di Marco Sommariva

Il Fatto Quotidiano riporta che Eva Longoria, l’ex stella della serie TV cult Desperate Housewives che aveva partecipato attivamente alla campagna elettorale per i Democratici e Kamala Harris, profondamente delusa dalla vittoria di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti d’America, ha preso la decisione drastica di lasciare gli Usa. In un’intervista ha dichiarato: “La parte scioccante non è tanto che abbia vinto. Il fatto è che un criminale condannato che sputa così tanto odio possa occupare l’ufficio più importante del Paese”. E ancora: “Gli Stati Uniti sono un luogo spaventoso. Se Donald Trump mantiene le sue promesse, diventerà un luogo spaventoso. […] Sento che questo capitolo della mia vita è finito. Sono privilegiata, posso scappare e andare da un’altra parte. La maggior parte degli americani non è così fortunata e si ritrova in questo Paese distopico. Per loro provo ansia e tristezza”.

Questo voler fuggire da un paese distopico mi ha ricordato l’inizio di Eclipse, romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1985, il primo dell’omonima trilogia cyberpunk scritta John Shirley che proseguirà con Azione al crepuscolo (1900) e terminerà con La maschera sul sole (1990), tutti pubblicati su Urania.

L’universo descritto in Eclipse è ambientato nel XXI secolo, racconta un’Unione Sovietica che ha invaso l’Europa occidentale e, a proposito del fuggire di cui sopra, nei primi capitoli riporta: “Tutto ciò cui riuscivo a pensare era di pararmi il culo, di tornare negli Stati Uniti. Ma non riuscii a trovare un volo per fuori Londra; erano tutti limitati a uso governativo. O cancellati. Tutti volevano andarsene dalla fottuta Europa. Mai sentito parlare della guerra del Vietnam? Bene, allora sai come, quando l’esercito americano si spinse verso sud, ci fu questa frenetica corsa per uscire da Saigon con qualsiasi mezzo possibile… E lo stesso accadde in tutto il continente, nelle grandi città…”.

Cos’era accaduto esattamente nel romanzo? Era successo che l’esercito sovietico era apparso dal nulla, “che nessuno era riuscito a capire come avessero potuto riunire così tante truppe lungo il confine senza insospettire la Nato. […] La Nato aveva avvistato qualche paracadute, ma i Sovietici avevano detto che si trattava dell’invio di medicinali per via di qualche epidemia. Poi, di colpo, le fottute truppe erano lì…”.

Anche in questo caso, quanto accade realmente in Europa nel febbraio del 2022 s’avvicina molto alla narrazione di Shirley: all’epoca, l’Occidente temeva un bluff di Putin quando dichiarava che le truppe russe al confine ucraino erano lì per delle esercitazioni e che sarebbero rientrate alle loro basi.

Una volta si diceva che la narrazione fantascientifica era nata e s’era sviluppata in Occidente col presupposto d’ipotizzare quali scenari avrebbero potuto scaturire dalle nuove scoperte scientifiche, ragionando anche sugli impatti che queste potevano avere sulla società e sulle persone. Sono anni, invece, che s’è insinuato un sospetto, quello che si segua la fantascienza – libri, fumetti, film, serie TV, videogiochi, eccetera – per trarre spunti, ispirazioni, suggerimenti su cosa fare e come, tipo il cane robot (da guardia) che si aggira per il resort della proprietà di Mar-a-Lago di Donald Trump, impiegato per rafforzare le misure di sicurezza a protezione del neoeletto presidente: come non pensare ai cani robot di uno degli episodi di Black Mirror 4  (Metalhead) e, soprattutto, ai cani robot di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, programmati per individuare e colpire i nemici, ossia i possessori di libri e i luoghi dove questi sono contenuti? Di esempi del genere se ne potrebbero fare a decine, a iniziare dalla decisione presa in Kuwait d’introdurre un’identità digitale elettronica giustificando la scelta come un aiuto ai cittadini per accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione senza, però, dare la possibilità alle persone di scegliere se aderire o meno a questa cessione dei dati sensibili allo Stato, andando a penalizzare chi si è rifiutato bloccando a tutti loro, 35 mila persone, l’accesso al proprio conto corrente né di trasferire denaro.  Un po’ quello che succede alle donne nel mondo distopico immaginato da Margaret Atwood ne Il racconto dell’ancella, pubblicato nel 1985.

