di Roberto Sturm

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La peQuod, da tempo conosciuta e stimata dagli addetti ai lavori, si sta affermando anche presso i lettori che stanno premiando la sua politica editoriale, quelle scelte di qualità che le permettono di possedere un catalogo letterario davvero invidiabile.

Molti autori esordienti presentati dalla casa editrice di Ancona hanno avuto l’opportunità di vedere i propri lavori riproposti da grandi case editrici (Mondadori ed Einaudi), e oggi pubblicare con peQuod rappresenta sicuramente un traguardo prestigioso ambito da molti giovani e meno giovani autori.
Perduti in un vagare adriatico è il quarto titolo di ambientazione gay proposto dalla peQuod, e i tre precedenti romanzi (Solitudini imperfette, di Andrea Mancinelli, Il mondo senza di me, di Marco Mancassola e Ospite in soffiffa, di Gilberto Severini) hanno riscosso, indistintamente, i favori di critica e pubblico tanto da rappresentare veri e propri casi letterari della piccola editoria.


Una posizione scomoda, quindi, quella di Gabbanelli, autore esordiente con esperienza in campo teatrale, che difficilmente sfuggirà ai paragoni con i romanzi precedenti che vertono sulla stessa tematica.
Sebbene sia difficile fare una classifica di merito, e forse anche fuori luogo, bisogna riconoscere che Perduto in un vagare adriatico regge il confronto, pur non raggiungendo l’intensità e la scorrevolezza de Il mondo senza di me o la prosa elegante e delicata di Ospite in soffitta.
A parte qualche passaggio in cui l’autore indugia un po’ troppo finendo con lo sfiorare la leziosità, il romanzo è scritto con stile convincente, godibile e asciutto. Esplora l’universo gay con decisione e crudezza ma senza mai essere volgare. Anche le descrizioni più spinte mantengono un pudore che lo mettono al riparo da qualsiasi sospetto di ricercare facili consensi.
Ambientato nelle Marche, nella zone di Ancona e dintorni, quello di Nicola, il protagonista, è un vagare più nei sentimenti che nel territorio, da un punto di vista solo apparentemente altro dove le sfaccettature dell’amore, le gelosie, i rancori e i risentimenti assumono contorni meno sfumati e colori più decisi.
Un punto di vista, quello omosessuale, che potrebbe essere immaginato diverso. E invece è solo una condizione più difficile da vivere, dove la sopravvivenza, a volte, è il bene più prezioso.
Una condizione che ripropone, nel romanzo come credo nella vita, le stesse disillusioni, la stessa etica dei sentimenti, il falso moralismo e la disperazione di cui tutti spesso soffriamo. A prescindere dalle nostre personali inclinazioni sessuali.
Michele Gabbanelli — Perduti in un vagare adriatico — peQuod — 10,50 euro