di Giorgio Cremaschi
Lo aveva già annunciato la pubblicità del Liceo Visconti Roma: “Le famiglie che scelgono il liceo sono di estrazione medio-alto borghese, per lo più residenti in centro, ma anche provenienti da quartieri diversi, richiamati dalla fama del liceo. Tutti, tranne un paio, gli studenti sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile..”
Poi il Liceo Arnaldo Brescia: “Gli alunni provengono da un contesto socio culturale medio alto ..numericamente limitata la presenza di studenti di nazionalità non italiana.”
Ora l’Istituto onnicomprensivo dell’obbligo “Via Trionfale” a Roma: “..il plesso di via Taverna accoglie alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto, mentre il plesso di via Assarotti, situato nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario, accoglie alunni di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana. Il plesso di via Vallombrosa, sulla via Cortina d’Ampezzo, accoglie, invece, prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli dei lavoratori dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti, e simili)..”
Coloro che vogliono e sostengono autonomia scolastica e autonomia differenziata non facciano gli ipocriti ora, questo è il prodotto delle loro scelte. Ora si fa scandalo perché una scuola dell’obbligo onnicomprensiva di Roma si fa pubblicità vantando che nelle sue diverse sedi i poveri studiano coi poveri ed i ricchi coi ricchi. È la terza volta che questa pubblicità progresso va sui giornali. Magari ce ne sono stati anche altri di questi annunci in vista dell’open day, quando una scuola si mette in mostra sul mercato dell’istruzione. E quando cerca soldi da ricchi e imprese perché quelli dello stato non ci sono.
È una vergogna, ma le reazioni istituzionali e di palazzo ad essa sono pura ipocrisia. I presidi zelanti che sul web vendono la loro scuola con ferocia sociologica sono il prodotto di ventitré anni di controriforma della scuola, dal varo dell’autonomia scolastica di Prodi, alle tre I ( impresa informatica inglese) di Berlusconi, alla Buona Scuola di Renzi.
Il sistema formativo pubblico è stato privatizzato di fatto e trascinato nella competizione di mercato come qualsiasi azienda e i presidi sono diventati come manager, imprenditori scolastici.
Le famiglie sono diventate clienti ed i figli prodotti finali. Il profitto della scuola sono le iscrizioni, se si iscrivono in tanti e possibilmente di famiglie benestanti, arrivano i soldi. Ci sono meno alunni e soprattutto troppi poveri? Finirà che manca anche la carta dei gabinetti. E gli insegnanti sono sempre più assoggettati alla competizione scolastica dal preside padrone e dalle direttive ministeriali.
E allora è conseguente che il peggio della competitività sociale, la discriminazione ed il rifiuto dei poveri e dei migranti, il consolidamento delle barriere di classe e di etnia fino all’apartheid, divengano la propaganda con la quale un istituto scolastico afferma il proprio valore rispetto ad un altro. Venite qua, ci sono i ricchi, magari imparate come si fa.
I dirigenti delle scuole si sono stupiti dello scandalo che hanno suscitato le loro parole. Ma come, noi abbiamo solo fatto descrizioni sociologiche dei nostri istituti, come ci ha suggerito lo stesso ministero, si sono giustificati. È la banalità del male, ma in fondo quei presidi hanno ragione, essi hanno solo reso pubblica la discriminazione sociale e di classe di cui tutto il sistema scolastico controriformato si è fatto veicolo. È la scuola di mercato e liberista che parla, è l’istruzione che non deve servire a formare cittadini capaci di difendersi ed affermarsi, ma sudditi nel e del mercato.
È l’autonomia scolastica che fa parlare le scuole un poco come Maria Antonietta, un poco come la Borsa Valori, un poco come i decreti sicurezza di Salvini.
E ora non contenti di aver distrutto la scuola pubblica, Lega e PD vogliono applicare lo stesso modello liberista a tutto il paese con un’altra autonomia, quella “differenziata”.
Venite a investire, a fare affari, a pagare le tasse qui da noi dove c’è il PIL più alto e chi è povero e migrante o sta al posto suo o lo mettiamo posto noi. Questo diranno i presidenti manager delle regioni ricche tra qualche anno, se oggi passa l’autonomia differenziata voluta dalla Lega in Lombardia e Veneto e dal PD in Emilia Romagna. Dopo le scuole azienda avremo le regioni azienda in competizione selvaggia tra loro. È la logica perversa ma inesorabile della privatizzazione dello stato e della società di mercato che porta a tutto questo.
Non ci credete? Confrontate i destini magnifici che promettevano venti anni fa i sostenitori dell’autonomia scolastica con la realtà e la propaganda attuale delle scuole.
L’autonomia scolastica ha distrutto il sistema pubblico dell’istruzione, quella differenziata farà lo stesso con ciò che resta di tutto il sistema pubblico nel paese. Dopo le scuole dei ricchi avremo la secessione dei ricchi. E ci sarà chi di questo si farà pubblicità: la nostra regione…
Non fate scandalo, non fate gli ipocriti voi politici di centrodestrasinistra. Se chiamate autonomia scolastica e differenziata ciò che in realtà è l’assoggettamento del pubblico al privato, al profitto , ai più perversi meccanismi di mercato, non stupitevi poi se c’è chi vi prende sul serio. Questo schifo è roba vostra e siete tutti colpevoli, perché non solo lo avete prodotto, ma volete continuare come e peggio di prima.