di Daniela Bandini
Francesco Dimitri, Pan, Marsilio editore, 2008, pp. 461, € 19,00.
Immagino che proporre la lettura di 460 pagine sia qualcosa di assolutamente spropositato, quasi sconveniente, e quando si tratta di un romanzo, per di più italiano, scritto da uno scrittore italiano nato nel 1981, ambientato tra Roma e i confini della libertà, ebbene proporlo non solo è sconveniente, è necessario. Siamo in piena estate, quindi una giusta dose di trasgressione culturale è persino lecita, per cui comincerò questa recensione mettendomi nei panni della mia adorata protagonista di Sex and the City, e mi immagino di scrivere nella rubrica quotidiana di gossip e moda di un quotidiano newyorkese. Cosa indosseremo questo autunno? Quali le tendenze? Ebbene tenevi forte, aggrappatevi ai braccioli delle vostre poltrone, sorseggiate l’ultimo mojito estivo, mettete da parte infradito e gloss maxi volume, profumi vanigliati, creme rassodanti, antirughe molecolari e andate dritte dritte (oppure ordinate via internet, consigliato) a un qualche mercatino che vende abbigliamento militare, in alternativa va benissimo un negozio di caccia e pesca.
Fiondatevi e scegliete con estrema professionalità tute mimetiche, scarponi adatti alle condizioni estreme e metropolitane, giubbotti che reggano il freddo, ma leggeri, per correre e rincorrere senza stancarsi subito. Per rassodare i muscoli palestra, sì, ma non quella soft: pesi, karate, judo, box, addominali… E infine procuratevi tutte le armi che potete, professionali, semi-professionali o del tutto improvvisate dipenderà dalle vostre conoscenze e possibilità economiche, va tutto bene, dai missili alle pistole ad acqua. E poi, e questa è una mia proposta, non me ne voglia l’autore, entrate in una merceria e comperate le seguenti lettere di stoffa da applicare ai vostri giubbotti militari: ERM, che sta per Esercito di Resistenza Metropolitano.
Sì, siamo davvero nel mondo descritto dall’autore, e il nostro nemico è Capitan Uncino! Non c’è da scherzare: egli possiede l’esercito più potente del mondo, ha il controllo di tutti i media, di tutte le polizie, di tutti gli eserciti, di tutte le menti stanche di pensare. E noi, in maniera anarchica, disordinata e assolutamente autogestita, siamo i Peter Pan della sovversione metropolitana. Siamo solo noi, i malati di alzhaimer e i pazzi che vedono l’Isola che non c’è, è statistica. Siamo coloro che scorgono degli impercettibili cambiamenti e ne traggono conclusioni, siamo coloro che rovistano nella spazzatura per trovare nuovi dei da non adorare, siamo nei giochi di magia e di prestigio, nei mangiatori di fuoco, nelle deformità fisiche, apparteniamo all’enorme massa silenziosa che non c’è solo perché non sa di esistere. Siamo tra coloro che adorano le nostre città, che credono nelle anime dei lampioni e degli autobus, nello spirito delle case e delle strade, nel loro gemito, nella loro vanagloria, nel loro passato. Pensate a Roma, quanta anima e spirito c’è in quelle strade, quanta tracotanza e umile fierezza tra il Campidoglio e Tor Bella Monaca, e l’anima di ogni abitante che aspira a un ruolo di protagonista o comprimario sulla Jolly Rogers che sfreccia nel cielo, che anche se inquinato è bello lo stesso.
Questo romanzo è semplicemente grandioso. Apre le mente, finalmente, verso prospettive diverse e assolutamente fattibili, perché tutto è nelle nostre mani, ma soprattutto nella nostra mente. C’è una fiducia, più che speranza, in un futuro che possiamo cambiare, con ogni mezzo, senza superpoteri, basta essere dj, dark, alcolisti ma anche impiegati, assicuratori, centralinisti, precari a vita, ammogliati, divorziati, single, gay, etero, lesbo, vecchi, malati, anziani, giovani, bambini. Non importa chi siamo e cosa ci hanno fatto diventare: adesso siamo allo scontro finale: noi e loro, l’anarchia di Peter Pan contro l’impero di Capitan Uncino. Ascoltate i punti programmatici del nostro Capitano, e se vi viene in mente qualcun altro, siete pronti all’arrembaggio. Capirete che lo scontro è serio, che la nostra libertà è in pericolo, che la trasgressione, dalla risata all’offensiva, non solo è lecita, è necessaria.
“Il controllo dei siti web sarà intensificato… obbligare i cosiddetti bloggers a registrare i loro siti, seguendo le norme del sano giornalismo. Coloro che non hanno niente da nascondere, perché dovrebbero preoccuparsi?… Le forze dell’ordine potranno procedere all’intercettazione di telefonate ed e-mail senza chiedere permessi. Dobbiamo difenderci..Saranno installate centinaia di telecamere nelle metropolitane, sugli autobus, nelle piazze e in tutti i luoghi sensibili. E ovviamente, chi non ha niente da nascondere non ha nulla da temere. La vendita di alcool ai minori di 18 anni è proibita, i controlli sulle droghe più seri. Tutti sappiamo quanto siano gravi i problemi che possono causare i videogiochi e i giochi di ruolo. Perché mai un ragazzo felice dovrebbe recitare un ruolo che non gli appartiene? Ed è il momento che la letteratura si liberi delle brutture accumulate negli anni. Perché mai i nostri figli dovrebbero rovinarsi il cervello con storie violente e piene di fantasie perverse?… I libri continueranno a essere venduti liberamente, però partiranno campagne stampa che informeranno i giovani su cosa sia bene comprare e cosa no. I libri migliori saranno distribuiti nelle scuole. Provvedimenti ancora più grandi verranno presi in sede parlamentare: il sesso prima dei 16 anni in Italia sarà proibito, anche tra coetanei.. Per organizzare un ritrovo musicale di più di sette persone d’ora innanzi sarà necessario chiedere un permesso in municipio con 20 giorni di anticipo. Ovviamente, per carità, noi vogliamo che i giovani si divertano. Ma conoscere dove, quando e come si terranno le feste, aiuterà le forze dell’ordine a fare in modo che esse procedano per il meglio, con decoro e gioia per tutti…”
Che ve ne pare? Un sindaco leghista deve aver preso sul serio Capitan Uncino, vietando l’assembramento di più di sette persone nei parchi pubblici. E l’ultimo sondaggio Sky – e non dite, ma Sky è fazioso, Sky è l’Italia – dice che il 78% degli italiani è favorevole all’introduzione delle telecamere sui taxi, perché, se non hai fatto del male, cos’hai da temere?