[Estratti da: Luther Blissett, Lasciate che i bimbi. Pedofilia, un pretesto per la caccia alle streghe, Castelvecchi, Roma 1997]
Negli USA, per tutti gli anni ’80 e oltre, gli abusi sessuali su minori (e gli SRA [Abusi Rituali Satanici] in particolare) sono stati il pretesto per una campagna terroristica da parte di bigotti e “moralizzatori” di tutte le risme, concretizzatasi in centinaia di arresti e processi, leggi speciali, finanziamenti pubblici a sedicenti programmi di assistenza alle vittime, etc.
[SRA: Nascita del mito]
[…] L’SRA è assurto agli onori delle cronache nordamericane nel 1980, con il primo libro di una “sopravvissuta all’SRA”, Michelle Remembers, che descriveva orrende violenze sessuali e fisiche presuntamente subite dalla co-autrice, Michelle Smith.
Smith descriveva i propri carnefici come satanisti persuasi che il dolore inflitto alle loro vittime avrebbe aumentato i loro poteri magici. [Secondo Smith] erano anche dediti al cannibalismo e a sacrifici umani.
Non vi è documentazione di casi di SRA prima del 1980, ma dopo l’uscita di Michelle Remembers vi fu un’esplosione di casi del genere. Si tennero processi per abusi identici o quasi a quelli descritti da Michelle. [Un’indagine condotta dagli autori del libro Satan’s Silence] ha dimostrato che il libro è una truffa. I rituali descritti dal co-autore Dr. Lawrence Pazder erano presi pari pari dalle sue ricerche sulle religioni native africane. [Pazder] ha dichiarato di non aver mai detto che gli eventi del libro fossero realmente avvenuti.
Molti altri libri di “sopravvissuti” furono poi pubblicati da autori evangelici o fondamentalisti cristiani. I più influenti furono Satan’s Underground e He Came to Set the Captives Free, che sono stati esaminati da gruppi evangelici e svelati come frodi.
Un’intera industria è sorta allo scopo di sostenere l’esistenza dell’SRA. Molti evangelici e fondamentalisti cristiani entrarono nel circuito di lezioni, seminari e pubblicazioni il cui scopo era fomentare il “panico satanico” […] Durante gli anni ’80 molti ufficiali di polizia si unirono all’industria dell’SRA […] Ma divenne presto evidente che non c’era alcuna prova documentale dell’esistenza di complotti satanici. Se le testimonianze dei “sopravvissuti” fossero state vere, le prove sarebbero state visibili […] Vi erano molte prove testimoniali, vale a dire i ricordi di centinaia di “sopravvissuti” bambini e decine di migliaia di
“sopravvissuti” adulti. Secondo molti esperti si tratta di falsi ricordi, creati nelle menti dei bambini da scorrette procedure di interrogatorio, e in quelle degli adulti da capziose pratiche psicoterapeutiche. Tutti concordano sul fatto che i “sopravvissuti” mentono molto raramente: essi dicono la
“verità” come la ricordano, ma cresce la convinzione che gli eventi che ricordano non siano reali. Oggi molti ufficiali di polizia sono molto scettici sull’esistenza dell’SRA.
[…] Nel 1991, lo stato della Virginia ha investigato sull’SRA e non ha scoperto nulla.
Nel 1994, i governi britannico e olandese hanno condotto estese indagini e non hanno scoperto nulla. Più di recente, uno studio del governo degli Stati Uniti si è basato sulle segnalazioni di 10.000 tra psichiatri, assistenti sociali, stazioni di polizia, procure distrettuali etc. Hanno scoperto solo un caso probabile di SRA.
– “Satanic Ritual Abuse (SRA)” http://web.canlink.com/ocrt/sra.htm
Il caso McMartin
Il processo più sensazionale fu quello contro i proprietari e gli insegnanti della scuola materna McMartin di Manhattan Beach, California. Fu il più lungo processo penale della storia statunitense (6 anni, dal 1983 al 1989), oltreché il più costoso ($15.000.000 spesi dallo stato di California), e si concluse con la piena assoluzione degli imputati.
