di Sandro Moiso
Mario Cavargna, NO TAV Cronaca di una battaglia ambientale lunga oltre 25 anni , Volume I 1990-2008, edizioni INTRA MOENIA 2016, pp. 320, € 11,50 e Volume II 2009-2018, INTRA MOENIA 2018, pp. 416, € 12,50
Torna ad un genere antico Mario Cavargna, la cronaca, per raccontarci con tenacia e amore del dettaglio la storia del Movimento No Tav valsusino, dalle sue origini fino ad oggi.
L’opera, costituita da due volumi usciti a due anni di distanza l’uno dall’altro, narra con estrema precisione e attenzione ai particolari sia lo sviluppo e lo svolgimento della lotte contro il mostro ad Alta Voracità che il disordine programmatico, le menzogne mediatiche e il decisionismo politico-finanziario che hanno accompagnato e spesso blindato le iniziative, le ipotesi, i progetti di coloro che invece intendevano realizzare l’opera.
Per fare ciò l’autore, che è master di valutazione di impatto ambientale al Politecnico di Torino e di Losanna e presidente della Pro Natura del Piemonte oltre che militante No Tav, ha fatto riferimento a circa 13.000 articoli pubblicati nel corso degli anni dai giornali locali “LaValsusa” e “Luna Nuova” e, a livello nazionale, dal quotidiano “La Stampa” perché, come afferma l’autore
“utilizzare sistematicamente altre fonti avrebbe reso troppo lungo il racconto. Ma la linea editoriale tenuta da «La Stampa» e «La Repubblica», che pubblicano entrambe una edizione dedicata a Torino e alla sua provincia, è identica e rappresentativa di quella tenuta da tutti gli altri grandi quotidiani e dall’informazione televisiva. Per spiegare i motivi di questa unanimità e delle differenze tra la verità raccontata dai media e quella rilevata da chi abita l’area interessata, bisogna considerare l’intreccio finanziario che si svolge nelle zone profonde di tutti i rami della società e che si alimenta anche degli enormi investimenti dedicati alle grani opere”.1
Allo stesso tempo, però, l’opera monumentale di Cavarga si nutre di testimonianze e documenti espressi da coloro che a tale intreccio finanziario, devastante per gli interessi delle comunità locali e per l’ambiente più in generale, si oppongono ormai da più di un quarto di secolo.
Così mentre da un lato risulterà visibile, in ogni dettaglio, il balletto di menzogne ed interessi innominabili che da sempre, e ancor oggi, accompagnano l’idea della realizzazione del mostro, dall’altra risulteranno decise ed irreprensibili, sia sul piano sociale che su quello tecnico-scientifico, le ragioni di un movimento che a tali buffonesche, onnivaghe e costosissime proposte si è sempre, lasciatemelo dire almeno per una volta, eroicamente opposto.
Un movimento cresciuto in forza, numero dei partecipanti e determinazione nel corso di tutti gli anni raccontati dal cronista valligiano, mentre sempre di più sono appassite le ragioni opposte. Sia che queste fossero difese da presunti imprenditori, rappresentanti governativi e istituzionali di ogni genere e colore, sindacalisti andati in pensione con indennitài di valore superiore a quello dello “stipendio” del Presidente degli Stati Uniti, voltagabbana, pennivendoli e rappresentanti delle Coop e delle mafie “vicine” e lontane.
Un’opera che ogni militante interessato a ripercorrere organicamente e con precisione la storia della Valle e del movimento a cui hanno saputo dare vita le comunità che la abitano e la caratterizzano dovrebbe avere in casa, anche soltanto per consultazione, accompagnata, oltre tutto, da un vasto repertorio iconografico ricco di significati quanto l’ordinatissimo testo.
Conclusa, nel secondo volume, da una Appendice che elenca puntigliosamente le 150 ragioni contro la Torino-Lione che è anche stata edita e distribuita sotto forma di opuscolo a sé stante, giunto ormai alla sua terza edizione.2