di Mauro Baldrati
Spett. Federazione delle repubbliche galattiche Proxima Centauri – Comitato permanente interstellare di monitoraggio e analisi dei fatti – Sezione Uman 11-11
Da Unità intermedia ricerca dati e sopralluoghi – Uman 11-16
Egregio Presidente, egregi colleghi,
durante la quotidiana catalogazione dei documenti ritrovati sul pianeta Terra abbiamo trovato il seguente testo, che apre alcuni scenari inediti nella nostra ricerca antropologica. Compaiono concetti finora ignoti, i quali suggeriscono nuovi scenari di tipo politico-sociologico che possono aiutarci a capire come mai una specie vivente abbia potuto distruggere se stessa e il pianeta sul quale viveva. Per esempio, non eravamo a conoscenza del fatto che le città, nell’epoca 2019-2020 dC, si stessero di nuovo fortificando. Un ritorno ai secoli passati?
Dal tono si presume che si tratti di una sorta di appello, o una lettera, rivolta agli intellettuali, stilato da un autore di quei testi chiamati “romanzi” coi quali i terrestri amavano dilettarsi, oppure, come abbiamo riscontrato in altri documenti, “cercare la verità.” Lo scritto contiene alcuni collegamenti detti “link”. I siti richiamati ovviamente non esistono più, ma ne abbiamo trovato traccia negli archivi che si sono salvati dall’apocalisse. Pertanto li abbiamo resi attivi.
Inventario n. 1376 Uman 11 – 16
RESISTENZA NEL FANTABOSCO
Quante librerie hanno chiuso nel 2019? Dove sono i lettori? Tutti nei megastore? Oppure attaccati al pc per comprare on-line? Aspettiamo gli ultimi dati, ma la sensazione è che siano in ulteriore calo. Forse in via d’estinzione. Quindi la fine del libro? La fine di tutto?
No, i lettori non si estingueranno. Ma saranno raccolti in luoghi ben precisi. In luoghi dedicati. E protetti. Vivranno nelle città neoliberiste fortificate, in ambienti comodi e puliti. Dove sono queste città? E quali sono?
Sono in formazione. Alcune esistono già, all’interno delle città. Ma sono in via di consolidamento, attraverso il processo di gentrificazione. Una, importante e moderna, sta per partire. E’ a Bologna, nel quartiere Bolognina, un’ex area militare dismessa, la caserma Sani. E’ composta da diversi edifici, alcuni di archelologia industriale (fu un grande macello, poi un opificio di inscatolamento di carni e brodo per l’esercito) immersi in una vasta area verde. Recentemente è stata occupata dai ragazzi dell’ex centro sociale XM24, già sgomberato nel 2019 tra le polemiche, non solo dei centri sociali. L’accordo col comune era di trovare entro l’anno una nuova sede, ma quella proposta, nell’estrema periferia oltre l’autostrada, è stata rifiutata perché troppo fuori mano. Non è un capriccio radical chic. Il centro sociale è interattivo con la città, deve essere un luogo di passaggio. Così hanno occupato la caserma, anche come forma di opposizione alla sua svendita e alla solita “riqualificazione”, la parola magica con la quale le amministrazioni definiscono la cessione ai privati. Infatti il progetto prevede il 70 per cento di edilizia residenziale, il 30 a negozi, un albergo, e le solite aree pubbliche, una scuola e area verde, con le quali, in nome della cosiddetta “urbanistica concertata” si cedono pezzi di città ai costruttori.
Subito il comune ha invocato lo sgombero. In prima fila l’assessore Alberto Aitini, un esponente dell’ala destra del PD, che ha addirittura definito “opera abusiva” da rimuovere immediatamente un camminamento in tessuto-non tessuto che i ragazzi avevano steso per evitare di calpestare il prato. Lo sgombero è avvenuto il 16 gennaio. Qui sorgerà la città neoliberista fortificata, all’ultima moda.