Le similitudini tra la realtà e la trilogia di Shirley sono numerose, dall’utilizzo dei droni che sorvegliano le città – “Era un uccello di metallo. Aveva ali meccaniche, viscere elettroniche e una telecamera nel capo. Ma aveva la forma di un tordo, e più o meno le stesse dimensioni. Le sue ali battevano freneticamente come quelle di un colibrì mentre attraversava in volo la città, inondata e in rovina. […] Sul ventre del pennuto era visibile una fila di numeri di serie. In realtà si trattava di un apparecchio di sorveglianza […]” – alla presenza di una Rete che ci foraggia di canali televisivi e notizie, e che viene ascoltata e seguita come una religione – “La Rete Amica, dio di tutta la Rete elettronica. La Rete dà la Tv e le notizie… dà credito, che si traduce in cibo e riparo. Pregate la Rete Amica e i computer della compagnia elettrica perderanno la vostra bolletta, regalandovi un mese extra prima di tagliarvi i fili della luce; pregate la Rete Amica e l’Interbanca compirà un errore a vostro favore, attribuendovi cinquecento dollari che non dovreste avere. Per poi dimenticarsene. Pregate la Rete Amica e il computer della polizia perderà i dati dei vostri precedenti”.

Se riteneste quanto sopra non particolarmente brillante o profetico, leggete cosa scrive Shirley in Eclipse, circa la Colonia, una “cosa” costruita con asteroidi e frammenti di roccia su cui vivono diecimila persone, orbitante intorno alla Terra – “Vista dall’esterno, la Colonia, lunga dieci chilometri, appariva come una specie di cilindro che avesse inghiottito qualcosa di grosso e lo stesse digerendo come fanno i serpenti boa. Il rigonfiamento che mostrava nel centro era una sfera del diametro di circa due chilometri, il cui concavo interno rappresentava la principale zona residenziale della Colonia” – e poi date un’occhiata all’articolo pubblicato l’8 settembre 2024 da Il Sole 24 Ore, in cui Elon Musk si pone come traguardo anche quello di consentire al genere umano di “non avere più tutte le nostre uova, letteralmente e metabolicamente, su un unico pianeta”.

Elon Musk mi richiama alla mente uno dei personaggi di quest’opera di Shirley: Rick Crandall il Sorridente – proprio così, “il Sorridente”. Ora, provate a leggere il prossimo estratto e vedete voi se vi viene in mente qualcuno: “Negli anni ’90, nonostante il declino economico degli Stati Uniti, tutti i paesi non-socialisti e non-islamici erano andati americanizzandosi sempre di più. Verso la fine del decennio, ogni paese in cui vivesse una classe borghese o piccolo-borghese disponeva di una sua televisione. E fra esse proliferavano le trasmissioni via satellite di canali americani. In ogni paese industrializzato esistevano canali in lingua inglese: l’inglese aveva acquistato via via sempre maggiore importanza. I valori e le attrattive della vita americana si fecero sempre più presenti nelle società del terzo mondo. E uno dei pilastri di tale pensiero era la rinata cristianità. E i sempre più numerosi predicatori propagandavano in lingua spagnola, portoghese, swahili e così via, l’importanza dei valori e dei comportamenti cari agli Stati Uniti. Ogni televisione del terzo mondo trasmetteva un programma presentato da un tipo chiamato Rick Crandall il Sorridente. Costui era uno fra i più giovani ministri fondamentalisti d’America. […] Ma in realtà, Crandall era un reclutatore. Approfittava della sua fama internazionale o ricorreva alla corruzione per arrivare ai personaggi politici più importanti, a coloro che si collocavano ai margini del governo e ai loro oppositori. Legandoli a una nuova sezione dell’Alleanza detta Loggia Antiterrorismo. La quale, in realtà, era una copertura. Era in realtà la sezione di reclutamento dell’esercito della Seconda Alleanza”.

