di Walter Catalano
Dale Pendell, Pharmako Gnosis: Piante psicoattive e la Via venefica, AddEditore, trad. Anita Taroni e Stefano Travagli, prefazione di Vanni Santoni, pp. 415, euro 22.00 stampa
Dale Pendell (1947-2018), è stato uno di quegli straordinari personaggi, contemporaneamente così profondi e così leggeri, che con certa frequenza la (contro)cultura statunitense è stata capace di esprimere almeno fino a qualche anno fa. Passato attraverso l’esperienza beat, hippie, yippie, freak, ecc., compagno di strada di Allen Ginsberg e Tim Leary ma sempre da una prospettiva unica e del tutto personale, Pendell ha saputo fondere e compenetrare scienza, folklore e poesia, restando insieme poeta e narratore, così come mitologo, etnobotanico e antropologo: altrettanto a suo agio con la farmacologia e le neuroscienze quanto con lo sciamanismo e l’economia politica. Tutto il suo percorso umano, artistico e scientifico (e se vogliamo, perché no, anche magico) si è fondato rigorosamente non su una conoscenza astratta, teorica e libresca ma sull’esperienza diretta, concreta e tecnica, dell’uso umano delle piante psicoattive.
Pendell è stato anche un attivista politico nel contesto ritualistico e simbolico del festival del Burning Man, un evento di cui era uno degli ideatori e istitutori fin dal 1986: tenuto annualmente negli stati occidentali dell’Unione fino all’insorgere dell’epoca pandemica, nel week-end del Labor Day, la festa nazionale del lavoro del primo lunedì di settembre, negli Stati Uniti alternativa a quella europea del Primo maggio. Una celebrazione animata da e dedicata ad artisti, naturisti, bohemiennes e spiriti liberi; otto giorni durante i quali il baratto e il dono sono le uniche forme ammesse di passaggio di proprietà di beni, e vigono i dieci principi fondamentali: l’inclusione radicale (libera accoglienza di tutti), la pratica sistematica del dono, dell’immunizzazione dalla dipendenza del mercato, della radical self-reliance ispirata alle teorie del filosofo trascendentalista Ralph Waldo Emerson, dell’auto espressione radicale (nudismo, ecc.), del senso comunitario, della responsabilità civica, del non lasciare tracce e rifiuti, della partecipazione estatica e dell’esperienza immediata (immediacy). Il tutto culminava nel rito dell’arsione di una gigantesca effige umana, non dissimile – ma pare che non ci sia stata ispirazione diretta al film – da quella mostrata in The Wicker Man (ovviamente senza alcun sacrificio umano…). In questo contesto Pendell ha elaborato la nozione di Horizon anarchism, ispirato a idee di Noam Chomsky e Hakim Bey, una forma di anarchismo apparentemente non incompatibile con il riformismo del sistema esistente.
La prospettiva principale e il campo di attività prevalente di Pendell resta comunque quello della psiconautica, l’esplorazione e la sperimentazione della via venefica, la conoscenza e l’uso delle piante di potere. Il risultato più complesso e affascinante di questa ricerca durata tutta una vita, è contenuto ancor più che nei suoi numerosi romanzi, saggi e raccolte poetiche, nella trilogia – che è un po’ tutte queste cose insieme, e anche molte altre – di cui è stato finalmente tradotto in italiano il primo volume. Si tratta di Pharmako Gnosis, dedicato alle piante cosiddette enteogene, cioè con effetti psichedelici. Gli altri due volumi, che speriamo verranno presto a loro volta tradotti, sono Pharmako Dynamis: Stimulating Plants e Pharmako Poeia: Plant Powers, Poisons and Herbcraft, tutti pubblicati dalla Mercury House.
Come evidenzia Vanni Santoni nella sua bella prefazione: “Pharmako/Gnosis è al tempo stesso un trattato di botanica, uno studio di mitologia comparata, un diario allucinatorio, un grimorio magico, un manifesto politico-esistenziale e uno zibaldone poetico. Qua si incontrano Michaux e Avicenna, Dogen e Maria Sabina, Goethe e McKenna, Samorini, Ginsberg e Discoride – e non separatamente: stanno seduti allo stesso tavolo, e se ti distrai un attimo si scambiano pure di posto”. Infatti le pagine zeppe di formule e grafici a descrivere complicate reazioni chimiche si alternano alle pittoresche tassonomie erboristiche e le dettagliate relazioni storico-antropologiche e mitografiche al numinoso simbolismo del rituale sciamanico o al canone goetico del grimoire, mentre la notazione diaristica e aneddotica trapassa nel flusso lirico della poesia.
