Fanno un po’ pena certi poveri diavoli, quando fanno capitomboli paurosi. Prima magari si ride, poi subentra la compassione.
E’ il sentimento che abbiamo provato nei confronti di Filippo Facci, arguto collaboratore de Il Giornale. Questi, sul quotidiano e sul sito web Dagospia, compone un florilegio di citazioni dal romanzo di Cesare Battisti L’ultimo sparo, scambiato per un’autobiografia vera e propria (“stesso gruppo armato, stesse rapine e ammazzamenti di vittime similari” ecc.). Ecco quindi che Battisti avrebbe ucciso di sua mano il direttore di un penitenziario sotto gli occhi della moglie e una signora elegante vestita di nero, agente dei servizi segreti, sparandole in faccia. C’è da rallegrarsi che Battisti non abbia scritto anche Il silenzio degli innocenti o Hannibal, altrimenti le sue vittime sarebbero state più numerose.
Viene il sospetto che Facci, quando ha letto L’idiota o Delitto e castigo di Dostoevskij, abbia creduto che Dostoevskij fosse un idiota, assassino di una povera vecchia. (VE)
(Nelle foto: a sinistra Filippo Facci, a destra L’Idiota, nella recente trasposizione teatrale di Gigi Dell’Aglio)