di Franco Ricciardiello
Il nome di Hedy Lamarr (1914-2000), che con Greta Garbo e Marlene Dietrich rappresenta la diaspora del grande cinema europeo sotto il nazismo, è oggi sconosciuto al grande pubblico; chi la ricorda più come primo nudo integrale protagonista sul grande schermo (nel 1933), o come icona di aristocratica bellezza esotica che stordisce i mariti e affascina le mogli? “la donna più bella del mondo” fu definita negli anni Trenta. Eppure il giorno del suo compleanno, il 9 novembre, è stato proclamato nei paesi di lingua tedesca Tag der Erfinder, “giorno degli inventori”, perché il tempo le sta rendendo giustizia: questa attrice dalla recitazione statica che si offriva con inerzia alla macchina da presa, disturbata dal fatto che la propria bellezza sovrumana impediva agli americani di accettare la sua intelligenza, è oggi ricordata soprattutto per un brevetto registrato nel 1942, in piena guerra mondiale, per teleguidare i siluri della Marina americana contro i sommergibili nazisti, e che anticipa la tecnologia a spettro diffuso oggi impiegata nelle reti wireless.
Come molte biografie del secolo scorso, la vita di Hedy Lamarr ha il ritmo e la trama di un romanzo d’avventura. Nel 1933 è la prima attrice a apparire sul grande schermo completamente nuda, nel film d’autore cecoslovacco Exstase di Gustav Machatý: si vede solo di schiena e poi in topless, e in un’altra scena in cui simula un orgasmo, ma il film viene pubblicizzato con allusioni di pornografia che frustrano il pubblico. Quando gira la sequenza di nudo, Hedwig Kiesler (questo il suo vero nome) è una ragazza ebrea di solo 19 anni che non immagina quanto questo film condizionerà per sempre la sua futura carriera di attrice.
Appena un anno più tardi Hedy sposa Fritz Mandl, industriale fascista che si è arricchito vendendo armi a entrambe le parti nella guerra di Spagna, e che mantiene a proprie spese la Heimwehr, partito austriaco di estrema destra. Hedy lo conobbe mantre recitava in teatro nella parte della principessa Sissy, che sarebbe stata resa celebre in futuro da un’altra attrice austriaca, Romy Schneider (il padre di Romy, Wolf Abach-Retty, è stato il primo amore di Hedy). Dopo il matrimonio fa una vita da reclusa a palazzo Mandl, tra ospiti illustri del calibro di Benito Mussolini (secondo Hedy anche Adolf Hitler, ma l’affermazione è poco credibile), allora interessato a tenere l’Austria fuori dall’influenza tedesca. Disgustata dalle politiche fasciste verso gli ebrei, Hedy Kiesler fugge dal marito e ripara prima in Svizzera, poi mentre il nazismo si afferma raggiunge gli Stati Uniti per continuare la carriera di attrice cinematografica. La leggenda vuole che alla fine della guerra nelle casseforti di Himmler e Goebbels si rinvenissero pellicole integrali di Exstase con l’ebrea Hedy Kiesler nuda.
A Hollywood, Hedy Lamarr (pseudonimo ispirato alla diva del muto Barbara La Marr, 1896-1926, adottato per nascondere la sua origine ebraica, dato l’antisemitismo diffuso anche in America) si scontra con due problemi: la fama scandalosa che la precede e la sua straordinaria bellezza, che la condanna a personaggi statici di femme fatale, mentre sarebbe molto più adatta ai pochi ruoli brillanti che si vede offrire. Lei stessa riassume il senso della propria esistenza in due asserzioni: quanto rimangono incantati gli uomini nel vedere com’è bella, e quanto rimangono inorriditi nello scoprire com’è intelligente.
Indubbiamente, sarebbe una forzatura affermare che Hedy Lamarr fosse una grande attrice; si limitava a mettere in scena la sua bellezza sensazionale in una recitazione forzatamente statica, con un’espressione da “zingara irritata” come fu definita su Photoplay. Appartiene a quell’ondata di europee (la svedese Garbo, la tedesca Dietrich) che impersonano il fascino esotico della vecchia Europa. Poco conosciuta è la sua storia d’amore con lo scrittore Erich Maria Remarque, esule dal nazismo che lei incontra in Svizzera e frequenta in seguito in California; al contrario è famosa e chiacchierata la serie di sei mariti che sposa e lascia secondo uno schema che si ripete più o meno uguale.
A Hollywood, Hedy Lamarr sarà sempre considerata una bella straniera. La maggior parte delle sue interpretazioni non sono indimenticabili, ma il suo volto diventa un’icona di potenza terrificante: pare che la Biancaneve a cartoni animati, progettata bionda, venga in seguito trasformata in bruna da Walt Disney sotto l’influenza di Hedy; che Vievien Leigh sia selezionata per Via col vento in considerazione della sua somiglianza con Hedy; che Catwoman, il personaggio femminile che Bob Kane disegnò a fianco di Batman, sia ispirata alla sua bellezza felina; e che molto più tardi il personaggio di Luba Luft in Blad Runner sia ricalcato su di lei.
