di Alessandra Daniele
Abbiamo sentito le sirene. Abbiamo capito che era successo di nuovo. Ce lo aspettavamo.
Se lo aspettava anche Paolo Borsellino.
Il suono di quelle sirene però non ci sembrava solo un lamento funebre. Era un allarme. Una sveglia.
Abbiamo creduto che la nostra città, che il nostro paese, si sarebbero svegliati sul serio.
Eravamo ragazzini.
Due anni dopo, Berlusconi vinceva le elezioni cullando l’Italia nell’ennesimo sogno allucinatorio.
L’Italia non vuole svegliarsi.
Vuole solo passare da un sogno all’altro.
Meno tasse per tutti, un milione di posti di lavoro, un nuovo Miracolo Italiano.
Oggi Berlusconi è al parlamento europeo, nella maggioranza.
I suoi eredi in Italia spacciano le sue stesse cazzate con un altro nome.
Flat Tax, Navigators, Secondo Boom.
Si chiamano sovranisti perché sono sempre alla ricerca d’un sovrano estero a cui svendersi.
La Lega “No Euro” a Putin, per la modica cifra di 65 milioni. Di dollari.
L’ex “Gilet Giallo” M5S a Macron, eleggendone la candidata Von Der Leyen con 14 voti decisivi alla presidenza della Commissione europea.
E più coreograficamente s’azzuffano, i due complici di governo, più sbatacchiano sugli scudi di latta spadini e sciabolette, scuotendo gli elmi impennacchiati come in un’eterna Opera dei Pupi, più crescono nei sondaggi.
Crescono, come la muffa sotto il lavandino.
Muffa tossica.
Muffa allucinogena.
Che promette sogni, e produce incubi.
L’Invasione Saracena. La Sostituzione Etnica.
Una nuvolaglia di incubi tossici per nascondere la realtà.
Il Decreto Sicurezza ignora le mafie degli appalti, e si concentra sulla repressione di manifestanti, e soccorritori di naufraghi.
Il Decreto Sblocca-Tangenti riapre i cantieri delle Grandi Opere.
Come Berlusconi, Di Maio promette l’abolizione del canone Rai, e la riempie di propaganda.
Come Berlusconi, Salvini promette la Riforma della Giustizia, e satura tutti i media, vecchi e nuovi, col suo faccione ghignante.
Le sirene suonano ancora, ma l’Italia non si sveglierà.
Passerà dal sonno alla morte. Per overdose di cazzate.