di Marc Tibaldi
L’ecologia politica di Dario Paccino – Tra l’imbroglio ecologico e le lotte contro il nucleare, a cura di Gennaro Avallone e Sirio Paccino Ombre corte, Verona 2024, 139 pagine, 13 euro
Nel volume collettivo dedicato a Dario Paccino, i due curatori, assieme a Giulia Arrighetti, Angelo Baracca, Lucia Giulia Fassini, Giorgio Ferrari, Vincenzo Miliucci, Alfonso Natella e Roberta Pompili, propongono una serie di contributi che si concentrano su due questioni fondamentali utili per i movimenti sociali ed ecologisti contemporanei. La prima riguarda la centralità del concetto di “imbroglio ecologico”, per comprendere la gestione tecnocratica dall’alto della crisi climatica e ambientale in corso; la seconda è relativa alla rilevanza dell’ecologia politica per capire quanto sia necessario sostenere l’abbandono dell’energia nucleare in ogni sua forma, civile o militare.
Questioni fondamentali affrontate a partire dal metodo di lavoro di Paccino e ripercorrendo le lotte dei movimenti. Ricordiamo che Ombre corte, nel 2023, ha ripubblicato L’imbroglio ecologico, uno dei testi chiave dell’ecologismo internazionale. È in sintonia con questi intenti anche il libro di Löwy. L’ecosocialismo per lui è una corrente di pensiero e di azione ecologica che fa proprie le conquiste fondamentali del marxismo mentre le libera dalle sue scorie produttiviste. La logica capitalista del mercato e del profitto, così come quella dell’autoritarismo burocratico del defunto “socialismo reale”, è incompatibile con le esigenze di salvaguardia dell’ambiente. Ma l’ecosocialismo critica anche gli attuali vicoli ciechi dell’ecologia politica, che non mette in discussione il potere del capitale, e propone una proposta una trasformazione radicale dei rapporti di produzione, dell’apparato produttivo e dei modelli di consumo dominanti, rompendo con i fondamenti della civiltà capitalista/industriale.
Ecosocialismo – Un’alternativa radicale alla catastrofe capitalista, di Michael Löwy, Ombre corte, Verona 2024, 156 pagine, 14 euro
Molto interessante il confronto che Löwy ingaggia con pensatori e movimenti, a iniziare da alcuni saggi di Walter Benjamin, in cui il filosofo – negli anni ’20 del Novecento – precorre le riflessioni degli ecologisti sociali, denunciando l’idea di dominio della natura e proponendo una nuova concezione della tecnica: non più dominio della natura da parte dell’uomo ma “dominio del rapporto tra natura e umanità”. Benjamin riprese anche alcune intuizioni di Charles Fourier, che già a inizio ‘800 aveva sognato un lavoro ben lontano dallo sfruttare la natura.
Nel libro, è dirimente il confronto con il pensiero di Serge Latouche e del movimento della decrescita. Löwy – pur sottolineando che questa corrente è lungi dall’essere omogenea e mettendo in luce la giusta demistificazione dello “sviluppo sostenibile” – attacca il rifiuto in blocco dell’umanesimo e del pensiero illuminista, l’attaccamento etnocentrico territoriale che sconfina nella condanna delle migrazioni e delle ibridazioni, del loro relativismo culturale, etc. Non è un caso che Latouche si sia confrontato con l’ideologo ultradestro Alain de Benoist e che alcuni suoi libri siano stati tradotti anche da editori ambigui.
Altri confronti interessanti sono quelli con il pensiero di André Gorz, di Joel Kovel, di Murray Bookchin. Utilizzando le parole di Löwy: “Questo libro non è un’esposizione sistematica delle idee o delle pratiche ecosocialiste, ma più modestamente il tentativo di esplorarne alcuni aspetti, terreni ed esperienze. Non mira a codificare una nuova dottrina né a fissare una qualche ortodossia. Una delle virtù dell’ecosocialismo è proprio la sua diversità, la sua pluralità, la molteplicità di prospettive e approcci, spesso convergenti o complementari ma anche, a volte, divergenti”, come dimostrano gli interessanti documenti pubblicati in appendice, che provengono da diverse reti ecosocialiste. Per sintetizzare e concludere, possiamo dire che in questo libro Michael Löwy presenta le idee di chi vuole che “il valore di scambio sia sostituito dal valore d’uso”, e “la produzione sia organizzata in funzione dei bisogni sociali e delle esigenze di tutela ambientale”.
Merita un elogio Ombre corte per l’attenzione editoriale ad autori che riflettono sulle questioni ecologiche e ambientali; oltre ai due titoli di cui abbiamo parlato, segnaliamo: Jason W. Moore (Ecologia-mondo e crisi del capitalismo), Dipesh Chakrabarty (La sfida del cambiamento climatico), James O’Connor (La seconda contraddizione del capitalismo), Razmig Keucheyan (La natura è un campo di battaglia), Jacopo Nicola Bergamo (Marxismo ed ecologia).