La McMartin Pre-School era di proprietà di Peggy Buckey e di sua madre, Virginia McMartin. Ray Buckey (25 anni) figlio di Peggy, lavorava alla scuola come assistente part-time. Il 12 agosto 1983 la trentenne Judy Johnson, introversa ex-studentessa di teologia, si rivolse alla polizia dicendo che suo figlio Matthew di due anni era stato molestato a scuola da Ray Buckey. Incredibilmente, benché non ci fossero segni di violenza fisica né conferme da parte di altri bambini, Ray fu arrestato il 2 settembre, e la sua casa perquisita in cerca di prove e/o di materiale pornografico. Non fu trovato niente, Ray negò con forza ogni accusa e venne rilasciato.
Il capo della polizia di Manhattan Beach fomentò il panico spedendo una lettera
“strettamente riservata” a circa 200 genitori di alunni ed ex-alunni della McMartin. Nella lettera si riteneva “possibile” che Ray, “fingendo di misurare la loro temperatura”, avesse sottoposto i bambini a “sesso orale, palpazioni dell’area genitale e delle natiche, sodomia”. I genitori erano invitati a cercare conferma interrogando i bambini.
Più tardi, centinaia di bambini furono esaminati dal CII, Children’s Institute International. Entro la primavera 1984, a 360 di essi venne diagnosticato un trauma psicologico da subite violenze sessuali.
Una TV locale affiliata all’ABC venne a sapere della cosa, e trasmise un servizio su un possibile collegamento tra la scuola e giri di pornografia infantile e di “industria del sesso” nei paraggi di Los Angeles.
L’intera città, in primis i genitori delle presunte vittime, fu presa dall’isteria: i
bambini furono sottoposti a pressioni continue da parte dei genitori e del CII, e ricompensati se davano le risposte “giuste” a domande sempre più subdole e
capziose. Ne venne fuori che erano stati stuprati; che erano stati costretti a partecipare a film pornografici e a farsi fotografare; che avevano assistito alla mutilazione e all’uccisione di animali; che erano stati costretti a partecipare a rituali satanici, compreso l’omicidio rituale di bambini dei quali Ray aveva bevuto il sangue e bruciati i cadaveri; che avevano visto partecipare ai riti noti attori come Chuck Norris e uomini politici; che erano stati chiusi in una bara e calati in una fossa; che erano stati molestati in un mercato e in un autolavaggio; che erano stati costretti a guardare mentre Ray Buckey uccideva una testuggine piantandole un coltello nel guscio, dimostrazione di cosa sarebbe successo loro se avessero parlato; che erano stati portati in aereo a Palm Springs, violentati e riportati indietro; che erano stati portati in tunnels sotto la scuola e violentati (non fu mai trovato alcun tunnel); che avevano visto streghe volare.
Per ciascun interrogatorio lo Stato di California (e quindi i contribuenti) pagò al CII 455 dollari. Poiché furono esaminati più di 400 bambini, la cifra totale è di quasi cinque miliardi di lire, soldi che finirono per buona parte nelle tasche dei dirigenti e operatori dell’istituto.
Oltre a Ray, vennero arrestati anche Peggy Buckey, Virginia McMartin e quattro
insegnanti. Nel 1986, poco prima del primo processo, un sondaggio presso i residenti nella contea di Los Angeles mostrò che il 90% dei potenziali giurati riteneva Ray e Peggy colpevoli. Gli avvocati difensori chiesero che il processo si svolgesse in un’altra contea, ma il giudice rifiutò. Intanto Judy Johnson continuava a rilasciare deposizioni:
tra l’altro, dichiarò che il suo ex-marito aveva sodomizzato Matthew, che ignoti erano penetrati in casa sua per sodomizzare il suo cane, che Matthew era stato ferito da un elefante e da un leone durante una gita scolastica, nonché torturato dai suoi insegnanti che gli avevano cucito orecchie, capezzoli e lingua con punti metallici e gli avevano ficcato le forbici in un occhio. Inutile dire che sul corpo del bimbo non furono trovati segni di nessuna di queste violenze. Più tardi Judy dichiarò di avere poteri divini, e le venne diagnosticata un’acuta paranoia schizofrenica. Dopo la perdita della potestà su Matthew e una convalescenza in clinica, morì di cirrosi epatica, a pochi giorni dall’inizio del processo. La Procura Distrettuale cercò di nascondere alla difesa la documentazione della sua malattia mentale.
