Quando la rabbia popolare contro le classi dirigenti non può più essere sedata o repressa, allora bisogna deviarla.
L’establishment adopera quindi la propaganda per reindirizzare la rabbia popolare verso un capro espiatorio, di solito una categoria di emarginati o discriminati che sono già percepiti con ostilità e diffidenza.
Il popolo ci casca sempre.
Non tutto naturalmente, ma una sufficiente maggioranza.
Perché è più facile, più sicuro odiare i mendicanti che sfidare i miliardari.
Un vero partito d’opposizione al sistema, come al Movimento 5 Stelle piace rappresentarsi, dovrebbe denunciare questa manovra, non approfittarne per ramazzare voti.
Un partito che millanta la vocazione salvifica alla verità dovrebbe smascherare questa manipolazione mediatica, non parteciparvi unendosi al coro.
A Grillo però non interessa la coerenza.
Interessa vincere.
Oggi si vince a destra.
L’ennesima disfatta del pur reazionario centrismo renziano ad opera del rianimato Polo delle Libertà lo dimostra.
C’è una netta deriva fascista in atto, e non è certo casuale. È quella la direzione nella quale la propaganda sta di fatto spingendo le masse esasperate.
La Lega di Salvini è un partito inequivocabilmente fascista.
Salvini è inequivocabilmente il vincitore di questa tornata elettorale.
Berlusconi lo detesta e lo disprezza. Con le sue felpe sudate, il suo populismo ringhioso, e i suoi mantra ossessivi, Salvini è il genere di persona che l’ex cavaliere se potesse non farebbe nemmeno avvicinare alle sue ville, facendogli sparare a vista dai suoi gorilla.
Berlusconi però vuole vincere.
Quindi è disposto anche a promettergli un ministero a sua scelta se accetterà di riesumare l’alleanza con Forza Italia, anziché passare a quella con Grillo.
Berlusconi non ha mai avuto problemi a governare coi fascisti dichiarati quando gli è servito.
Poi è passato a sostenere i governi Monti, Letta, e indirettamente Renzi.
Berlusconi è onnivoro.
Intanto Renzi, nel disperato tentativo di recuperare qualche voto alla sua sinistra, finge interesse per i puffi di Pisapia, sperando che dopo aver tentato di svendere la Costituzione antifascista col Sì al referendum, adesso siano pronti a svendere anche tutti i valori di sinistra che millantano di sostenere, in cambio d’un sottosegretariato nel prossimo eventuale governo Cazzaro.
Perché Matteo Renzi vuole vincere.
Sarebbe ancora disposto ad affondare il terzo governo consecutivo, e schiantare per l’ennesima volta il suo partito contro un muro pur di provarci, perché la sua vittoria personale è l’unica cosa che conti per lui.
Che è un perdente.
Tutti vogliono vincere a tutti i costi.
E i costi comunque li pagheremo noi.