Un gruppo di importanti scrittori francesi (Michel Quint; Claude Mesplède; Pascal Dessaint; François Joly; Guillaume Chérel) ha steso un appello al presidente Chirac e al Parlamento e al ministro della Giustizia di Francia, per protestare contro lo scandaloso arresto di Cesare Battisti. Il testo, che qui riproduciamo nella traduzione di Paolo Chiocchetti, verrà inoltrato alle autorità lunedì 16. Lo scrittore Philippe Sollers era stato precedentemente ricevuto dal presidente Chirac, esponendogli il caso di Battisti.
Lettera ai presidenti dei gruppi parlamentari all’Assemblea Nazionale, al Guardasigilli e al Presidente della Repubblica Francese
“Siamo degli scrittori che non sopportano piu’ la situazione che si e’ venuta a creare con l’arresto e forse domani l’estradizione del nostro collega romanziere e amico Cesare Battisti”
Il romanziere Cesare Battisti e’ minacciato d’estradizione verso l’Italia, dove si trova sotto il peso di una condanna che risale all’epoca delle azioni terroristiche condotte durante gli anni ’70. Rifugiato in Francia dal 1990, come molti altri militanti italiani, aveva ottenuto dal presidente Mitterrand l’assicurazione di poter vivere in Francia, alla condizione di non fare piu’ attivita’ politica. Da allora Cesare Battisti ha rispettato questo impegno. Ha messo su famiglia ed e’ diventato scrittore, fornendo nei suoi romanzi delle testimonianze uniche su quel periodo e sugli avvenimenti che ha vissuto.
Un’allarmante anticipazione di quanto ora succede si era verificata nel 2002, costringendoci alla stesura di una petizione nazionale firmata da numerosi romanzieri, critici, editori, traduttori e personalita’ varie. Queste firme erano state depositate presso i rappresentanti del ministero della cultura. La situazione era rimasta immutata. La parola data dal presidente Mitterrand a nome della Francia era stata rispettata.
Improvvisamente le cose sono cambiate. Abbiamo appena appreso che nella mattinata di martedi’ 10 febbraio 2004, Cesare Battisti è stato arrestato arrestato nel suo domicilio dalla BAT, per essere poi incarcerato sulla base di una richiesta di estradizione. Se una tale procedura venisse portata a termine, sarebbe la parola data dalla voce di un presidente francese che verrebbe insultata, e il senso dell’onore della Francia calpestato.
Siamo tutti noi, Francesi di tutte le origini, ad essere offesi da questa mancanza alla nostra parola data tramite un presidente eletto a suffragio universale. Ed evidentemente noi non possiamo che esprimere la vergogna da cui siamo pervasi.
E’ la sorte di un uomo, di una famiglia ma anche l’onore delle lettere francesi e della nazione che sono in gioco. Nell’ora in cui l’Italia ha il coraggio di guardare sul grande schermo le Brigate Rosse all’opera con le lore vicissitudini, i loro tormenti, le loro contraddizioni: nell’ora del matrimonio principesco Savoia—Coureau, del ritorno degli aristocratici in Italia, noi saremo piu’ nazionalisti che il re di un paese nel quale non siamo…?
Ci sono dei conti che e’ indegno regolare per altri. Cosi’ Tolomeo offri’ in passato la testa di Pompeo a Cesare, che ne fu oltraggiato. Si puo’ sperare che Berlusconi si senta insultato dal fatto che gli si consegni un uomo che e’ un esempio di umanita’, perche’ questa umanita’ la misura alla sua riconquista?
E’ per questo che domandiamo al Guardiasigilli e al Presidente della Repubblica francese, a nome nostro, a nome di uomini che non sono in nulla migliori di Cesare Battisti, di restituire la liberta’ a Cesare e di riconfermargli il diritto di asilo, che in nome della nostra dignita’ sta a tutti noi francesi di conferire.
Michel Quint; Claude Mesplède; Pascal Dessaint: François Joly; Guillaume Chérel