di Giorgio Bona
Pat Garrett, L’autentica vita di Billy the Kid, a cura di Aldo Setaioli, pp. 176, € 15, Lorenzo de’ Medici Press, Firenze 2024.
La modernità avanza a discapito del vecchio West, con il tramonto del periodo più puro in cui i temerari eroi della frontiera diventano mortali perdenti senza onore e senza legge. Un libro, L’autentica vita di Billy the Kid, che è in sintonia con la memorabile colonna sonora di Bob Dylan (1973), affascinante ballata western crepuscolare dove lo spirito indomito della frontiera e l’illusione di un’amicizia che ha il sapore di eterno non riescono a fare diga contro un processo di civilizzazione drogato dal cinismo del neocapitalismo emergente e da una giustizia che non è uguale per tutti ma al servizio dei potenti. La fine di un’amicizia, quella tra Pat Garrett e Billy the Kid, segna anche il tramonto di un’epoca che, andando incontro al “progresso” legato ad una nuova visione del mondo, vede smarrirsi all’orizzonte i suoi eroi, mandriani e fuorilegge, cavalieri solitari e rinnegati.
Pat Garrett rappresenta colui che sa interpretare questa nuova visione di un mondo in mutamento e il suo racconto si presenta come una lunga meditazione crepuscolare in conflitto tra le ceneri del vecchio e le scintille per accendere il nuovo che sta sorgendo. Una ballata tra rassegnazione e speranza che non lascia capire quale dei due stia nel vecchio o nel nuovo per la patina di nostalgia negli occhi.
In Pat Garrett e Billy Kid (Pat Garrett and Billy the Kid, appunto 1973) Sam Peckinpah ha portato sulla scena un western d’addio dalla vena malinconica con un saluto di commiato al vecchio mondo. Per Peckinpah le figure di Pat Garrett e Billy the Kid rappresentavano l’opportunità di regolare i conti con il passato: l’amicizia tra i due finisce nel momento in cui Garrett diventa uomo di legge e appunta la stella di sceriffo sul petto, mentre il secondo continua a seguire la strada del fuorilegge. La caccia non potrà che condurre a uno scontro all’ultimo sangue.
I primi riferimenti su Billy the Kid si hanno da Sallie, nipote di John Chisum, il ricco allevatore del New Mexico portato sullo schermo da John Wayne in un film del 1970 – appunto Chisum – con la regia di Andrew V. McLaglen: una pellicola che ripropone i due miti del vecchio West in ruoli non precisamente memorabili e sembra una traslazione bislacca, perché quando di parla di personaggi come Pat Garrett e Billy the Kid si pensa decisamente ad altro. Sallie divenne una figura importante nella regione, visse fino al 1934 e lasciò un diario di importanza storica con tanti riferimenti a Billy the Kid e a Pat Garrett che lei aveva conosciuto di persona.
Per la prima volta appare in traduzione italiana la biografia di uno dei più leggendari banditi del West, Henry McCarty (1859-1881), alias William H. Bonney, meglio conosciuto come Billy the Kid, la cui leggenda è altrettanto epica di quella di un altro mattatore, Jesse James (1847-1882). In questo libro la storia ci viene raccontata addirittura da uno dei protagonisti, che rivela con meticolosa dovizia di cronaca le gesta del bandito. A scriverla è colui che gli diede la caccia e lo uccise nel 1881, Patrick Floyd Jarvis Garrett (1850-1908) uno dei più popolari sceriffi del vecchio West. Fu cacciatore di bisonti, barista, cowboy prima di diventare sceriffo di Lincoln nel New Mexico. Garrett ebbe la nomina di Deputy U.S. Marshall (agente federale), incarico che gli permetteva di seguire i ricercati oltre i confini di ogni singolo stato. L’amicizia tra Garrett e Billy the Kid finisce quando il primo diventa sceriffo e riceve l’incarico di arrestare il secondo: lo farà ostinatamente, contro tutto e tutti, e la caccia non potrà che portare a uno spargimento di sangue.
Questo è sicuramente il libro più vero e più ricco di dettagli attendibili che si sia dedicato al Kid perché fu scritto a ridosso dei fatti e ci offre una lettura a caldo della storia del famoso fuorilegge. Certo è scritto da Pat Garrett, e come suggerisce la logica sarebbe bello sentire la versione opposta, quella di Billy. Ma questo libro ci offre uno spaccato del vecchio West senza quell’alone di romanticismo e di leggenda che la filmografia mescola come ingredienti quasi inevitabili. La fine di un’amicizia viene imposta dai tempi, all’improvviso: due visioni della realtà che hanno sempre viaggiato parallele, a un certo punto arrivano a un bivio. La fine dell’amicizia si conclude con la morte di Billy.
Di qui un libro doloroso, eppur straordinariamente vivo: e Pat e Billy rappresentano due modi di essere “eroi” con visioni diverse. Per questo Pat Garrett nel suo scritto non si sente di condannare il vecchio amico che ha fatto una scelta sbagliata. È molto lontano dalle visioni cinematografiche come Chisum, dove William Bonney il Kid viene visto come un romantico inguaribile, con quell’aria da eterno ragazzo che non vuole crescere. Niente di tutto questo. C’è nel libro una forza antica che affonda le radici nella realtà del vecchio West, quella che ci ha fatto sognare, e pagine come queste ci permettono di recuperare.