con un dotto saggio di Francesco De Collibus
[Curato dal Laboratorio del precariato metropolitano Crash di Bologna, il centro sociale occupato che il sindaco Sergio Cofferati ha chiuso una volta e minaccia di chiudere una seconda, è uscita una curiosa antologia di inediti di Philip K. Dick, con prefazione dello stesso Cofferati. C’è chi ha sollevato seri dubbi sull’autenticità dell’antologia, e ha detto che autori dei racconti sarebbero, in realtà, coloro che si firmano come traduttori: Daniele Barbieri, Alessandro Calvi, Alessandra Daniele, Giovanni Di Iacovo, Giovanni De Matteo e Fernando Fazzari, Valerio Evangelisti, Valerio Farinelli, John Grady, Gigi Greco, Emanuele Manco, Luca Masali, Alberto Sarcinelli, Alessandro Villari, Luca Volpino. Si è dubitato persino che il prefatore sia davvero Cofferati. Per fortuna, un saggio documentatissimo del Ch.mo Prof. Francesco De Collibus è intervenuto a certificare la bontà di Scorrete, lacrime, disse lo sceriffo. In appendice, alcune istruzioni su come procurarsi il libro, edito dallo stesso Crash.] (V.E.)
UNA SCENEGGIATURA INEDITA DI UBIK PER IL PICCOLO SCHERMO. LA SCOPERTA DICKIANA DEL SECOLO
Chiar.mo Professor Francesco Maria De Collibus (1)
Gli studi dickiani da sempre hanno costituito una delle direttrici principali della mia trentennale attività di ricerca scientifica (2).
Sin dal mio lavoro di tesi di laurea, in merito ai fortissimi legami tra Philip K. Dick e l’Abruzzo, intitolato Gli androidi non sognano pecore elettriche, ma arrosticini a carbonella, per proseguire poi con un dottorato dai temi sicuramente più esistenzialisti, Soprattutto di notte è un oscuro scrutare, mi sono dedicato alla ricerca di inediti, la cara e vecchia filologia fatta sul campo, l’attività senz’altro più congeniale a un vecchio mastino del manoscritto come me.
Dopo aver convinto di malavoglia il rettore a concedermi un periodo sabbatico dai miei gravosi impegni didattici (3), mi sono subito trasferito sul campo, negli Stati Uniti. L’ennesimo scartabellare in biblioteca presso gli archivi dell’Autore era risultato del tutto infruttuoso. Mi sono quindi risolto ad una visita presso la vecchia abitazione di Dick, dove ho subito convinto sua figlia, usualmente così riservata, a consentirmi un ulteriore sopralluogo (4). Avevo appena fortunosamente rimosso dalla parete un quadro con un pesce placcato in oro (5), quando ho fatto quella che non esito a definire la scoperta del secolo nell’ambito degli studi su Philip K. Dick.
Una sceneggiatura televisiva inedita per il romanzo Ubik. Non deve infatti sorprendere che Dick si sia risolto ad adattare il suo lavoro per il piccolo schermo. Già nel 1974 aveva scritto una sceneggiatura cinematografica del romanzo, ma in America erano tutti troppo impegnati a produrre capolavori come Un Maggiolone tutto matto ed Herbie il supermaggiolino per dare peso alle fantasie di quello scrittorucolo di provincia.
Non deve neppure destare troppo scalpore l’altro grande elemento di novità. A differenza della riedizione cinematografica, pensata per attori umani, qui i protagonisti sono tutti dei Muppets.
I diritti infatti erano stato ceduti alla casa produttrice dello show la Jim Henson Company (6).
Dietro l’affare non ci furono solo ragioni economiche . Dick nutriva una autentica venerazione per i simpatici pupazzettii animati, e sappiamo per certo che le sue mania per i memorabilia di Kermit la Rana e le spese folli che intraprendeva per completare la sua collezione di abiti di scena dell’Orso Fozzie furono la principale causa del suo quarto divorzio, quello da Nancy Hackett.
Secondo le note di Dick, questa sarebbe stata la composizione del cast.
GLEN RUNCITER: L’orso Fozzie.
JOE CHIP: Kermit la rana.
ELLA RUNCITER: Miss Piggie.
WENDY: Camilla la gallina.
RAY HOLLIS: Gonzo l’alieno.
JORY MILLER: Il Sindaco sindacalista.