La Seconda Alleanza – nel romanzo è abbreviato in SA, proprio come il reparto paramilitare costituito da Hitler nel 1921 a difesa dei comizi del Partito Nazista – è un esercito capace di schierare solo che in Europa mezzo milione di soldati, una compagnia di sicurezza privata fondata da Predinger “un milionario americano categoricamente conservatore. Tanto quant’è possibile esserlo senza venire rinchiusi in un manicomio”, costituita da mercenari razzisti e spietati, guidata dal telepredicatore Rick Crandall, appunto. Questa forza di polizia internazionale privata, ispirata da valori di stampo religioso cristiano, ha evidenti connotati di estrema destra: “Fottuti Yankee che si masturbano con quei fottuti nazisti. Hanno deciso di reclutarli perché pensano che sia “o così o il comunismo”. E i fascisti hanno fatto grandi promesse di ottimi affari commerciali”.

Caso strano, questo corpo privato, l’SA, diventa presto un gruppo armato antiterroristico che permette al suo fondatore, Predinger, di esprimere le sue simpatie politiche: “Va da sé che l’Alleanza concentrò la sua azione sul terrorismo di sinistra, ignorando quello delle destre. Mise una gran quantità di persone sotto sorveglianza […] l’Sa assassinò alcuni leader radicali da essa ritenuti alleati con i terroristi. Il più delle volte, però, le persone colpite erano proprio quei moderati che riuscivano a tenere a bada le frange più estremiste. Può anche darsi che l’abbiano fatto deliberatamente, sapendo che quando gli estremisti si fossero fatti avanti per riempire quel vuoto, il mondo impaurito avrebbe tollerato, se non addirittura richiesto, l’intervento dell’Sa. Così crebbe sia di responsabilità che di contatti, e con questi ultimi vennero anche potere e influenza. E, naturalmente, questo credito veniva aumentato dal sapiente uso del denaro operato da Predinger”.

Insomma, non so voi, ma a me sembra che i due personaggi costruiti da Shirley – Predinger e Crandall – siano molto attuali: “Politicamente, il credo fondamentale dell’SA è semplicemente il fascismo. E qui non parliamo di fascisti come uno sbarbatello di sinistra potrebbe chiamare “fascista” qualsiasi guerrafondaio, rendendo il termine un mero dispregiativo. Parliamo della vera e propria essenza del fascismo. Predinger e Crandall sono entrambi profondi ammiratori del fascismo classico e della demagogia razzista, Hitler e Mussolini compresi”.

Ci tengo a ricordare che Biden e, più volte, Kamala Harris hanno definito “fascista” il prossimo presidente americano Trump , e che Elon Musk è un padrone che ha proibito ai propri dipendenti negli Usa di organizzarsi in sindacato, così come Henry Ford – ammiratore di Mussolini e Hitler – famoso per la sua politica antisindacale esercitata nelle sue fabbriche.

Ammesso la crescente influenza di Musk su Trump non faccia saltare il banco, alcuni collaboratori del neoeletto presidente potrebbero preoccupare come certi personaggi di Shirley. Proviamo a conoscerne meglio alcuni.

Iniziamo da Pete Hegset, il signore coi tatuaggi di estrema destra.

Come Crandall, anche Pete Hegseth – l’uomo scelto da Trump come futuro capo del Pentagono, un Dipartimento che governa un milione e 300 mila soldati, e 750 mila civili – è un personaggio televisivo e, come Crandall, non ama la diversità etnica: “dagli schermi di Fox, Hegseth si è scagliato in tante occasioni contro gli ideologhi che avrebbero distrutto l’esercito a colpi di programmi che incentivano la diversità etnica, razziale, di genere tra i militari. Hegseth è contrario all’accesso tra i militari delle persone transgender e alla partecipazione delle donne a operazioni di combattimento (deciso durante l’amministrazione Obama)”. Soprattutto il tema delle donne nell’esercito è sembrato appassionarlo – ovviamente in negativo. “Le donne non dovrebbero far parte dei corpi di combattimento”, ha spiegato Hegseth, “sono coloro che danno la vita. Non coloro che la tolgono. Conosco un sacco di fantastiche donne soldato. Solo che non dovrebbero stare nel mio battaglione di fanteria. Complicano tutto. E complicare le cose in una situazione di combattimento significa perdite sicure”.

