di Alessandra Daniele
Dalla scoperta del covo di Via Gradoli, dove Marrazzo faceva onore al suo cognome con qualche attempata marchettara trans, possiamo evincere la strategia in atto in tutta la sua geometrica potenza.
Niente resterà impunito: chi di sputtanamento ha osato ferire, di sputtanamento perirà. Occhio per occhio, tette per tette. Settanta volte tette. O meglio ancora, chiappe.
Si direbbe ci aspettino quindi molte nuove rivelazioni sulle abitudini sessuali dei leader (o presunti tali) del centro sinistra (o presunto tale) .”Il libro porno del Comunismo”, un’intera enciclopedia a fascicoli, squadernata nello spericolato tentativo di controbilanciare la porconovela di Papi Silvio, che da mesi intasa tutti i media come una televendita del Viagra.
Colpirne cento per educarne centomila: chiunque avrà ancora la tentazione di sputtanare l’Utilizzatore Finale del’Italia, saprà cosa rischia.
L’immagine di Marrazzo in Via Gradoli, affiancata a quella di Moro, sarà solo la copertina del primo numero, intiitolato ”Dal Tribunale del Popolo al Tribuanale del Popò: un percorso tutto interno alla Sinistra”.
Ancora nel più classico stile Felpietro (Feltri-Belpietro) seguiranno:
Rosy Bindi in latex che frusta la Binetti col cilicio borchiato, titolo ”In nomine Dominatrix: le teolesbo vogliono sposarsi in Chiesa’.’
Bersani che inchiappetta la salma di Lenin su un pedalò: ”Necromunista: il primo amore non si scorda mai”.
Prodi fra due culturisti: ”Sandwich alla Mortadella: Romano vuole rifarsi la coalizione”.
D’Alema che strangola Veltroni vestito da Lady Gaga: ”Leader dal fiato corto: rivalità politica, ma anche fetish estremo”.
Di Pietro ammanettato a un palo da lap dance: ”Giustizialisti alla sbarra: lo sgrammaticato a lezione di lingua”.
Ferrero in mezzo a un gregge di pecore: ”Radical shock: anche lui ama la lana cachemere”.
In ogni fascicolo sarà sottolineata la profonda, fondamentale differenza fra il rispetto della privacy che sarebbe dovuto ai puttanieri, e la gogna mediatica che spetta invece ai ”culattoni”, ma nel paese dove a essere gay dichiarati già si rischia ogni giorno una coltellata, questo sarà un promemoria superfluo.
Così, mentre gli italiani resteranno distratti dalle quotidiane mirabolanti avventure di chiappa e spada, continueranno a non accorgersi che il culo colpito in realtà è sempre il loro.