esempi “democratici” s’ingenera una dialettica di conflitto e convivenza tra vivi e non morti, mentre in altre narrazioni “reazionarie” come REC o WWZ la “cattiva coscienza coloniale” ritorna per contaminare mortalmente la vita quotidiana di un condominio metropolitano o per assediare le mura delle città umane. In questi casi il rapporto tra umani e morti viventi può essere unicamente di reciproco sterminio.
Gli zombie, insomma, sono il colpo di frusta dell’accumulazione originaria descritta da Karl Marx nel Capitale. Si tratta di quella fase di genocidi, violenze efferate ed espropri di beni comuni, necessaria a creare le condizioni d’avvio del modo di produzione capitalistico. Da questo punto di vista la natura di tale violenza può ben definirsi colonialista, indipendentemente dal suo verificarsi durante la conquista delle Americhe o in un contesto nazionale come quello delle enclosures inglesi. Illustrare questo snodo teorico con la figura dello zombie è un’operazione molto riuscita di modellistica concettuale, che ricorda per potenza euristica l’uso marxiano del vampiro come metafora sostanziale del plusvalore.

La figura dell’alieno è utilizzata dall’autrice per indagare il rapporto tra le società occidentali e l’alterità migrante. Il tentativo di far convivere gruppi culturalmente diversi di persone, senza contatto e reciproca dialettica, entra in crisi con gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, perché normalmente i gruppi sociali sono gerarchicamente ordinati e in competizione tra loro. In questo modo, la pari dignità dei gruppi sociali, come per tutte le forme astratte di uguaglianza, si rivela essere un modo per ribadire le forme esistenti di dominio. Il multiculturalismo così “non sarebbe stato per anni che un nuovo dispositivo ideologico in grado di democratizzare e ribadire, sotto nuove spoglie e per mezzo di inediti meccanismi, i vecchi metodi di gestione delle differenze”. Dalla crisi di tale politica nascono varie alternative di relazione con l’Altro: quella della segregazione descritta in District 9, quella dell’eliminazione illustrata nella Guerra dei mondi e in The Mist, quella dell’assimilazione per l’utilizzo dell’Altro nei lavori usuranti come in Moon e quello della convivenza, rappresentata nella scena finale di Monsters. Qui assistiamo a un’effusione affettiva tra piovre extraterrestri, che se non molestate possono vivere pacificamente accanto agli insediamenti umani.

Infine Giuliani passa in rassegna alcuni film come E venne il giorno, Cecità, The Impossible, Melancholia, Codice 46 e Upside down illustrando l’immaginario reazionario che si nasconde dietro lo scenario di “disastro permanente” inaugurato con l’11 settembre. Le fantasie dominanti che emergono sono quelle della restaurazione del soggetto mainstream, dell’eliminazione eugenetica degli elementi “inferiori” e della ricostruzione della comunità a partire dalla situazione emergenziale – tutti elementi, questi, che ritroviamo nella pratica politica contemporanea.

Zombie, alieni e mutanti è un saggio di spessore accademico che attraverso le figure orrifiche della recente produzione cinematografica indaga con profondità i legami sociali, valoriali e affettivi delle comunità umane. Da questo punto di vista s’inserisce nel dibattito degli studi culturali e postcoloniali, fornendo al contempo al più vasto pubblico degli appassionati di fantahorror nuovi e inaspettati spunti di riflessione.

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Futuro Breve X https://www.carmillaonline.com/2008/01/01/futuro-breve-x/ Tue, 01 Jan 2008 02:41:32 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=2495 di Alessandra Daniele

Marte.jpgALIENOIR

Quando Ned riprese conoscenza, era bloccato alla sedia e aveva la canna di una pistola pulsar 4G puntata al centro della fronte. Baz lo fissava torvo, col dito sul grilletto. – Perché? — Biascicò Ned, con un brivido violento che gli tagliò il respiro. Senza scostare la pulsar dal bersaglio, Baz estrasse dalla tasca un cd. Ned non riusciva a capire. – Cos’è? – Quante copie ne hai fatte? – Ma di cosa? Baz spostò di scatto la pulsar all’altezza del petto di Ned, e sparò. L’onda di pulsazione gravitazionale sollevò Ned mandandolo a sbattere contro [...]]]> di Alessandra Daniele

