di Jeremy Brecher
Donald Trump e il suo entourage sono così confusi, conflittuali e lontani dalla realtà che è difficile prevedere cosa tenteranno effettivamente di fare e quanto saranno in grado di portare avanti i loro progetti. Sappiamo che i loro progetti includono l’eliminazione di tutti i limiti al loro potere, la colpevolizzazione delle categorie sociali che disapprova, la ridistribuzione della ricchezza e del reddito verso l’alto e una guerra a livello mondiale per imporre il dominio degli Stati Uniti e la distruzione dell’ambiente. I loro sforzi per realizzare questi obiettivi si tradurranno in una distruzione enorme. È anche probabile che questi sforzi provochino una sostanziale reazione che potrebbe sconfiggere il progetto MAGA o semplicemente svanire di fronte alla repressione e alla disperazione.
È impossibile sapere se il regime di Trump si autodistruggerà rapidamente, se riuscirà a imporre un regno del terrore che dominerà gli Stati Uniti per gli anni o i decenni a venire o se si troverà in una situazione di stallo indefinito con le forze anti-MAGA. Nel migliore dei casi, ci troveremo di fronte a una versione esagerata della prima amministrazione Trump combinata con l’articolato programma di destra rappresentato da Project 2025. Nel peggiore dei casi, ci troveremo di fronte a un violento assalto fascista su larga scala a ogni aspetto della vita statunitense. Dobbiamo essere preparati per entrambe le eventualità o per una via di mezzo, per sapere come sopravvivere e superarle.
Incognite conosciute e sconosciute
La seconda presidenza di Trump è iniziata in un ordine mondiale caratterizzato da uno stato di policrisi. L’egemonia unipolare degli Stati Uniti è stata sostituita da un moltiplicarsi delle guerre a livello mondiale, dall’aumento dei conflitti tra le Grandi Potenze e dal declino della cooperazione internazionale all’interno e all’esterno delle Nazioni Unite. La policrisi è stata anche caratterizzata dalla frammentazione dell’economia mondiale e dalla lotta delle Grandi Potenze per dominare le reti economiche globali. La protezione internazionale del clima è diventata una evidente finzione e le principali forze politiche, tra cui lo stesso Trump, negano la realtà del cambiamento climatico.
La transizione verso una evidente plutocrazia, associata all’ascesa di movimenti, partiti e leader nazionali che assomigliano ai classici fascisti di un secolo fa, ha indebolito fino a distruggerle le istituzioni residue del governo democratico, seguendo il modello che caratterizza il crescente disordine mondiale. Lo sviluppo futuro e gli effetti di Trump e del MAGA devono essere considerati alla luce della policrisi. [1]
Negli ultimi dodici anni si è assistito in molte nazioni all’ascesa di movimenti che assomigliano al fascismo del 1920-1945. Sono movimenti che perseguono la distruzione delle istituzioni democratiche, il disprezzo per le costituzioni e le leggi, l’uso della violenza a fini politici, la trasformazione delle minoranze in capri espiatori delle minoranze razziali, etniche, di genere, politiche e di altro tipo, l’ostilità verso la cooperazione transnazionale e il “globalismo”, la dittatura autoritaria e tutta una serie di caratteristiche correlate. Per includere le numerose manifestazioni di questo fenomeno, piuttosto che solo quelle che si proclamano fasciste, le si potrebbe definire come novità “para-fasciste”. Donald Trump è un esempio di questo nuovo para-fascismo. La sua ascesa al potere ha coinciso con quella dei para-fascisti di tutto il mondo. Li ammira e li imita, e il suo comportamento in carica potrebbe assomigliare per molti versi al loro.
Nonostante le sue affermazioni di voler risolvere i problemi che la gente sta affrontando, Trump al potere non farà altro che aggravarli. L’annullamento delle garanzie fornite dalla governance democratica amplificherà l’irrazionalità delle politiche e aggraverà il senso di impotenza e alienazione della popolazione. Gli stravaganti aumenti della spesa militare, progettati per realizzare la fantasia di un rinnovato dominio globale degli Stati Uniti, porteranno invece a rovinose corse agli armamenti nucleari e convenzionali. Lo stile provocatorio di Trump, la sua deliberata imprevedibilità, la prepotenza e la follia sfrenata che manifesta porteranno a un’intensificazione dei conflitti, a imprevedibili cambiamenti nelle alleanze, a un deliberato aumento del caos e delle guerre. Le sue politiche energetiche porteranno rapidamente alla catastrofe climatica. L’inasprimento di questa policrisi produrrà un ciclo di feedback auto-amplificante che aumenterà la paura e la rabbia, che sono le più importanti cause – e le fondamentali risorse – del trumpismo.