Lo scoppio della guerra in Europa, l’annessione dell’Austria alla Germania e la terribile sorte degli ebrei mobilitano la folta comunità di espatriati per motivi politici: Hedy Lamarr partecipa con molto profitto alla vendita di obbligazioni nazionali per sostenere lo sforzo bellico.
Proprio negli anni della guerra sembrano aprirsi per Hedy come per altre attrici nuove prospettive; alla mentalità puritana di Hollywood si impone una nuova figura femminile, favorita dal fatto che le donne prendono il posto di lavoro degli uomini inviati al fronte. Ai ruoli da prostituta o da straniera esotica, al corpo dell’attrice offerto alla macchina da presa come un oggetto d’arte si sostituisce il personaggio che si impadronisce del plot; questa fase si chiuderà nel decennio successivo con il maccartismo e l’imposizione di un nuovo modello di attrice, il cui prototipo è Marilyn Monroe.
Uno dei pochi registi che utilizzano Hedy Lamarr in un ruolo da protagonista, senza escludere l’effetto che la sua bellezza ha sul pubblico, è DeMille, l’autore di kolossal che la dirige in Sansone e Dalila, campione d’incassi in technicolor. Scrive lo sceneggiatore Jesse Lasky: «DeMille non era sicuro di quanto fosse brava come attrice, ma questo per lui non fu mai un elemento di primaria importanza. Riempiva gli occhi dell’osservatore con un bellezza talmente mozzafiato che la sua recitazione passava in secondo piano.»
Il fatto significativo della sua vita, per il quale viene giustamente ricordata oggi, accade proprio durante la guerra. Decisa a fare di più contro il nazismo, Hedy trova coraggio quando conosce il compositore musicale d’avanguardia George Antheil, che negli anni Venti ha scritto la colonna sonora del film surrealista Ballet Mécanique di Fernand Léger. Ricordando discorsi uditi a casa del primo marito, mercante d’armi, Hedy (che ha alle spalle studi superiori di ingegneria) si mette al lavoro sull’invenzione di un metodo di telecomando per siluri il cui segnale non possa essere intercettato dal nemico. Al primo incontro Antheil rimane colpito, ma non certo dalla sua capacità di inventrice. Scrive nella sua biografia Bad Boy of Music: «Le mie pupille sembravano scoppiare, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo. Davanti a me c’era indubbiamente la donna più bella della terra. La maggior parte delle dive dello schermo non appaiono così belle quando le vedi in carne e ossa. Ma questa era infinitamente più bella che sullo schermo.» Basandosi su uno schema casuale di 88 variazioni (come i tasti del pianoforte), i due ottengono il brevetto n. 2.292.387 per un sistema di comunicazioni segreto, platealmente ignorato dalla Marina U.S.A. durante la guerra. In seguito è invece adottato dalle forze armate con l’acronimo CDMA, meglio conosciuto come “variazione di frequenza”; nel 1985 viene revocata la qualifica di segreto militare, e oggi è una delle basi della della tecnologia telefonica GSM, detta anche “a spettro diffuso”.
Data la mentalità del tempo, sarebbe impossibile per il Pentagono ammettere che un’attrice straniera partecipa in maniera decisiva allo sforzo bellico. Eppure negli anni Novanta, quando decade il segreto militare e si diffonde la notizia, Hedy riceve premi scientifici dalla Lockheed e dall’Inventors Club of America, poi il Bulbie Gnass e l’Electronic Frontier Foundation Award, più il Viktor Kaplan in Austria. Alla sua morte si scopre che sta lavorando su un prototipo di semaforo, su modifiche al progetto dell’aereo supersonico Concorde e per la mobilità sanitaria delle persone anziane.
La seconda metà della sua vita è la parte meno edificante. Compare per l’ultima volta sullo schermo nel 1958, poi seguono anni di trasferimenti di residenza dalla California a New York alla Florida, interventi di chirurgia estetica che alla fine danno esiti rovinosi, arresti per cleptomania e interminabili cause in tribunale che le fruttano un indennizzo di cinque milioni di dollari dalla Corel Software per l’utilizzo senza autorizzazione del suo volto nel prodotto Corel Draw 8 e 9.
Sul cinema classico degli anni Trenta e Quaranta è passata la ghigliottina del millennio, oggi gli appassionati di effetti speciali non ricordano i film del secolo passato, e solo pochi fan e addetti ai lavori conoscono Hedy Lamarr attrice. È invece sempre più facile, con una semplice ricerca nella rete, trovare notizie che associano il suo nome alla crittografia o alla tecnologia wireless; alcune sono ingenuamente esagerate, sembra di capire tra le righe che abbia inventato il telefono cellulare, ma non deve essere lontano il momento in cui la critica militante recupererà la figura di Hedy Lamarr, che probabilmente merita più considerazione politica di Marilyn Monroe, recentemente reclutata ex post dal femminismo americano.