Marte.jpgALIENOIR

Quando Ned riprese conoscenza, era bloccato alla sedia e aveva la canna di una pistola pulsar 4G puntata al centro della fronte. Baz lo fissava torvo, col dito sul grilletto.
– Perché? — Biascicò Ned, con un brivido violento che gli tagliò il respiro.
Senza scostare la pulsar dal bersaglio, Baz estrasse dalla tasca un cd. Ned non riusciva a capire.
– Cos’è?
– Quante copie ne hai fatte?
– Ma di cosa?
Baz spostò di scatto la pulsar all’altezza del petto di Ned, e sparò. L’onda di pulsazione gravitazionale sollevò Ned mandandolo a sbattere contro la parete di fondo. La sedia si sfasciò, ma il dolore gli impedì di approfittarne. Rimase a terra finché Baz non tornò a puntargli l’arma alla fronte.
– Adesso dimmi quante copie hai fatto di “Diario Alieno” o la prossima cosa a sfasciarsi al muro sarà il tuo cranio.
Ned finalmente capì
– E’ solo un romanzetto!
– E’ la cronaca dettagliata della nostra missione come osservatori di Dramen sulla terra! — ringhiò Baz — C’è tutto. Dalle modifiche genetiche che abbiamo subito per sembrare umani, al modo che usiamo per trasmettere le informazioni al comando, a come siamo costretti a sopravvivere senza aiuti dalla base usando la pulsar solo per le emergenze, fino allo scopo finale della nostra ricognizione.
– Ho bisogno di soldi! — Urlò Ned — E non ce la faccio più a fare lavori di merda per tirare avanti su questo pianeta del cazzo! Non ho intenzione di tradire, o di vendere la nostra tecnologia, so bene cosa mi farebbe il comando. E’ solo che, come vedi, ho acquisito sufficiente padronanza di questa lingua terrestre per fare quello che qui chiamano il “ghost writer” — Indicò il cd — Quella cosa lì è solo una storia, la venderò come romanzo, sarà pubblicata a nome del terrestre Ben Drown, e io potrò sopravvivere qualche mese senza spacciare crack da un tombino o succhiarlo a preti di quattro religioni diverse!
– Ma sputtanerai la missione, stronzo! — Gridò Baz, mostrando altrettanta padronanza della lingua.
– Ma no. E’una storia che nessuno crederà reale, qui sono abituati a inventarsene parecchie così, la chiamano “Fantascienza”.
Baz sembrò riflettere per un attimo. Poi appoggiò la pulsar sulla fronte di Ned.
– Mi dispiace — disse in tono solenne — non posso permetterti di mettere in pericolo la missione.
– Aspetta! — Strillò Ned alzando le mani — Ho un’idea! Posso vendere lo stesso la mia storia senza sputtanare niente. Basta cambiarla un po’, renderla meno realistica.
Baz scostò la pulsar di poco.
— Come?
– Invece di osservatori alieni sulla terra potremmo essere… agenti infiltrati in una feroce mega organizzazione criminale, agenti corrotti, violenti e doppiogiochisti che si spiano anche a vicenda — Baz grugnì. Ned continuò — Ma sì, possiamo riscriverlo insieme, e venderlo come thriller-noir.
– E il tuo cliente, quel Wrong Dumb, se lo comprerebbe lo stesso?
– Certo, e lo pagherebbe anche di più, il thriller-noir si vende molto meglio della fantascienza.
Baz accennò uno strano sorriso.
– Sì, in effetti può funzionare. Ci si può ricavare un po’ di denaro.
Premette il grilletto della pulsar. Il cranio di Ned esplose.
– Però — disse ripulendo con cura il cd schizzato di sangue — preferisco spenderlo da solo. Questo pianeta di merda è troppo costoso. Meno male che stiamo per spazzarlo via.

