di Alessandra Daniele
Le promesse provvisorie dei ministri. I numeri al lotto della Protezione Civile. La definizione giuridica di “affetto stabile”. L’ottimismo aggressivo dello spot pubblicitario, che ordina perentorio “Torniamo al lavoro!”
C’è chi non ha mai smesso di lavorare.
C’è chi non ha mai cominciato, e adesso in collegamento via Skype dalla sua villa da principino Prospero, favoleggia di mitologiche Grandi Opere, e rimprovera la classe operaia di non avere voglia d’andare in paradiso, di dare troppa importanza alla vita, rispetto al PIL.
Pontifica di Ripartenza ed effetto rebound, e non si rende conto di quanto il mondo attorno alla sua villa sia irrimediabilmente cambiato.
Di quanto la realtà di questa pandemia abbia fatto terra bruciata delle sue narrazioni.
Di quanto questa danza di morte abbia dissolto tutte le maschere, e svelato lo scheletro del nostro sistema socio-economico in tutto il suo scarno e putrido orrore.
Secondo i dati della mortalità in tutto il Nord Italia, le vittime reali del Coronavirus potrebbero essere anche tre volte i numeri ufficiali, il che si avvicina alla cifra di centomila morti.
Migliaia di anziani lasciati morire in silenzio nelle RSA. Medici, infermieri e operatori sanitari mandati in prima linea senza protezioni adeguate. Operai, impiegati, commesse il cui lavoro era considerato abbastanza indispensabile al paese da valere la loro vita.
E in Italia di Covid-19 si continua quotidianamente a morire a centinaia.
Sulla scena di questa tragedia non c’è più posto per le buffonate dei principi cazzari, a qualsiasi casata parassita appartengano, né per i loro meschini giochi di potere coi quali cercano di fottersi a vicenda, e di continuare a partecipare alla spartizione come se niente fosse successo.
Perché a loro niente è successo.
They lie, essi mentono, ma hanno la verità scritta in faccia.
O su ciò che hanno al posto della faccia.