di Alessandra Daniele
Per festeggiare la vittoria alle primarie del PD di Milano, Sala ha usato Heroes. Avrebbe dovuto usare China Girl.
A Roma il numero delle schede nelle urne ha superato di parecchio quello dei votanti. Pare abbiano partecipato anche i topi.
A Napoli si pagavano i passanti per votare la candidata renziana al posto degli elettori PD. Un caso di primarie surrogate. Il cosiddetto voto in affitto.
Il ricorso di Bassolino è stato respinto per affrancatura insufficiente.
Nel PD, tanto per cambiare, sono ai materassi. D’Alema e Bersani approfittano dell’occasione in cerca di vendetta, riesumando l’orgoglio ulivista. Pride, Primaries, and Zombies.
Se il peggior nemico dei candidati PD è il PD, il miglior alleato è Berlusconi, che a Roma ha candidato il protettore civile Bertolaso, mobilitando i suoi sorci nella capitale per sostenerlo. In realtà, a un Bertolaso senza terremoto la maggioranza dei romani preferirebbe un terremoto senza Bertolaso.
Intanto il centrodestra è già ridotto in macerie, e Salvini non può ricostruirlo attorno a sé come vorrebbe, gli mancano gli agganci giusti, le relazioni necessarie. Gli servirebbe qualcuno che le creasse per lui. Un Dell’Utri in affitto.
Comunque, dopo il caso Marino, sembra che a Roma nessuno voglia davvero vincere, e diventare sindaco di Topolinia.
Volente o nolente però a qualcuno toccherà essere eletto, e attraversare le cinque fasi della sindacatura:
Rifiuto
Il neosindaco s’aggira incredulo, comportandosi come se fosse ancora in campagna elettorale. Spara promesse impossibili da mantenere, cerca di nominare assessori i suoi cantanti preferiti, visita la città come un turista giapponese.
Mercato
I veri padroni della città, i clan politico mafiosi, presentano il conto per la sua elezione. Il neosindaco distribuisce appalti, assessorati, finanziamenti, e comincia ad ambientarsi, illudendosi che riuscirà a controllare la situazione.
Ira
Cominciano a scoppiare i primi scandali. Il sindaco reagisce ostentando indignazione, millantando assoluta estraneità, spacciandosi come baluardo di legalità contro il malaffare, e minacciando querele.
Depressione
Beccato con le mani nel sacco, il sindaco s’avvilisce e si dispera davanti alle telecamere, continuando a professarsi innocente, non più con arroganza, ma atteggiandosi a vittima di qualche perfido complotto internazionale.
Accettazione
Il sindaco viene prima commissariato, e poi silurato dalla sua stessa giunta. All’inizio brontola, minacciando oscure vendette, ma alla fine si rassegna, consolandosi col sostanzioso vitalizio che ha comunque già maturato, e col sogno d’un ritorno da outsider. È tempo di nuove primarie. I topi si preparano.