di Alessandra Daniele
Il Generatore Automatico sentenziò:
“Arrotini
Satanisti
del Bengala”
Il ministro Raffoni sorrise — Ecco l’emergenza della settimana.
– Ma… non ci sono arrotini satanisti del Bengala in Italia — obbiettò Magnozzi, perplesso
– Certo che ci sono — sibilò il ministro — anzi, ce ne sono troppi! Gli onesti cittadini sono stufi di essere tormentati dai loro lamentosi richiami ululanti.
– Da muezzin! — Aggiunse deciso il generale Santi Sepolcri.
– Giusto! Magnozzi, prenda nota per l’apertura del TG: “Emergenza arrotini satanisti del Bengala, si sospettano legami col terrorismo islamico”, e non dimentichi di menzionare il “feroce regime totalitario bengalese”.
– Ma che cazzo di governo c’è in Bengala? — si chiese il generale.
– Boh, cercherò su Wikipedia — rispose Magnozzi.
– Intanto partiamo con la solita retata — disse Santi Sepolcri.
Raffoni annuì.
— Zingari, comunisti, puttane, rompicoglioni, e negri vari — sogghignò.
Il direttore del TG intervenne.
— A proposito di satanismo, nella prima edizione inseriamo anche una bella dichiarazione apocalittica del cardinale Busone?
– Bastione! — Ringhiò il generale.
– Mi scusi – balbettò Magnozzi — è solo un soprannome che circola, lo chiamano così perché…
– Perché sono satanisti! — Disse Raffoni stentoreo — Prenda nota: “Gravi minacce sataniste al cardinale Buson… Bastione da parte degli arrotini bengalesi”, e stia più attento alle stronzate che dice, è a causa del pressappochismo di quelli come lei che siamo stati declassati a nazione di Fascia B!
Il direttore del TG chinò la testa, mortificato.
– Si potrebbero coinvolgere nella faccenda anche i pitbull? — Chiese il dirigente della MediChem, entrando — La mia ditta ha una vecchia partita di siero antirabbico da smaltire.
– No, i pitbull li abbiamo già fatti la settimana scorsa — rispose il ministro, irritato dal ritardo del dirigente – “Pitbull pedofili della Patagonia”. Per rifarli è meglio aspettare la prossima.
– Tiriamo dentro Chávez, piuttosto — disse Magnozzi.
– Di nuovo?
– Mi sta sul cazzo.
– Emergenza! — Strillò un usciere, facendo irruzione trafelato.
– Sì, ne stiamo discutendo! — rispose Raffoni, torvo.
– No, non quella, una vera!
L’onda d’urto dell’esplosione li spazzò via in un turbine di macerie.
Il Generatore Alfabetico del Pentagono, passato alla Fascia B, aveva sentenziato
Italia.
Cereal killer
La star di patriot-action movies Thor Thunder era all’ingrasso. Tutte le sue peggiori perversioni, dalla pedofilia al cannibalismo, venivano soddisfatte, incoraggiate, e documentate nel suo dossier. A tempo debito, il suo sputtanamento pubblico, e il suo tele-processo con tele-esecuzione avrebbero divertito e distratto da guerre e crisi economiche miliardi di tele-sudditi imperiali.
Se Thor Thunder non avesse avuto invece il cattivo gusto di morire prima.
– Inutile pezzo di merda! — ringhiava Tiffany, vedova Thunder, passeggiando nervosamente attorno al cadavere — Proprio adesso dovevi strozzarti con quei fottuti cereali, eh?! La settimana prossima era previsto il nostro tele-divorzio, sarei diventata famosa come “la Tipa Tosta che ha spennato T.T.”, un’eroina e un modello per le casalinghe pezzenti e le aspiranti troiette, e invece no! — Sferrò un calcio al corpaccione inerte — Sarò soltanto una pallosissima vedova costretta a spartire il malloppo con quei bavosi dei tuoi figli, e siccome te li sei sbatacchiati da piccoli, i media intervisteranno solo loro e ignoreranno me! — Piagnucolò. Poi s’aggiustò lo stivaletto di pitone dorato, e tirò un altro calcio al marito, grugnendo: — Stronzo!
– La smetta di contaminare la scena del delitto — disse l’agente investigativo dello Scientific Service, entrando con una valigetta.
– Quale delitto? Lo stronzo s’è soffocato da solo ingozzandosi di cereali di polistirolo! Sul set gli hanno dato una scatola di finti cornflakes, lui doveva essere talmente strafatto che gli sono sembrati veri, se li è portati a casa e s’è strozzato.
L’agente scosse la testa lentamente
– No, non è così che è andata. Suo marito è stato vittima di un brutale serial killer.
Tiffany cercò di strabuzzare gli occhi dallo stupore, ma la paresi dei muscoli facciali causata dal Botox antirughe glielo impedì.
– La demolizione controllata del personaggio Thor Thunder ci sarebbe dovuta servire come Arma di Distrazione di Massa. — spiegò l’agente – Adesso che è morto in un modo così stupido e mediaticamente inutile, abbiamo, per così dire, un buco nel palinsesto. Quindi ci serve qualcosa che lo riempia — aprì la valigetta — Una psicosi di massa da serial killer farà al caso nostro.
– Perciò a fare secco T.T. sarebbe stato nientemeno che un serial killer? — Ridacchiò Tiffany.
– Esatto. Com’è facilmente deducibile dal modus operandi.
– Quale?
L’agente estrasse dalla valigetta una mannaia, e con un colpo secco decapitò il cadavere.
– Questo.
Tiffany sussultò. Le sue enormi tette di silicone restarono perfettamente immobili.
L’agente sollevò la testa di Thunder con la mano guantata di lattice.
– Più tardi provvederemo a rimuovere questo grumo di polistirolo masticato dalla trachea. Oltretutto bisogna evitare cattiva pubblicità ai cornflakes.
– Non so se funzionerà — obbiettò Tiffany — Io me ne intendo di questa roba, essendo stata costretta a vedere tutte le stronzate che girava quel laido trippone — Puntò l’indice ungulato – Non è credibile un serial killer che fa una vittima sola.
– Lo so — disse l’agente. Riprese la mannaia, e le mozzò la testa.