Nel frattempo la polizia ispezionò 11 dei luoghi indicati dai bambini, senza trovare niente. Gruppi di genitori scavarono nel cortile della scuola in cerca dei famosi tunnels, di ambienti sotterranei e/o di resti di bambini e animali sacrificati. Trovarono solo la carcassa di una testuggine, ma una perizia dimostrò che la sabbia trovata all’interno del guscio era diversa da quella dell’area circostante. Ciò indicava che qualcuno aveva trovato la carcassa in una spiaggia più distante, e l’aveva sotterrata nel cortile.
Nel marzo 1984, sui 7 imputati si abbattè una gragnuola di capi d’accusa (per la
precisione 208) riguardanti abusi su 40 bambini. Dopo 20 mesi di udienze preliminari, l’infondatezza del teorema era più che evidente. L’accusa fece offerte di sconti di pena a ciascun imputato perché testimoniasse contro gli altri, ma nessuno accettò. In aula vennero prodotte ben poche “prove”: un paio di orecchie di coniglio, candele nere ed un mantello. Gli avvocati difensori non ebbero difficoltà a provare che tali oggetti non erano minimamente collegati al caso McMartin.
Nel gennaio 1986 fu eletto il nuovo Procuratore Distrettuale, Ira Reiner, che fece cadere tutte le accuse contro 5 degli imputati. Restavano solo 52 capi d’imputazione contro Ray Buckey e 20 contro Peggy Buckey, più un’accusa comune di associazione a delinquere. Secondo un sondaggio telefonico, il 96% dei residenti nella contea aveva sentito parlare del caso, il 97% di quanti si erano fatti un’opinione riteneva Ray Buckey colpevole, mentre “solo” il 93% pensava lo stesso di Peggy Buckey.
Il 18 gennaio 1990, dopo quasi 3 mesi di udienze e 9 di discussione, la giuria assolse Peggy Buckey dagli ultimi 13 capi d’accusa e prosciolse Ray per 39 capi d’accusa su 52, spaccandosi però sui rimanenti (ma con la maggioranza dei giurati schierata per l’assoluzione). Per questi ultimi Ray fu ri-processato nell’agosto successivo e assolto una volta per tutte.
Peggy querelò immediatamente il Comune, la Contea, il CII e la ABC. Pochi mesi dopo, anche Virginia McMartin e altri due imputati intentarono una causa. Questi tentativi fallirono perché una legge statale e diversi precedenti giuridici sancivano l’assoluta immunità di enti e associazioni come il CII nel caso collaborassero con la Pubblica Accusa.
Gli eventi di Manhattan Beach hanno rovinato molte vite. Centinaia di bambini, oggi teenagers, credono ancora di essere stati stuprati e seviziati durante grotteschi rituali. Sette adulti sono finiti sul lastrico. La scuola è stata chiusa e demolita. L’irresponsabilità dei media ha terrorizzato l’intera regione, e molti casi-fotocopia si sono verificati in Nordamerica e nel mondo.
Inquisitori e strizzacervelli
L’elemento che, nel caso McMartin e in molti altri analoghi, permise di rovesciare definitivamente il teorema del SRA fu il fatto che CII, psicoterapeuti ed “esperti” come la famigerata Kee MacFarlane avessero l’abitudine di riprendere i propri colloqui/interrogatori coi bambini. Dai video risultò chiaro che le procedure di MacFarlane & Co. erano scorrette, vera e propria circonvenzione; i bimbi erano coinvolti in un contorto psicodramma del quale non capivano le implicazioni, li si faceva giocare con pupazzi (spesso completi di ogni particolare anatomico) e si chiedeva loro di rivivere, con la mediazione del gioco, lo stupro rituale che si supponeva avessero subito.
