di Alessandra Daniele
Anche quest’anno in parlamento abbiamo avuto varie risse, insulti (“pedofilo”), minacce (“ti faccio un culo così”), lancio di oggetti, svendita di senatori, sventolio di cartelli, striscioni e magliette, una proposta di matrimonio (finta), l’imitazione di Craxi (Renzi), un premier riciclabile, e un concerto di Amedeo Minghi.
E pensare che qualcuno la definiva un’aula sorda e grigia.
E c’è chi lo rimpiange, secondo il Censis ben il 48% degli italiani vorrebbe un “uomo forte” al comando.
Ma quanto sono attendibili certi sondaggi? Più o meno quanto Renzi.
La sua promessa del mese è all’omonimo leghista: far cadere il governo Conte bis in cambio d’una legge elettorale proporzionale, e magari d’un posto nell’eventuale governo Salvini per lui e il suo microscopico fanclub, Italia Zombie.
È surreale che qualcuno creda ancora alle promesse di Renzi, in particolare Salvini che c’è già cascato una volta, quest’estate.
Com’è improbabile che Renzi davvero non abbia capito che se impallinasse Conte prima del previsto, verrebbe stritolato da quello stesso sistema di potere che lo ha allevato, piazzato a Palazzo Chigi, e poi scaricato quando ha fallito il suo compito di smantellare la Costituzione.
Il sistema schiaccerebbe lui, e non Salvini, che gli serve ancora come spauracchio di pseudo uomo forte, mentre Renzi, se mollasse Conte, non gli servirebbe più.
Intanto al Viminale, Lamorgese, nel plauso dei media, continua e incrementa le stesse politiche di Salvini, cioè di Minniti.
Mentre il Movimento 5 Stelle (in decomposizione) s’affanna a ratificare un trattato europeo cravattaro che aveva promesso di stracciare, e a mantenere aperta un’acciaieria omicida che aveva promesso di far chiudere. Insieme al partito col quale giurava di non voler avere niente a che fare.
Il governo Conte bis in realtà è un monocolore. PD, ex PD, neo PD, PD bis, Movimento 5 Facce, sono tutte correnti dello stesso partito, la nuova DC.
Democrazia Cazzara.