SOTTO LA CUPOLA

Paul era sicuro che stavolta ci sarebbe riuscito. Avrebbe finalmente smascherato quella cospirazione mediatica, e svelato al mondo che la missione Ares11 era un falso. In realtà nessun uomo aveva mai messo piede su Marte.
Si aggirò soddisfatto per la piccola cupola, calpestando lo strato di sabbia rossastra. L’ambiente marziano pareva ricostruito con la massima cura. “Sicuramente il tipo più solido di plasma olografico che si possa modellare” pensò, toccando una roccia sporgente. Uno sfrigolio improvviso lo fece voltare di scatto.
Un uomo in grigio lo fissava.
Paul estrasse con mani tremanti la pistola-lettore mp3 iGun.
– Ormai che sono arrivato fin qui non riuscirete più a fermarmi! — Armeggiò con l’oggetto luccicante. — Non fermerete la verità!
L’uomo in grigio si infilò lentamente un paio di occhiali dalla montatura pesante.
– Quale verità?
– Quella su questo posto!
– E’ solo un set televisivo.
– Appunto — sogghignò Paul, spianando l’iGun in faccia allo sconosciuto — Che ci fa un set televisivo nel perimetro della Space Agency? — Indietreggiò indicando con la testa una roccia sormontata da una rigida bandierina.
– Che ci fa qui questa roccia?! L’ultima volta che l’abbiamo vista in tv non era su Marte?
L’uomo in grigio sospirò.
– E’ una riproduzione, per i documentari.
– Stronzate! — Disse Paul, puntando l’iGun — Tutto quello che ci raccontate è falso! Approfittate del fatto che nessuno alza più il culo dal divano per andare a verificare di persona le cazzate che raccontate in tv. Ma è ora di fare luce sulla vera attività della Space Agency!
L’uomo cambiò espressione. I suoi occhiali mandarono uno strano riflesso violaceo. L’iGun diventò incandescente. Paul fu costretto a gettarlo con un urlo.
– Quello che devo dirti ti dispiacerà.
Rimasto per un attimo spiazzato, Paul si scosse, e sferrò un pugno dritto in faccia allo sconosciuto. La sua mano l’attraversò come nebbia. Oloplasma a densità variabile.
Sbilanciato, Paul cadde contro le rocce. Si rialzò, e corse verso il tunnel pneumatico che l’aveva condotto alla cupoletta, saltandoci dentro. In breve si ritrovò a sbucare sulla collinetta da cui era partito.
L’uomo in grigio lo stava aspettando.
– Ti stai sbagliando — riprese — la Space Agency è davvero arrivata su Marte.
Paul si precipitò alla sua macchina, l’aprì, frugò convulsamente sotto il sedile.
– Marte è la realtà — continuò lo sconosciuto, in tono incolore, — a essere falsa è la Terra. Quella vera è stata distrutta secoli fa. Tu adesso sei su Marte. La cupoletta pressurizzata che hai appena visitato è l’unico ambiente naturale che tu abbia mai visto.
Paul estrasse da sotto il sedile un piccolo Dissolver a scarica elettrica. L’uomo in grigio continuò.
– Un gruppo di privilegiati ebbe la possibilità di trasferirsi in tempo in questa grande cupola dove sei nato, l’unico posto su Marte dove era stato ricostruito con successo l’ambiente terrestre, con l’aiuto dell’oloplasma. Ma non riuscirono ad adattarsi. Claustrofobia, paranoia. Forse rimorsi. Così decisero di alterare la loro memoria, mentire ai loro figli. E programmare una serie di Ologuardiani del sistema come me. La nuova Space Agency.
Paul puntò il Dissolver contro la sagoma in grigio, gridando:
– Altre bugie!
– Mantenere questa cupola attiva e credibile è la vera attività della Space Agency — continuò l’Ologuardiano — La Terra è perduta. Là fuori c’è il vero Marte, però i terrestri preferiscono continuare a crederlo solo una vaga meta futura. Potrebbero rimodellare in qualsiasi forma questo ambiente oloplasmatico, ma hanno scelto di perpetuare le loro antiche illusioni. Il compito per il quale mi hanno programmato è preservare la loro pace immemore. Quindi, visto che insisti a minacciare la segretezza del sistema, devo eliminarti.
Paul azionò il Dissolver, la scarica colpì la sagoma, trasformandola in una informe nube grigiastra.
Paul saltò in macchina, e partì sgommando. Dalla nube scaturì un lampo violaceo.
La macchina inchiodò di colpo, ribaltandosi. Poi rotolò giù dalla collina, ed esplose.
– Pace immemore — ripetè la massa grigiastra, riassumendo forma apparentemente umana.

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Futuro Breve IX https://www.carmillaonline.com/2007/12/21/futuro-breve-ix/ Fri, 21 Dec 2007 02:22:57 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=2481 di Alessandra Daniele

Pantocrator.jpgPANTOCRATOR

Trevis mollò una gomitata al collega. — Siamo nella Palestina del primo secolo d.C, piantala di fischiettare canzoni che non sono ancora state scritte! Sidney grugnì. — Ma cos’è che avevano già scritto in quest’epoca di merda? – La Bibbia. – Che faccio, fischietto la Bibbia? Con un’altra gomitata Trevis zittì il collega, poi gli indicò un uomo di spalle davanti a loro. – Eccolo — bisbigliò — L’abbiamo trovato! È solo, prendiamolo! I due si avventarono sull’uomo armati d’un paio di siringhe. Lo stordirono, e lo trascinarono via. Quando si risvegliò era legato a bordo del [...]]]> di Alessandra Daniele