Il gioco era pilotato dagli interroganti a suon di domande capziose, e le risposte del bimbo dovevano per forza confermare quanto l’adulto già sospettava. MacFarlane aveva istruito gli interroganti a non accettare un "no" come risposta (pare incredibile, ma è tutto scritto nei saggi e negli articoli di questa pazzoide). Se il bimbo rispondeva “male”, l’adulto doveva insistere perché il bimbo dicesse la “verità”. Immancabilmente, il bimbo finiva per rispondere in modo da compiacere chi lo interrogava.
A questo punto MacFarlane prende un pupazzo completo di genitali, dice che si chiama Ray , e dice a Tanya di usare “il signor Animale” per spiegare ciò che Ray le ha fatto. Tanya inizia a muovere la bambola e a simularne la voce, mentre MacFarlane finge che una bambola femminile sia Tanya. “Oh, signor Ray – Ray, Ray, mi stai toccando, eh? Dove mi stai toccando, Ray?”, squittisce MacFarlane. “Sulla pipì”, risponde Tanya, e non è chiaro a nome di chi stia rispondendo: di sé stessa o della bambola?
La seduta diventa una scena di bambole nude, con genitali che si toccano, sfregano e minacciano a vicenda, falli in bocca ecc. “Ooooh, è successo questo?”, dice MacFarlane. “Non è successo! Sto solo giocando”, la corregge Tanya […] Si parla delle case dei molestatori, ma non è chiaro se sono case reali o case di bambole. Cogliendo un suggerimento di MacFarlane, Tanya dice che Peggy Buckey era presente durante lo stupro.
Verso la fine dell’interrogatorio, Tanya è palesemente stanca di tutti quei discorsi
sugli insegnanti: dice che la bambola di Ray è spiacente per quello che è successo, che non lo farà più e che dovrebbe uscire dalla sua finta cella, poi si mette a giocare con un’altra bambola, il signor Squiggly Wiggly, una scimmia di pelouche… Ma MacFarlane vuole riportarla alla realtà, e le chiede: “Conosci la differenza tra la verità e la bugia? Sai cos’è una bugia?”. La bimba risponde: “Ehmmm… Ha i dentoni ed è marrone”. A questo punto, MacFarlane le chiede se ha detto ‘la verità alla macchina segreta’ [la videocamera, N.d.T.]. La bimba rimane in silenzio, con la bocca spalancata. Fa solo un cenno col capo.
Al termine della seduta, MacFarlane conclude che la bimba è stata violentata. Esorta la madre a dire a Tanya quanto è fiera di lei e quanto le vuole bene perché ha rivelato quei segreti. Quindi notifica alla Procura che Tanya è una delle vittime di Ray Buckey.
– D. Nathan & M. Snedeker, Satan’s Silence. Ritual Abuse and the making of a modern American witch hunt, Basic Books, New York 1995, pag.80
[…] McFarlane lo rimprovera: “Vuoi essere stupido o vuoi essere furbo e aiutarci? Forse sei scemo”. Cercando di compiacerla, Keith risponde alla richiesta di descrivere l’eiaculazione di Ray Buckey e dice che era gialla, puzzava come “pupù” e sapeva di “sbocco” e di “lumaca marcia”. Pochi
minuti dopo ha già dimenticato tutti questi particolari. Intanto tenta disperatamente di distinguere le proprie percezioni dal turbine di sentiti-dire che attraversa Manhattan Beach e arriva nelle sedute d’interrogatorio. Parlando per il tramite di un pupazzo, fa notare che se sa che Ray Buckey toccava le parti intime dei bambini non è per sue esperienze in prima persona, ma perché glielo hanno detto suo padre e sua madre.
