di Lenka Staníčková
“Prima di cominciare a scrivere canzoni, la mia vita fu un inferno.” racconta Ladislav Boldy. E veramente, l’esistenza di questa nuova stella della pop-music ceca somiglia a un romanzo molto duro. Láďa non conobbe mai i suoi genitori e i primi anni della sua vita li passò nell’orfanotrofio. L´ambiente duro, la forza da orso e il carattere impetuoso lo trascinarono sempre più in basso, tanto che a 15 anni finì nel carcere correzionale più severo, a Obořitě. Il primo giorno che vi trascorse fu “battezzato” da una rissa sanguinosa col “capo“ dei detenuti, per conquistare il rispetto degli altri. Ma questo fu solo un prologo ai quattro anni pieni di violenza e pestaggi.
“Dominava un terrore inimmaginabile. Chi mostrava debolezza veniva liquidato. Dovevamo lottare per restare in vita. Per poter sopravvivere dovevo essere più duro degli altri.” Nell’ambiente brutale del riformatorio imparò suonare la chitarra. “Non mi ricordo più neanche come. So solo che la dovevamo ottenere lottando col personale del correzionale.”
La libertà che riacquistò a 19 anni fu piuttosto una punizione. “Il correzionale era schifoso e brutale, però vi era un ordine, che qualcuno aveva organizzato al posto vostro. Quest’ordine si afflosciò d’un tratto. Avevo la qualifica di falegname, però nessuno poteva assumermi, poiché non avevo un domicilio fisso.” Boldy alla fine degli anni Ottanta vivacchiava come poteva. I suoi compagni furono sempre la fame e la solitudine: “Per due anni e mezzo vissi per strada. In parchi, canali, cantine. Per qualche tempo dormii anche nel bosco in un trogolo. E la stazione centrale fu per me qualcosa come l’hotel Hilton, un lusso assoluto.”
“Poi qualcuno mi diede da mangiare e dopo pochi giorni scambiavo i soldi sulla piazza Venceslao. Un giorno ero ancora un morto di fame. E il giorno dopo non sapevo più cosa fare con tanti soldi.” Mentre la Boemia era scossa dagli eventi storici e il regime cadeva, un gigante dai muscoli di ferro raggiungeva la gloria nella sua regione mediante una lotta brutale e accanita contro gli arabi e gli uomini delle gang concorrenti”.
Il mondo intorno mutava a velocità supersonica, e Boldy, nell´ambiente della mala, cominciava a tuffarsi nel gioco e nelle scommesse. Un mondo in cui si lancia la prima moneta, poi la seconda, si vince, e da quel momento non si riesce più a smettere. “Ho anche vinto per esempio cinquemila corone al giorno. Io penso che il gioco sia pericoloso quanto prendere droghe. E potete credermi, io le avevo sniffate per due anni. ” Dove sono i quattrini a palate, lì vi é anche un’attività punibile. Boldy si era affiliato al commando che avvertiva i debitori nei modi più violenti. Dura fino agli anni ’90, poi lo condannano a quattro anni di carcere duro.
In prigione Boldy è cambiato. Ciò che per altri era un abisso senza ritorno, fu per lui un’oasi di tranquillità e l´occasione per riflettere sul proprio futuro. In certo qual modo, il carcere era un crocevia tra la follia, la reclusione sanguinosa e l´anarchia feroce della vita di strada. “Di colpo volevo raggiungere qualcosa. Desideravo provare il gusto di riuscire a fare qualcosa, ciò in cui riescono solo i migliori tra la gente comune. A un tratto sono arrivati i momenti in cui sentivo il bisogno di mettere qualcosa sulla carta. Solo cosi, senza motivo, solo per fare uscire idee dal mio corpo. Ero seduto nella cella e componevo canzoni. Senza una chitarra, solo nella mia testa.”
Il sogno di Boldy era divenuto realtà. Non era più tornato a “Václavák“, ma cominciava a lavorare con successo e ogni tanto anche cantava una sua canzone. Se ne accorse il compositore Tomá Kympl, lo aiutò con buoni consigli e gli infuse coraggio e sicurezza di sé. “Cosi cominciai a comporre. Di giorno mi dedicai all’attività imprenditoriale, di notte provai a scrivere canzoni.“
“Boldy è una delle mie scoperte più grandi,” constata Martin Červinka, il famoso cercatore di talenti che a suo tempo ha scoperto Lunetik, Martin Max e Black Milk. “Di lui sapevamo gia da due anni. In tutto questo tempo abbiamo cercato un modo per mettere su CD quella forza vitale che esce da lui e dalle sue canzoni.”