Pantocrator.jpgPANTOCRATOR

Trevis mollò una gomitata al collega.
— Siamo nella Palestina del primo secolo d.C, piantala di fischiettare canzoni che non sono ancora state scritte!
Sidney grugnì.
— Ma cos’è che avevano già scritto in quest’epoca di merda?
– La Bibbia.
– Che faccio, fischietto la Bibbia?
Con un’altra gomitata Trevis zittì il collega, poi gli indicò un uomo di spalle davanti a loro.
– Eccolo — bisbigliò — L’abbiamo trovato! È solo, prendiamolo!
I due si avventarono sull’uomo armati d’un paio di siringhe. Lo stordirono, e lo trascinarono via.
Quando si risvegliò era legato a bordo del Time Runner, veicolo sperimentale della NASA per il viaggio nel tempo, ideato — e poi rubato — dal dottor Horatio J. Trevis, e dal collega, Sidney.
– Qualsiasi cosa stiate cercando di farmi sarà inutile. In verità, vi dico…
Trevis si voltò di scatto dai comandi, e gli puntò un dito contro.
– Non ci provare. Non sperare di fregarci con le tue cazzate.
L’uomo sospirò, appoggiandosi allo schienale per quanto glielo consentivano le cinghie.
— Avete intenzione di uccidermi?
– Ti piacerebbe, vero? — Ghignò Trevis — Faremo molto di più — fece una pausa a effetto — noi ti cancelleremo dalla Storia. — Si girò verso il collega — Sidney, spiega al signore dove lo stiamo portando.
– Beh, in realtà non sappiamo esattamente dove – cominciò Sidney Un’occhiataccia di Trevis gli fece correggere il tiro — Ti stiamo portando nel futuro, ma non nel futuro dal quale noi proveniamo. Quello già non esiste più, perché lo abbiamo cambiato togliendoti dal passato dal quale derivava. Ciò che troveremo sarà un mondo futuro diverso, sviluppatosi senza Cristianesimo, quindi probabilmente migliore…
Sicuramente migliore — lo corresse Trevis.
– Sicuramente migliore di quello che abbiamo lasciato. Laggiù, dopo aver controllato, potremmo anche lasciarti andare, perché in una società ad alto sviluppo culturale e scientifico non potrai fare più alcun danno.
L’uomo scosse la testa, con un mezzo sorriso.
– Siamo arrivati — annunciò Trevis trionfante — Adesso vedrai.

– Non è possibile, non è possibile! — Ripeteva Trevis sconvolto, aggirandosi per la cattedrale — Non siamo riusciti a cambiare niente! — Strinse i pugni e urlò — Come diavolo ha fatto?
Stavolta fu Sidney a tirargli una gomitata per zittirlo.
– Calmati, o ci scopriranno.
– Lo abbiamo portato via — continuò Trevis, rauco — È ancora di là, legato nella cabina del TimeR, come cris… come ha fatto a impedirci di cambiare la Storia?
– Beh, magari è davvero…
– Stronzate! — Tornò a urlare Trevis. Poi crollò a sedere su una panca — Qual’è il trucco, com’è possibile che sia tutto assolutamente uguale a come l’avevamo lasciato?
– Non proprio tutto — disse il collega, indicando l’imponente mosaico sulla volta — Quando siamo partiti il Cristo Pantocrator lassù aveva i capelli — ridacchiò.
Trevis alzò la testa, come folgorato. Poi afferrò Sidney e lo trascinò nel TimeR nascosto in sagrestia.
– Che succede? — Chiese tranquillo l’uomo che li aspettava legato.
– Si riparte.
– E dove si va?
– A prelevare anche il tuo complice — ghignò Trevis. — Il pelato che ha preso il tuo posto e il tuo nome.
L’uomo sorrise.
— Fatelo pure. Un terzo lo sostituirà. E poi, se sarà necessario, un quarto, un quinto, un sesto…
– Quanti siete?
– Centinaia… non potete fermarci tutti. Ci prepariamo da anni, tutti per interpretare lo stesso ruolo. Altri hanno già provato a fermarci, molti di noi sono stati uccisi. Ma alla fine almeno uno di noi ce la farà — Tornò ad appoggiarsi allo schienale — E potrebbe anche essere uno che non ha la mia pazienza — aggiunse con uno strano sorriso.