McFarlane ignora quest’osservazione e anche quelle successive: dopo un’ora di continue pressioni perché ricordi la violenza, Keith dice: “Un po’ di roba l’ho un po’ dimenticata, poi però me la ricordo, ma non sono proprio sicuro… forse ho detto la cosa sbagliata, per sbaglio”. La diagnosi è che Keith è una vittima […]
Dall’inizio alla fine sono sempre gli adulti a parlare. In pagine e pagine di trascrizioni, non c’è una sola rivelazione spontanea. Dopo il primo processo McMartin uno dei giurati fece notare che “non abbiamo mai sentito la storia dai bambini con le loro parole”. Altri citarono i video dei colloqui come prove-chiave a favore della difesa.
[…] Nell’esempio seguente, un bambino di cinque anni è interrogato da un agente di polizia e da un assistente sociale che indagano sul caso Kelly Michaels:
ADULTO. Ti ha infilato una forchetta nel sedere? Sì o no?
BAMBINO. Non lo so, mi sono dimenticato.
ADULTO. E dai, se rispondi puoi andare via.
BAMBINO. Ti odio.
ADULTO. No, non è vero.
BAMBINO. Sì che è vero.
ADULTO. Lo so che mi vuoi bene. E’ tutto qui quello che ti ha fatto? Cos’ha fatto al tuo culetto?
ADULTO 2. Cos’ha fatto al tuo culetto? Poi puoi andare via.
BAMBINO. Mi sono dimenticato.
ADULTO 2. Dimmi cosa ti ha fatto Kelly nel culetto poi puoi andare via. Se ce lo dici, ti lasciamo andare via.
BAMBINO. No.
ADULTO. Per piacere.
BAMBINO. E va bene, va bene, va bene!
ADULTO. Adesso dimmelo… Cosa ti ha infilato Kelly nel culetto?
BAMBINO. La forchetta.
– Ibidem, pagg. 140-142
La dottoressa Barbara Snow è una psicologa dell’Utah che Roland Summit ha incluso nella “nuova generazione di esperti di violenze sessuali, scientificamente obiettiva e dall’apporto indispensabile”. Alla fine degli anni ’80, diversi casi studiati da Snow si trasformarono in descrizioni di abusi rituali su grande scala: i bambini parlavano di pornografia e di violenze da parte di decine di adulti.
Alla fine la polizia dello Utah fu insospettita dal fatto che i casi della Snow fossero
l’uno la copia-carbone dell’altro, e decise di fare un esperimento: a Snow furono passate false descrizioni di abusi. Tali descrizioni comparirono presto nei racconti dei bambini […] E’ probabile che essi avessero integrato i loro ricordi con i suggerimenti di lei, fino ad intrecciare realtà e fantasia in una parvenza di ricordo ormai inestricabile.
[…] In una consulenza alla Corte Suprema del New jersey, molti tra i più importanti psicologi cognitivisti del Nordamerica hanno concluso che il modo in cui si erano esaminati i bambini [nel caso Wee Care] era stato tanto esageratamente capzioso da far ritenere prive di fondamento tutte le loro descrizioni di abusi sessuali. Gli psicologi hanno trovato "difficile da credere che si sia permesso ad adulti incaricati di curare e proteggere dei bimbi di usare il lessico che hanno usato in queste interviste e di interagire coi bambini in modo così sessualmente esplicito, o di minacciare e spaventare i piccoli testimoni in modo così shockante”. Di più: gli psicologi hanno definito queste tecniche… un’altra forma di violenza sui bambini, una violenza psicologica.
– Ibidem, pagg.158-159
Una delle conseguenze dello scandalo è che oggi molti “esperti” di violenza sui minori non filmano né registrano più le proprie perizie e sedute – “per evitare fraintendimenti”, come ha affermato testualmente McFarlane.
Tutte le citazioni sono tratte dallo studio approfondito che l’avvocato Michael Snedeker e la giornalista investigativa Debbie Nathan hanno dedicato al fenomeno dell’SRA.
