Clown Bianco Edizioni, Ravenna 2021, pp 306; 18,00 euro
di Nevio Galeati
«In una reale notte fonda dell’anima sono sempre le tre del mattino». Pier Vittorio Tondelli, Rimini (1985)
Il mare d’inverno è romantico e amaro, lo sanno tutti almeno dal 1984, dalle rime di Enrico Ruggeri, cantate da Loredana Bertè. Ci si aspetta, insomma, che insieme agli alberghi chiusi e ai «manifesti già sbiaditi di pubblicità», si moltiplichino i misteri. E i delitti. In realtà anche d’autunno, quando la bora non ha ancora iniziato a soffiare e i buratelli non hanno intrapreso la lunga migrazione verso l’Atlantico, può nascondere intrighi e ferocia; complice la nebbia. È in questo clima che Michele Rio, «quello che parla alla radio», speaker di una fra le ultime emittenti sopravvissute ai network nazionali, deve muoversi per tener fede alla promessa che fa a Senza, una prostituta slava che teme per la sorte della sorella Lubiana, scomparsa da qualche giorno. La ragazza è bellissima e Rio resta coinvolto, in tutti sensi, precipitando in un vortice di delitti e crudeltà; e trova la conferma di come il divertimentificio della riviera romagnola abbia più volti neri di quanto aveva immaginato fino a quel momento. Dietro agli happy hour superalcolici dell’estate si muovono organizzazioni criminali internazionali e uomini legati da patti scellerati e criminali, uniti dall’immagine del Clown Bianco, il pagliaccio circense severo, dal sopracciglio inarcato e con il cappello a punta. Che in questo caso ha denti acuminati, da predatore.
Così, spostandosi dalla città – una Ravenna asettica e nascosta dalla foschia – a uno fra i luoghi più suggestivi della costa romagnola, la riserva naturale della Foce del Bevano, – la “Bassona” – per arrivare alla frazione rivierasca di Marina Romea, Michele Rio, versione italiana di Lew Archer, l’ironico detective hard boiled statunitense, inciampa in cadaveri su cui gli assassini si sono accaniti, facendone scempio; viene pestato, sedotto, minacciato di morte, ingannato. Si risolleva grazie a un amico giornalista, Lucio; a un capitano dei carabinieri anticonvenzionale; a un ex poliziotto che ha scelto un capanno abusivo (per altro pieno di libri) dell’oasi ambientale per fuggire dalla società e dai propri fantasmi, dedicandosi alla pesca.
Con un colpo di scena dopo l’altro, e come esige un buon noir, Mare bianco apre finestre sulla realtà di una terra, la Romagna, che lotta per arginare l’infiltrazione delle mafie, riuscendoci solo a volte. Così a Michele Rio può capitare di entrare in una pizzeria dove non c’è nessuno, a cena; solo i guardaspalle di un boss della mafia, che usa quell’attività come copertura di altri affari. Perché la riviera romagnola è stata ed è anche questo. E Stefano Mazzesi riesce a “parafrasare” avvenimenti accaduti in passato (la strage in una caserma dei carabinieri e altro ancora) per rendere l’ambientazione più efficace e cupa. L’immagine dell’isola felice, delle città con un buon governo, si dissolve nella realtà, troppo spesso negata, di un magma appena tenuto sotto controllo dai “buoni”. Appunto come nei racconti del maestro Dashiell Hammett; così per vincere sul male si devono usare le sue stesse armi. Con la consapevolezza che il male si rigenererà. Poi ci si può pentire; forse stringendo la mano a una ragazza che soffre.
Questa è un’altra scelta narrativa importante di Stefano Mazzesi: l’attenzione non superficiale per la sofferenza delle donne, che possono essere bellissime, ingenue e forti; e che devono affrontare dolori altrettanto intensi.
Per gli esperti: occhio alla colonna sonora, martellante come il ritmo con cui capitano le cose: si incontrano, fra gli altri, i Sigur Ròs, band post-rock islandese della fine del secolo scorso; e Billy Joel di “New York State of Mind”.
Il romanzo è la versione riveduta e ampliata di Bianco come la notte, romanzo pubblicato nel 2012 nella collana “I Narratori”, curata da Eraldo Baldini per Foschi Editore. Questa edizione conserva la prefazione di Baldini e aggiunge un racconto prezioso, a sé stante, che svela dettagli della vita di alcuni protagonisti della trama principale: Bianco perfetto.
Stefano Mazzesi ha lavorato a lungo in un’emittente radiofonica privata e ha un’importante esperienza come tecnico del suono per reti televisive nazionali. Nel 2013 il suo racconto Il cercatore di bolle è stato finalista al Premio Polidori; nel 2015 ha pubblicato con Nero Press ebook Rosso e nero; nello stesso anno la canzone Un giorno a colori, di cui è autore del testo, ha partecipato al 58° Zecchino d’Oro. Nel 2016 ha pubblicato il romanzo breve La voce dell’acqua per Clown Bianco Edizioni.
Mare bianco avrà un seguito: Stefano Mazzesi lo ha annunciato in una recente intervista online sulla pagina Facebook dell’editore e su quella del festival GialloLuna NeroNotte.