di Alessandra Daniele
È stata una Pasqua di morte senza resurrezione. In ventiquattr’ore abbiamo perso Enzo Jannacci, Franco Califano, e la democrazia.
La democrazia era molto malata da tempo.
Il delirante risultato elettorale del mese scorso sembrava avere l’unico pregio d’essere il solo in grado di evitare quella riconferma di Monti al governo che, prima del voto, io ritenevo tristemente ineludibile. Invece Napolitano ha scovato in extremis il modo per confermare la mia pessimistica previsione: benché stia evidentemente sul cazzo almeno al 91% degli elettori, Monti resterà premier.
A questo punto, forse dovrei secernere un pippone indignato sulla povera democrazia italiana soffocata nel sonno, ma è dolorosamente difficile difendere il diritto di voto d’un popolo che lo usa sempre a cazzo di cane.
Un popolo che ancora una volta ha creduto alle peggiori stronzate, e ancora una volta ha riempito il Parlamento di cialtroni incapaci telecomandati da miliardari mitomani.
Non c’è via d’uscita: gli italiani hanno perduto il diritto all’autodeterminazione, ma se lo riacquistassero eleggerebbero premier il virus Ebola.
Il modo in cui Grillo e i grillini abusano della metafora dei morti viventi dimostra che, oltre che di Costituzione, non capiscono un cazzo nemmeno di zombie movies. Gliene sfugge proprio il fulcro allegorico, particolarmente evidente in tutti i classici, dal capostipite Night of the Living Dead, alle variazioni come 28 Days Later, all’attuale The Walking Dead: gli zombie non sono l’unico, e spesso neanche il maggiore pericolo, anzi, in definitiva la minaccia peggiore per i sopravvissuti sono proprio gli altri sopravvissuti, specialmente quelli implotonati in modo paramilitare/religioso, con la pretesa di essere gli unici autorizzati a fare ”pulizia”.
È difficile difendere il diritto degli italiani di votare la fiducia al Governor.
Nel 2011 l’Italia è stata commissariata per debiti, la nostra già scarsa sovranità nazionale residua ci è stata pignorata. Ci viene permesso di continuare ad abitare in Italia, ma pagando, perché di fatto il paese non ci appartiene più.
Se rifiutiamo la Grossolana Coalizione che ci hanno assegnato, saremo riportati al guinzaglio a votare, e ci strofineranno il muso sulla scheda finché non avremo imparato a non votare fuori dal vaso.
Dopo Monti avremo ancora Monti, magari con un altro nome, ma sempre Monti.
Intanto i grillini, com’è successo ai leghisti, finiranno per integrarsi, a dispetto della loro presunta ”diversità” hanno già dimostrato di conoscere i principali trucchi del mestiere:
– Puntare ai vantaggi tattici per il proprio partito, fottendosene dei reali interessi del paese.
– Millantare titoli, e nello stesso tempo vantarsi della propria ignoranza.
– Sparare cazzate, e poi darne la colpa ai giornalisti.
– Lasciare Monti al governo.
La speranza più concreta di cambiamento che c’è rimasta è venire nuclearizzati dalla Corea del Nord.