di Alessandra Daniele
“Siamo geneticamente diversi. Un’alleanza fra Lega e Movimento 5 Stelle è fantascienza allo stato puro” – Roberto Fico
La genetica non li divide. Sono entrambi razzisti.
Li conosciamo.
La settimana scorsa, grazie al dibattito per la fiducia, abbiamo potuto conoscere meglio anche il loro premier posticcio Giuseppe Conte, e abbiamo capito che se si fosse candidato alle elezioni, non si sarebbe ricordata di votarlo neanche sua madre.
È un uomo di legge, nel senso che legge tutto quello che Salvini e Di Maio gli mettono davanti, e lo ripete alla lettera, incurante di porcherie, contraddizioni e cazzate.
In questi anni su Carmilla ho scritto varie volte di robo-premier e droni telecomandati, Giuseppe Conte però, nonostante tutta la cyberetorica nuovista tipica del Movimento 5 Stelle, rappresenta un drastico downgrade tecnico rispetto ai precedenti.
Conte non è un androide. È un calzino. Un sockpuppet, nel senso proprio del termine. Una marionetta fatta da un calzino con due occhi di pannolenci cuciti sopra, e un ciuffo di peluche, manovrata da Salvini e Di Maio. A loro volta perlopiù manovrati da Giorgetti e Casaleggio.
Conte è un sockpuppet di secondo livello.
A Trump è piaciuto.
Nella necessità di aumentare sempre più la dose di cazzate alla quale l’opinione pubblica è ormai assuefatta, la propaganda Grilloverde s’allontana sempre di più dalla realtà, nei territori della sci-fantasy.
Sapendo bene che la palingenesi che hanno promesso non si realizzerà mai, i grilloverdi la spacciano per già avvenuta. Come se fosse bastata la semplice nascita del loro governo di marpioni riciclati, e miracolati incapaci, a garantire l’avvento salvifico della mitica Terza Repubblica, discesa dal cielo come la Nuova Gerusalemme.
La retorica trionfalistica, in particolare nei discorsi grillini, è a livelli da parodia dell’Istituto Luce. Sembra di sentire lo stentoreo voice-over di Corrado Guzzanti nei panni del gerarca di Fascisti su Marte. Mentre Salvini, su esempio di Trump, fa del suo Twitter un balcone di Piazza Venezia permanente ed ubiquo.
In realtà, nessun miglioramento è avvenuto. Al di là della facciata stellare, tutto resta business as usual, a cominciare dal fatto che appena arrivati al potere, i grilloverdi si siano già rimangiati entrambe le promesse che ce li hanno portati.
La Flat Tax è stata ridotta ad aliquota unica solo per le imprese, che c’è già dagli anni ’70.
Il Credici, Cinquestellato Reddito di Cittadinanza, è rimandato a dopo la riforma dei centri per l’impiego, che durerà 70 anni. Sempre che cominci.
Salvini ha però assicurato che il condono per gli evasori – la cosiddetta “Pace Fiscale” – arriverà puntuale. Poi ha ricominciato subito a stornare l’attenzione sul consueto capro espiatorio, i migranti, compito che è poi il suo specifico: salmodiare litanie di rabbiosi luoghi comuni razzisti. Chiudere i porti. E le menti.
Salvini deve il suo ministero al fascio-razzismo endemico degli italiani, e a come i media mainstream, e in particolare quelli Mediaset, hanno saputo fomentarlo e indirizzarlo contro i migranti. E le ONG.
Per un fascista, l’idea che qualcuno diverso da lui possa essere in qualche modo migliore di lui è inaccettabile: ecco quindi il bisogno ossessivo di dimostrare, innanzitutto a se stessi, che i volontari delle ONG che salvano vite umane nel Mediterraneo in realtà non lo facciano per umanità, senso di giustizia, coraggioso altruismo, ma mossi da un secondo fine, magari abietto: finanziamenti occulti, complicità mafiose nel “business dell’immigrazione e della falsa solidarietà”, come l’ha chiamato il premier posticcio, leggendo il copione. O addirittura siano parte d’un complotto internazionale per la cosiddetta “sostituzione etnica” degli italiani purosangue, che non sono mai esistiti.
Nella crociata contro i cosiddetti “Taxi del mare” s’evidenzia una delle principali stimmate del Fascismo: l’incapacità di riconoscere la ragione al di fuori di se stessi.
Di riconoscere la legittimità, e perfino l’esistenza delle ragioni altrui.
Questa è una caratteristica fondante anche del Movimento 5 Stelle: nella loro narrativa, loro sono gli unici davvero onesti, tutto il resto è Mafia e Taxi del Male.
Per questo la loro alleanza opportunistica con la Lega è in fondo più precaria di quanto possa sembrare al momento: lo stesso razzismo che li unisce, dopotutto potrebbe dividerli.
Quando la pacchia finirà, quando le terre impervie di Marte cominceranno inevitabilmente a franare sotto i loro stivali, si vedrà se il bisogno di mantenersi a vicenda al potere sarà più forte della loro natura.