di Sergio M. Calzolari
[Alcuni giorni fa è morto Claudio, titolare della libreria Cagliostro, in via Mengoli, a Bologna. Numerosi redattori e collaboratori di Carmilla – Roberto Sassi, Valerio Evangelisti, Wu Ming 1, ecc. – la frequentavano regolarmente. Pubblichiamo questo contributo dell’amico Sergio (“Spatto”), che interpreta il pensiero di tutti.]
Cagliostro è andato.
Negli ultimi 12 anni sono stato spesso per lavoro fuori dall’Italia, anzi ho praticamente vissuto all’estero. Quando rientravo, svolgevo un mio bizzarro pellegrinaggio in tre luoghi topici per la mia personale riconciliazione con Bologna: il fornaio per un panino con la mortadella e per “cibarmi”dei profumi dei ricordi, il tabaccaio di S. Ruffillo, il mio quartiere, anche se da oltre 20 anni non ci vivo più, per informarmi delle novità, la libreria di Cagliostro, per recuperare i fumetti usciti durante la mia assenza.
“L’ha già presa la caramella? Mi raccomando, prima la caramella, poi i libri!”
Era questa la simpatica frase con cui il cortese Cagliostro era solito intercalare. Avevamo iniziato a frequentarci così, per i fumetti, e all’inizio mi faceva sorridere quel suo nomignolo. Ma il nome era preciso per lui: assomigliava veramente a Cagliostro. Il suo viso burbero e austero si accompagnava comunque a un cuore di grande disponibilità, e mai avaro.
Ci davamo sempre del Lei, seppure ci conoscessimo da lungo tempo. Un Lei antico, quasi piemontese. Voluto per distanziarci dal chiacchiericcio del “tu” dei tempi attuali, dove tutti sono “amici” del/nel nulla esistenziale che li accompagna. Un Lei, per allontanarci dal frastuono. Come era lontano dal Contemporaneo quel suo negozietto, colmo di libri e fumetti impolverati; e con quel pungente odore di pagine consunte.
L’ultima volta avevamo parlato a lungo del fumetto western e del film Gli spietati, di Clint Eastwood. Era anche lui, come me, un membro del P.C.E, il partito di Clint. L’unico PC che abbia ancora un senso.
Quando Roberto mi ha telefonato per dirmi che Cagliostro se n’era andato, ero fermo in auto al semaforo. E sulla destra campeggiava un orribile manifesto giallo del candidato sindaco che inneggiava a Bologna Protagonista.
Subito ho pensato, con un nodo alla gola, che questi protagonisti venditori di fumo sono gli stessi che hanno cambiato il tessuto della società bolognese, che era fatto di tanti bottegai, certamente, ma con una cortesia e una disponibilità impensabili oggi, dove tutto è solo Business e deserto sociale. Le botteghe come quella di Cagliostro erano un luogo di ritrovo per decine di amanti dei libri, dei veri amanti della conoscenza. Oggi il candidato sindaco del cartellone giallo vende i libri fra i salami e i prosciutti.
Cagliostro era fatto di un altro tempo. Era diventato libraio di fumetti usati perché i suoi genitori tanti anni fa, durante il servizio militare, gli bruciarono i suoi Soldino. E così lui iniziò a venderli.
Spero che oggi fra i suoi uomini tutti di un pezzo, di poche parole e di modi ruvidi, si trovi bene.
Ciao Cagliostro, e buona lettura. Peccato che non hai visto l’ultimo Clint… ti sarebbe enormemente piaciuto.