Immagine 1. Il vecchio ordine con le strade del narcotraffico e i loro padroni nel 2005. Il segreto sta nel controllare porti e i punti di accesso di frontiera verso gli Stati Uniti. Il carburante della criminalità organizzata è la povertà crescente che colpisce un 60% dei messicani. Gli Usa, primo consumatore di droghe e produttore di armi, sono la bombola d’ossigeno dei narcos.
Immagine 2. 2006. Inizia la Guerra. La prima mossa è la creazione della Familia Michoacana e l’espulsione del Cartello del Golfo/Zetas da Michoacán. Presto La Federazione (Sinaloa) avrebbe cercato un ingresso agli Stati Uniti a spese dei vecchi cartelli di Tijuana e Juárez.
Immagine 3. 2007. La guerra imperversa nelle città di Tijuana e Cd. Juárez per l’avanzata della Federazione. Ci sono scontri minori nel Tamaulipas en el centro del paese che, però, presto avranno un impennata.
Immagine 4. La frammentazione dei cartelli. Nell’Ovest, la Federazione si spezza nel Cartello di Sinaloa e in quello dei leali ad Arturo Beltrán Leyva. Nell’Est il CDG (Cartello del Golfo) resta con i suoi territorii tradizionali nel Tamaulipas mentre gli Zetas s’impossessano del centro e del Sud del paese.
Immagine 5. 2009. Il recupero da parte del Cartello di Sinaloa dei territori del dissidente Arturo Beltrán Leyva fa scoppiare la guerra in tutto il paese. Ciudad Juárez continua a soffrire lo scontro brutale per il redditizio accesso agli USA. Gli Zetas espandono la loro influenza ai danni dei cacicchi appartenenti al vecchio partito politico PRI e s’instaura il regno del terrore per i migranti (soprattutto centroamericani diretti a Nord) dinnanzi alla passività del governo.
Immagine 6. 2010. I cartelli dei narcos formano due grandi gruppi. Cárteles Unidos: CDG, Sinaloa e Familia Michoacana. Gli Zetas sostengono i cartelli ormai asfissiati dei Beltrán Leyva e di Cd. Juárez e intraprendono un’impressionante movimento verso il Nord per impossessarsi degli accessi di frontiera nel Nuevo León e Coahuila; a sud invadono il Guatemala. Cárteles Unidos riesce a contenerne l’avanzata nel Nord e prepara la controffensiva. Tutti s’affrettano a riempire i vuoti lasciati dagli assassinii di Arturo Beltrán e Nacho Coronel (boss di Sinaloa nel Nord-Ovest). Il caos si fa sentire con migliaia di vittime (alla fine del 2011, si stimano in circa 60mila i morti e oltre 16mila i desaparecidos legati alla narco-guerra, n.d.t.)
Immagine 7. Ottobre 2011. La tenaglia dei Cárteles Unidos (in rosa e in azzurro l’alleato CDG) nella Comarca Lagunera frammenta il territorio degli Zetas. Juárez pare finire sotto il controllo di Sinaloa e il CDG recupera il Tamaulipas con una forza sufficiente a invadere anche il Nuevo León e Veracruz (due punti separati da oltre 600 km di distanza). La violenza si muove dal Nord al centro e Sud del paese. La Marina coadiuva su tutti i fronti nell’offensiva anti-Zetas.