di Alessandra Daniele
Meteor-Matteo, il cazzaro che vince le Europee saturando i media, è una replica in saldo.
Rispetto a Renzi nel ’14, Salvini ha 7 punti in meno, e calcolata l’astensione il suo 34% in realtà significa meno di 2 elettori su 10. Al tramonto però anche i nani proiettano lunghe ombre.
Il rovinoso crollo grillino è una replica renziana in fast-forward: in meno d’un anno di governo, il Movimento 5 Stelle Spente ha già perduto metà degli elettori.
La primissima esperienza politico-mediatica di Beppe Grillo fu commentare da comico una maratona elettorale nei primi anni ’80 dell’ascesa di Craxi.
Ieri sera, nessuno dei grillini ha avuto il coraggio di apparire davanti alle telecamere per commentare il suicidio di massa che hanno compiuto favorendo l’ascesa di Salvini.
Il cerchio s’è chiuso.
Zingaretti invece ha esultato molto più di quanto il misero recupero del suo partito lo autorizzasse a fare.
Il PD festeggia perché Salvini è il nemico ideale, contro il quale spera di ri-mobilitare a suo vantaggio quell’Union sacrée orfana dell’antiberlusconismo di facciata, e quegli antifascisti a progetto che oggi fingono di non accorgersi che Salvini non è che la continuazione della dottrina Minniti con gli stessi mezzi, e qualche sceneggiata Teo-Can in più.
Intanto l’élite UE si prepara ancora una volta ad ammortizzare e neutralizzare le ambivalenti spinte al cambiamento espresse dagli elettori in tutti i paesi europei. Come meteore che sfreccino solo per un attimo, per poi inabissarsi nella palude degli affari comuni.
Finché durerà.