di Jago Malteni
Bruce Wayne, è a te che mi rivolgo.
Non a all’uomo-pipistrello, ma all’uomo e basta. Non a Batman, bensì a colui che si camuffa dietro la sua maschera da teatro burlesco, ammantata ad arte di nobilissime virtù. All’unico e solo proprietario della Wayne Enterprise, ecco a chi mi rivolgo. Al padrone di un impero commerciale senza rivali, capo indiscusso di una delle multinazionali più potenti di Gotham e dell’intero mondo globalizzato.
Fai l’eroe, già che te lo puoi permettere. Come quei tuoi amici Paperoni che elargiscono carità solo quando ben incerati sotto i riflettori, per ostentare al mondo la loro munificenza un attimo prima di continuare a sfruttarne le risorse.
Fai l’eroe. Il super-eroe, anzi. E senza super-poteri, come qualcuno va dicendo in giro. Ma la verità è un’altra, ed è così evidente che nessuno riesce a vederla: il vero super-potere, il solo accettato nella società che voi padroni avete costruito a vostra immagine, è quello di cui voi stessi disponete a palate, e cioè Denaro, Profitto, Plusvalore che intascate a ogni ciclo produttivo. In una parola, il Capitale.
Fai l’eroe, certo. E pretendi di impietosirci per il fatto che i tuoi genitori furono assassinati a sangue freddo da un ladruncolo cattivo, proprio davanti ai tuoi occhi inermi da fanciullo. Eppure, caro il mio Cavaliere Oscuro, ti dico oggi che quella violenza, quella stessa violenza che si abbatté sui tuoi vecchi, altro non è che una conseguenza del disagio che essi stessi, e ora tu con loro, avete contribuito a diffondere nei recessi della società, accumulando ricchezza per voi e sottraendone pertanto agli altri. Il brutale assassinio di cui i tuoi sono stati vittima non è che il frutto, ultimo e inesorabile, della loro stessa semina.
Fai l’eroe, e per quanto tu finga di eclissarti nell’oscurità non perdi mai occasione per mettere in mostra quel tuo bel distintivo, sinuoso e accattivante, disegnato con le migliori tecniche di marketing per entrare nell’immaginario di noi tutti. Ma sbagli se credi che il popolo di Gotham continuerà ad abboccare. Una coscienza nuova si va diffondendo per le strade, e un nuovo spettro, risorto dalle spoglie del vecchio, si aggira per la città.
Fai pure l’eroe, finché puoi, e continua a raccontarci la storiella che ti batti ogni giorno per una società più libera e giusta. Sappi però che la vera lotta è un’altra: si chiama lotta di classe, e l’uguaglianza è il suo vero fine. L’uguaglianza degli uomini nei rapporti di produzione, e non soltanto di fronte alla legge. Un’uguaglianza economica e di fatto, non solo di diritto. Tutto il resto è sovrastruttura.
E un’eguaglianza di tal fatta non sarà mai realizzata finché in giro ci sarà anche un solo padrone: finché in giro ci sarai ancora tu, Bruce Wayne, tu che credi di essere l’unico impareggiabile paladino della giustizia. Sfilarti di dosso quel costume da topo svolazzante e toglierti una buona volta di mezzo, ecco cosa dovresti fare affinché il mondo possa cominciare a cambiare davvero. Perché anche tu fai parte di quei sedicenti filantropi che nel Manifesto ho già definito, in accordo col compagno Engels, “socialisti conservatori”: coloro per i quali il capitalismo si può correggere, riformare, rendere meno iniquo; coloro che continuano a venderci la favola che un capitalismo “dal volto umano” è possibile, perseverando nel (far finta di) non vedere ciò che invece risulta più evidente: che il capitalismo è per sua natura sfruttamento, prevaricazione, disuguaglianza. Sempre e comunque, in qualsiasi forma e in qualsiasi mondo esso si presenti.
Sono anzi convinto che tu e questi altri della tua risma siete persino più pericolosi dei grandi magnati, di quei capitani d’industria senza scrupoli che si beano nel contarsi e ricontarsi le entrate in denaro, avvolti nel fumo dei loro sigari esclusivi. Sono nemici riconoscibili, loro, e d’istinto ti fanno rabbia e odio e schifo. Voialtri, al contrario, fate di tutto pur di celare il vostro vero volto dietro maschere da truzzi in declino, tagliate su misura con gusto a dir poco discutibile. Altro che il sogghigno di Joker: è una malformazione fisica, la sua. È sul ceffo di voialtri, invece, che affiorano i tratti della più sporca e cattiva coscienza.
Non servirà a niente continuare a nasconderti: dove non è riuscito Jonathan Crane, dove non sono riuscite le due facce di Harvey Dent, dove non è riuscita l’esuberante e lucida follia del Joker, riuscirà infine il tuo nemico vero, quello che mai t’aspetteresti: il proletariato urbano, la classe degli sfruttati, l’intera schiera dei lavoratori uniti, con in testa i dipendenti sottopagati della tua stessa azienda. Saranno loro a spodestarti una volta per tutte, e nel mondo che verrà non sarai più un super-eroe, e il Denaro, il tuo adorato e inesauribile Denaro, non sarà più il tuo esclusivo super-potere.
Affacciati e comincia a tremare: una nuova coscienza si va diffondendo per le strade. È coscienza di classe. E un nuovo, vecchio spettro vi si aggira: prenderà corpo, un giorno non lontano, e con potenza di fuoco si scaglierà contro i grattacieli più alti della metropoli, a partire dal tuo. E li espugnerà, e li abbatterà, e li ridurrà in poltiglia.
Quel giorno, caro il mio Bruce Wayne, sarà il giorno della tua fine. Quant’è vera la mia barba. Quant’è vero che mi chiamo Carlo Marx.