di Danilo Arona
Più d’una volta mi sono concesso l’azzardo di sostenere che in certe occasioni la letteratura horror nasconde delle verità quanto mai decifrabili al di là delle metafore e delle maschere letterarie.
Il monumentale Carrion Comfort di Dan Simmons, conosciuto in Italia come Danza Macabra (titolo con cui uscì nel ’92 presso Interno Giallo), rappresenta una di queste occasioni, Tornato in questi giorni sugli scaffali delle librerie in edizione integrale per i tipi di Gargoyle Books, Danza Macabra è un clamoroso mix di horror epico, thriller, action con qualche strizzatina d’occhio alla spy story: un assoluto esempio di ottima letteratura contemporanea di confine, scritta però vent’anni fa, grazie alla quale facciamo conoscenza con dei particolarissimi “mostri” dotati di un “Talento” tanto speciale quanto discutibile, ovvero quello di entrare nel corpo e nella mente degli esseri umani per assoggettarli ai loro inimmaginabili scopi.
Senza voler guastare a chicchessia la lettura che si dipana prodigiosamente fluida e accattivante per quasi mille pagine, si può anticipare che il Talento dei tre vampiri psichici (Melanie, Willi e Nina) azzera del tutto l’impulso vitale delle vittime prescelte, che in questo modo si trasformano in catatonici zombi dall’elettroencefalogramma piatto e del tutto insensibili ai più atroci dolori fisici.
Se vi pare un riferimento dell’attuale condizione planetaria, non si può che concordare. E lo stesso Simmons, nel corso del romanzo, ne corrobora l’Ombra con ampi riferimenti alla manipolazione mediatico-economica, alla pedofilia e agli inganni della politica. Ovvio che il modello in stato d’accusa non possa essere altro che l’America degli anni ottanta, reazionaria, razzista e con un tendenza già allora crescente alla “esportazione” della “democrazia”. Ma il discorso tiene ancora, soprattutto laddove Simmons individua nelle élite — i ristrettissimi gruppi di potere finanziario ed economico — l’espressione più potente del male, soprattutto negli occulti progetti unilaterali di giocare “non più sulla pelle di singoli uomini ma di nazioni intere”. Sotto questo profilo Carrion Comfort è quasi un saggio sul tema della manipolazione globale. E scoprirlo in una ristampa del 2009 non è proprio da poco.
Ma personaggi come Melanie e Nina esistono sul serio? Con quei poteri? Personalmente non avrei dubbi a favore di una risposta affermativa e, a conforto di una tesi all’apparenza paradossale, porterei come prova “fumante” la cronaca quotidiana, né più né meno quello che ci arriva tutte le mattine dai giornali: un utile sport mentale che occorre fare per imparare a leggere oltre le notizie. Su questo non mi dilungo, ma è dall’11 settembre 2001 che la realtà è un’altra. E poi non è forse manipolazione globale la tremenda crisi economica, appunto, creata dalle élite, che sta martoriando l’Occidente? Lo dice pure Tremonti a suo modo. E va da sé che stiamo parlando del vampirismo psichico istituzionale.
Però è giocoforza che sul piano individuale, quello sottile che c’informa prima di tutto “a pelle” sul connettivismo di ogni giorno, ci troviamo al dover fare i conti con verifiche di cui molti (chissà quanti) non paiono avere percezione. Un esempio sin troppo banale: avete mai passato una certa parte del vostro tempo con una persona che vi ha, alla lettera, spossato? Vi siete mai trovati, alla fine di qualche serata all’apparenza frivola e disimpegnata, privi del tutto di energie come se aveste scaricato chili di mattoni per ore e ore? Bene, è probabile — non certissimo perché ci muoviamo in un campo in cui la certezza non è mai tale — che siate transitati dalle parti di uno o più vampiri della mente, quasi certamente in piena stagione di caccia.
Esistono senza dubbio nella prassi quotidiana individui che metaforicamente risultano essere proprio dei veri “predatori” di energia. Ognuno nella sua vita ne conosce, se è fortunato, almeno una mezza dozzina. Io forse ne ho incontrati di più, ma quel che conta è la media. Sino a quando non mi sono imbattuto in un sinistro libretto dello psicologo statunitense Joe H. Slate, Psichic Vampires — che, per quanto sia da prendere con le molle, in alcuni passaggi fa più che riflettere. Ad esempio, questo:
“Se riflettete un istante, forse ricorderete di avere sperimentato il vampirismo psichico, fenomeno che vi ha privati delle vostre energie e vi ha lasciati mentalmente e fisicamente stanchi. Forse avrete addirittura avvertito la violazione del vostro spazio personale e la vera e propria estrazione di energia dal vostro corpo. Una volta consapevoli di questi effetti, forse avete cercato un modo educato per porre fine a questa intrusione. E’ interessante notare che alcuni dei termini usati per descrivere questi incontri sociali così sgradevoli suggeriscono chiaramente i sintomi del vampirismo: ‘dolore al collo’ e ‘un’esperienza prosciugante’ sono solo due esempi. Esempi tipici di vampirismo sociale sono il bombardamento di comunicazioni persuasive che si vedono regolarmente in politica, nella religione, nella raccolta di fondi e nella pubblicità. I vampiri psichici esperti, infatti, hanno spesso una lunga storia di manipolazione di persone per trarne vantaggio nella carriera o per altri interessi, uno schema che si è fatto sempre più dominante.”
Volendo cercare riscontri — da Vanna Marchi a qualche leader politico a caso – i risultati non mancherebbero. Ma personalmente non farei cadere un discorso a suo modo serio nel bozzettismo caricaturale. Perché quando si discute di “energia”, ci muoviamo in ambito scientifico, quanto meno in quel terreno di studio non ancora asservito agli interessi delle élite globali. E allora occhio, occorre schermarsi, perché, citando ancora Slate, “il vampirismo psichico è vivo e fiorente nel mondo di oggi e, che abbia forma individuale, di gruppo, parassitica o globale, esige purtroppo un pesante tributo: esso risucchia energie, e in alcuni casi distrugge vite umane. A livello personale, consuma le nostre energie e interrompe la nostra crescita. A livello globale, può letteralmente privare la Terra dalle risorse necessarie alla sua sopravvivenza.”
C’era un signore, un grande intellettuale, che si chiamava Joan Culianu che si occupava a fondo di questi argomenti, soprattutto dei brain-trust che esercitano il loro controllo occulto sullo psichismo di massa occidentale. Fu ucciso con un colpo di pistola Beretta calibro 25 nei bagni della Divinity School di Chicago il 21 maggio 1991. Culianu veniva dalla Romania. Di lì molto probabilmente venivano anche i suoi assassini. La Romania ha regalato al mondo la controparte folclorica dei “vampiri della mente”…
Non concludiamo. Questi discorsi non si concludono mai. Sembrano frammenti slegati di un ragionamento che non si vorrebbe neppure portare a compimento. Non a caso la fiction letteraria, spesso, fa le veci del giornalismo investigativo. Leggiamo bene e leggiamo “oltre” Danza Macabra di Dan Simmons, I parassiti della mente di Colin Wilson e, magari, Il presagio di Claudio Gatti (un thriller di molti anni sulla morte di Culianu, scomparso subito dagli scaffali)… Chissà che non s’intravedano i lampi della luce oscura e della verità.