I primi cinque personaggi sono tutti muppets storici, ben noti a grandi e piccini di tutto il mondo. Il sesto invece, quello prescelto per Jory Miller, il mostro succhiavita del moratorium dove si trova sepolta Ella Runciter, è un pupazzo nuovo. Il Sindaco sindacalista. La storia della vendita dei diritti di Ubik, da me raccolta in mesi di indagini sul campo (7), non solo è estramemente interessante, ma spiega anche le ragioni dell’introduzione di questo nuovo pupazzo, e del conseguente cambio di ambientazione, non più in America e Svizzera, ma in un’affascinante città dell’Italia centrale, Bologna.
Nonostante l’interesse di numerosi personaggi televisivi famosi e determinati, le trattative si erano tutte arenate. All’inizio si era fatto avanti Bill Cosby, il quale, quando non era in onda a intrattenere pipponi sulla torta di mele della nonna, si comportava come un autentico tossico strafatto di acidi, affermava di essere un replicante e si tagliava di continuo il braccio per dimostrarlo a tutti, con i solo risultato di finire ogni volta in ospedale svenuto nella propria bava. Dick era sul punto di firmare la vendita, quando Cosby gli vomitò addosso in una tavola calda vicina casa, cosa che fece imbestialire Dick, ormai salutista e disintossicato.
Sfumato l’affare con Cosby, si era fatto avanti il famoso regista Garry Marshall (Happy Days, Mork e Mindy, Pretty Woman, Se scappi ti sposo). Costui era un accanito lettore di Dick sin dai tempi di La svastica sul sole, si dichiarava innamorato del romanzo, del quale giurava di aver colto ogni singola implicazione filosofica ed esistenziale. Per questo motivo voleva introdurre Ubik pari pari nella sua ambientazione più riuscita, Happy Days. Ubik sarebbe diventato una sostanza tramite la quale Richie Cunningham avrebbe avuto finalmente successo con le donne come il suo mito Fonzie. Erano già state girate le televendite da piazzare in mezzo al telefilm in cui Ron Howard (Richie Cunningham) e Henry Winkler (Fonzie) declamavano insieme:
Io sono Ubik. Prima che l’universo fosse, io ero. Ho creato i soli. Ho creato i mondi. Ho creato le forme di vita e i luoghi che esse abitano; io le muovo nel luogo che più mi piace. Mi chiamo Ubik, ma non è il mio nome. Io sono e limonerò con le ragazze in eterno! Ubik!! Ehyyy!
alzando all’indietro entrambi pollici nell’inconfondibile gesto reso famoso dalla serie tv.
Purtroppo all’ultimo Dick non firmò, con grande rammarico del regista (8).
Il perchè di questo improvviso voltafaccia ci è finalmente chiaro. Dick infatti tra il 1980 e il 1981 si recò in viaggio in Italia. Un viaggio, però, di cui al pari di quello di Lovecraft in Italia nel 1926 (9) non era rimasta alcuna traccia. Fino ad oggi.
Era una piovosa notte nel Settembre 1980. Dick non riusciva a scrivere, per questo motivo si era buttato sul divano a vedere un po’ di TV, nella speranza che gli conciliasse un sonnellino. Di notte la TV dava sempre cose assurde ed interessanti, da cui a volte si poteva anche prendere spunto.
Scorrendo di qua e di là con il telecomando, vide qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Un documentario su un cantante italiano. Era semplicemente incredibile. Si chiamava Adriano Celentano C’erano anche spezzoni dei suoi film, titoli come Asso e Il bisbetico domato. Vedendo le stupefacenti mosse del Molleggiato, Philip K. Dick rimase a bocca aperta “Wow, this is really Cyberpunk“, disse, coniando il termine ben tre anni prima di quando comunemente si ritenga. Dick preparò subito armi e bagagli, divorziò dalla prima moglie che gli capitò a tiro (10), e volò in Italia, convinto che Adriano Celentano sarebbe presto diventato il messia elettronico (11). Non voleva perdersi l’evento per nulla al mondo.
Rimase un bel po’ di tempo nel belpaese, con frequenti puntate a Bologna, città che adorava per la sua cultura e la sua vivacità. Qui scrisse anche il secondo capitolo della trilogia di Valis. Le abboffate di tortelli e mortazza innaffiati di Lambrusco lo aiutavano a vedere oltre la realtà: Dick era estremamente felice di poter avere simili rivelazioni senza più bisogno di droghe dannose per il suo organismo. Durante i suoi interminabili pellegrinaggi gastronomici tra le osterie emiliane, aveva preso sette chili e bruciato quasi tutti i risparmi derivanti dalla vendita dei diritti per Blade Runner. Ma era felice, e lavorava di buona lena alla sceneggiatura di Ubik per i muppets.
