Dettagli, appunti e considerazioni sulla nuova edizione in DVD, director’s cut, del film culto di William Peter Blatty.
di As Chianese
Onore e gloria alla Alan Young Pictures: casa di produzione cinematografica capace, in poco più di un anno, di restituirci con tutta la qualità digitale del DVD alcuni film di culto. Il trattamento è sempre lo stesso, per tutti: siano essi I Fichissimi dei fratelli Vanzina che La Nona Configurazione del premio Oscar William Peter Blatty, ogni film viene lanciato sul mercato con interessanti e rari special e soprattutto con una eccellente qualità audio/video, rigorosamente digitale. Proprio nella collana “Cinema d’Autore” di AYP, troviamo un film che oggi come oggi, in piena crisi irachena e proprio mentre si mette in discussione un certo monopolio americano delle menti, potrebbe tornare alla ribalta e farsi riapprezzare ripartendo dal mercato home video: La Nona Configurazione (1981) scritto e diretto dal creatore de L’Esorcista, William Peter Blatty, che ha adattato per il grande schermo un suo romanzo: Twinkle, Twinkle Killer Kane, mai pubblicato in Italia.
In uno strano castello gotico, portato mattone per mattone dalla Germania, negli Stati Uniti (anche se il set del film è in Ungheria) alcuni soldati affetti da disturbi mentali, vittime indiscusse e irrimediabilmente segnate dalla guerra in Vietnam, vengono affidati alle cure di altri militari “sani” ed in special modo a quelle del nuovo arrivato: il Dott. Kane, psichiatra. Insieme, pazienti e dottore, tenteranno di varcare la soglia della malattia fino ad arrivare al senso assoluto della sofferenza umana, al perché della strana e costante simbiosi tra bene e male.
Anche se la trama serve solo a chiarire i contorni di quest’opera, c’è da premettere che l’intera struttura narrativa del film, che fu premiato col Golden Globe per la migliore sceneggiatura, si regge sul dialogo nella misura in cui, in letteratura, Il Pasto Nudo di Burroughs si regge sul delirio. I pazienti del Dott. Kane sono delle schegge impazzite, militari vittime di una guerra che è stata la negazione della razionalità, una follia approvata e pubblicizzata, e quindi inconcepibile. Molti film hanno parlato del conflitto in Vietnam: lo splendido Platoon (1986) di Oliver Stone, il gelido e massimalista Apocalypse Now (1979) di Francio Ford Coppola, il manierista e poetico Il Cacciatore (1978) di Michael Cimino, ecc… Ma solo alcuni registi si sono cimentati col “post” di quel conflitto, su quello che il Vietnam ha significato per l’America e per i suoi miti, la sua società. Mi sovviene il Robert De Niro di Taxi Driver (1976) come probabile paziente del Dott. Kane, intento a capire non a suon di pistole ma di dialoghi, quanto male c’è nel mondo, ma anche quanto amore. Perché, in una società a lutto per la morte di Dio, l’amore sembra essere un appiglio se non una speranza o un leggero segnale di vita, nell’elettroencefalogramma dell’onnipotente. Nel film di Blatty, newyorkese di origini libanesi e regista per scelta dopo essere stato giornalista e sceneggiatore di successo, vorremmo arrivare alle radici stesse del male senza metterci in competizione con esso e cercare di scacciarlo (L’Esorcista), ma semplicemente studiarlo e capirlo, come una cellula sotto l’occhio del microscopio. Studiare il male come un virus e non trovarne il vaccino, essere pronti ad affrontare qualcosa che è dentro di noi e attorno a noi sin dalla genesi, questo significa analizzare, vedere, La Nona Configurazione.
Se una certa dinamica del film, specialmente nella prima parte, può assomigliare ad una grottesca commedia e strappare qualche sorriso basti pensare al fatto che gli inizi di Blatty nel mestiere sono stati legati alla commedia e al Blake Edwards dei bei tempi: quelli di Uno Sparo nel Buio (1964) per intenderci. Ma poi c’è molta psicologia, da un certo punto fino alla fine (dove addirittura c’è sulla traccia del DVD un finale alternativo) c’è un delirio onirico, si resta sospesi nell’irrealtà di un sogno che è fatto di immagini e particolari: notevoli e percettibili ai fini di un percorso nel delirio, che conduce alla coscienza umana e alla vera finalità della vita. Un caos che in realtà è un perfetto ordine che l’occhio umano non percepisce.
Dal fango coi coriandoli del grottesco nasce il fiore appassito del dramma. Ed è tutto personificato nella figura di un militare intento ad adattare gli scritti di Shakespeare per farli recitare ai cani, un impareggiabile Jason Miller, vero e proprio trait d’union tra questo film e L’Esorcista, o in quelli di un altro degente pronto a credersi la monaca di Monza e a esorcizzare un distributore di bibite gasate, sinonimo kitch di una società dello sviluppo che si scontra quotidianamente con la connotazione spirituale delle origini.
La Nona Configurazione è un film da vedere per capire il male e la metodica del martirio ai danni dei potenti nei confronti dei più deboli, uno “stupro” delle coscienze che non è più, ieri come oggi, subliminale e orwelliano. Kane diviene martire e si fa peso delle coscienze altrui, novello Gesù crocifisso in nome di un male che non capisce, il dottore sprofonderà nell’abisso di una follia che guarda nella normalità come specchio in uno specchio.
AYP, grazie al perfezionismo maniacale e l’abnegazione di Michele De Angelis, ce lo offre ad un modico prezzo, in versione integrale con il commento audio del regista. Un’occasione per capire un grande film e rapportare le sue tematiche alla realtà. “Le sue pretese bastano per risollevare il Titanic e farlo riaffondare”, scrisse il critico del Guardian. Ma se è vero che il celebre transatlantico affondò per cause esterne ed “umane”, anche La Nona Configurazione raggiunge il suo scopo nella misura in cui il film culto di Blatty si mette in condizioni di “affondare”, di andare alla deriva come l’umanità che tanto abilmente descrive. E’ un film di sopravvissuti che in fondo sono dei pazzi… ma, in verità, come c’è scritto da qualche parte in un libro di J.C. Izzo, Casino totale: “L’Onore dei sopravvissuti è sopravvivere”.