Proseguiamo con il fervente antiabortista Matt Gaetz.

Nonostante Trump sappia che questo suo fedelissimo, assediato dagli scandali sessuali e dalle notizie che circolano relative all’abuso di droghe, non abbia molte chance di ottenere il via libera dal Senato, ha deciso di proporlo come futuro capo del dipartimento di Giustizia; ossia, lo stesso dipartimento che ha incriminato Gaetz per traffico sessuale con minorenni: “È in particolare la nomina di Gaetz, sotto inchiesta alla Camera per questioni etiche dopo che il dipartimento di Giustizia (che ora dovrà guidare) l’ha indagato senza incriminarlo per traffico sessuale con minorenni, che sta creando il maggiore shock ed oltraggio al Congresso, anche tra i senatori repubblicani che dovranno confermarlo. I repubblicani avranno una maggioranza tra i 52 e i 53 seggi, quindi anche un piccolo gruppo di oppositori potrebbe creare dei problemi alla conferma del deputato. Gaetz, 42 anni, è stato indagato dai procuratori federali per accuse di sfruttamento sessuale di una 17enne. L’inchiesta federale si è chiusa senza incriminazioni, ma ora è la commissione Etica della Camera ad indagare sulle accuse di natura sessuale e uso illecito di droga. Al centro delle accuse i viaggi che Gaetz avrebbe fatto alle Bahamas con escort pagate per viaggiare con lui, cosa che viola la legge federale, tra le quali anche una minorenne. Accuse sempre negate dal repubblicano che in questi anni si è imposto come una figura divisiva anche all’interno del partito repubblicano, soprattutto per essere stato alla guida del gruppo di trumpiani di estrema destra che fecero cadere lo Speaker Kevin McCarthy e precipitare la Camera nel caos”.

Quindi, nell’ottobre del 2023 Matt Gaetz “è stato alla guida del gruppo di trumpiani di estrema destra che fecero cadere lo speaker Kevin McCarthy e precipitare la Camera nel caos”: qualcosa di inedito per la politica americana – è stata la prima volta nella storia degli Stati Uniti che la Camera dei Rappresentanti ha rimosso dall’incarico il suo presidente.

Pete Hegseth e Matt Gaetz – personaggi di destra con discreta idiosincrasia verso il mondo femminile – Elon Musk e Donald Trump… sarà mica per questo che, dopo soli tre giorni dall’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti, sono tantissimi i lettori americani che hanno acquistato romanzi distopici? In una sola settimana, Il racconto dell’ancella ha scalato quattrocento posizioni nella US Amazon Best Sellers chart di Amazon, arrivando a essere il terzo libro più venduto sulla piattaforma – al sedicesimo, invece, 1984 di George Orwell.

Nel romanzo di Atwood è descritto un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, dove gli Stati Uniti sono diventati uno stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile; la voce narrante è quella di una ragazza che, prima del cambiamento, conduceva una vita normale – lavorava in una redazione, conviveva col suo compagno e, insieme, crescevano una figlia – e che, dopo, viene allontanata dalla famiglia e costretta a diventare un’ancella, perdendo così anche il diritto ad avere un nome: “Era così che si viveva allora? Vivevamo di abitudini. Come tutti, la più parte del tempo. Qualsiasi cosa accade rientra sempre nelle abitudini. Anche questo, ora, è un vivere di abitudini. Vivevamo, come al solito, ignorando. Ignorare non è come non sapere, ti ci devi mettere di buona volontà. Nulla muta istantaneamente: in una vasca da bagno che si riscaldi gradatamente moriresti bollito senza nemmeno accorgertene. C’erano notizie sui giornali, certi giornali, cadaveri dentro rogge o nei boschi, percossi a morte o mutilati, manomessi, così si diceva, ma si trattava di altre donne, e gli uomini che commettevano simili cose erano altri uomini. Non erano gli uomini che conoscevamo. Le storie dei giornali erano come sogni per noi, brutti sogni sognati da altri. Che cose orribili, dicevamo, e lo erano, ma erano orribili senza essere credibili. Erano troppo melodrammatiche, avevano una dimensione che non era la dimensione della nostra vita. Noi eravamo la gente di cui non si parlava sui giornali. Vivevamo nei vuoti spazi bianchi ai margini dei fogli e questo ci dava più libertà. Vivevamo negli interstizi tra le storie altrui”.

