1.
Propongo tre poemi agostani di annate diverse ma comunque deliranti.
2.
Effettivamente nelle poesie ci sono tamburi che piangono e stracciano la luna in due parti, una splendida buonanotte nuvolosa (in quel vecchio 2 agosto dell’anno scorso) e una noia strana che compie gli anni fuori dal coro e dalle righe.
3.
L’ordine è cronologico e contundente.
…
Il pianto dei tamburi
Ascolta il pianto
dei tamburi sulle mani
la commozione del mare adirato
il risveglio della luna dimezzata
l’inganno di un gioco di parole
morde le righe del mio quaderno
che fuggono senza senso
come l’altra metà della luna
timida e silente
quando gridano i tamburi.
Buonanotte nuvolosa
Marcito di sonno
m’assordo
d’immagini che fuggono dai binari
son ruote che girano fuori strada
sotto e sopra l’asfalto senza fiato
e si stinge l’anima indolente
macchie
ansia dipinta a terra
strisce di noi.
Sornione e dogmatico sbatto
contro la porta dei sogni
chiusi
come occhi controsole.
Entro in respirazione di coppia
con le pupille aperte accoltellate
dal gemito delle luci al neon.
Un cervello trasandato e sciatto
non sa risolvere problemi
non va
i tuoi, i miei
immobili da sempre
sono dubbi che si odiano a vicenda
ghiacciati come un sorso d’inverno.
Al cuore, muscolo concetto carne
hanno dato due ergastoli
che in totale fanno cent’anni di guai
quindi batte botte di campana
storto e lento si ribella e pensa
imbratta di lumi e follia
le pareti buie e deserte
nella cella d’isolamento
“la suite”.
Ma nemmeno così
con fantasia
s’aprono spiragli di luna nuova
per lui che vive d’inerzia e riflessi
e sbotta fiotti di dolore al cielo
dalla sua prigione toracica.
Noia (che compie gli anni)
La noia è un pensiero disprezzato
un giorno uggioso di rabbia
un’idea stanca di essere tale.
E’ una speranza inerte
come il gas, metano nei bronchi
è anche l’anima dell’uomo
che compie gli anni ogni anno
scoglionato.
La noia della poesia
anche di questa, sia chiaro,
può incantare, forse l’ami
anche se è un fiume inquinato
che affoga nella foce inquinata
dolcesalato nell’orgia inquinata.
E tu.
Spero che non ti annoino
la canzone la nebbia il riposo
che ti dedico stonando
e le note del mare grosso,
voglio che non ti annoi
quando parliamo di oggi stesso
ma anche di me stesso e di te
del solito, l’amarognolo “se”
del “perché”, la mia routine
che non c’è e la vorresti
ma è sempre diversa, scalpita.
Che non siano mai noia
la pervicacia dell’alba
e l’abitudine del tramonto.
So che non ti annoi
se la luna non grida mai
è discreta come tu lo sei
è una vergine senza fretta
d’essere violata dalla curiosità.
Ti annoi se la lancetta
girando, t’invecchia la pelle
è pioggia battente di memorie
e stringe il cappio ai sogni.
Una notte insieme
da passare e ripassare
studiando la fantasia
inebriandola di buio
corpo dopo corpo
non è noia, è bellezza
senza tempo, sepolta
che vive in te e suona in me
le corde dell’attesa concitata,
barattiamo auguri e condoglianze
se è la noia che compie gli anni.