di Alessandra Daniele
C’è qualcosa di nuovo, anzi di antico nella guerra che viene: la lenta e sanguinosa agonia dell’imperialismo USA ha risvegliato gli spiriti degli imperi passati, da quello Ottomano della Turchia, a quello Persiano dell’Iran, alla Grande Madre Russia dello zar Vlad, e oltre l’orizzonte, fino al Celeste Impero cinese.
Sempre più vecchia e impotente, l’Europa della democrazia liberale sembra destinata ad un penoso e umiliante declino, per essere sepolta come un esperimento fallito.
Dove abbiamo sbagliato?
Ci credevamo il Futuro.
Abbiamo l’Erasmus, la par condicio, la concertazione sindacale, l’alta velocità, il pareggio di bilancio, le quote rosa, la raccolta differenziata.
Siamo così civilizzati.
Che cosa della natura umana non abbiamo capito, o abbiamo sottovalutato?
Perché questi barbari ingrati e oscurantisti hanno deciso di spartirsi con le armi il nostro pianeta, a dispetto di tutti i nostri appelli alla pace e alla ragionevolezza?
Perché non sono rimasti buoni a farlo – e a farsi – dissanguare da noi, in paziente attesa d’avere in dono il modello da esportazione della nostra meravigliosa democrazia liberale?
Dove abbiamo sbagliato, come possiamo recuperare? – Si chiedono le cancellerie europee, ed è già troppo tardi.
La pacchia è finita.
Come quelli delle sere d’inverno, questo crepuscolo sarà più rapido di quanto lo vorremmo.
È già fra noi la generazione che vedrà il tramonto del nostro mondo.
Non è troppo tardi però per l’alba del prossimo. Non tutte le notizie che vengono dall’Europa questa settimana parlano di fallimento: l’imponente ondata di manifestazioni, scioperi e proteste dei lavoratori francesi ha piegato il governo Philippe, costringendolo a rimangiarsi il nocciolo della controriforma pensionistica.
Per decidere il colore dell’alba che verrà, bisognerà ricordarsi che non è la Repubblica che può battere l’Impero, ma la Ribellione.