Intervista a cura di Luca Baiada
Dicono che parlava di me, lo so, ma creda, mi dispiace. Io non ce l’ho mica contro gli scrittori e gli autori, e tutte queste persone che anzi, ci fanno del bene perché ci insegnano delle cose anche a noi ignoranti che poi si sa, magari è perché non abbiamo studiato. Ma guardi che anche al catechismo ho imparato tante cose, e poi scusi, questi scrittori cosa ci stanno a fare se non fanno un po’ di bene anche agli altri?
No, di lui non ho letto niente, e poi cosa vuole, coi mestieri in casa tutti i giorni, tieni in ordine, il marito i figli il cane, una tempo di leggere proprio non lo trova. E certi romanzi sono così difficili, dice. Dal parrucchiere? Guardi, sono anni che li faccio in casa, dal parrucchiere solo quando proprio c’è una cosa che non si può fare a meno; al matrimonio di mia nipote, che vuole, a Stradella si conoscono tutti, una mica può fare brutta figura. Che poi stanno tutti a fotografare e le foto se le guardano dopo; è colpa mia se fanno i ritratti italiani?
Sì, che ha preso dei premi di scrivere e di libri l’ho saputo, e anche che viaggiava. Ho anche visto la faccia in televisione, e aveva una faccia simpatica, direi, come furbetta. Ecco, sì, uno che ha la faccia furbetta. Uno di quelli che quando dai l’aspirapolvere alzano i piedi un attimo prima che passi, ma dalla sedia non si alzano. Però anche gentile, ecco: secondo me, uno di quelli che quando dai la cera, le pattine se le mettono senza fare tante storie come mio marito, che ogni volta fa uffa.
A proposito, ma la moglie? Beh, ho sentito dire certe cose, sarà vero? Ora, dai, si po’ fare un po’ di tutto, il mondo anche cambia. Vedere, secondo me non si vedeva, ma che gli piaceva quella cosa lì, dai. Però in quel mondo di quelli lì che contano, che sono famosi, dice che va di moda, e a me questo mi fa anche un po’ ridere. Sono cose che si vedono anche in giro, però.
Era di qui, certo, ma io non l’ho mai conosciuto. Sì, sì, conosco gente, anche al supermercato ci salutiamo con tutti, e in chiesa e al cimitero. Il resto, le ho detto, ho tanto da fare. Non ho mica tempo per stare allo specchio delle mie brame, io, sa?
Però non ho capito perché parlava proprio di me, certe volte mi sembrava come che ce l’aveva su con me, no? E questo non lo so, non lo capisco. Sì, non è come le città grandi, qui. Lui andava in America, a Parigi, a Venezia. Lo sa che ho una gondolina di Venezia sul comò? col bambolotto vestito da gondoliere! Ci sono stata nel sessantatré, piccolina, in gita scolastica con le suore, che c’ho anche la foto di gruppo, ce lo scrisse sotto la mia povera mamma: gruppo 63.
Poi una cosa non capisco, me la spieghi lei: ma di me, parlava proprio male, oppure bene? No perché questa è una cittadina piccola ma si sta bene sa? C’è la piazza che mettono i tavolini fuori d’estate, c’è la stazione comoda per andare dove vuoi, e una bella campagna con la frutta, ciliegie pesche anche more, e mio fratello ha le galline. Sta fuori, a Volpedo, che poi lì una volta c’era un pittore famoso ma famoso, che ora il nome scusi non mi viene, che ha fatto un quadro con tanta gente del paese dentro, che viene gente anche da fuori per vedere il paese, che ci vengono magnifiche rose. Ci vada, ci può fare le piccole vacanze.
Qui alle volte, in centro, detto fra noi, è un po’ scomodo camminare, il pavé è coi sassi, non sono mica più una ragazzina, sa? Li porto bene? Via, non mi faccia i complimenti, che mi fa arrossire. Ma lei lo sa il mio mal di schiena? Alla mia età non si cammina più tanto bene, ma ora non porto più i tacchi. E neanche la vita bassa. Qui mi conoscono, non sono mica un’anonima lombarda.
Se scriveva le poesie faceva bene, che c’è tanto bisogno, e anch’io le ho imparate a scuola, e fa piacere se uno di noi poi lo imparano a scuola dopo, no? Mica come quelli là per strada, che fanno il rap.
No, venire a trovarmi non l’ha mai fatto, e questo mi è dispiaciuto, gli avrei offerto un caffè, un amaro, un rabarbaro. Magari un cordiale. Beh, mi avrebbe messo un po’ soggezione, una persona famosa, che conosce tanta gente importante e che parla bene. Il salottino è piccolo, ma tengo sempre tutto in ordine, sa? E poi sono sicura che con quella faccetta simpatica andavamo d’accordo, anche a me piace la televisione. Quando cantano Fratelli d’Italia mi commuovo, dice che anche lui gli piaceva tanto, Fratelli d’Italia, però non gliel’ho mai sentito cantare. Sarebbe stato carino, eh? Meraviglioso, anzi. Se ci penso, mi commuovo anche adesso.
Se ho mandato io lettere ai giornali? Via non mi faccia queste domande, le pare il caso. Se io adesso le chiedo qualcosa sui bigodini, lei cambia discorso, no?
Che sia morto mi dispiace, e poi proprio ora, mentre c’è il virus che ne muoiono tanti e bisogna stare a casa. Anzi lei, come ha fatto a venire fino qui? Si vede che le hanno fatto il permesso, è morto uno famoso, si capisce. Questa cosa dei permessi, dico io. Dice che un giovanotto c’ha scritto sopra esco per amore, poverino, l’hanno denunciato. Ma dica lei, che è un uomo: ma è vero che le ragazze con la mascherina e sopra gli occhi belli fanno un certo effetto? dice quasi, no, insomma via, che ha capito. E poi proprio ora! Io me la sento addosso, la primavera.
E scusi eh, se non la faccio entrare, ma di questi tempi, con l’infezione e tutte queste cose in giro. Però mi fa piacere, che sia venuto a farmi queste domande. Ma lo sa che in tanti anni nessuno a me mi ha chiesto niente? Ma neanche io mi sono fatta sentire, si sa, con tutto lo stiro e la lavatrice che a volte si rompe. Il frigo l’abbiamo cambiato l’anno scorso, il microonde lo uso poco perché prende tutto un sapore cattivo, ma la padella antiaderente quella sì, e viene proprio bene. La mia foto sul giornale non la voglio, e poi oggi mi sento i capelli in disordine. Ah, però una cosa: non so se qualche anno fa avrei accettato questa intervista, oggi sono orgogliosa di farla.
E lo scriva, eh, lo scriva, che anche lei è proprio bravo, a fare del bene, a ricordarsi di lui, di me, insomma con tutto il cuore mi saluti tutti e dica che mi ricordo tutto sempre, con tanto amore.