Riporto alcuni stralci di una recensione disponibile su WWW:
Nathan e Snedeker hanno dimostrato che l’intera costruzione del SRA è del tutto fittizia, basata su una nauseante mistura di credulità, cupidigia, autopromozione e malafede […] Satan’s Silence spiega in maniera brillante e convincente che la teoria del SRA ha avuto origine negli anni ’70 da speculazioni dei movimenti contro le sette […] Poi ci fu il boom delle terapie di recupero dei traumi infantili, che fece le immense fortune di una cricca di psichiatri… Caso dopo caso, Nathan e Snedeker danno una minuziosa dimostrazione di come nasce la caccia alle streghe: la minima stranezza riscontrata nel paziente bambino viene presa come prova infallibile che è avvenuta la violenza; dopo di che, la ‘vittima’ viene sottoposta ad un lungo e terribile interrogatorio finché non cerca di scamparla accusando chiunque venga nominato dagli inquisitori; infine, pubblici ministeri senza scrupoli traggono le conseguenze con un uso cinico dei media e della carcerazione. Il problema principale riguarda ciò che potremmo chiamare il fenomeno dell'”eccesso di
zelo”: i testimoni cercano l’approvazione dei loro vecchi ricamando sempre più sui loro racconti, finché la mitologia che ne scaturisce non sconfina in una fantasmagoria di sacrifici e massacri, tunnel nascosti, lavaggio nazista del cervello, api assassine al comando di Satana e vari misfatti della CIA (e tutto questo era compresente in un singolo caso di SRA, anche le api e i tunnel). Normalmente queste fantasie rococò rimangono fuori dall’aula, ma nutrono le fantasie di un pubblico di entusiasti teorici del complotto […].
Uno dei pregi più notevoli di Satan’s Silence […] è il fatto che Nathan & Snedeker vi svolgono un’analisi di classe: gli arresti e i processi per abusi sessuali (veri e/o presunti) vengono ricostruiti, interpretati, sovente demistificati tenendo conto delle condizioni socioeconomiche delle famiglie colpite. In parole povere, la controinformazione sull’SRA ha iniziato a mietere successi negli USA solo dopo che le montature giudiziarie hanno trascinato alla gogna mediatica (o forse le montature mediatiche hanno trascinato alla gogna giudiziaria) non solo adulti della working class o della piccola borghesia, ma anche facoltosi genitori di famiglie upper-middle class, in grado di fare pressioni per eventuali controperizie, finanziare campagne d’opinione, assumere principi del foro etc.
E’ un libro che andrebbe tradotto e distribuito in Italia, come contraltare alla
demenza repressiva tipica della “nostra” schiatta di politicanti, magistrati e intellettuali di regime, liberi docenti di conformismo e di vigliaccheria.
Strizzacervelli e False Memory Syndrome
Dalla fine degli anni ’70, soprattutto dopo il successo editoriale di Michelle Remembers, la grande moda tra gli psicoterapeuti è stata la Recovered Memory Therapy (RMT), che consiste nel “recuperare” (in realtà creandoli dal nulla) i ricordi repressi di stupri e/o SRA subiti nell’età infantile: la risposta esaustiva ad ogni malessere dell’età adulta sembrava essere la cosiddetta Incest Survivor Syndrome (ISS), del tipo: “Lei non rammenta, ma quand’era piccola/o i suoi genitori [o un insegnante, o altre figure simili] l’hanno stuprata, forse durante una messa nera! E’ senz’altro questa la causa della Sua nevrosi. Possiamo far riaffiorare questi brutti ricordi, se necessario anche con l’ipnosi”. […] sulla base di questa demenziale premessa – e dell’estrema suggestionabilità dei pazienti – si sono calunniati, aggrediti, incarcerati, rovinati molti adulti innocenti, descritti dai media come “mostri” e “satanisti stupratori”. E la cosa terribile è che i loro accusatori non mentivano, credevano ai propri (falsi) ricordi (salvo ritrattare completamente le accuse una volta sfuggiti all’influenza dei loro analisti). False Memory Syndrome, sindrome del falso ricordo,
condizione in cui l’identità di una persona e i suoi rapporti interpersonali s’incentrano sul ricordo di un’esperienza traumatica oggettivamente falso ma al quale la persona crede fortemente. Va precisato che a caratterizzare la sindrome non è il falso ricordo in sé stesso: tutti noi abbiamo
ricordi inaccurati. La sindrome può essere diagnosticata quando il ricordo è tanto
profondamente radicato da orientare l’intera personalità dell’individuo e il suo stile di vita, scalzando ogni altro comportamento adattivo… La False Memory Syndrome è particolarmente distruttiva perché il soggetto rifiuta cocciutamente ogni prova che contesti la verità del suo ricordo […] La persona può fissarsi talmente sul ricordo da non potersi più occupare della propria vita e dei propri problemi.
