di Luca B.
[Abbiamo omesso il cognome dell’autore, per quanto non l’avesse chiesto, al fine di evitargli conseguenze giudiziarie. E’ già cominciata la ratonnade (“caccia ai topi”: così erano chiamate le spedizioni punitive dei colonialisti francesi contro gli algerini ribelli) voluta da che si spaccia per gatto, pur vivendo in un buco ben blindato e avendo più coda che corpo.] (V.E.)
Sono tornato stanotte alle tre da Roma e adesso, a mente fredda (tiepida, diciamo), di fronte agli articoli di Repubblica mi viene da dire:
C’erano gli infiltrati? i provocatori? Erano lì a fare cosa? Ad alzare il livello di tensione?
Allora dico che hanno lavorato per nulla, non erano necessari ieri, perché ieri il livello di tensione e di rabbia era già alto. Personalmente ho fatto prima parte del book bloc (ho cercato Noi saremo tutto, che avevo pure votato nel sondaggio Uniriot, ma non ho avuto il piacere di usarlo, mi sono accontentato di Alice nel paese delle meraviglie), poi nel pomeriggio ho abbandonato quello stesso libro con cui avevamo provato a forzare il primo blocco di polizia (con scarsissimi risultati c’è da dire) perché la nuova tattica del corri, colpisci e fuggi, in quel momento era più utile.
Non esiste l’interpretazione per cui la mattina c’erano i bravi studenti con i loro libri bellini e il pomeriggio c’erano i black bloc.
Eravamo lì, tutti incazzati e determinati, perché aldilà della retorica, aldilà di ogni fiducia al governo, non abbiamo futuro e questo ci rende invivibile il presente. Eravamo lì e il passaggio della fiducia alla Camera ci è sembrata la solita presa per il culo, volevamo muoverci con determinazione e l’abbiamo fatto.
Non tutti hanno fronteggiato la polizia per due ore, lanciando di tutto, ma in molti l’hanno fatto e anche chi non se l’è sentita è rimasto comunque lì, per far vedere a chi fronteggiava le forze di polizia che il corteo c’era, non abbandonava l’azione. Nessuno è tornato a casa prima del tempo.
Il boato che ha invaso Piazza del Popolo quando il blindato della Finanza ha preso fuoco e il fumo nero ha cominciato a salire non me lo dimenticherò tanto facilmente, tutto il corteo era lì e tutto il corteo ha gridato di felicità ogni volta che la polizia arretrava.
Una radicalità del genere e così diffusa non si vedeva da tempo, parlare di black bloc significa a parer mio voler dividere tra buoni e cattivi, una divisione che nei fatti ieri non c’è stata.
Gli studenti a cui Repubblica faceva la corte da più di un mese si sono trasformati in violenti insurrezionalisti e questo per i media è difficilmente spiegabile. Adesso tutti cercheranno di capire chi era l’uomo con la pala, quello con il giubbotto beige, aggirando il problema vero. Adesso rincorrono i commenti degli studenti che rinnegano la violenza, tra questi l’UDU, che ieri non ha nemmeno partecipato al corteo, e i “giovani democratici” per cui non credo servano commenti (giovani pd).
Il punto è che c’è una generazione che non ha più nulla da perdere e adesso incomincia a far paura.