di Fabrizio Salmoni
(Riproduciamo qui di seguito un articolo già comparso sul portale www.valsusanotizie.it nei giorni scorsi. Ci sembra importante non solo per il caso in sé e per la figura di Sante Notarnicola, ma per denunciare ogni azione indirizzata a soffocare qualsiasi voce che prenda le distanze dall’ipocrisia dominante in nome dell’autonomia di classe. S.M.)
Prove di Partito della Nazione. Il PD si inchina al post-fascista Marrone e alla destra e chiede al Prefetto di “valutare” se vietare un convegno storico per “non guastare l’immagine della città”, mentre si celebra il processo alla ‘ndrangheta in cui compaiono rapporti con politici della maggioranza e si allarga l’indagine sul peculato dei dirigenti del Salone del Libro.
E’ un capolavoro di ipocrisia la vicenda che riguarda l’annunciata presenza a Torino del cittadino Sante Notarnicola per un convegno storico sulla Torino operaia degli anni Sessanta in programma alla Cavallerizza per venerdi 16.
Gli interpreti della disgustosa pantomima sono diversi: dalla Sala Rossa di ieri, su sollecitazione dei Pdem Passoni e Paolino, parte la richiesta al Prefetto di “valutare l’opportunità di fermare il convegno“; la perla in prosa è del Paolino: “Notarnicola è libero di dire ciò che vuole ma è sbagliata la passerella…il contesto“, come dire “Parla pure ma non qui“. Complimenti. Complimenti anche a Passoni: “Non per chiedere lo sgombero” ma “confidando in un intervento dei tutori dell’ordine pubblico” (La Stampa): come si può notare, due concetti drasticamente contrastanti…
Michele Curto (Sel – in maggioranza) si è limitato timidamente a chiedere di rispettare il diritto di parola.
Che dire di un Silvio Viale che negli anni Settanta sfilava in corteo con migliaia di amici e sodali di Notarnicola e ora, zelante macchietta dalle improbabili aspettative, si unisce al coro prendendosela con gli occupanti: “Hanno preso in giro tutti quelli che credevano nell’occupazione e nella gestione di un bene comune…”(?).
Poi ci sono anche gli occupanti all’acqua e sapone della Cavallerizza che, intimoriti dal baccano, si tirano indietro riversando le responsabilità sugli organizzatori della serata (Infoaut) e dichiarando di “aver saputo solo in un secondo tempo…” ma in compenso si offrono per organizzare un’assemblea sulla “libertà d’espressione”. Della serie: Il coraggio delle proprie azioni…
Complimenti a tutti! Pretesto a portata di mano è la presenza contemporanea in città di Ban Ki Moon, cioè forse per non “sporcare l’immagine della città” già piuttosto sporca per gli scandali e le inchieste per peculati, firme false, corruzioni, contiguità politiche con ‘ndrangheta, eccetera eccetera all’ordine del giorno.
“Non mi stupisco delle parole dei Pdem e del fascista Marrone ma io sono un libero cittadino, ho pagato i miei conti con la giustizia e vado a parlare in tutta Italia – risponde Notarnicola – Solo a Torino, la mia città, se ne fa un caso. Ma non mi hanno fermato anni di carceri speciali, botte e torture delle guardie, figuriamoci se mi faccio fermare da costoro. Piuttosto mi dispiace che gli occupanti della Cavallerizza si facciano spaventare. E’ il segnale più preoccupante.”
Da parte degli organizzatori della serata non ci sono tentennamenti: “Al momento non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione dalla Cavallerizza – dice Gianluca Pittavino di Infoaut – quindi noi confermiamo l’evento e ci riserviamo, in caso di divieto, di riproporlo in altre forme e in altra sede cittadina“.
Ricordiamo che la polemica è stata avviata nei giorni scorsi, oltre che da Marrone, da una minicampagna de “La Stampa” per penna di Beppe Minello, voce della lobby del Tav fin dai primordi, il quale accompagna il suo odierno articolo con un riquadro biografico su Notarnicola zeppo di falsità. Vale la pena di segnalarne una (per le altre ci penserà eventualmente lo stesso Notarnicola): “Curriculum criminale impressionante. Da ragazzo si lega a gruppi anarchici e rivoluzionari…” Sbagliato: era iscritto al Pci, sempre che possa essere definita “criminale” l’adesione a gruppi anarchici e rivoluzionari non ben definiti.
Tempi duri dunque a Torino sul fronte delle libertà d’espressione: già “sporcata” dal processo a Erri De Luca, ora anche dal caso Notarnicola. Quanti dovrebbero vergognarsi?
Per ora, comunque, il convegno è confermato e così pure la presenza di Sante.