Credo sia molto importante essere consapevoli del fatto che “nulla muta istantaneamente” e che, appunto, in una vasca da bagno che si riscalda gradatamente si morirebbe bolliti senza nemmeno accorgercene; forse questo aumento delle vendite è dovuto all’aver percepito sulla propria pelle, l’alzarsi della temperatura dell’acqua – o del brodo? – in cui gli statunitensi, e non solo loro, sono immersi.

A proposito di donne e della prossima amministrazione, Trump ha deciso di assegnare la guida del dipartimento dell’Istruzione a Linda McMahon, ex Ceo della famosa compagnia di wrestling World Wrestling Entertainment (Wwe), scatenando le critiche dell’Associazione nazionale dell’istruzione, secondo cui The Donald “mostra di non essere interessato al futuro degli studenti” visto che, a parer loro, la McMahon non è qualificata “e il suo unico obiettivo è eliminare il dipartimento e togliere risorse alle scuole pubbliche”.

Togliere risorse alle scuole pubbliche; ossia, penalizzare gli strati sociali più bassi: sempre gli stessi ci finiscono in mezzo, i più bisognosi.

Anche in Eclipse non va granché bene agl’indigenti: la Colonia che avrebbe dovuto essere in grado di fornire lavoro e alloggio alle persone degli strati sociali più bassi, e quindi doveva essere qualcosa di estremamente positivo e umanitario, si rivela essere un fallimento: “una volta quassù [i più bisognosi] si sono ritrovati a vivere in dormitori sovraffollati e dall’aria malsana; una casa ben peggiore di quella che si erano lasciati dietro”.

In Eclipse non va granché bene neppure agl’immigrati. Durante il Congresso Europeo della Nuova Destra, “con la stessa freddezza di un cuoco intento a commentare una ricetta”, il leader del Front Nationale francese dice: “…l’inevitabilità del conflitto fra culture le cui radici storiche affondano in terreni fondamentalmente diversi, come quelle europee e mediorientali, non può venire ignorata. Le buone intenzioni di coloro i quali cercano di riconciliare i fondamentalisti islamici con gli Europei non può che far aumentare l’attrito delle divergenze sociali. Perché in realtà le divergenze sociali sono inevitabili. Gli immigrati provenienti da mondi estranei al nostro hanno inquinato le nostre acque culturali. È da sciocchi ritenere che si possa mai arrivare a convivere armoniosamente nello stesso paese. È ingenuo e poco realistico. E questa ingenuità costa tempo, denaro e… sì, anche vite umane. Bisogna affrontare la realtà: alcune razze non potranno mai andare d’accordo con altre! La risposta è semplice: espulsione. Non dipende da noi se saremo costretti a usare la violenza per mettere in pratica questa che è l’unica soluzione al problema dell’immigrazione. Vitalità culturale e purezza razziale sono sinonimi…”.

Un po’ come scriveva Michel Houellebecq in Sottomissione: “Bisognava arrendersi all’evidenza: giunta a un livello di decomposizione ripugnante, l’Europa occidentale non era più in grado di salvare se stessa […]. Il massiccio arrivo di popolazioni immigrate fedeli a una cultura tradizionale ancora modellata sulle gerarchie naturali, sulla sottomissione della donna e sul rispetto dovuto agli anziani, costituiva un’occasione storica per il riarmo morale e familiare dell’Europa, creava la possibilità di una nuova età dell’oro per il Vecchio Continente. Quelle popolazioni erano in certi casi cristiane; ma più spesso, bisognava riconoscerlo, erano musulmane”.

Il problema dell’immigrazione: cos’ha idea di fare Trump, per risolverlo? Annuncia il ritorno dell’intransigente Tom Homan alla guida dell’Agenzia responsabile per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione, l’Immigration and Customs Enforcement (Ice) degli Stati Uniti: “Conosco Tom da molto tempo e non c’è nessuno più bravo di lui nel sorvegliare e controllare i nostri confini, [sarà responsabile di] tutte le deportazioni di immigrati clandestini nel loro Paese di origine”. In pratica, il tycoon dà un volto alla promessa fatta, quella di attuare la più grande operazione di deportazione di immigrati clandestini nella storia degli Stati Uniti.

