di Alessandra Daniele
– Quello schifoso bastardo grottesco e maligno! — La ragazza scaglia il giornale attraverso la stanza.
L’uomo seduto segue con lo sguardo la parabola discendente, poi commenta sarcastico
– Il paese è con lui.
– Stronzate!
– Ti ricordo che è stato regolarmente eletto con un’ampia maggioranza
– Ha approfittato delle paure della gente, paure che aveva creato lui stesso, insieme alla sua banda di criminali — dice la ragazza. L’uomo s’appoggia allo schienale
– Ha fatto anche di meglio. Gli ha dato un capro espiatorio — dice cupo.
Lei scuote la testa — ma non può continuare così, tutto questo è troppo assurdo per durare…
L’uomo alza improvvisamente la voce.
— Da quanti anni lo dite? Per quanti lo direte ancora? — La ragazza trasale. La voce di lui torna cupa e sarcastica – Prima vi siete illusi che quel mostriciattolo fosse solo una moda, un fenomeno folkloristico. Poi, che fosse semplicemente il nuovo volto della solita vecchia minestra, putrida e dispotica, ma sopportabile. Poi che fosse soltanto un’esplosione di barbarie sì, ma passeggera. Non avete ancora capito con che cosa abbiamo davvero a che fare? – L’uomo si alza, spinge via la sedia — Fino a quando continuerete a illudervi? Finché ogni opposizione sarà stata spazzata via dal paese com’è stata spazzata via dal parlamento? In che cosa sperate? Che la brava gente delle fottute verdi lande che l’ha votato a valanga gli si rivolti contro per salvare qualcuna di quelle che considera “razze inferiori”? — L’uomo fissa la ragazza – No, il suo popolo continuerà ad applaudirlo. Continuerà ad applaudirlo fino alla rovina.
— Cosa possiamo fare? — Chiede la ragazza.
– Qui niente — risponde l’uomo. S’avvicina al giornale e lo calcia via con disgusto, come la carogna d’un topo morto — Io me ne vado.
– Dove?
– Dovunque quelli come lui non siano ancora arrivati. Francia… no, meglio Inghilterra.
La ragazza sospira
– Per te è più facile, sai le lingue, hai già un nome…
– Il nome lo cambio.
– Ma è con questo che sei conosciuto!
– Non importa. È come il suo. Lo cambio — ripete lui. La sua voce diventa dura e tagliente — Non intendo assolutamente venire associato a quel ripugnante pezzo di merda di Adolf Hitler.
Anton Walbrook (1896-1967) nato a Vienna col nome di Adolf Wohlbrück, lascia l’Austria nel 1936. La sua carriera d’attore riprenderà in Inghilterra, con film d’esplicita propaganda anti-nazista alternati a cult-movies come “The Murder on Thornton Square” (la prima e più gotica versione di “Gaslight”, 1940) e Scarpette Rosse (“The red shoes” 1948 ). Negli anni successivi diventerà l’interprete alter-ego di Max Ophüls, col quale girerà “La Ronde” (1950) e “Lola Montès” (1955). La sua ultima apparizione cinematografica sarà ne L’affare Dreyfus (“I accuse” 1958), film che attraverso la ricostruzione della celebre vicenda storica di fine ‘800, denuncia le persecuzioni maccartiste degli anni ’50.