Si confrontino i seguenti passi: “Il Matto (il Fool) è il parassita, colui che non lavora mai e canta per mangiare. Racconta storie e fa scherzi divertenti. E’anche il capro espiatorio, il pharmakos, l’emarginato, colui che assume su di sé la colpa per i crimini di tutti. Il Matto è il diversivo, perché non si guardino troppo da vicino il Re e le sue azioni. […] I regimi coercitivi e totalitari (che possono nascondersi anche dietro elezioni truccate) dipendono sempre dai capri espiatori, e da una rete capillare di prigioni. L’elevata popolazione carceraria è l’indicatore più evidente di uno Stato di polizia. […] Nessun governo può sopravvivere a uno sciopero generale. Ed è per questo che gli organizzatori (siano essi esponenti politici, sindacali, o medici ospedalieri) sono i primi obiettivi degli arresti e delle esecuzioni. Quando si dicono certe cose, è bene indossare un berretto a sonagli”. (pag. 321); “Se il lavoro con il demone è una parte necessaria del tuo procedere, non lavorare con un partner che ignora le ombre, le sue stesse ombre. Non lavorare con chi ha paura della negatività o non ha imparato ad affrontarla. Il nostro obiettivo non è evitarla o scacciarla. Dichiarazioni come “non c’è oscurità nel mio cuore” dovrebbero metterti in guardia. Solo i vampiri non gettano ombre” (pag. 184); “L’alcaloide è presente nei bottoni essiccati in quantità variabile tra il tre e il quattro per cento, e per lo 0,4 per cento nelle cime fresche. I dati sull’effettiva percentuale di mescalina variano molto, ma sembra ammontare a circa il 30% degli alcaloidi totali. Questo si traduce tra l’uno e il due per cento di mescalina nei bottoni essiccati. (Heffer riportava il 6,3 per cento, ma tutti gli altri ricercatori hanno trovato valori più bassi). (pag. 119); “C’è chi studia l’illuminazione, noi invece studiamo l’illusione. Cerchiamo la medicina nel veleno stesso che ci ha sedotto. La mente, potremmo dire, sta troppo con noi, quindi carichiamone ancora un po’. Il lavoro della mano sinistra. Comunque. Lungo la via venefica, non aspettarti di trovare amici tra i Veri Credenti: i nostri compagni di viaggio sono i pharmaka. Poi ci sono i veri credenti della via venefica: ma la loro aspettativa di vita è così breve che dovresti farti prestare soldi da loro ogni volta che puoi”. (pag.20); “E’ quindi abbastanza semplice calcolare che mentre l’energia in un litro di xenon a temperatura ambiente è la stessa di un litro di protossido di azoto a temperatura ambiente, la velocità molecolare media degli atomi di xenon è solo di 227 m/sec, inferiore a quella del protossido di azoto, e anche a quella dell’ossigeno, che raggiungerebbe i 461 m/sec. (lascio al lettore come esercizio le implicazioni di questi corroboranti frammenti di fisica)”. (pag.287); “Ho cantato e non è venuto./Ho continuato a cantare./Ho cantato e non è venuto./Ho continuato a chiamare. Ho gridato. Ho fischiato./Ho cantato e non è venuto./Ho continuato a cantare. Ho cantato e/ Oh !/ (pag. 165). “Cose/Che non avevo notato./Il riflesso/dell’acqua in movimento/che fa brillare il/lato inferiore delle foglie/degli alberi che mi sovrastano,/Cose/Che non avevo notato/mai-/troppo veloce, troppo/preoccupato./Libellule arancioni/sfiorano l’acqua/ cose semplici./ (pag. 75).
Sembrano frammenti di libri diversi ma vengono tutti da questa immensa e magmatica silloge, una lettura febbrile e brulicante che ha veramente il piglio profetico del testo sapienziale: prospettive remote all’orizzonte, la fine del proibizionismo, la rinascita di una nuova era psichedelica in cui il modello capitalista della “droga” come assuefazione al consumo e allo stordimento, venga invertito di segno e trasformato così che l’ancestrale potere magico delle piante ci si riveli di nuovo come “medicina”, sacro veleno degli dei e liberazione del cuore e della mente. Come conclude Pendell nelle ultime righe del libro (e in questo momento di distanziamento pandemico le implicazioni di quanto affermato si stratificano ulteriormente): “Nelle epoche oscure è fondamentale mantenere le relazioni, stare insieme agli altri, e aprirsi alle milioni di alleate che ci circondano, ciascuna delle quali fa del proprio meglio per dirci chi siamo. Notte notte, miei cuccioli”