di Alessandra Daniele
C’è una semplice verità che molti ben intenzionati sembrano dimenticare, e che vale quindi la pena ripetere: se qualcuno cita Mussolini, sventola fucili, e invoca censimenti razziali, dargli del fascista non lo danneggia.
Perché lo è, e ci tiene a sembrarlo.
Confermare l’immagine che qualcuno vuol dare di sé non è il miglior modo per combatterlo.
Ciò che invece bisogna evidenziare è quello che di sé cerca di nascondere, e far dimenticare.
Salvini è un pollo d’allevamento, esattamente come Renzi.
Un cazzaro perdigiorno, habitué dei quiz Mediaset, trasformato nel Duce Verde dai media berlusconiani.
I bicipiti virtuali che mostra sui social in realtà non ha mai dovuto usarli, perché ha rimpiazzato una leadership leghista già morta e sepolta dagli scandali, sostituendo la cazzata del Federalismo con quelle del Lepenismo.
Sopraffare i pupazzetti grillini è stato ancora più facile, sfruttando l’onda ferale del razzismo.
Salvini non è “Il virus dell’intolleranza”, la tolleranza è già morta.
Salvini è un batterio saprofita.
È un pedestre emulatore che cerca di farsi attribuire tutte le vittime della dottrina Minniti-Macron, e ci riesce perché fa il cazzone su Twitter.
Salvini non è “Il ministro della Malavita”, che si sceglie rappresentanti più seri e capaci.
Salvini è un fake.
In Italia il fascismo è mainstream da tempo. Gli italiani sono stati di nuovo efficacemente convinti che le stimmate della leadership salvifica siano arroganza e ignoranza, e che le colpe delle élite non debbano pagarle le élite, ma naufraghi e mendicanti.
L’Italia del 2018 non è migliore di quella del 1938, è più ipocrita: ha delocalizzato i campi di concentramento, ha subappaltato l’orrore.
Il governo Grilloverde non è la causa della deriva fascista, è l’effetto. E al momento è esattamente il governo che serve alle élite.
Se Lega e Movimento 5 Stelle avessero governato separati, alla fine uno si sarebbe giovato della rovina dell’altro. Per questo il PD ha rifiutato l’alleanza col M5S, e Berlusconi ha allentato il guinzaglio alla Lega: bisogna che le due forze “populiste” governino insieme, perché affondino entrambe.
Salvini sembra uno di quei personaggi da horror story creati apposta per rendere simpatico il mostro che li sbranerà per primi.
Di Maio ricorda invece il personaggio che propone di trattare col mostro, e finisce divorato per secondo (o contorno).
Ogni giorno che passa, è più forte l’impressione che questo governo sia in realtà solo esca viva da servire al mostro in agguato alla fine dell’estate.
Quando, nelle intenzioni, i fascisti balneari saranno sacrificati. E torneranno quelli in loden.