Il carmillo Sandrone Dazieri ha ricevuto via mail una proposta che, per il suo contenuto di alta civiltà, pensiamo sia il caso che venga divulgata il più possibile.
Carissim*,
ti scrivo per chiederti di unirti a Greenpeace in una singolare iniziativa per la tutela delle ultime foreste del pianeta.
Le foreste primarie sono tra le più incredibili espressioni viventi dei tre miliardi di anni di vita sulla terra. Forniscono habitat unici e vitali a due terzi delle specie terrestri di piante ed animali; inoltre, molti popoli e culture dipendono da queste foreste per la loro sopravvivenza spirituale e fisica. Le foreste primarie svolgono anche un ruolo fondamentale nel mantenere stabile il clima terrestre perché assorbono grandi quantità di anidride carbonica che altrimenti andrebbero ad aggiungersi al riscaldamento globale. In tutto il mondo queste foreste sono in pericolo. Uno sconcertante 80% è già stato distrutto ed il rimanente 20% è minacciato da pratiche di taglio del legno illegali o distruttive in regioni quali Canada, Indonesia, Finlandia, Russia, Brasile e Africa centrale ed occidentale. L’Italia è tra i maggiori importatori in Europa di legname illegale e prodotti derivati, come la carta.
Per la prima volta la nostra associazione si rivolge agli autori per eliminare l’utilizzo di carta derivante dalle foreste primarie e per orientare il mercato dell’editoria verso alternative sostenibili. In Canada la stessa iniziativa ha dato ottimi risultati. Le voci di J.K Rowling, Margaret Attwood, Alice Munro si sono rivelate essenziali nell’aiuto prestato a Greenpeace, persuadendo una parte importante dell’industria editoriale canadese ad introdurre l’uso della carta eco-sostenibile. Venticinque editori, tra cui Random House Canada e Penguin Canada, hanno accettato l’invito.
La carta riciclata e/o certificata FSC offre infatti una vasta gamma di prodotti in grado di garantire soluzioni adeguate alle diverse esigenze del mercato consentendo allo stesso tempo di preservare dalla distruzione le ultime grandi foreste del pianeta.
Speriamo proprio di poter contare sul tuo aiuto per realizzare questo importante progetto anche in Italia.
Il tuo sostegno ci darebbe la forza per cambiare davvero le cose.
Ecco in sintesi come potresti darci una mano:
1.Sostenere la campagna firmando “l’Appello Congiunto degli Autori Italiani?, qui allegato.
2. Far pervenire l’appello anche ad altri autori che potrebbero essere interessati alla campagna.
3. Incontrare la tua casa editrice e chiedere se hanno informazioni sulla provenienza della carta utilizzata. Incoraggiare i tuoi editori e convincerli ad adottare in futuro una politica “pro FSC” e senza carta proveniente dalle foreste primarie.
4. Considerare di diventare un portavoce di questa campagna. Avremmo bisogno di te per sensibilizzare attraverso il tuo esempio anche il pubblico dei lettori.
5. Scrivere ed inviarci un pensiero sul problema delle foreste e/o sulla campagna scrittori, che pubblicheremo sul nostro materiale informativo (sito, brochures, cartoline, magliette, etc..) o invieremo ai giornalisti interessati.
Ti prego di farci sapere al più presto se potrai sostenere la nostra iniziativa ed in che modo. Per maggiori informazioni puoi visitare il nostro sito
http://www.greenpeace.it/camp/foreste/salvaocancella/
Grazie in anticipo e a presto!
Letizia Rossi
Greenpeace Italia
348/4920362
06/57299931
da L’Unità
Un libro non vale una sequoia
Dall’impegno degli scrittori canadesi alla scelta degli editori di rispettare le foreste. Perché non proviamo anche noi?