Gli venne l’idea di ambientare le frequenti escursioni temporali, anziché negli anni Trenta, in una strana realtà alternativa, la Bologna del futuro. La sua grottesca fantasia, vera e propria macchina della paranoia, lo spinge a ipotizzare l’assurdo più incredibile. Il Sindaco Sindacalista: un politico un tempo reputato perfino di sinistra, un ex leader sindacale, che in un lontanissimo futuro fantascientifico (intorno al 2005) viene eletto sindaco di una città ricca, colta e progressista, con le fanfare della stampa e della televisione. A quel punto però il Sindaco Sindacalista (12) inizia a rivoltarsi contro i suoi stessi elettori e ad azzannare la città alla giugulare. Fa sgomberare i luoghi di ritrovo e riflessione culturale, incatena lo svago notturno a regole assurde e punitive, reprime qualsiasi manifestazione creativa della città a colpi di parole d’ordine post-fasciste come “Sicurezza” e “Legalità”. Portare le birra per strada non se ne parla pena la resecazione della carne dal pube, comprare il fumo in giro non se ne parla pena la castrazione chimica con acido muriatico, insomma non si parla proprio più di nulla, d’altronde a cosa serve parlare, esprimersi, quando ci sono già la Sicurezza e la Legalità con la maiuscola? Gli incidenti mortali in auto sono aumentati del 500 per cento, perchè la guerra ai lavavetri costringe i bolognesi a guidare con il parabrezza completamente oscurato dalle cacche di piccione. Ma d’altronde, più cittadini morti, meno cittadini che possono delinquere, più Legalità e Sicurezza per tutti!
Per stare tranquilli, i bolognesi si chiudono nelle cantine a giocare a briscola, finchè un brutto giorno anche la briscola diventa illegale perchè sovversiva, in quanto l’asso di bastoni potrebbe essere usato dai violenti del Black Bloc per spaccare le vetrine dei McDonald, mentre con le spade si potrebbero accoltellare le forze dell’ordine paladine di Sicurezza e Legalità. Scusa per questa ordinanza è il ritrovamento di pochi grammi di hashish nascosti all’interno di un tre di coppe appartenente a degli studenti del DAMS fuorisede.
Una plumbea cappa cala sulla città, costretta ad abortire ogni sua idea e germe creativo. Ma l’arrivo improvviso in città di Glen Runciter (l’orso Fozzie) e Joe Chips (Kermit la Rana) (13), permette di svelare il mistero. Gli inerziali dell’agenzia Runciter bloccano infatti i poteri del Sindaco Sindacalista e lo costringono a gettare la maschera. Si tratta in realtà di Jory Miller, un potente morto vivente che per continuare a esistere deve risucchiare tutta l’energia vitale delle altre creature attorno a sé. Per questo aveva fatto chiudere locali, centri sociali, e luoghi di ritrovo di qualunque tipo, rendendo Bologna sempre più simile a un ordinato cimitero.
Vedendosi scoperto, il Sindaco-Sindacalista è costretto a un gesto disperato. Con lunghi canini perfora il manto stradale di Bologna e si fa largo fino al cuore della città, i sotterranei dove scorrono i canali del fiume Reno. Lì inizia a drenare tutta la linfa vitale della città.
Mentre la facciata di San Petronio si affloscia su se stessa, e la torre degli Asinelli implode, in una città ormai cadavere il Sindaco Sindacalista grida:
“Sicurezza! Legalità! Io sono vivo, voi siete tutti morti!”
E Joe Chips (Kermit la rana) grida di rimando “ Si, bella vita di m..”
E qui termina il manoscritto dickiano. Possiamo solo immaginare quanto sarebbe stata diversa la storia della tv e di Bologna degli ultimi vent’anni se questa produzione fosse andata in porto.
Note
(1) Ordinario di teoria e tecniche dei media non-più-così-giovani presso l’Università degli Studi “Ennio Flaiano” di Sambuceto (CH).
(2) Ma non la sola. Non sono da trascurare i miei contributi decisivi alla risoluzione di antichissime dibattiti tipo “ Dopo quanti giorni è davvero necessario cambiarsi le mutande” e “I Testi di Zucchero hanno davvero un significato?” (risposta , 10 e no, nessuno).
(3) Licenziamento in tronco.
(4) Devo confessare che il nastro adesivo, le corde e il pentothal si sono rivelati un potente strumento di persuasione nei suoi confronti.
