di Sandro Moiso
Come l’antico sacerdote Imhotep, interpretato da Boris Karloff nel film di Karl Freund del 1932, si aggira ancora nella solitudine del suo palazzo-sarcofago in attesa di riportare in vita la mummia della sua amata Anck-su-Namun alias Mario Monti, le cui spoglie mortali sono state seppellite dal giudizio drasticamente negativo dato da milioni di italiani. Eppure… eppure, la magia politica nera sembra poter funzionare ancora per colui che rifiuta di ammettere di esser già morto.
Basta convocare i giusti stregoni, invocare le divinità crudeli dello spread, del debito pubblico e degli impegni assunti con l’Europa, per cercare di rianimare con le peggiori pratiche necromantiche ciò che dovrebbe essere morto per sempre. Ma per raggiungere gli effetti sperati non possono bastare i riti di palazzo, le preghiere blasfeme dei banchieri, i consigli dei saggi e il sacrificio di giovani disoccupati e di alti sacerdoti in declino. No, occorre l’azione, più o meno cosciente, dei succubi.
I succubi, sì, che si nutrono di mosche e scarafaggi in attesa che il loro signore e padrone li accolga tra le sue braccia per donare loro il premio della vita parlamentare eterna.
Ed eccoli allora Grillo e i grillini incensare la figura del gran sacerdote, tutti soddisfatti dopo l’incontro nelle stanze oscure del tempio. Eccoli recitare il mantra malefico del governo che c’è, perchè ancora in carica.
Eccoli allora, dopo aver raccolto i voti di protesta di quasi dieci milioni di italiani, avviarsi sulla strada del sostegno non dichiarato al governo di un vampiro ancora non morto. Avevano promesso il paletto di faggio per il suo cuore, mentre oggi allontanano croci ed aglio dal suo percorso per favorirne il cammino. Nascondono gli specchi che potrebbero rivelare l’essenza del padrone e, come detto su queste pagine fin dal novembre scorso, disvelano il proprio ruolo di altra faccia della stessa medaglia.
Ma il capitale vampiro non ha bisogno solo di succubi, quelli che poi alla fine, alle prossime elezioni, potrebbero essere ripagati malamente con l’insuccesso e l’eliminazione dalla scena, ma anche di altri apprendisti stregoni che, pur esclusi dalle segrete stanze, si illudono di dominare gli eventi e le forze oscure assecondandone la potenza e fingendo di assumerne la forza.
Campioni di una danza macabra senza precedenti e camminando all’indietro pur fingendo di procedere innanzi hanno consigliato il voto per i succubi, sperando così di rivivere antichi ruoli guida.
Stalinisti inossidabili, ex-operaisti ammuffiti, movimentisti confusi e beceri hanno dato indicazione di voto per i succubi, donando loro una credibilità immeritata, come anche un solo intervento pubblico di Crimi o della Lombardi, la cui più elevata capacità politica consiste nella raffinata tattica di “un colpo al cerchio e uno alla botte”, potrebbe ben dimostrare. Coltivando una vera e propria serpe in seno al movimento e ai movimenti reali e rischiando di consegnarli, legati mani e piedi, al più subdolo dei nemici che, sventolando promesse di ogni genere, accumula voti sulle speranze della gente.
Certo nella democrazia parlamentare, definitivamente morta nei giorni di Pasqua, o nella distruzione finale di quello che un tempo era stato il più grande partito stalinista d’Occidente, non c’è nulla da rimpiangere o compiangere. La storia ha fatto semplicemente il suo corso. Indifferente ed implacabile come la Natura dipinta da Leopardi nella sua “Operetta” più bella o come la Signora spietata dipinta da Engels nei suoi testi sul ruolo della violenza nella storia.
No, non è di questo che occorre aver paura. Una canzonetta partenopea lo ricorda bene:”Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…Chi ha dato, ha dato, ha dato…scurdámmoce ‘o ppassato…”
Ecco appunto, è ora di andare avanti. Oltre i partiti attuali, oltre le misere proposte di rinnovamento istituzionale, oltre la crisi ed oltre il capitalismo. Tutto il resto è muffa come quella di quei sepolcri che i grillini stanno cercando inutilmente di imbiancare. E dalle cui crepe, come in un re-make di “La casa degli Usher”, potrebbero ancora strisciare fuori le lamie berlusconiane.
I movimenti attuali e futuri hanno bisogno di collegamenti orizzontali e non di cinghie di trasmissione verticali verso improbabili rappresentanze parlamentari.
Occorre davvero ripartire dal basso, dalla Val di Susa agli stabilimenti della Irisbus, per ristabilire una serie di legami di classe e di opposizione reale che nulla hanno a che vedere con la retorica del web e dei social network. Occorre discutere sui posti di lavoro e nelle assemblee di lotta e non affidarsi alle immagini delle dirette in streaming. Ci interessano le lotte reali e non i nomi.
Già, i nomi, queste assurde formalizzazioni di un movimento in divenire che dovrebbe, secondo alcuni, fossilizzarsi attorno a figure nemmeno troppo carismatiche, ma già speranzose di esserlo in futuro. Dai saggi proposti da Napolitano a Pietro Grasso e Laura Boldrini, fino ai nomi proposti in futuro dalla premiata ditta Grillo & Casaleggio e a Matteo Renzi, non potrà uscire mai nulla di utile per il superamento della crisi sociale, politica ed economica attuale, se non forme diverse di mantenimento dello status quo.
Lupi mannari, creature della laguna, vampiri, spose e creature di Frankestein: ecco cosa ricordano sempre più i nomi degli esperti e dei salvatori della patria proposti dal governo dei tecnici in poi.
Marionette ridicole e abominevoli, crudeli e orribili, al servizio del capitale e della finanza e destinate a bruciare nello spazio di un mattino lungo quanto la speranza di ridare vita ad un morto. Ma dannose e brutali nel loro operare contro la società e contro i lavoratori.
Mentre dall’anonimato delle lotte, delle proteste, della rabbia e dell’organizzazione dal basso potranno invece uscire le proposte per il domani. Una volta spazzata via ogni retorica elettoralistica e parlamentare. Perché Grillo non mina il ruolo dell’oscena Duma corrotta che chiamiamo Parlamento, lo spettacolarizza soltanto di più. Invece di allontanare in maniera definitiva la società da un feticcio già caduto, fa di tutto per riavvicinarla ad esso, anche se in maniera giullaresca e distorta. Con Grillo e i suoi la “società dello spettacolo” ha avuto, si spera, l’ultimo suo trionfo ma, anche, quello destinato a finire più in fretta .
Poiché, come ben sapeva Howard P. Lovecraft,”col volgere di strani eoni anche la morte può morire…”
N.B. Ancora una volta le affermazioni contenute nell’intervento sono da attribuirsi esclusivamente all’autore e non alla Redazione nel suo complesso.