Gabriele Salari
Ottomila anni fa larghi tratti di foresta primaria coprivano almeno la metà del pianeta, oggi solo un quinto di quelle foreste è sopravvissuto. Secondo il rapporto sullo stato del pianeta dell’autorevole Worldwatch Institute, reso noto la scorsa settimana, 140.000 chilometri quadri di foresta tropicale scompaiono ogni anno. Da non credere. Ma ancora oggi abbattiamo alberi secolari per farne carta da giornale o perfino carta igienica e il consumo di cellulosa è destinato a crescere secondo le ultime stime della Fao. Per invertire la tendenza, sotto la pressione delle associazioni ambientaliste, si stanno muovendo in Canada scrittori e case editrici. Lo scorso anno la scrittrice Alice Munro ha bloccato le rotative che stavano mandando in stampa il suo bestseller perché era stato stampato su carta che contribuisce alla deforestazione. Nel paese nordamericano la metà delle foreste vengono assalite dai bulldozer per produrre carta, ma la rivolta è in atto. Grazie all’impegno di numerosi scrittori che mandano lettere agli editori del tipo “Nulla che ho mai scritto vale il più piccolo ramoscello di un albero secolare”, sono ormai 24 gli editori canadesi che si sono impegnati a rispettare le foreste e tra questi le note Penguin e Random House. Tutti i titoli di Harry Potter, ad esempio, sono pubblicati su carta che non comporta l’abbattimento di alberi secolari e secondo una stima di Greenpeace, tra i promotori di questa campagna, dal 2001 ad oggi sono stati salvati in questo modo 12.000 alberi.
E’ ora che anche gli editori e gli scrittori italiani si mobilitino, non c’è tempo da perdere. Se Camilleri o Baricco, Luciana Littizzetto o Piero Angela iniziassero a scrivere alle case editrici imponendo questa semplice clausola nel contratto, il beneficio per le foreste del pianeta sarebbe enorme. E’ ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità, perché le foreste sono la casa di gorilla e orang utan o più semplicemente perché sono la nostra polizza assicurativa contro i cambiamenti climatici, visto che assorbono le emissioni di gas serra. I numerosi orologi sparsi per l’Italia che riportavano il count-down al nuovo Millennio potrebbero essere impiegati per riportare il numero degli alberi che riusciamo a risparmiare utilizzando carta “amica delle foreste”.
L’Italia è purtroppo uno degli ultimi paesi europei nel riutilizzo della carta. La nostra industria cartaria utilizza di preferenza cellulosa vergine a fibra lunga che proviene dall’abbattimento di alberi millenari a crescita lenta. Questa risorsa, essendo considerata la più economica e adatta per carte sottili e resistenti, rappresenta attualmente il maggior ostacolo allo sviluppo del riciclaggio. Sono pochissime le cartiere che si sono spostate sul riciclato e solo alcune catene della grande distribuzione hanno adottato alcune linee “ecolabel”, certificazione che garantisce sull’uso di fibre riciclate ma purtroppo non sulla provenienza delle materie prime. Anche la carta riciclata, infatti, contiene una percentuale di fibre vergini, seppur piccolissima, necessaria alla riproduzione del prodotto nel tempo, ed è facile che provengano dalle ultime foreste primarie, quelle nelle quali l’ecosistema è ancora intatto e sopravvivono numerose specie animali in via d’estinzione.
A garantire la carta “amica delle foreste” è sorto un marchio indipendente, l’Fsc (Forest Stewardship Council) che certifica l’ecocompatibilità ma anche il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Il mercato della cellulosa è uno dei maggiori motori della distruzione delle foreste primarie: tra i maggiori esportatori abbiamo il Canada, la Russia, i Paesi Scandinavi e l’Indonesia. Le industrie italiane importano mediamente 25.500 tonnellate l’anno di cellulosa e nonostante le nuove tecnologie e l’uso minore di carta che dovrebbe conseguirne, si stima che la produzione di carta a livello globale crescerà del 77% tra il ’97 ed il 2020.
Per produrre la cellulosa, si procede con il metodo più sbrigativo ed economico: le foreste secolari sono oggetto di taglio a raso, che consiste nell’abbattimento indiscriminato di tutti gli alberi in vaste aree di foresta. A meno che i governi, le industrie e i consumatori non agiscano, gli ambientalisti stimano che nei prossimi trent’ anni tutte le foreste primarie del mondo andranno perse. Tra soli cinque anni rischiamo di perdere quelle di Sumatra e di Giava, la foresta tropicale primaria più estesa e conservata dopo quella brasiliana. Scrittori ed editori devono dare un segnale, altrimenti anche noi lettori possiamo imbracciare la nostra arma, la penna, e scrivere a Mondadori, Rizzoli, Feltrinelli, etc. “Non compreremo i vostri libri se non ci assicurate che non diventiamo complici della deforestazione”. Julia Hill, una giovane californiana, ha vissuto due anni su una sequoia per impedirne l’abbattimento, insegnandoci che ognuno può fare la differenza. Basta iniziare.