PERSISTENZA

Il primo Sovrintendente di Tisra e lo sconosciuto stavano seduti davanti a due bicchieri di glab liscio. Tra di loro galleggiava l’ologramma d’un sistema stellare.
– Tre mega crediti. Ti auguro che la tua informazione li valga.
– Non basterebbero tutti i megac del tuo disgraziato pianeta a pagarmela quanto vale.
– Perché “disgraziato”?
– Interessa ai terrestri.
Il sovrintendente trasalì.
– Provamelo.
Lo sconosciuto allungò le sottili propaggini sulla piastra incastonata al centro del tavolino, e subito l’ologramma si modificò disegnando il tracciato d’una rotta interstellare, affiancato da una colonna di calcoli esplicativi.
– Sacro Jestra! — Mormorò il Sovrintendente — I terrestri! Cosa vorrebbero fare di Tisra?
– Quello che hanno fatto del loro pianeta madre — rispose lo sconosciuto, scolando il suo glab — “Fottimadre” è un tipico insulto terrestre.
Il primo Sovrintendente poggiò i tre megac sul tavolino. Lo sconosciuto li intascò rapidamente, e sparì.

– Com’è andata? – Chiese Hela, speranzosa.
– Bene — rispose Hen, rientrando nella sua navicella in orbita attorno a Tisra — Il Sovrintendente l’ha bevuta e m’ha pagato! — Fece rotolare i megac sotto gli occhi prismatici della sorella.
– E’ bizzarro, basta nominare i terrestri per suscitare il panico — ridacchiò lei — ma i terrestri non esistono!
– Beh, non più — precisò il fratello — Per fortuna si sono autodistrutti completamente ancora prima di mettere piede fuori dal loro sistema solare. Però le onde elettromagnetiche delle loro passate trasmissioni radiotelevisive continuano a propagarsi nella galassia. Da quelle molti hanno imparato a conoscerli come una minaccia orrenda, ed è nata la leggenda d’una loro misteriosa… persistenza.
– Ma come hai fatto a convincere il tisriano che i terrestri puntassero proprio sul suo sistema stellare?
Hen sorrise. S’avvicinò all’olopiastra incastonata sul muro e l’attivò sfiorandola con la propaggine sinistra.
– Vedi questo? Sembra il tracciato stilizzato d’una complicata rotta interstellare
– Da dove viene?
– Dalla terra. Compare in moltissime delle vecchie trasmissioni televisive terrestri, insieme ad altri undici simili. Li chiamavano Zodiaco. Uniscono una serie di stelle raffigurate come apparivano allora viste dalla terra. Questo tracciato in particolare è lo “Scorpione”, e qui in fondo comprende anche Thal, la stella di Tisra.
– Quindi forse i terrestri progettavano davvero di conquistarla — commentò Hela, stupita.
– A me importa solo che lo abbia creduto il Sovrintendente — Hen sorrise indicando i megac luccicanti.
Hela notò l’evanescente sagoma d’un insettoide sovrapposta al tracciato interstellare.
– Cos’è?
– Lo Scorpione, la forma di vita terrestre dalla quale questa rotta prendeva nome — rispose Hen — Era una bestiaccia tremenda, perciò i terrestri l’adoravano, e davano il suo nome a molte cose. Poteva uccidere con una sola puntura della sua coda avvelenata.
La navicella sussultò, le luci si spensero.
– Che succede?!
L’ologramma della rotta Scorpione venne bruscamente sostituito da uno del volto corrusco del Sovrintendente di Tisra.
– Spie dei terrestri, vi abbiamo immobilizzato, preparatevi a essere distrutti!
– Ma no! Noi non abbiamo niente a che fare con loro! — Urlò Hen nel buio.
– Come fate allora a conoscere i loro piani?
– Abbiamo soltanto elaborato i dati ricavati dalle loro trasmissioni radiotelevisive!
– Abbiamo mentito! — Aggiunse Hela.
L’ologramma del tisriano si contorse in uno strana smorfia.
– Siete venuti a estorcere denaro grazie a una minaccia. Non possiamo rischiare, dobbiamo comunque distruggervi preventivamente. Avete gli stessi metodi dei terrestri.
Un solo colpo a fusione centrò la navicella.
– Li avete anche voi — pensò Hen, prima di svanire disintegrato in un lampo silenzioso.

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Futuro Breve III – Santascienza https://www.carmillaonline.com/2007/09/09/futuro-breve-iii-santascienza/ Sun, 09 Sep 2007 01:31:59 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=2368 di Alessandra Daniele

CyberChurch.jpgPiù famoso di Gesù

Il talent-scout lo squadrò – Sì, sei fotogenico, ma soprattutto hai il fisico, e sei perfetto per il technicolor. Gli anni ’50 saranno il boom del technicolor — Gli puntò il sigaro contro — Io posso portarti dritto a Hollywood. Per prima cosa dobbiamo cambiare il nome. Cazzo, è impronunciabile, ma da dove vieni?! – Dalla Polonia. – Ehi! Non sarai mica un fottuto rosso? – Indiano? – Comunista! Il ragazzone biondo trasalì, come orripilato. – Assolutamente no! Sono contro, proprio per questo ho lasciato la Polonia. Avevo anche pensato di farmi prete… – [...]]]> di Alessandra Daniele