Personalmente, son rimasto impressionato da quanto dichiarato da Homan durante un’intervista rilasciata a Fox News, in cui afferma che i militari non rastrelleranno e arresteranno illegalmente gli immigrati nel paese e che l’Ice si muoverà per attuare i piani di Trump in maniera umana: “Quando andremo là fuori, sapremo chi stiamo cercando. Molto probabilmente sappiamo dove saranno e tutto sarà fatto in modo umano”.

Sbaglierò, ma questo attuare una deportazione in modo umano mi ha ricordato lo scopo umanitario che, in Eclipse, ha portato gli strati sociali più bassi a essere “deportati” sulla Colonia; tra l’altro, temo di sapere dove, “molto probabilmente”, Homan e l’Ice troveranno chi stanno cercando: in dormitori sovraffollati e dall’aria malsana.

L’immagine dei dormitori fa tornare a Il racconto dell’ancella, il romanzo distopico già citato, dove le Zie sono le guardiane del rigore morale delle donne e le ancelle – uniche femmine ancora in grado di procreare dopo la catastrofe – vivono così: “Si dormiva in quella che un tempo era la palestra. […] Avevamo lenzuola di flanella leggera, come i bambini, e vecchie coperte di quelle in dotazione all’esercito, ancora con la scritta U.S. Ripiegavamo i nostri abiti per bene e li riponevamo sugli sgabelli ai piedi del letto. Le luci venivano abbassate ma non spente. Zia Sara e Zia Elisabetta vigilavano, camminando avanti e indietro; avevano dei pungoli elettrici di quelli che si usano per il bestiame agganciati a delle cinghie che pendevano dalle loro cinture di cuoio. Niente pistole, però, neanche a loro venivano affidate le pistole. Le pistole erano per le guardie, scelte a questo scopo tra gli Angeli. Alle guardie non era permesso entrare nella casa se non vi erano chiamate, e a noi non era permesso uscirne, tranne che per le nostre passeggiate, due volte al giorno, due per due, attorno al campo di calcio che adesso era cintato da una rete metallica bordata di filo spinato. Gli Angeli stavano dall’altra parte, voltati di schiena verso di noi. Erano oggetto di paura per noi, ma anche di qualcos’altro. Se solo ci avessero guardato. Se solo avessimo potuto parlare con loro. Si sarebbe potuto stabilire uno scambio, pensavamo, un accordo, un baratto. Avevamo ancora il nostro corpo. Erano queste le nostre fantasie. Avevamo imparato a sussurrare quasi impercettibilmente. Nella semioscurità potevamo allungare le braccia, quando le Zie non guardavano, e toccarci le mani attraverso lo spazio tra un letto e l’altro. Leggevamo il movimento delle labbra, con le teste posate sul cuscino, girate di lato, osservando l’una la bocca dell’altra. In questo modo ci eravamo scambiate i nostri nomi, di letto in letto: Alma. Janine. Dolores. Moira. June”.

Prima di perdermi, e magari non ritrovarmi più, in questo ginepraio dove spesso confondo quale sia la realtà e quale la finzione distopica, soprattutto, dove spesso mi sembra che la finzione distopica sia più accettabile di tante realtà, chiudo con l’ennesimo spaventoso intreccio tra quello che ci sta intorno e l’opera di Shirley.

Ricordate la Seconda Alleanza descritta in Eclipse, la forza di polizia internazionale privata che diventa presto un gruppo armato antiterroristico? Bene. Pete Hegseth, la personalità Tv di estrema destra scelta da Trump quale futuro capo del Pentagono, non s’è battuto soltanto contro inchieste su militari Usa accusati di gravi crimini di guerra in Irak, ha preso le parti anche di squadre paramilitari private che avevano in appalto mansioni di sicurezza, come fece nel 2017, quando definì il massacro di diciassette civili inermi e innocenti in una piazza di Baghdad da parte di guardie dell’allora società Blackwater, come “un altro giorno di lavoro in Irak”.