di Alessandra Daniele
– Sei arrivato finalmente! – Dice il premier.
Il ministro della Giustizia si scusa.
– Sono le tre di notte…
– È urgente – taglia corto il premier. Il ministro si guarda attorno con aria preoccupata.
– No, niente cadaveri stavolta. E’ per la difesa.
– Ma io sto alla Giustizia.
– La mia difesa, coglione!
– Mi scusi. Credevo si riferisse alla guerra.
Il premier sbuffa.
– Chi se ne fotte della guerra, credi che mi dispiaccia davvero per Gheddafi? Spero di non incontrarlo mai più, ha un alito micidiale.
Il ministro annuisce.
Il premier indica i fogli sparsi sul tavolo.
– Ti ho chiamato per la riforma.
– Ancora? – Guaisce il ministro – Ho seguito tutte le sue direttive alla lettera, comprese quelle che ha scritto sul culo della brasiliana, ieri notte. Cosa c’è ancora da sistemare?
– Questa faccenda dell’obbligatorietà dell’azione penale.
– Sarà abolita, come voleva. Stabilirà il governo, cioè lei, quali reati dovranno essere perseguiti, e quali no.
– Sì, ma come?
– Con una legge ordinaria una volta l’anno, con la quale potrà coprire tutti i reati che le serviranno.
Il premier si mette le mani ai fianchi con aria stizzita.
– E se poi me ne serve qualcuno di quelli rimasti scoperti? Come faccio io a sapere con tanto anticipo quali reati mi servono?
– Beh, più o meno…
Il premier scuote la testa.
– No, un anno è troppo. Voglio fare un decreto quotidiano. Ogni notte deciderò quali sono i reati da non perseguire, e saranno comunicati al paese coi Tg della mattina – sorride – come l’oroscopo.
Il ministro prende appunti.
– E le carriere di giudici e pubblici ministeri – continua il premier – le voglio ancora più separate, anche all’origine. I pubblici ministeri non potranno essere laureati in legge. Anzi, non potranno essere laureati affatto. Dovranno essere analfabeti. E sordomuti. E in coma. Stai scrivendo?
Il ministro annuisce, chino sugli appunti. Il premier continua.
– Ci saranno due CSM, detti Squadra Bianca e Squadra Blu. I componenti saranno eletti col televoto, e non avranno nessuna giurisdizione sui magistrati. La polizia giudiziaria dipenderà direttamente dal ministro, cioè da te, cioè da me, e la spedirò a dare una bella ripulita ai covi dei comunisti, tipo la scuola pubblica, e Annozero. I giudici che sbaglieranno cercando ancora di inquisirmi, dovranno pagare scontando loro la pena al posto mio.
– Scusi presidente – dice il ministro, alzando gli occhi da batrace – lei sa che in realtà gli italiani questa riforma potranno impedirla con un referendum, vero?…
Il premier sorride.
– Io sì, ma gli italiani no.