CyberChurch.jpgPiù famoso di Gesù

Il talent-scout lo squadrò
– Sì, sei fotogenico, ma soprattutto hai il fisico, e sei perfetto per il technicolor. Gli anni ’50 saranno il boom del technicolor — Gli puntò il sigaro contro — Io posso portarti dritto a Hollywood. Per prima cosa dobbiamo cambiare il nome. Cazzo, è impronunciabile, ma da dove vieni?!
– Dalla Polonia.
– Ehi! Non sarai mica un fottuto rosso?
– Indiano?
– Comunista!
Il ragazzone biondo trasalì, come orripilato.
– Assolutamente no! Sono contro, proprio per questo ho lasciato la Polonia. Avevo anche pensato di farmi prete…
– E perché hai lasciato perdere?
– Mi sono dovuto sposare — grugnì il polacco. Il talent-scout sghignazzò.
– Allora hai pure un marmocchio da mantenere.
– No, loro sono rimasti in Polonia.
– Meglio. Fanculo i pesi morti. E poi le fans preferiscono gli scapoli — gli strizzò l’occhio, masticando il sigaro – Tu come hai fatto a scappare?
Il biondo accennò un sorriso.
– Dopo la guerra, la mia compagnia teatrale è andata in tournée nella Germania Est…
Il talent-scout riprese a sghignazzare.
– E tu sei saltato all’Ovest! Bene, questa faccenda dell’anticomunismo farà un figurone nella tua biografia! Adesso pensiamo al nome. John, come Wayne, gli somigli anche.
Il polacco sospirò.
– Dobbiamo proprio cambiarlo tutto, il nome? E’ l’ultimo legame con la mia terra..
– Ma ci tieni così tanto, a ‘sto cazzo di Polonia? — Rise il talent-scout – Ok John Poland. Aspetta, mi piace, John Pol… John Paul… ci manca qualcosa… un numero! Sa di tradizione, valori familiari, padri pellegrini, e tutte quelle stronzate là. Sapresti imparare l’accento del New England?
– Sono portato per le lingue
– Benissimo John Paul II  — il talent-scout sfoderò un sorriso da squalo – Ti piace il tuo nuovo nome? Diventerà famoso!

* * *

– Cazzo, abbiamo persino cambiato la costituzione per poterlo eleggere, quel bastardo!
Il senatore Jameson si tormentava compulsivamente il cravattino dello smoking davanti allo specchio — Quello stronzo polacco invasato. Cazzo, un attore presidente degli Stati Uniti. Un pessimo attore di merdosi B-movie fascistoidi alla Casa Bianca. Come ci siamo arrivati?
– Be’, c’era già stato Reagan governatore della California — disse la moglie, sfilandogli di mano il cravattino ormai ridotto a un grumo di stoffa informe.
– Reagan?! In confronto a John Paul II, Reagan è un intellettuale liberal. In confronto a lui Nixon è un intellettuale liberal! — Il senatore crollò a sedere sul bordo del letto — Frida, se non riusciamo a risolvere questa maledetta crisi che Paul ha provocato con i russi, capisci cosa potrebbe succedere? Questo maggio 1981 potrebbe essere l’ultimo della razza umana.
– Ma Paul non dice sempre di volere la pace?
– L’albero si riconosce dai frutti, non dai discorsi — disse Jameson, cupo — Posso farla anch’io una citazione evangelica, o sono monopolio del polacco?
Frida si agganciò i vistosi orecchini.
– E’ la sua aria profetica che gli ha portato tanti voti.
– E l’odio paranoico per i comunisti.
– Beh, posso capirlo, con quello che hanno fatto alla sua prima moglie…
Il senatore si alzò di scatto.
– Stronzate! E’ stato lui a farla togliere di mezzo, raccontando che era morta in Polonia, per poter sposare una Vanderbilt, e farsi pagare la campagna elettorale.
Frida sogghignò.
– Però non credo che JP scatenerà la fine del mondo, gli piace troppo girarselo a spese nostre.
Un bodyguard irruppe trafelato nella camera d’albergo.
– Senatore, un attentato al presidente!
Jameson trasalì, la moglie mandò un gridolino strozzato.
– E’ stato colpito all’addome, è in coma!
Frida si precipitò ad accendere la tv. Tutti i canali avevano interrotto la normale programmazione per trasmettere le breaking news.
– L’hanno preso! — Disse la Jameson al marito, che s’era rimesso seduto con aria stordita.
– Chi?
– Il tizio che ha sparato al presidente. E’un turco, pare che farnetichi di provenire da un altro mondo, un altro universo… oh mio dio!
– Cosa c’è?
Frida si sedette sul letto accanto al senatore.
– L’FBI ha appena dichiarato d’avere un fascicolo su questo tizio. Pare sia legato al KGB
– Quindi hanno già identificato il mandante?… Ma che bravi. Veramente bravi.
Jameson si sdraiò, e chiuse gli occhi.
– E’ la fine — mormorò — Hai detto che J.P non avrebbe mai davvero cominciato la guerra? Be’, lo farà quel fottuto crucco nazista del suo vicepresidente.