E come sarà? All’insegna dell’ordine e del decoro. Qui saranno applicate con severità le norme dei DL n. 14 del 20 febbraio 2017, detto “Decreto Minniti”, n. 131 del 1/01/2018, o “Decreto sicurezza/Salvini”: niente graffiti, niente senzatetto che dormono sulle panchine, niente feste, né stazionamenti di giovani e studenti, nessuno che mangia panini o pizzette sui gradini, niente canne, niente “negri” che chiedono l’elemosina, niente centri sociali né rumori molesti. Aree verdi ben curate, pubbliche in teoria, private in pratica, perché difficilmente raggiungibili per chi non abita nell’area protetta da sbarre e telecamere. Prezzi elevati, in cambio di una piccola quota di appartamenti da cedere a canone concordato che, lo sappiamo tutti, è quasi uguale a quello del mercato libero. I sindaci ideali sarebbero Sergio Cofferati, che ha già dato prova di sé dal 2004 al 2009 proprio come sindaco di Bologna, impegnato ad applicare la “tolleranza zero” per “difendere i cittadini da se stessi.”, e Ciro Nardella di Firenze, in prima linea contro qualunque “situazione lesiva del decoro“.
Il sistema neoliberista, ultima generazione del capitalismo salito al ruolo di religione, con l’accumulazione del profitto e la distruzione del lavoro produce povertà, emarginazione, violenza e pazzia. Ma non riconosce questi suoi prodotti. Anzi, li criminalizza. Li accusa di fallimento perché, in nome della meritocrazia, non hanno saputo essere vincenti. Non hanno avuto successo. A quel punto, lui che li ha creati, li scaccia, cerca di renderli invisibili nella città neoliberista fortificata.
Qui vivranno i lettori di libri. Quelli che rimangono. Ovvero gli esponenti della upper e middle class, i ricchi e i benestanti. Quelli educati e rispettosi, quelli che si fanno una doccia ogni mattina. Ma attenzione: questi lettori non compreranno nulla che non sia passato da Fabio Fazio o recensito dai giornali mainstream, vale a dire le schede editoriali scansionate da giornalisti che cambieranno qualche parola senza avere letto i libri.
Per cui, fratelli scrittori e editori e intellettuali del Fantabosco che protestate contro la casta del trust editori-media maistream-scrittori protetti, se non prendete atto di questa situazione la storia è senza sbocchi. Non entrerete nella città neoliberista fortificata con le opere “nuove” e “rivoluzionarie” che quei lettori comprano soprattutto a Natale, come regalo. Non saranno le vostre quelle opere.
E se qualcuno volesse replicare: Ma chi se ne frega della città neoliberista? Noi stiamo fuori, nella città invasa e selvaggia, si può controreplicare: Già, ma dove saranno i lettori? Gli appartenenti alla under class saranno impegnati a sopravvivere, a cercare lavoro, per loro stessi e per i figli, schiavizzati da un precariato a vita, un prodotto malvagio e finale del Jobs Act, peraltro già introdotto da Massimo D’Alema negli anni Novanta. Dove sarà il tempo, e le risorse per comprare e leggere libri?
La rivoluzione culturale/letteraria non può che essere interna alla rivoluzione contro questo sistema. Quindi, uscite dall’isolamento a/social e fondate dei nuovi blog, che pare siano in ripresa, dove si possono scrivere le cose da dire, e metteteli in rete. Collegateli, create un cartello di opposizione alternativo al mainstream. Con gli strumenti intellettuali in vostro possesso denunciate la morte della libera informazione, l’ingiustizia e la speculazione al potere, la mitopoietica della disuguaglianza e del sopruso, il dogma dell’abbattimento della spesa sociale (per aumentare i profitti delle privatizzazioni), la distruzione del territorio per le grandi opere inutili, dei diritti e del lavoro.
Per quanto riguarda le opere, non si auspica una narrativa didascalica trinariciuta, ma la letteratura deve avere un’etica interna, se ne è priva non è letteratura, ma altro: sfoghi narcisisti, scariche emotive solipsiste ecc. Qui un contributo interessante sull’interazione tra ecologia e letteratura.
Ovviamente non godrete dei frutti di questa guerra. Non ne avrete il tempo. Però lascerete qualcosa ai vostri discendenti. Un ideale forse. Una speranza. Un motivo per combattere. Per essere più felici.
[Le immagini: in apertura, antica incisione che, secondo alcuni, rappresenterebbe un’astronave; al centro, Vivian Maier; in fondo, Bologna Via Ugo Bassi di MB]