– Dr. John F. Kihlstrom, professore di psicologia alla Yale University
Nel 1992 alcuni scienziati e avvocati hanno fondato la False Memory Syndrome Foundation (FMSF), che studia il fenomeno dei falsi ricordi e offre sostegno psicologico e legale agli accusati. La FMSF intende dimostrare inoppugnabilmente la pericolosità della Recovered Memory Therapy, ponendo innanzitutto l’accento sull’impreparazione degli psicoterapeuti self-styled:
Per quanto possa sembrare strano la psicoterapia, disciplina tanto severa e in grado di condizionare nel bene e nel male la vita delle persone, non richiede una licenza professionale. La terapia è un settore privo di regole, nessun Ordine a nessun livello di governo controlla gli standard professionali di chi la pratica, sebbene tali standard esistano nella psichiatria e in altri ordini professionali a cui molti psicoterapeuti appartengono. Dal punto di vista legale, chiunque può definirsi “psicoterapeuta”.
– The Consumer’s Guide to Psychotherapy, Engler & Goleman, 1992, pag.73, cit. ibidem
[…]
Cambio di continente
In Italia e in Europa sta accadendo più o meno ciò che in America è accaduto negli anni ottanta. In particolare il caso Dimitri presenta somiglianze impressionanti coi casi trattati da Nathan & Snedeker […]
Eppure, prima delle vicende belghe, le autorità di alcuni paesi europei erano quasi riuscite a mantenersi lucide. Addirittura, nel 1994 il Department of Health britannico aveva commissionato a Joan La Fontaine, docente di antropologia sociale alla London School of Economics, una ricerca su 84 presunti casi di SRA, verificatisi nel periodo 1988-91. Il rapporto finale, intitolato A Study of Organised and Ritual Abuse: Research and Findings, dimostrava che l’SRA era poco più che una leggenda urbana: solo in 3 dei casi esaminati c’era stata violenza sessuale con elementi vagamente ritualistici, ma non si trattava di satanismo né di stregoneria. Virginia Bottomley, ministro britannico della sanità, aveva commentato:
La professoressa La Fontaine ha svelato il mito dell’abuso satanico. Ho commissionato quest’indagine per mettere le cose in chiaro sugli abusi rituali e distinguere i fatti da ogni fantasia che li circonda. Finora si erano condotti pochi studi su un argomento tanto delicato, che per molti anni è stato oggetto di speculazioni e paure. Spero che con la pubblicazione di questo rapporto si possa iniziare a sbrogliare la matassa dei presunti abusi rituali e satanici. Questo documento è una lettura indispensabile per chiunque si occupi di bambini che potrebbero essere stati violentati, e spero che gli operatori lo studino approfonditamente e ne traggano lezioni.
– Comunicato stampa del Department of Health, 02/06/1994
LINK
Centro di documentazione falsi abusi sui minori
“Siamo un gruppo di cittadini coinvolti in uno dei fenomeni giudiziari più sconvolgenti di questo inizio secolo.
La doverosa caccia alla pedofilia ha infatti prodotto una quantità intollerabile di false accuse che hanno trascinato persone rispettabili in un vortice di inchieste inverosimili.
Alcuni di noi sono diventati arbitrariamente vittime di indagini, carcerazioni, arresti domiciliari, processi e pubblico linciaggio, per fatti semplicemente non accaduti, che una semplice indagine giudiziaria, imparziale e avveduta, avrebbe potuto facilmente smascherare.”
Michelle Remembers su Wikipedia
La voce “Satanic Ritual Abuse” su Wikipedia
Il Rapporto del 1992 con cui l’FBI smentì ufficialmente l’esistenza degli SRA