Il comportamento di Trump è costantemente incoerente. È impulsivo, dirompente, spudorato, perfido e indifferente alle conseguenze prevedibilmente disastrose. Le azioni di Trump, lungi dal raggiungere i loro presunti obiettivi, non faranno altro che aggravare il caos della policrisi. Al contrario, la policrisi non farà altro che aggravare l’irrazionalità, l’autocontraddizione e la follia delle azioni di Trump. Trump potrebbe proporre, ma la policrisi disporrà.
A questo punto non possiamo sapere quale sarà l’equilibrio tra i gesti stravaganti e ostentati di Trump e il perseguimento calcolato e costante del programma del Project 2025. L’affermazione comune che il secondo regime di Trump è stato ben pianificato ed è guidato ed eseguito da esperti è stata messa in ridicolo molto prima del giorno dell’insediamento. Come ha scritto Karl Rove (tra gli altri) sul Wall Street Journal, “una verifica inadeguata, l’impazienza, il disprezzo per le professionalità e la sete di vendetta hanno creato per il signor Trump caos e controversie prima ancora che entrasse in carica. Il prezzo che si dovrà pagare sarà la perdita di opportunità per rafforzare il sostegno popolare per il presidente entrante.” [2]
I regimi fascisti sono stati storicamente caratterizzati da basi sociali radicalmente mutevoli piuttosto che da interessi stabili. Le loro politiche e le loro azioni oscillano opportunisticamente per corteggiare i settori sociali di cui possono acquisire, anche solo momentaneamente, il sostegno. L’intera carriera politica di Trump illustra questa tendenza, recentemente evidenziata dall’ascesa dei “Tech Bros” nella sua amministrazione. Questa imprevedibilità è aggravata dal personale comportamento opportunista di Trump e dalla variabilità delle sue passioni e dei suoi interessi. Nel costituire il suo gabinetto e nello scegliere i funzionari più importanti, Trump ha deciso di circondarsi di yes-men e yes-women che gli potessero garantire ogni suo capriccio.
Una buona parte dei commenti post-elettorali ha cercato di capire perché l’elettorato ha votato per Trump. Anche qui regna l’incertezza. I fattori specifici spesso elencati includono l’inflazione, l’abbandono della classe operaia da parte dei Democratici, il razzismo, il sessismo, la paura generalizzata dell’immigrazione e di altre minacce percepite, molte delle quali radicate nella policrisi, o semplicemente la credulità nei confronti della Big Lie trumpiana.
Sebbene tutte queste ipotesi abbiano una certa credibilità, potrebbe essere impossibile fornire una spiegazione valida del voto nel suo complesso, per non parlare di ciò che esso comporta per le future elezioni. Ma un argomento cruciale è evidenziato da un sondaggio Reuters/Ipsos di metà dicembre: appena il 40% degli americani ha dichiarato di avere un’opinione favorevole del presidente eletto Trump. Il 55% ha dichiarato di avere un’opinione sfavorevole su di lui [3]. Questo potrebbe indicare una grande vulnerabilità del regime di Trump se i suoi avversari saranno in grado di sfruttare le sue debolezze.
Le condizioni di salute fisica e mentale di Trump, così come sono, probabilmente si deterioreranno ulteriormente nel corso del suo mandato. Esiste un processo costituzionale per la rimozione dei presidenti incapaci dal loro incarico, ma è difficile che un tale scenario venga accettato volontariamente da Trump o imposto contro la sua volontà dalla sua cerchia finché è cosciente. Se fosse sostituito da J.D. Vance, l’imprevedibilità non farebbe che aumentare.
Queste incognite note saranno probabilmente aggravate da una pletora di incognite ancora sconosciute. La valutazione strategica dell’imminente era MAGA deve essere fatta in questo contesto generale di incertezza.
[1] Per un’ulteriore analisi di Trump e della policrisi, si veda Jeremy Brecher, “Trump, Trumpism, and the Polycrisis”, Labor Network for Sustainability, 23 novembre 2024. https://www.labor4sustainability.org/strike/trump-trumpism-and-the-polycrisis/
[2] Karl Rove, “Trump Sends Clowns to Cabinet Confirmation Circus” (Trump manda i clown al circo della conferma del gabinetto), Wall Street Journal, 20 novembre 2024. https://www.wsj.com/opinion/trump-sends-clowns-to-confirmation-circus-mishandled-nominations-gaetz-hegseth-gabbard-not-his-only-mistakes-c43df814?mod=hp_opin_pos_0
[3] Tara Suter, “Less than half of Americans say opinion of Trump is favorable: Poll” (Sondaggio: Meno della metà degli americani dice di avere un’opinione favorevole di Trump), The Hill, 17 dicembre 2024.
Traduzione di Domenico Gallo
L’articolo originale The Trump Onslaught: What We Must Prepare For è tratto da Strike! Jeremy Brecher’s Corner
Jeremy Brecher, attivista politico e sindacale, storico del movimento operaio,è l’autore del più importante contributo dedicato alle rivolte di massa negli Stati Uniti, tradotto in italiano come Sciopero!. La prima edizione è stata curata dall’editore la salamandra e la seconda da DeriveApprodi.