(5) Delle voci diffuse ad arte da colleghi invidiosi (l’invidia è da sempre il più letale dei veleni accademici) hanno insinuato che io avrei tolto il quadro della parete con l’intenzione di rubarlo. Smentisco nella maniera più categorica queste odiose calunnie, io non avevo affatto intenzione di rubarlo, l’avevo già rubato, e ho notato il manoscritto solo dopo, dal ricettatore.
(6) Adesso è la Disney a detenere i diritti. Pensate! Se Dick fosse vivo oggi, probabilmente il film di A Scanner Darkly avrebbe avuto come protagonista Topolino.
(7) = rubata ad un povero dottorando senz’assegno di ricerca! Muahuahuahaahaha (evil laugh)!
(8) Nel frattempo Marshall aveva infatti iniziato a produrre, d’accordo con una multinazionale farmaceutica, un afrodisiaco azzurro euforizzante chiamato appunto Ubik, da promuovere in televendite come queste (ne era stata girata anche un’altra, in cui il Signor e la Signora Cunningham dichiaravano di amare Ubik ben più del rispettivo coniuge). Quando l’affare saltò, Marshall si convinse di dover cambiare il nome al suo prodotto, e iniziò a produrre delle patatine al formaggio e al peyote grattugiato. Stavolta le chiamo Fonzie, dal nome del suo personaggio preferito, e inventò il celebre slogan: Fonzie, se non ti lecchi le dita sbarelli solo a metà! L’azienda farmaceutica invece portò avanti il progetto autonomamente, ma fu un totale fallimento, ottennero solo un farmaco che faceva venire gli infarti. Fu messo in commercio con il mome di Viagra.
(9) Cfr. Federico Greco, Roberto Leggio, The Road to L. , DVD, Italia, 2006. Storie vere, do-cu-men-ta-te mica pizza e fichi!
(10) La quinta, sembrerebbe.
(11) Cosa che purtroppo sarebbe avvenuta solo nel 1985 con il film Joan Lui, tre anni dopo l’improvvisa morte di Dick.
(12) Dick precisa che il pupazzo del Sindaco Sindacalista doveva avere gli occhi quasi a mandorla per indicare una ferocia mongola, da Gengis Khan, una indole barbarica e sanguinaria.
(13) Attirati in città da un Festival Internazionale della Lasagna, cancellato all’ultimo momento da un ordinanza del Sindaco, convinto che fosse tutta una scusa per un pericolo raduno di Punkabbestia e Anarchici dei centri sociali con le Moretti-Molotov.
Bibliografia
De Collibus, Francesco Maria, Come evitare che un precog vi fotta al superenalotto. in “Annali dell’Accademia della Smorfia”, numero XXII, Napoli, 1998.
Capoluongo, Virginia, Come divorziare da vostra moglie senza pagare gli alimenti dimostrando che è un’androide, “Rivista giuridica di diritto civile comparato”, numero 82, Palermo, 1999.
Manzoni, Piero, Dick, Philip Kindred (a cura di Lucia Zappacosta), Confessioni di una merda d’artista, Calderone editori, Bucchianico, 2001.
Corona, Matteo Filippo, Valis, Roma, i Romani , alcuni fatti inspiegabili accaduti a Philip K. Dick nel 1974, e come scegliere il guanciale giusto per l’amatriciana, “Ebdomadario di Cultura psicoculinaria”, numero LX, Frosinone, 1994.
Elkann, L., Simulacri, ovvero “Quando l’ho caricata mi era sembrata una donna”, “Rivista di androginia clinica”, numero 77,Torino, 2001.
Di Iacovo, Giovanni, Tre stigmate a uno: Palmer Eldrich vince contro Padre Pio, “Annali di Teologia Empirica”, numero III, Pietralcina, 1993.
Mauro, Raffaele, La notte che bruciai uno che aveva bruciato Chrome senza avere la furto e incendio, in AA. VV., “Studi sul saiberpanc”, Taffazzi Editore, Pescara, 2003.
COME PROCURARSI IL LIBRO
[Scorrete lacrime, disse lo sceriffo ha 96 pagine e costa € 6,50. La copertina è di Francesco De Collibus e di Virginia Campoluongo, la grafica è di Alessandra Daniele e di Mauro Cremonini Può essere richiesto al Crash, via Zanardi 106, Bologna, scrivendo a questo indirizzo: gauloise@bruttocarattere.org. Al momento è intasato, ma presto sarà libero. L’antologia è distribuita a livello nazionale dalla NdA. Sono previste presentazioni in molte città italiane.]