Rituali

– Torno adesso dal pianeta Zrak, ho assistito alla Pioggia del Grande Nummo – disse lo sferoide, fluttuando attraverso l’elegante spazioporto di Alpha Draconis Primo.
– Oh, e com’è?- Chiese il lafadiano, sfregando le 16 antenne in segno di saluto.
– Una cerimonia davvero suggestiva! Su Zrak, chi ricopre la carica di Grande Nummo è considerato il tramite fra le acque del cielo e quelle della terra. Così, quando muore, il suo enorme corpo polpiforme viene bollito per tre rivoluzioni planetarie, e tutto il vapore che ne risulta viene condensato, e sparato nell’atmosfera. La prima pioggia successiva è perciò ritenuta sacra, e tutti accorrono a infradiciarsi sentendosi benedetti.
– Affascinante! – Il lafadiano sgranò gli occhi prismatici. Poi aggiunse – Sai, anch’io ho assistito a qualcosa del genere, su Terra. Un Ricambio Vaticano.
– Davvero? E’morto un altro di quei loro faraoni bianchi… come lo chiamano? Il Pupo?
– Il Papa. Sì, è morto, e milioni di loro si sono precipitati attorno alla sua salma.
– Per mangiarla?
– No, per fotografarla. Anche a costo di aspettare trenta ore pigiati tra la folla, evacuando i liquidi nelle stesse bottiglie da cui li avevano bevuti, e sempre continuando a fotografarsi anche a vicenda.
Il glabide sferoide oscillò pensoso.
– Gli occhi sono molto importanti per i terrestri. E dire che ne hanno solo due.
Il lafadiano annuì curvando le antenne, e riprese:
– Poi c’è stato il funerale. Ho usato l’antigravità per seguirlo dall’alto. Hai presente quella loro piazza circondata dal colonnato a forma di tenaglia?
– Quella che sembra una pista d’atterraggio per i Dischi Xorg?
– Già. Era strapiena di terrestri, tutti rigidamente divisi per caste ben riconoscibili anche dal colore delle livree. Ed anche lì tutti si fotografavano a vicenda.
– E il Klatvin?
Il lafadiano ronzò ironico.
– Ma no, il Klatvin è l’evirazione rituale dei principi di Wrana.. intendevi il Conclave? Beh, era l’unico posto dove non si poteva fotografare. Infatti ci sono rimasti pochissimo. Nella scelta della successione papale si sono limitati a seguire la linea dinastica: hanno nominato la vedova, Ra’hazt-qualcosa, che s’è subito precipitata alla finestra per farsi fotografare.
Il glabide ondeggiò perplesso – Ma questi loro Pupi non dovrebbero essere tutti maschi?
Il lafadiano si strinse nel diafano esoscheletro – Questo non mi è tanto chiaro… comunque non ci si può sbagliare di molto, i terrestri hanno solo due sessi.
– Ciascuno?
– A volte.
Passata l’ora di punta, lo spazioporto s’andava svuotando. Accompagnato dal lafadiano dalle otto propaggini cariche di bagagli, il glabide fluttuava pigramente verso l’uscita riflettendo ancora sui terrestri.
– E i loro rituali d’autodistruzione come procedono?
Il lafadiano sospirò, con uno schiocco della laringe chitinosa.
— La vedova s’è subito unita agli altri principali Necrofori del pianeta, ma credo che il suo influsso sui terrestri sia inferiore a quello del marito suo predecessore.
– E perché? – Chiese il glabide fermandosi davanti all’uscita.
– Non è fotogenica.- rispose il lafadiano, mentre usciva nel tramonto rossastro di Alpha Draconis.

