di Nico Maccentelli
Suonare al campanello di un piccolo cottage della costa inglese e vederti aprire il sig. Lennon. Tu sai chi è lui, o perlomeno, chi sarebbe stato se… ma lui non lo sa. È una delle simpatiche trovate di Yesterday, il comedy movie diretto da Danny Boyle: il regista di Trainspotting e del bollywoodiano The Millionaire, con il quale ha messo a segno otto Oscar.
Tutto sommato un film godevole, che se fosse solo per l’amore corrisposto ma mai dichiarato tra i due protagonisti, finirebbe nel solaio delle tante pellicole per teen ager dal diario istoriato di cuoricini.
E invece no. L’espediente narrativo stile Sliding Doors fa sempre originalità creativa e stavolta Jack Malik, un cantautore britannico fallito si ritrova – dopo uno strano black out – sparato in una dimensione parallela? (nel film la meccanica fantascientifica resta un mistero) Diciamo di sì, nella quale i Beatles non sono mai neppure esistiti come complesso di provincia.
A questo punto, Jack il cantautore, accortosi di questa assenza, inizierà a proporre i brani dei Beatles a pubblici sempre più vasti, in un’escalation che lo vedrà scalare l’industria musicale internazionale in uno sforzo mnemonico titanico per ricordarsi i testi di Eleanor Rigby, Strawberry fields, insomma tutto il repertorio beatlesiano che nessuno conosce, ma che come per magia appena ascoltato crea un forsennato fanatismo per quella che anche lì passerà alla storia per la musica del secolo.
Gli Oasis ovviamente in questa dimensione non esistono in quanto emuli del quartetto di Liverpool, ma in compenso tutti gli altri gruppi e cantanti sì. Persino un Ed Sheeran che si inchina inconsapevole a tale genio. Ma a questo punto un’osservazione su un’evidente smagliatura è d’oblige. Solo gli Oasis? Penso proprio che senza i Beatles la storia della musica, la musicalità stessa sarebbero state completamente diverse. Forse solo i Rolling Stones, che sono contemporanei ai quattro baronetti, avrebbero potuto dare un’impronta rilevante, ma giusto agli stilemi del rock. E nulla di paragonabile a un fenomeno di massa che ha fatto moda, costume, segnato un’epoca.
Ciò che irrompe nella storia e fa da sfondo alle performance musicali, turbando l’inevitabile unione sentimentale, è la spietata filiera del business musicale. Il resto è un’orgia di brani musicali dei Beatles, ma logicamente non cantati da loro. Già questi comunque rendono i film gradevole per una serata scacciapensieri, al di là di un sviluppo narrativo che richiama gli schemi classici della commedia nella loro banalità.
Un consiglio? Attenderlo in tv su qualche piattaforma streaming, se proprio non si hanno altre pellicole più accattivanti da vedere.