All’inizio dell’anno 2003 i tempi sono maturati. É arrivato il momento giusto in cui le canzoni dovevano uscire dall’autore. Boldy si è chiuso in uno studio di registrazione assieme al produttore Karel Mařík e al fior fiore dei musicisti cechi per registrare il suo primo album.
“Io non ho il gusto della raffinatezza” dice Boldy. “Dove potrei prenderlo? Nel correzionale ascoltavo la musica solo ogni tanto in TV. Mi ricordo che mi sono piaciuti Prokop e Kolej Yesterday, Rottrová, Jana Kratochvílová. Non ho mai ascoltato niente sistematicamente. Se oggi un brano mi dice qualcosa, è solo in qualche vecchio blues del Mississippi. In essi sento temi vicini alla mia vita. Però forse non li cantero mai. Io scriverò sempre e solo canzoni mie, come mi sento e voglio.“
A Boldy é venuta in mente una grande idea. Con la psicologa del carcere dove é stato rinchiuso per quattro anni, e che lo ha aiutato come nessuno mai nella sua vita, sta realizzando pian piano un loro progetto. Si tratta di un vasto programma orientato a insegnare come smettere con le droghe, con l attivitá delinquenziale ecc. Il progetto é appoggiato dal governo, e soprattutto dalla direttrice generale di tutte le carceri della Repubblica Ceca.
“Voglio mostrare a quei ragazzi dietro i cancelli che possono tornare nella societá normale.“ pianifica Boldy. Il suo piano é girare tutti i riformatori e le carceri del paese. Cantare ai detenuti e parlare con loro della via che lui stesso faceva. “Ho accertato che proprio nelle carceri vi sono molto interessati alle mie canzoni. Sono uno di loro, mi ascolteranno. Un altro lo deriderebbero.“ constata Boldy.
Così Boldy ha cominciato con le sue canzoni a girare le carceri.
“Dopo poche esperienze comincia già a essere per alcuni un modello — ha vissuto gli stessi loro spaventi, è riuscito a cambiare il corso della sua vita, ha anche smesso di prendere droghe.“ racconta la dottoressa Alexandra Ricklová. “Boldy sa bene quanto é difficile vivere senza famiglia, perche bambini fanno i capricci, e come è facile senza qualche aiuto arrivare al riformatorio, alle attività delinquenziali e anche alle droghe.“ dice la psicologa. “Sa bene anche, che a volte basta solo una piccola “sculacciata“ perche uno cominci a pensare diversamente, a rivalutare la vita, e a studiare qualcosa di diverso dai delitti e dalle droghe. Quella forza, però, ognuno la deve trovare da solo dentro di sé“ aggiunge ancora una delle migliori psicologhe della Repubblica Ceca.
Una canzone di Ladislav Boldy: PALAZZO DI FELICITA’
(Trad. di Lenka Staníčková)
Polvere densa e muffa sui muri, finestre spalancate e foglie sulle tende,
tavolo rovesciato e armadio vuoto, rivestito di ragnatele.
Paletti dello steccato spezzati e dietro i meli atterrati,
questa era la casa della mia infanzia, periodo romantico e felice.
Ritornello:
Del palazzo di felicità è rimasta solo rovina e decadenza,
Un quadro della mia mamma scolorito nella cornice danneggiata.
Del palazzo di felicità è rimasta solo rovina e decadenza,
dapertutto solo travi marce, a stento lo riconosco.
Vi spazzo i frammenti dei ricordi e guardo tutto attorno,
nell´anima torno a correre in giardino, nelle corone degli alberi risento il riso di qualcuno
Ritornello:
Del palazzo di felicitá è rimasta solo rovina e decadenza,
Un quadro della mia mamma scolorito nella cornice danneggiata.
Del palazzo di felicità è rimasta solo rovina e decadenza,
dappertutto solo travi marce, a stento lo riconosco.
Brani di Ladislav Boldy possono essere ascoltati, in formato MP3, sul sito a lui dedicato:
www.ladaboldy.cz
Il primo album di Ladislav Boldy può essere acquistato on line in questo sito:
www.bontonland.cz/