di Sandro Moiso
Il 22 febbraio Lawrence Ferlinghetti, l’ultimo esponente della beat generation, ha abbandonato il nostro pianeta.
Scopritore di Allen Ginsberg, Jack Kerouac, William Burroughs, Gregory Corso e tanti altri, è morto all’età di quasi 102 anni nella sua casa di San Francisco, la stessa città in cui aveva fondato la sua celebre libreria e casa editrice nel 1953: City Lights (Luci della città).
Aveva visto giusto quando, ascoltandolo recitare Howl (Urlo), aveva chiesto ad Allen Ginsberg il testo per pubblicarlo; cosa che gli sarebbe costata un arresto e un processo per pubblicazione oscena nel 1956. Accusa da cui fu assolto difendendosi da solo davanti al giudice che gli riconobbe libertà di parola e di stampa.
Raccontare la sua vita e la sua opera, dalla sua nascita a New York il 24 marzo 1919, in una famiglia in cui il padre, di origini bresciane, era morto poco prima della sua nascita e la madre era stata ricoverata in manicomio poco dopo il parto per uscirne soltanto dopo sei anni, sarebbe cosa lunghissima (e sicuramente appassionante), ma si preferisce ricordarlo qui con due poesie poco conosciute, scritte all’inizio di questo terzo millennio e pubblicate in Italia da una piccolo, ma eccellente editore bresciano1.
Storia dell’aeroplano
[Sulla musica dell’Inno Nazionale degli U.S.A. eseguito a metà della velocità normale]
E i fratelli Wright avevano detto che pensavano di avere inventato
una cosa che poteva portare la pace sulla terra
(se i fratelli sbagliati non ci avessero messo sopra le mani)
quando la loro meravigliosa macchina volante era decollata a Kitty Hawk
nel regno degli uccelli ma il parlamento degli uccelli era andato fuori di testa
per via di questo uccello fatto dall’uomo e fuggì in paradiso.
E poi il famoso Spirit of Saint Louis decollò verso est
attraversò in volo il Grande Stagno con Lindy alla cloche sotto il casco
di cuoio e con gli occhialini che sperava di avvistare le colombe della pace (e invece no)
Anche se volò intorno a Versailles
E poi il famoso Yankee Clipper decollò in direzione
opposta e attraversò in volo il terrifico Pacifico ma le pacifiche colombe
vennero spaventate da questo arcano uccello anfibio e si nascosero nel cielo d’oriente
E poi la famosa Fortezza Volante decollò irta di mitraglie
e testosterone per rendere sicuro il mondo per la pace e il capitalismo
e gli uccelli della pace non si riuscirono a trovare da nessuna parte prima o dopo Hiroshima
E così poi gli uomini geniali costruirono macchine volanti più grandi e più veloci e
questi grandi uccelli artificiali con le piume a reazione volarono più in alto di qualsiasi
uccello vero e sembrò che volassero dentro al sole e gli si sciogliessero le ali
e come Icaro si schiantassero al suolo
E i fratelli Wright erano dimenticati da un bel pezzo in quei bombardieri
d’alta quota che adesso cominciavano a infliggere le loro benedizioni su diversi Terzi
Mondi ma sempre dichiarando ai quattro venti che cercavano le colombe
della pace
E continuarono a volare e volare finché volarono dritti nel 21°
secolo e un bel giorno un Terzo Mondo si rivoltò e
sequestrò i grandi aerei e li fece volare dritti nel cuore
pulsante dell’America-Grattacielo dove non c’erano voliere né
parlamenti di colombe e in un lampo accecante l’America divenne parte
della terra bruciata del mondo
E un vento di cenere soffia sulla nazione
E per un lungo momento nell’eternità
c’è caos e disperazione
E voci e amori e pianti
e sussurri sepolti
riempiono l’aria ovunque
I denti del drago
Un uomo senza testa corre
per la strada
Ha in mano
la sua testa
Una donna lo rincorre
Ha in mano
il cuore di lui
Le bombe continuano a cadere
seminando odio
E loro continuano a correre
per le strade
Non le stesse due persone
ma migliaia d’altri & fratelli
Corrono tutti in fuga
dalle bombe che continuano a cadere
seminando odio distillato
E per ogni bomba sganciata
germogliano mille Bin Laden
mille nuovi terroristi
Come denti di drago seminati
dai quali germogliarono guerrieri armati
assetati di sangue
E le bombe intelligenti che seminano odio
continuano a cadere a cadere a cadere
Lawrence Ferlinghetti, STORIA DELL’AEROPLANO e altre poesie scritte dopo l’11 settembre, a cura di Damiano Albeni, Edizioni l’Obliquo, Brescia 2008 ↩