di Giovanni Iozzoli

[Si segnala l’uscita su “Napoli Monitor” di L’innocenza del sisma. Cosa fu il terremoto “dell’Irpinia” di Giovanni Iozzoli. Tra trasformazione antropologica necessaria per la sconfitta e sconfitta necessaria per poter attuare la trasformazione antropologica. Chissà che tra qualche anno non si possa interpretare meglio anche il terremoto pandemico in corso – gh]

«Il terremoto non fu solo lo sfarinamento dei tufi vecchi o del cemento disarmato, sarebbe facile se fosse così – un po’ di crolli, un po’ di morti e un po’ di retorica da anniversario annuale. No. È stato peggio, indicibilmente peggio. E probabilmente quel “peggio” sarebbe precipitato ugualmente sui nostri paesini, sui capoluoghi slabbrati, sulle nostre esistenze: il peggio ansimava nell’aria, era lo spirito del tempo – il terremoto mise solo le cose in chiaro, annichilì ogni nostra eventuale resistenza. Diventammo altro, da noi stessi, in un minuto e trenta. Tutti, cittadini e paesani, diventammo altro. I beati anni del travaglio, o dell’agonia: durò tutto solo novanta secondi» …  Articolo completo

“Napoli Monitor” è stato un mensile cartaceo, in edicola dal 2006 al 2014. A partire dal 2010 è un sito di informazione e approfondimento. Dal 2015 pubblica anche libri e dal marzo 2018 la rivista “Lo stato delle città”.

Giovanni Iozzoli, I terremotati, (Manifestolibri, 2009) su “Carmilla”

 

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