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Futuro Breve II https://www.carmillaonline.com/2007/08/24/futuro-breve-ii/ Fri, 24 Aug 2007 01:13:52 +0000 http://www.carmillaonline.com/?p=2349 di Alessandra Daniele

Target

– Talk Shock è in crisi. Il dott. Frombola, dirigente Raiset puntò sulla donna uno sguardo severo. Sharona Van Sant, bionda conduttrice globale, trasecolò. – Ma non è possibile, è lo show dell’anno! C’è un argomento di scottante attualità, come il crocifisso con telecamera nelle cabine elettorali, e due contendenti legati in un gabbiotto su un’isola deserta che ne discutono, ricorrendo a tutto il loro miglior repertorio di insulti e minacce, ma senza mai contraddire le direttive fondamentali… – Sì, lo so, uno favorevole e l’altro contrario al crocifisso, ma entrambi a favore della telecamera per motivi [...]]]> di Alessandra Daniele

Target

– Talk Shock è in crisi.
Il dott. Frombola, dirigente Raiset puntò sulla donna uno sguardo severo. Sharona Van Sant, bionda conduttrice globale, trasecolò.
– Ma non è possibile, è lo show dell’anno! C’è un argomento di scottante attualità, come il crocifisso con telecamera nelle cabine elettorali, e due contendenti legati in un gabbiotto su un’isola deserta che ne discutono, ricorrendo a tutto il loro miglior repertorio di insulti e minacce, ma senza mai contraddire le direttive fondamentali…
– Sì, lo so, uno favorevole e l’altro contrario al crocifisso, ma entrambi a favore della telecamera per motivi di sicurezza – annuì Frombola con aria di sufficienza.
– Certo — disse Sharona — Non vogliamo mica che un terrorista faccia saltare il seggio, con la stupida scusa della segretezza del voto — poi riprese – Due discutono, uno solo sopravvive. E sono i telespettatori a decidere il vincitore, friggendo il perdente con la scarica elettrica che possono attivare attraverso il tasto rosso del loro telecomando.
– Il tasto col teschietto – concluse Frombola.
– Il trionfo della tv interattiva, dell’infoteinement, un format della madonna! — Sharona si sbracciava per la stanza, sbatacchiando pericolosamente la sua MediPrada. Come la maggior parte delle dive, s’era sottoposta all’espianto plastico degli intestini per entrare in una taglia 32, e ora se li portava dietro in una borsa Prada attrezzata per l’extracorporea.
– Shary, Talk Shock ha perso ben tre punti di share — tagliò corto Frombola.
– Ma giovedì scorso avevamo contro Rosso Sangue, la diretta dalla scena del massacro in villa — piagnucolò la conduttrice — L’elicottero della scorta del ministro è precipitato capovolto nella sua piscina e lo ha frullato a morte…
– So io di cosa c’è bisogno — intervenne uno degli autori — Bisogna coinvolgere di più l’audience.
Ancora di più? – chiese Frombola.
– Sì. Dobbiamo dargli la gratificante sensazione di poter influire concretamente anche sul problema in discussione. Qual è quello della prossima settimana?
– I campi nomadi. Se evacuarli prima di bruciarli.
– Bene — il giovane autore s’illuminò — L’innesco degli incendi controllati previsti è elettronico, vero? Potremmo collegare quello all’impulso del tasto rosso. I nostri tecnici sapranno come fare.
Frombola assunse un’aria pensierosa. Poi annuì.
– Potrebbe funzionare, se vincesse il no.
– Secondo i sondaggi vincerà di sicuro.
– E nel caso non dovesse bastare – Frombola indicò la MediPrada di Sharona – possiamo mettere un innesco anche lì.

Taglio diamante

– Bizzarra conformazione — Il primo Zeliano manifestò il suo stupore assumendo una colorazione bluastra — Guarda questa struttura semi-conica: non è un semplice sostegno, ci passano tutti i principali condotti di alimentazione.
– La tua lucidità analitica è encomiabile, vista la terribile situazione in cui ci troviamo – commentò il secondo Zeliano, del colore giallo pallido della sofferenza.
– Non è curiosità scientifica fine a se stessa — rispose il primo virando sul violetto — Benché prigionieri e gravemente feriti, abbiamo ancora abbastanza energia per attivare il Legame.

– Stupende! Sono pietre cangianti di Zelas? — chiese Lucille.
Claire sorrise civettuola — Sì, ed è proprio vero che emettono un leggerissimo ronzio quando cambiano colore.
– Gli eso-ecologisti sostengono che lo fanno per comunicare perché in realtà sono forme di vita intelligente.
– Ma figurati! — Sbottò Claire — Sono solo pietruzze, che tagliate e incastonate così sono perfette come orecchini – Scosse la testa facendo dondolare i due Zeliani. Un attimo dopo un lampo multicolore balenò da una pietra all’altra, unendole.
La testa di Claire rotolò via tranciata di netto.
Lucille cominciò a urlare.

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