di Mauro Baldrati
Prosegue a oltranza la “frenetica girandola” delle Quirinarie. Dopo il ritiro di Berlusconi proseguono gli incontri tra i partiti per trovare un “candidato condiviso”. I comunicati diffusi dal gossip mediatico non fanno che ripetere l’esigenza di un personaggio di “alto profilo”. E qui, nonostante la cadenza martellante degli incontri, l’intesa appare ancora lontana. Noi abbiamo un infiltrato all’interno di una coalizione che ci tiene informati sull’andamento e sui retroscena dell’estenuante trattativa.
Il “centro destra” insiste particolarmente sul concetto di “alto”, ponendo come limite minimo inderogabile la quota di mt 1.80. Il “centro sinistra” ribatte che, considerando che la statura media degli italiani si attesta tra mt 1.73 e mt 1.75 non sarebbe praticabile superare questa soglia. Ma il “centro destra” non cede. Sotto il metro e ottanta significa perdere la quota minima di virilità indispensabile per sostenere l’alta pesatura dell’incarico. Il metro e ottanta è fuori discussione.
Così, per non impantanarsi in una contrapposizione senza uscita, si passa al “profilo”. Secondo il “centro destra” entrambi i profili, destro e sinistro, devono essere conformi e perfettamente esibibili nelle interviste e nelle riprese televisive. Il “centro sinistra” obietta che un simile perfezionismo è eccessivo per il candidato proveniente da un popolo non proprio perfetto dal punto di vista morfologico. Un solo profilo sarebbe più che sufficiente. Ma il “centro destra” non arretra. Considerando l’importanza dell’incarico l’avvenenza virile dei profili deve essere garantita.
Anche qui la trattativa si arena. Ma il tempo stringe, il popolo aspetta una risposta. Si è quindi passati al requisito dell’atlantismo, che secondo il “centro destra” deve essere assoluto e incontrovertibile. Il “centro sinistra” cerca di smussare, di alleggerire questo enunciato, in considerazione del fatto che neanche un centimetro delle nostre meravigliose coste si affaccia sull’atlantico. Per cui sarebbe più opportuno un dignitoso “mediterraneismo”. Ma il “centro destra” non transige. Il necessario profilo virile del futuro presidente deve rifarsi all’eroica costa atlantica, dove ci sono le comunità militari “cazzute”, i marines, i seal, le portaerei, i sommergibili nucleari.
A questo punto il “centro sinistra” sbotta che è ora di finirla con questa ossessione del “virile”, anche perché da più parti si manifesta l’esigenza che il presidente sia donna. Il “centro destra” allora ribatte con enfasi che non si può tollerare oltre questo rivoltante fetore di postribolo, questa ignavia da lumache enfiate e stracche, questa obesità di un democraticismo depressivo, questo stallo cadaverico da progressisti sfaccendati. Al futuro presidente non può mancare la sua fiera interfaccia virile, uomo o donna che sia.
Così, tra accese discussioni, politiche e dottrinali, la trattativa va avanti, dall’alba a notte fonda, e una “soluzione condivisa” deve essere trovata, perché i due schieramenti sanno che rischiano di non avere i voti. E una caduta di fiducia nella classe politica italiana, la più competente, scaltra, sperimentale, bifida e trifida del mondo occidentale, deve essere evitata a tutti i costi.